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Autore: Vanilla_91    04/09/2013    11 recensioni
[REVISIONE GRAMMATICALE IN CORSO]
In un luogo e in un tempo imprecisato gli umani sono costretti a sottomettersi ai demoni che regnano incontrastati..Una vita in schiavitù, è questo il destino che attende ogni umano..ma se qualcuno trovasse la forza di cambiare questa situazione?
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: Il capitolo può essere, almeno per la prima parte, considerato di rating rosso. 




La radura, così profondamente celata dall’alta e rigogliosa vegetazione, assumeva un’aria mistica, romantica e da sogno colorata di rosso-arancio dai raggi del tramonto. Quell’aspetto così nuovo e poetico sembrava quasi un dolce richiamo agli amanti nel lasciarsi andare al più dolce, tumultuoso e passionale dei sentimenti. Avevamo percorso il viale teneramente abbracciati, senza mai staccarci, quasi come se dal contatto delle nostre pelli dipendesse la nostra vita. Facevo ancora fatica a credere che una cosa così bella e speciale fosse accaduta proprio a me.
Io, una bambina senza origine, una ragazza costretta a crescere troppo in fretta ero follemente innamorata di un principe, e per di più un principe mezzo demone. Potevo forse avere l’ardire di sperare che lui ricambiasse almeno in piccola parte i miei sentimenti?
Intrappolata nei miei pensieri non mi accorsi del suo arrestarsi improvviso e inevitabilmente mi scontrai con la sua larga schiena. Infastidita mi allontanai e presi a massaggiarmi il naso dolorante.
-Inuyasha, insomma, ma che modi sono?-
-Kagome, temo non potremo andare al lago.-
-Davvero? E perché?- chiesi sorpresa.
Lo vidi rizzare le orecchie e annusare con insistenza l’aria con sguardo serio.
L’ipotesi di un imminente attacco mi fece irrigidire.
-C’è qualcosa che non va? Qualche pericolo in avvicinamento?
-Nulla del genere. Stai tranquilla. Mi sembra solo strano che lei alla fine abbia ceduto.-
-Lei? Ceduto? Di cosa stai parlando? Mi vuoi spiegare?-
Non prestò la minima attenzione alle mie numerose domande, lo vidi anzi portare una mano al mento e assumere uno sguardo pensieroso.
-Cosa le avrà detto per convincerla?- domandò a sé stesso.
-Inuyasha..- lo richiamai, in attesa di una spiegazione.
Quando vidi poi le sue guancie colorarsi di un tenue rosso, la curiosità diventò insopportabile. Visto il suo continuo non considerarmi, decisi che avrei scoperto da sola la causa del suo strano comportamento.
Avanzai senza esitazione, ma quando alle mie orecchie giunsero delle voci che ben conoscevo mi arrestai immediatamente.
-Non potrò mai dimenticare questo momento. Non mi sono mai sentita in questo modo.-
- Per me è lo stesso. Non avrei mai creduto che fare l’amore con una persona speciale suscitasse tali potenti sensazioni.-
-Sei sincero quando mi dici che per te sono speciale?-
-Non mento. Non ho mai conosciuto una come te, Sango. Sei forte, fiera, determinata, sincera e allo stesso tempo dolce e fragile. Sei la donna che ogni uomo vorrebbe al suo fianco.-
-Ti amo, Miroku.-
-Ti amo anch’io.-
Restai immobile, non sapendo come agire. Ero stata, inconsapevolmente e inaspettatamente, testimone di ciò che era appena accaduto tra la mia migliore amica e Miroku. Le loro parole non lasciavano spazio al dubbio e il timore di essere scoperta e rovinare con l’imbarazzo quel momento per loro tanto perfetto mi rendeva nervosa e agitata. Capì solo in quel momento la reazione di Inuyasha e desiderai tanto che il mio principe corresse in mio aiuto in quella situazione terribilmente scomoda. Come se avesse udito il mio richiamo, Inuyasha apparve alle mie spalle invitandomi con i gesti a tacere. Mi sollevò facilmente tra le braccia e grazie ai suoi sensi raffinati riuscimmo ad allontanarci senza emettere il minimo rumore e senza essere scoperti.
 
-Insomma,Kagome, ma come ti è saltato in mente di andare a curiosare?- mi rimproverò quando ci fummo allontanati ormai abbastanza dalla radura.
-Come puoi pensare che fossero quelle le mie intenzioni? Il tuo atteggiamento mi aveva incuriosito e,visto che tu non rispondevi alle mie domande, volevo capire che diavolo stesse succedendo.- mi difesi.
-Va bene, ma non ti arrabbiare, principessina.- mi provocò.
-Non chiamarmi in quel modo..- replicai triste.
-E perché? In fondo è ciò che sei, no?- mi domandò tornando serio, sorpreso, probabilmente, dalla mia reazione.
-No, Inuyasha.- dissi, tentando di chiudere velocemente l’argomento.
-Non credi forse alle parole di tuo fratello?-
-Ovvio che credo alle parole di mio fratello, ma questo non fa di me una principessa.- gli dissi con tono infastidito, cominciando a camminare più veloce.
-Come no? Insomma, Kagome, potresti spiegarmi? Non riesco a starti dietro.-
Feci un respiro profondo e mi voltai a fronteggiarlo. Era ancora difficile per me parlare di ciò che avevo scoperto da così poco tempo e che non avevo ancora avuto occasione, o voglia, di accettare totalmente.
