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Autore: FinnAndTera    04/09/2013    5 recensioni
[NagiRei]
Quando Nagisa finalmente iniziava a sbadigliare, Rei capiva che era giunto il momento di andare a dormire; sussurrava un “Buonanotte” strascicato e si girava sul lato sinistro, una mano sotto al cuscino e gli occhiali poggiati dove sarebbe stato facile ritrovarli il mattino dopo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note d'autrice: è assodato, ho un debole per questi due che dormono l'uno accanto all'altro. Sono la cosa più dolce del mondo e il mio cuore li ama, non ci posso far nulla. Tutto questo è solo colpa di Nyah_ che ha postato a tradimento questa meravigliosa fan art  di Maby-chan sulla mia bacheca Facebook ed io sono scoppiata dalla tenerezza. Sono bellissimi. Sembrano due piccoli procioni che si fanno le fusa. Ohw. Detto questo, dopo aver AWeggiato per circa mezz'ora su quella meraviglia di immagine, magari potrste anche leggere qui sotto, ma sono consapevole dell'enorme difficoltà di cambiare finestra. Il Free!dom prima o poi ci ucciderà di feelings.


Sogni di schiena


Quando Nagisa finalmente iniziava a sbadigliare, Rei capiva che era giunto il momento di andare a dormire; sussurrava un “Buonanotte” strascicato e si girava sul lato sinistro, una mano sotto al cuscino e gli occhiali poggiati dove sarebbe stato facile ritrovarli il mattino dopo. Quelle notti in cui uno si fermava a casa dell’altro per Nagisa erano speciali, perché nessuno oltre Rei si impegnava a restare sveglio ad ascoltarlo fin quando il sonno non prendesse anche lui. Haru non gli dava mai corda – in realtà Nagisa pensava che il ragazzo dormisse ad occhi aperti, cosa che trovava estremamente inquietante -, mentre Mako, sempre con la sua solita gentilezza, gli faceva capire che aveva sonno e non aveva intenzione di sentirlo cianciare per tutta la notte. Rei, invece, lo ascoltava guardandolo di sottecchi, girato sul lato destro per essere faccia a faccia col suo interlocutore. Ogni tanto annuiva o ribatteva, ma anche quando restava in silenzio Nagisa sapeva che lo stava ascoltando. Per questo motivo ci rimaneva un po’ male quando il suo amico si girava dall’altro lato per dormire, come se Nagisa e la bellezza del riposare fossero due opposti, due cose incompatibili, impossibili da far stare insieme anche quando erano così vicini. Passava quei momenti che precedono il sonno profondo - quelli di dormiveglia in cui la stanchezza e il piacere di svuotare la mente da ogni pensiero si mescolano offuscando la realtà - ad osservare con insistenza la schiena di Rei, agile e bella anche al di sotto della maglietta larga del pigiama, sperando che il ragazzo si girasse e gli dicesse qualcosa, qualsiasi cosa. Voleva provare la sensazione di addormentarsi con il viso di Rei negli occhi e di continuare a vederlo in un sogno che il mattino dopo avrebbe dimenticato ma che era sicuro di aver fatto, voleva avere la sicurezza e il privilegio di potersi svegliare a qualsiasi ora della notte e trovare quell’espressione stranissima che faceva Rei quando dormiva, quella con la bocca un po’ storta che non faceva capire se stesse semplicemente sorridendo o risolvendo calcoli persino inconsciamente.
Rei, però, non si girava mai, e allora Nagisa si addormentava sempre un po’ triste.
Tuttavia la notte prima della staffetta Nagisa era talmente preoccupato – e eccitato e contento e malinconico e “Oddio, la prima staffetta con Rei-chan!” – che la sua parlantina si stoppò all’improvviso, senza nessuno sbadiglio che facesse capire a Rei se era giunto il momento della buonanotte o meno.
«Nagisa-kun?» ruppe il silenzio Rei, sorpreso.
«’Notte, Rei-chan».
Dopo un po’ Nagisa sentì l’altro girarsi mostrandogli la schiena, mentre il suo viso era ancora rivolto verso il soffitto in cerca di qualcosa che calmasse i suoi pensieri. Il respiro di Rei si fece più calmo, regolare, e Nagisa capì che si era addormentato – stanco morto, data la gara e lo stress. Le sue spalle si alzavano e si abbassavano con un ritmo dolce, calmo, e la sua schiena era leggermente piegata in avanti. Nagisa si incantò a guardarlo come ogni notte, ma stavolta ebbe l’impulso di stargli più vicino, il cuore nel petto che batteva all’impazzata che aveva bisogno di entrare in contatto con quel profilo tranquillo e sereno. Così lo abbracciò, poggiando la testa sull’incurvatura della schiena che Rei sembrava averi piegato proprio per lui, e chiuse gli occhi aspettando il sonno.
Tutto a un tratto sentì Rei rigirarsi fra le sue braccia e per un secondo temette di aver fatto qualcosa di sbagliato e provò a ritrarsi leggermente imbarazzato, ma quando sentì le mani del ragazzo posarsi delicatamente sulla sua schiena capì che andava tutto bene. Aprì gli occhi lentamente e si sentì finalmente felice e realizzato; quella notte l’ultima cosa che Nagisa vide prima di cominciare a sognare fu il volto sorridente – sì, sorrideva, ora ne era sicuro - di Rei.


 
   
 
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