-I retaggi nobili della mia famiglia non contano nulla, Inuyasha. Mi sarebbero, anzi, costati la vita se tu non mi avessi messo sotto la tua protezione. Non importa quali nobili natali possa vantare la famiglia da cui discendo, la verità è una: io sono e rimarrò per sempre una schiava.- dissi espellendo con quella frase anche tutto il mio malumore.
Non era la mia umile condizione sociale ad affliggermi, anzi non me ne importava nulla, ma la paura che quel piccolo dettaglio potesse essere, in futuro, un freno o un’inibizione per il legame che io ed Inuyasha condividevamo mi causava un terrore immenso.
Non mi importava di reclamare titoli nobiliari, possedimenti, ricchezze, prestigio o altro, l’unica cosa che pretendevo e per cui avrei sempre lottato era solo e soltanto Inuyasha.
-Ehi, Kagome, calmati.. non voglio litigare con te!- mi disse con tono serio avvicinandosi e prendendomi tra le braccia.
-Nemmeno io. Scusami, non avrei dovuto sfogare la mia frustrazione su di te.-
-A me non importa di nulla, Kagome. Non mi interessa sapere se per gli altri tu sei una schiava, una ribelle, un pericolo, una principessa, so solo che per me non sei nulla di tutto ciò. Per me sei Kagome e basta! E poi, è da molto tempo ormai che non ti considero più una schiava e credo di avertelo anche dimostrato diverse volte.-
-Lo so, è che faccio ancora un po’ di fatica ad accettare tutto ciò che ha stravolto la mia vita in così breve tempo.- confessai.
-Ho io un’idea per distrarti.- mi sussurrò poggiando le sue labbra fresche contro il mio orecchio e facendomi fremere.
-D..davvero? E quale sarebbe?- chiesi tentando di assumere un tono innocente e di non arrossire.
-Oh, non perderò tempo a spiegartelo. Te lo mostrerò direttamente.- mi disse con tono malizioso mentre mi sollevava tra le braccia e con passo svelto si avviava al castello.
Percorremmo uno ad uno e senza difficoltà quei labirintici corridoi, che ormai mi erano così familiari, senza mai separare le nostre labbra.
Quando finalmente giungemmo nella camera di Inuyasha la voglia che avevo di lui era diventata così pressante e quasi dolorosa che presi a spogliarlo senza esitazione o remora alcuna. Il desiderio di sentire la sua pelle scorrere sotto le mie mani era diventata un’esigenza, il capriccio di sentirlo muoversi dentro me una necessità. In un batter d’occhio i nostri vestiti furono sparsi per tutta la camera senz’ordine e quasi senza accorgercene ci ritrovammo nudi e avvinghiati su quel comodo letto.
Il mio mezzo demone abbandonò le mie labbra, che ormai sentivo gonfie per i suoi baci, e scese bramoso verso il mio collo. Lambì la pelle delle mie spalle, mentre le sue mani si chiudevano delicate sul mio seno strappandomi un gemito e le mie scivolavano tra i suoi lunghi e lisci capelli per poi spostarsi su quegli addominali così perfettamente scolpiti.
-Sei ancora indolenzita?- mi domandò mentre smanioso continuava ad accarezzare il mio corpo.
-Non voglio farti male.-
-Mi faresti male solo se ti allontanassi da me.- confessai nello stesso istante in cui le sue mani si spostavano più in basso e riaccendevano i miei sensi.
-Non c’è nulla che desidererei di meno- mi sussurrò, prima di reclamare le mie labbra per un bacio ancor più passionale degli altri.
Le sue labbra cominciarono poi una bruciante e viziosa scalata passando dal mio collo al mio seno, per poi sostare alcuni istanti sul mio ventre, fino a raggiungere la loro ardita meta. Mi sentì assalire dall’imbarazzo quando compresi le sue intenzioni.
-Inuyasha..- lo richiamai decisa a fermarlo.
-Ti fidi di me?- mi domandò sollevando il viso quanto bastava per incatenare i suoi occhi ai miei.
-S..si, ma..- non mi lasciò terminare.
Con un unico movimento si tuffò sulla parte di me stessa più nascosta e dopo solo pochi istanti i miei se e i miei ma furono messi a tacere dall’immenso piacere che mi stava regalando.
-Inuyasha..- lo chiamai ancora, incapace di sopportare oltre.
Mi depositò un bacio nell’interno coscia prima di tornare a unire le nostre bocche in un bacio rovente.
Senza più freni inibitori e spinta da un fuoco che mi divorava dall’interno strinsi il suo membro tra le mani e lo sentì gemere sulle mie labbra. Quel gesto così semplice e al contempo così eccitante scatenò tutta la mia libidine. I miei movimenti si fecero più serrati, mentre in me cresceva sempre più forte la voglia di lui.
-Basta, piccola strega. Mi stai facendo impazzire..- bisbigliò con voce resa roca dal desiderio e allontanando la mia mano.
Si posizionò meglio tra le mie gambe e con una sola spinta decisa affondò in me. Il piacere fu così incontenibile e incontrollabile che urlai senza ritegno. Cominciò a muoversi in me con movimenti sempre più veloci e quando sentì il piacere diventare quasi violento e doloroso tanto era intenso, le parole mi sfuggirono dalle labbra ancor prima che me ne rendessi conto.
-Ti amo. Ti amo, Inuyasha.-
Lo sentì irrigidirsi e immobilizzarsi. La paura di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato mi colse repentina.
-Cosa hai detto?- mi domandò incredulo.
Capì che mentire non avrebbe risolto nulla.
-I..io ti amo. S..so che per te non è lo stesso, ma io ti amo incondizionatamente.- ammisi mentre sentivo il cuore tremare per la paura e per l’intensità dei miei sentimenti.
Mi sentivo come sull’orlo di un baratro, pronta a precipitare e il timore mi portò a porgergli quella sciocca domanda.
-Perché ti sei fermato?-
-Perché voglio tu sia ben cosciente quando farò quello che sto per fare. Non voglio che i nostri gesti siano dettati unicamente dalla lussuria..-
-D..di che stai parlando?-
-Ridimmelo, Kagome.-
Non persi tempo a chiedere spiegazioni; feci come mi aveva chiesto.
-Ti amo, Inuyasha.-
-Ti amo anch’io, Kagome.- mi disse.
E fu nel sentire quelle parole che il mio cuore precipitò. L’emozione di un salto nel buio, il brivido dell’ignoto e la stupenda e magnifica sensazione di sentirsi amata e ricambiata. Lacrime di pura gioia mi solcarono il viso, mentre cercai le sue labbra per un bacio che questa volta aveva un nuovo sapore e una nuova consapevolezza.
-Kagome, voglio tu sia mia. Mia soltanto.- mi sussurrò all’orecchio mentre riprendeva a muoversi lentamente dentro me.
-Lo sono, Inuyasha.-
-Lo so, amore mio, ma voglio che tu lo sia in un modo ancor più definitivo e profondo. Voglio che tutti sappiano che il nostro legame non potrà mai più essere spezzato!- mi disse serio fissandomi negli occhi.
-In che modo? Temo di non capire, Inuyasha.-
-Ti opporresti al mio marchio, Kagome? Non voglio costringerti, anche perché sai che non potresti più tornare indietro.-
-Lo voglio.-
-Ne sei sicura?-
-Non sono mai stata tanto sicura di qualcosa come in questo momento.-
Mi baciò ancora una volta e riprese a muoversi dentro me. Sentì le fitte al basso ventre farsi più intense, le gambe tremare e la vista annebbiarsi. Proprio nel momento in cui il mio piacere toccò le massime vette e un attimo prima di esplodere sentì Inuyasha sussurrare dolcemente il mio nome e poi i suoi canini incidere il più delicatamente possibile la pelle alla base del mio collo.
Quel piccolo dolore, misto al violento e dolce piacere fu quanto di più intenso e sublime avessi provato in vita mia.
Qualsiasi sogno, aspirazione, fantasia, brama, fame, sete o bisogno aveva per me in quel momento un solo nome e un solo significato..Inuyasha. Lui, il centro di tutto!
Mi occorsero diversi minuti per riavermi da quell’eccelso e voluttuoso misto di sensazioni; mi ritrovai comodamente spiaccicata sul petto di Inuyasha che mi stringeva convulsamente tra le braccia.. e mai luogo mi sembrò più adatto a me.
-Non sei pentita, vero?- mi domandò baciandomi teneramente i capelli.
-Mai! E tu?-
-Mai..-
E non ci fu tempo per dire altro perché le braccia di Morfeo mi attirarono in un sonno profondo e beato.
 
Quando i colori rossastri dell’alba colorarono la camera superando le pesanti coltri alle finestre, mi sentì quasi infastidita per quell’invasione nel nostro paradiso personale. Con la mente ancora non perfettamente lucida, presi a domandarmi se mi suscitasse emozioni più forti l’addormentarmi tra le braccia di Inuyasha o il risvegliarmi al suo fianco. Intuì che anche Inuyasha si era svegliato quando sentì le sue braccia cingermi ancora più forte.
-Buongiorno..- gli dissi perdendomi in quell’oro fuso.
-Buongiorno a te, amore mio.- mi rispose lui baciandomi a fior di labbra.
-Come mai già sveglia? Solitamente ti piace poltrire fino a tardi!- mi schernì.
-Mi sento carica d’energia..-
-Mmm..conosco un ottimo modo per farti arrivare sfiancata a stasera..-
Arrossì, per il chiaro significato delle sue parole, indugiando, contemporaneamente, in pensieri poco casti che la sua frase mi aveva suscitato.
-Sai che non possiamo..- frignai.
-Quando tutta questa storia sarà finita, saremo liberi di fare tutto ciò che vogliamo!- mi rassicurò.
-Siete giunti a qualche conclusione? Avete forse trovato qualche modo per estrarre il pezzo della sfera dal mio corpo?- gli domandai.
-No, purtroppo nessuno. L’unica soluzione a cui sono giunto è che solo tu hai il potere di estrarre il gioiello.-
-Io? Ma non so come fare..-
-Lo so, ma vedrai che troveremo un modo. Io e Kikyo stiamo valutando varie ipotesi. Kikyo è convinta che la sfera si sia incarnata nel tuo corpo essendo tu la prescelta per la sua custodia e ritiene, quindi, che grazie al tuo potere dovresti essere capace di espellerla.-
-Tu e Kikyo?- domandai irrigidendomi.
Non sapevo ancora che genere di legame unisse quei due, ma ero estremamente gelosa della bella e potente sacerdotessa.
-Sì, solo lei che è dotata di un potere forte quasi quanto il tuo può aiutarci con questo mistero.-
-Questo significa che trascorrerai molto tempo con lei..- osservai infastidita.
-Sei forse gelosa?- mi chiese con tono gongolante che mi irritò ancora di più.
-Non dovrei esserlo? È della tua amante che stiamo parlando.-
-Kikyo, non è la mia amante. Non lo è più da quando tu sei qui. Non hai nulla da temere Kagome, né da Kikyo, né da nessun’altra.-
-Cos’è che ti lega tanto a lei?- domandai decisa a far chiarezza in quel mistero.
-Non è l’amore..-
-Allora cosa?-
-Non è una storia allegra la “nostra”. Kikyo è giunta qui all’incirca tre anni fa. Era sola e spaventata. Non appena la vidi rimasi colpito dalla sua bellezza, ma a incuriosirmi ancor di più furono i suoi occhi malinconici e il suo atteggiamento schivo. Non ero tipo da perder tempo dietro alle schiave, ero solito sollazzarmi con loro e poi dimenticarle, ma qualcosa mi attirava verso quella ragazza. Presi a trascorrere molto tempo con lei e conobbi così la sua triste storia. Kikyo era l’unica figlia di un’anziana coppia e la sua famiglia era stata trucidata e lei fatta prigioniera e venduta.-
-Lo stesso destino che condividono centinaia e centinaia di umani.- constatai triste.
-Ma c’era dell’altro. Kikyo mi raccontò di essere stata felice un tempo; era stata promessa in sposa ad un uomo di cui era infatuata e che era stato un suo compagno di giochi, ma questo la rifiutò quando venne a conoscenza di alcune cose.-
-Di cosa?-
-La madre, così come la nonna di Kikyo, avevano avuto gravidanze difficili e perso numerosi bambini. Entrambe erano riuscite a dare alla luce solo femmine e l’uomo a cui Kikyo era destinato era l’ultimo erede della sua famiglia e desiderava quindi disperatamente un figlio maschio. Non appena scoprì che probabilmente Kikyo non sarebbe stata in grado di dargli un bambino, la rifiutò e l’allontanò malamente da sé ferendola irrimediabilmente. Kikyo si sentiva sola e la sua fragilità mi ha portato ad essere sempre più protettivo nei suoi confronti, finendo con l’affezionarmi irrimediabilmente a lei. L’ho fatta mia, ma non sono mai stato in grado di trattarla come facevo con le altre. Tra noi si è così creato uno strano rapporto: andavamo a letto insieme, ma ciò che realmente ci univa e ci unisce è una profonda amicizia-
-Solo questo?-
-Non solo. Kikyo è rimasta due volte in attesa, ma purtroppo entrambe le gravidanze non hanno avuto un buon esito.-
-Vuoi dire che i bambini che Kikyo ha perso erano tuoi?-
-Certo..e di chi altri sennò? Ma temo che il sangue demoniaco che scorre nelle mie vene fosse troppo forte per essere sopportato dal fragile corpo di Kikyo..-
-La ami, Inuyasha?-
-No, Kagome, amo solo te. Ti ho già detto che nutro per lei solo uno sconfinato affetto e sono sicuro che lei in fin dei conti provi ancora dei sentimenti per l’uomo che l’ha respinta.-
-Che storia triste..-
-Già, ma nonostante la sua fragilità, Kikyo è una persona determinata e ha saputo trovare la forza per guardare avanti.-
Mi limitai ad annuire.
-Sai, Aki mi ha detto che molti anni fa le custodi erano sottoposte ad un addestramento per essere in grado di poter sfruttare al meglio il grande potere della sfera dei Quattro Spiriti.-
-Sì, tuo fratello me ne ha parlato. Mi ha anche detto, però, che ricorda che tuo padre gli confidò che nessuna delle tue antenate era dotata di un potere spirituale potente quanto il tuo. Non crucciarti, Kagome. Sono sicuro che riusciremo a trovare un modo per uscire da questa situazione.-
Annuì e poggiai il mento sul suo petto per godere ancora per qualche minuto di quella tranquillità.
Poche ore più tardi di quella serenità non ne era rimasto che un piacevole ricordo.
Gli allenamenti a cui Aki mi sottoponeva mi sfinivano e nel momento in cui il pericolo si era fatto più pressante ed imminente avevano preso ad allenarsi con noi anche Sango, Alissa, Rin, Sota, Kohaku e i loro uomini.  Le lunghe ore di fatica mi estenuavano, ma trascorrere del tempo tutti insieme mi riempiva il cuore di gioia, riportandomi con la mente alle innumerevoli volte in cui avevamo fatto lo stesso nel villaggio. Le guardie reali non prendevano mai parte ai nostri allenamenti perché infastiditi dal riguardo che il re e i principi mostravano continuamente nei nostri confronti, mentre Inuyasha e gli altri erano per lo più sempre impegnati ad elaborare nuove strategie, indagare sul conto del traditore che ancora agiva nell’ombra e alla ricerca di un modo per estrarre la sfera dal mio corpo senza ferirmi. Shippo e Kirara avevano legato molto e passavano molto tempo a supervisionare i nostri scontri.
-Dio, sono sfinita.- mi lamentai, lasciandomi cadere senza grazia a terra dopo aver evitato per pochi centimetri l’Hiraikotsu di Sango.
-Temo che Inuyasha ti costringa a troppo movimento notturno.- mi schernì la mia migliore amica lasciandosi cadere accanto a me.
Sango quella mattina era raggiante, notai. La guardai a lungo in volto, indecisa se rivelarle o meno ciò che la sera prima avevo casualmente ascoltato.
-Temo sia un’abitudine condivisa tra fratelli. Non trovi?- la provocai con sguardo malizioso.
-Tu come lo sai?- mi domandò sbiancando.
La sua faccia allibita per un momento mi fece temere di essere stata troppo avventata o offensiva.
-Oh, non importa. Non ho ancora detto nulla a Rin e Alissa perché volevo tu fossi la prima a saperlo, ma come sempre, Ka-chan, mi rovini le sorprese.- scherzò.
-Sei stata bene, Sango?- mi premurai di chiederle, sebbene non avessi dubbi sul fatto che Miroku l’avesse trattata nel migliore dei modi.
- Sono stata benissimo, Kagome. Miroku è stato molto paziente ed estremamente gentile.-
-Mi avevi detto che ti saresti concessa a lui solo quando saresti stata sicura dei tuoi sentimenti. Lo ami?-
-Da morire e la cosa strabiliante è che lui mi ricambia. Riesci a crederci?-
-Non faccio fatica a crederlo, Sango. Chi potrebbe non innamorarsi di una persona stupenda come te?- le dissi sincera.
-Oh, Ka- chan, sono così felice e ti voglio così bene..- esplose abbracciandomi di colpo.
-Ti voglio bene anche io..-
-Cos’è tutto questo affetto improvviso?- domandò sospettosa Alissa mentre si avvicinava a noi accompagnata da Rin.
-Ehm, ragazze, ho una cosa da confessarvi..- cominciò esitante Sango.
-Di cosa si tratta?- le domandò curiosa Rin.
-Sono innamorata di Miroku e noi, ieri sera…ehm, avete capito, no?-
-Certo, certo.- sogghignò divertita Alissa.
-Anche io ho una confessione da farvi..- ammisi
-Kagome, sappiamo già di te e Inuyasha.- replicò Rin.
-Non si tratta di quello, dopo le urla che sono volate tra me ed Aki quando l’ha scoperto dubito vi sia qualcuno che non è ancora al corrente.-
-Cosa vuoi dirci allora?- chiesero all’unisono curiose.
Non servirono parole; sollevai i capelli scostandoli dal collo e rendendo ben visibile il segno scuro che i canini di Inuyasha avevano lasciato nell’incavo tra la spalla e il collo.
-È proprio ciò che sembra?- mi domandò Alissa con uno strano brillio negli occhi.
Mi limitai ad annuire.
-Inuyasha ti ha marchiata..- urlò esaltata Rin e in un attimo tutta l’attenzione dei presenti fu circondata su di noi.
Non ebbi tempo di fare o dire nulla che mi trovai sovrastata da Sota, Kohaku e Aki.
-Dimmi che non è vero..- mi pregò mio fratello.
-Sota..- tentai di spiegare.
-Purtroppo è verissimo. Ecco perché sentivo ancora più forte l’odore di quel cane su di te.- si intromise Aki
Gli lanciai un’occhiataccia e mi preparai mentalmente al confronto serrato che di lì a poco ci sarebbe stato, ma qualcuno interruppe la nostra discussione.
-Sei tu Kagome?- mi domandò una ragazza che ero sicura di non aver mai visto.
-Si. E tu chi sei?- le chiesi curiosa.
-Non importa. Sono una schiava esattamente come te.- mi disse schiva.
La osservai attentamente, stupendomi del fatto di non averla mai incrociata prima d’ora.
-Perché mi cercavi?-
-Il principe Inuyasha mi ha mandata a cercarti.-
Le sue parole mi sorpresero. Mi sembrò molto strano che Inuyasha mi avesse mandato a chiamare da una persona che non avevo mai visto, ma del resto non avevo motivo per dubitare di lei.
-Devi raggiungerlo nell’ala ovest del palazzo.- mi annunciò sbrigativa.
-L’ala ovest? Sei sicura di non aver capito male?- chiese sorpresa quanto me Sango.
L’ala ovest era quella più abbandonata ed isolata del castello e Inuyasha mi aveva spesso detto che quella parte del  maestoso edificio era praticamente inutilizzata.
Perché voleva che lo raggiungessi lì? Che avesse finalmente scoperto un modo per estrarre il pezzo della sfera dal mio corpo?
-Allora hai capito? Non esegui gli ordini del tuo padrone?- mi richiamò.
-Eh? Si, si vado.-
Rivolsi un’occhiata alle mie amiche e alla ragazza, prima di correre via. Impiegai più tempo del necessario per raggiungere il luogo dell’appuntamento  a causa del terreno sassoso e non tracciato. Scoprì, con mia enorme sorpresa, che l’ala ovest non era altro che un vecchio cumulo di pietre, diviso dal possente maniero che era il castello e probabilmente appartenente ad una più antica costruzione. Mi risultava sempre più impossibile comprendere il motivo per cui Inuyasha avesse deciso di incontrarmi in un posto così fatiscente e una strana sensazione di nervosismo e disagio si attanagliò tra lo stomaco ed il cuore.
Il pesante e arrugginito portone era semiaperto ed alcune fiaccole illuminavano l’ambiente, segnando il percorso che compresi avrei dovuto percorrere.
-Inuyasha..- chiamai mentre i miei sensi erano intenti a captare ogni minimo rumore o spostamento d’aria.
-Inuyasha, dove sei?- tentai ancora.
Quando giunsi nel punto più centrale della costruzione un movimento catturò la mia attenzione facendomi sobbalzare.
-Inuyasha sei tu? Se è uno scherzo, sappi che non è affatto divertente.- gridai mentre il nervosismo si impadroniva della mia persona.
Una risatina stridula mi agghiacciò. Ero certa, ormai, di non essere sola in quel cumulo di macerie e nello stesso modo ero altrettanto sicura del fatto che il mio coinquilino non fosse Inuyasha.  Il fuoco delle fiaccole disegnava sugli spogli e spigolosi muri ombre di figure inquietanti e dalle dimensioni assurde, mentre quella risatina tronfia e provocatrice rimbalzava tra le pareti creando strani suoni e gorgheggi che mi fecero sentire come un animale braccato. Di sicuro il mio aggressore conosceva molto meglio di me il luogo che aveva scelto per il nostro incontro e aveva saputo sfruttare questa conoscenza a suo completo vantaggio. Il buio mi permetteva di vedere solo ciò che lui voleva io vedessi e l’eco non mi permetteva di cogliere i rumori a me più vicini. Fu un attimo: sentì una forte spinta sulla schiena e inciampai in qualcosa che era finito tra le mie gambe.
 Tentai di sollevarmi, ma qualcosa di freddo e liscio ostacolò i miei movimenti. Non sapevo su cosa fossi cascata, ma un brivido mi attraversò tutta. Sentì un cigolio provenire dall’ingresso e quando la porta ferrosa fu spalancata completamente la luce illuminò quel tetro ambiente.
-Fate attenzione!- sentì bisbigliare da una voce che ben conoscevo.
-Inuyasha..- urlai al limite della disperazione.
-Kagome? Dove sei, Kagome?- mi domandò mentre la sua voce si faceva sempre più vicina.
-Sono qui.- urlai ancora, per consentigli di localizzarmi più facilmente.
Ero ancora intrecciata in quello strano qualcosa che mi impediva di rialzarmi e solo quando vidi il viso del mio mezzo demone trovai la forza per sollevarmi e fiondarmi verso di lui.
-Inuyasha.- gridai mentre le sue braccia si richiudevano protettive intorno al mio corpo.
-Kagome cosa è accaduto? Che ci fai qui? Stai bene? Sei ferita?- mi domandò.
Mi scrutò in volto, probabilmente alla ricerca di segni o contusioni.
-No, sto bene- mi affrettai a rassicurarlo.
Lo vidi poi spostare lo sguardo su qualcosa alle mie spalle, mentre io lentamente recuperavo lucidità e mi rendevo conto della presenza di Inuki, Naraku e gran parte dell’esercito.
Il silenzio era assordante e tutti i volti mirati verso uno stesso punto. Mi girai per comprendere cosa avesse attirato tanta attenzione e generato una simile reazione.. quel che vidi mi bloccò! Ciò in cui ero inciampata non era altro che un corpo.
Riconobbi senza particolari difficoltà i corti capelli neri e gli occhi privi di vita spalancati in un’espressione di sorpresa.
- E’ Yura.- constatò Inuyasha.
-Che diavolo è accaduto qui dentro?- urlò Inuki.
-Prendete il suo corpo e portatelo fuori di qui, poi raggiungeteci nella sala principale.- ordinò Inuyasha mentre si faceva spazio tra i suoi uomini e mi conduceva via.
Percorremmo anche noi la strada che ci avrebbe condotti all’interno del castello, mentre la mia mente tentava di dare un senso a ciò che era appena accaduto.
-L’hai visto, Inuyasha?- gli domandai.
-Certo che l’ho visto, Kagome.- mi rispose atono.
-Non mi sto riferendo solo al corpo. Hai visto cosa c’era sul cadavere di Yura?-
-Cosa è accaduto lì dentro?- mi domandò, fermandosi e guardandomi in volto.
-La tua domanda mi lascia intuire che tu abbia compreso..-
-La bruciatura sul corpo di Yura può significare solo una cosa..- disse, lasciando la frase in sospeso.
- E’ stata purificata.- terminai io per lui.
-Cosa è accaduto tra di voi, Kagome?-
-Non sono stata io, Inuyasha.-
-No? Eppure ti trovavi lì dentro, vicino al suo corpo.-
Gli raccontai velocemente della ragazza che mi aveva consegnato il messaggio e di come Sango, Sota e tutti gli altri avrebbero potuto testimoniare le mie parole.
-Mi credi, Inuyasha?-
-Certo che ti credo, amore mio, ma il vero problema sarà convincere tutti gli altri. In questo momento così delicato una cosa del genere non ci voleva proprio.- mi disse stringendomi forte a sé.
-Che cosa accadrà ora?-
-Non lo so, ma nessuno ti farà del male.-
Annuì, fiduciosa delle sue parole.
Quando raggiungemmo la sala principale mi sorpresi di vederla così affollata e compresi subito che la notizia doveva essersi già diffusa.
Ignorai gli sguardi assassini rivolti a me e, affiancata da Inuyasha, mi affrettai a raggiungere il punto in cui si trovavano mio fratello e le mie amiche.
-Inuyasha, Kagome, cosa è accaduto?- ci domandò il re.
-Immagino, padre, che vista la quantità di presenti la notizia vi sia già giunta. Yura è stata uccisa.-
-Sì, gli uomini mi hanno informato di ciò che è accaduto e vorrei vederci chiaro in questa faccenda.-
-Lo vorremmo tutti, sire.- si intromise Naraku.
-Perché non l’accusi esplicitamente? Si legge chiara nei tuoi occhi la brama di urlare al mondo intero la colpevolezza di Kagome.- lo sfidò Aki.
- Potresti forse provare la sua innocenza? La tua amica è stata trovata accanto al corpo di Yura e in più Kikyo ha esaminato il corpo e ha confermato che ad ucciderla è stata una freccia sacra.-
- E’ vero, Kikyo?- domandò Inuyasha.
-Sì, come è vero che la freccia è stata abbastanza potente da ucciderla, ma non da purificare interamente il suo corpo.-
-E questo cosa vuol dire?- domandò uno dei demoni presenti.
- Vuol dire che chi ha ucciso Yura è stato attento a non sbarazzarsi del suo corpo.- spiegò Miroku.
-Vi dirò io com’è andata.- si intromise Naraku. – La sgualdrina ha ancora con sé arco e frecce e tutti sappiamo che tra lei e Yura vi fossero dei dissapori. Kagome l’ha colpita e l’ha uccisa, il nostro arrivo le ha poi impedito di sbarazzarsi del corpo che l’ha inchiodata.- mi accusò.
-Quella freccia non è mia.- mi difesi. –E qualsiasi demone dotato di un buon olfatto potrà provarlo.-
-Su quella freccia non vi è alcun odore.- si intromise la voce gelida di Sesshomaru.
-E perché te ne vai in giro armata?- mi chiese un demone.
-Ho già spiegato al tuo signore com’è andata.- ribattei. –Maestà, mi stavo allenando in cortile con mio fratello e i suoi uomini quando una ragazza ci ha raggiunti e mi ha detto che Inuyasha voleva vedermi nell’ala ovest del palazzo. Le sue parole mi hanno sorpresa, ma non avevo motivi per diffidare. Quando sono giunta lì, non ero sola in quel vecchio edificio e mi sono accorta del corpo di Yura solo nell’istante in cui sono arrivati sul posto Inuyasha ed Inuki.- dissi rivolgendomi direttamente al re.
-Ho fede nelle tue parole, Kagome, e le tue amiche, Aki, Sota, Kohaku e tutti i loro uomini hanno già testimoniato in tuo favore.-
-Ma?- lo esortai a continuare.
-Ma non posso ignorare il fatto che Yura sia stata purificata. Tu, Kikyo e Miroku siete gli unici ad essere dotati di poteri spirituali. Mio figlio si trovava qui con me, mentre Kikyo ha trascorso le scorse ore in compagnia prima di Kaede e poi di Inuyasha. Oltre questo resta il fatto che tu sia stata ritrovata accanto al corpo. Credo nelle tue parole, ma come potrei spiegare la tua innocenza al mio popolo?- mi domandò con aria contrita.
-Capisco il vostro dilemma, maestà, ma non sono stata io ad uccidere Yura. Qualcuno voleva intrappolarmi e ci è riuscito.-
-Sire, vi inviterei a tener conto anche del fatto che se Kagome avesse voluto realmente uccidere Yura, con l’enorme potere di cui è dotata, le sarebbe bastato un solo colpo.- intervenne in mio aiuto Kikyo.
-Queste sono solo scusanti di poco conto di fronte alle prove schiaccianti che la inchiodano.- urlò Naraku.
-Sarei davvero curioso di chiederti come proporresti di agire, Naraku.- gli domandò Inuki.
-Ma è molto semplice: il suo peccato merita la morte. Uccidiamola affinché paghi per le sue colpe e recupereremo in questo modo anche la sfera.- esclamò felice, quasi avesse risolto i problemi del mondo intero.
Vidi Inuyasha irrigidirsi e ringhiare, ma un cenno di suo padre lo quietò.
-Non torceremo un solo capello alla ragazza, signori. Sono molte le prove che potrebbero far pensare alla colpevolezza di Kagome, ma altrettante sono le prove a suo favore e le persone che sono disposte a testimoniare e sostenere la sua innocenza.-
-Lascerete, dunque, che continui ad andarsene in giro in completa libertà, mio signore?- chiese con veemenza uno dei generali.
-Questo non posso farlo. Mi dispiace,Kagome, ma fin quando non avrò a disposizione le prove che convinceranno tutti della tua innocenza sono costretto a rinchiuderti. Né va anche della tua sicurezza..- mi annunciò il re.
-Lo capisco, sire.- risposi con tono moggio.
-E sia, conducetela immediatamente nelle prigioni e badate che non tenti la fuga.- ordinò con aria tronfia Naraku.
Gli leggevo in volto la totale felicità che provava nell’impartire quell’ordine, consapevole di essere finalmente, in qualche modo, riuscito a colpirmi e sottomettermi.
Le guardie si apprestarono ad eseguire gli ordini, ma furono fermate dalle parole di Inuyasha.
-No!-
-Inuyasha, capisco che questo..- si intromise suo padre.
-Capisco il senso e la logica della vostra decisione, padre, ma non permetterò che Kagome venga rinchiusa in un posto squallido e tetro come le prigioni. Kagome è mia e se il solo scopo di questa decisione è quella di tenerla rinchiusa da qualche parte, ebbene lo sarà, ma nelle mie camere.- disse con tono sicuro ed autoritario.
-Non potete permetterlo, mio signore!- gridò Naraku.
-E perché no?- sibilò Inuyasha.
-Conosciamo tutti il malsano attaccamento che voi avete per quella femmina umana.-
-Metti forse in dubbio la lealtà di mio fratello nei confronti di mio padre e del suo regno? Credi forse che non sia in grado di sorvegliarla?- gli domandò Inuki.
Naraku fu costretto a tacere. Affermare infatti una cosa del genere lo avrebbe portato ad essere accusato di tradimento.
-Ebbene, sarà fatto come vuoi tu, figlio mio.- concesse il re – Ma Kagome non dovrà mai e per nessun motivo abbandonare la tua camera.-
-Si, padre.-
Inuyasha non attese oltre e mi condusse via di lì.
 
 
Erano da allora trascorsi dieci giorni; sapevo che tutti si stavano dando un gran da fare per trovare nuove prove che avrebbero sancito la mia innocenza e di conseguenza la mia libertà. Erano dieci giorni che ero a forza rinchiusa nella camera di Inuyasha. Il mio mezzo demone si era assicurato che non mi mancasse nulla, ma il non poter vedere le persone a me care, non poter sentire il vento scompigliarmi i capelli e il sole accarezzarmi la pelle era per me peggiore della mancanza di acqua e cibo.
Ero immensamente grata ad Inuyasha per avermi sottratta al buio, al freddo e allo squallore delle prigioni, ma quello stato di inattività totale, mi rendeva nervosa, inquieta e terribilmente triste. Avrei fatto o dato tutto per poter trascorrere anche un solo minuto all’aria aperta. Sentì dei rumori alla finestra e il timore lasciò completo spazio alla sorpresa quando vidi Aki scavalcare l’alto cornicione ed entrare in camera.
-Aki..- lo chiamai esterrefatta.
-Ciao, Kagome.- mi salutò lui studiandomi. –Sei molto pallida. Non stai bene?- mi domandò.
-Cosa ci fai qui?- gli domandai ancora intontita dalla sorpresa.
-Pensavo ti avesse fatto piacere avere un po’ di compagnia, ma se non è così posso anche andare via.- scherzò.
-Non essere sciocco, è normale che io sia felice di vederti.- dissi riprendendomi e correndo ad abbracciarlo.
-Allora come te la passi?-
-Male, Aki. Sai quanto io odi restare ferma e rinchiusa, mi sento appassire ogni giorno di più.-
-Sota e tutti gli altri si stanno dando un gran da fare per trovare  qualcosa.-
-Lo so, ma il non sapere per quanto tempo sarò rinchiusa qui dentro mi uccide. Insomma potrebbero volerci mesi o anni e cosa farei in quel caso?-
-Di certo non potrebbero tenerti rinchiusa per sempre qui dentro!-
-Tu credi? Inuyasha è riuscito a strapparmi alla profondità dei sotterranei, ma Naraku non aspetta altro che un mio passo falso. Le porte sono sempre controllate e non vi è per me modo di uscire di qui, a meno che non impari a volare.- sbottai con forzato sarcasmo.
-Potresti tentare.- tentò di sdrammatizzare il mio migliore amico.
-Non scherzare con me, Aki. Non sai cosa darei per un solo istante di libertà all’aria aperta. – dissi lasciandomi andare con aria sconsolata sull’ampio letto.
-Faresti proprio di tutto, eh?- mi domando.
-Già.- risposi distratta.
- E allora vieni con me.- mi disse afferrandomi il polso, costringendomi ad alzarmi e trascinandomi verso la finestra.
-Che stai facendo? Dove vorresti andare?-
-Ti porto verso il tuo attimo di libertà.- esclamò felice.
-Ma che stai dicendo? Sei sicuro di sentirti bene, Aki?-
-Oh, avanti Kagome, non ci vuol molto a capirlo. L’hai detto tu stessa tutte le entrate sono sorvegliate, tranne ovviamente la finestra perché non si aspettano tu possa uscire di qui.-
-Ovviamente.- constatai stupidamente.
-Per te che sei un’umana sarebbe impossibile, ma per me che sono per metà demone non è affatto difficile superare l’ostacolo dell’altezza. Allora? Che ne dici di una delle nostre corsette?-
-Stai dicendo sul serio? Mi aiuteresti ad uscire?-
-Certo. Dovremo fare in fretta, ma almeno potrai riprovare l’ebbrezza di sentire il vento tra i capelli. Te la senti di rischiare?-
-Per un po’ di libertà? Certo che sì!-
Solo col senno di poi avrei scoperto quanto mi sarebbe costata quella mia decisione.
Aki mi caricò in spalla e con un solo balzo abbandonammo la camera. La felicità per quella piccola evasione era tanta che né io, né Aki ci accorgemmo di quel lampo di colore rosso che corse via da sotto la mia finestra non appena noi uscimmo.
Aki corse veloce, così come sapeva piacere a me, e saltò di albero in albero compiendo l’intero giro della foresta prima di riprendere la strada che ci avrebbe ricondotto al castello. Quando con un ultimo balzo atterrò in camera di Inuyasha rimasi impalata per lo shock.
Naraku, con altri generali e numerosi soldati, aveva invaso la stanza e aveva in viso dipinta un’espressione di vittoria che mi causò un brivido.
Il mio migliore amico mi fece scudo con il suo corpo, ma sapevo che nulla avrebbe impedito a Naraku di fare ciò che voleva.
-Cosa ci fate nella stanza del principe?- ringhiò.
-Non perdiamoci in inutili sciocchezze. È chiaro a tutti che la tua amica ha tentato la fuga.- mi accusò.
-Questo non è vero!- mi difesi.
-Non importa. Gli ordini del re erano chiari: non avresti dovuto abbandonare la camera del principe. Adesso, senza fare storie, seguici.- si intromise uno dei demoni.
-Dove vorreste portarla?- domandò Aki ringhiando.
-Dove è giusto che stia.. nelle prigioni.-
-Non ve lo permetterò. Non la toccherete.- sibilò preparandosi ad attaccare.
Non volevo che si scatenasse uno scontro e che qualcuno restasse ferito; In più l’inferiorità numerica era schiacciante e io ben sapevo di dover accettare le conseguenze delle mie azioni.
-No, Aki, loro hanno ragione.-
-Ma, Kagome..-
-Aki, gli ordini del re erano chiari e io li ho violati. È giusto quindi che io mi assuma le mie responsabilità.-
Il mio migliore amico mi fissò per alcuni istanti, ma poi annuì arrendendosi alla consapevolezza che non era possibile fare altrimenti.
-E va bene, ma la condurrò io sino alle prigioni. Potete seguirci e assicurarvi che vi giunga, ma nessuno di voi la toccherà.- chiarì.
-Va bene.- concordò un demone prima che Naraku potesse ribattere.
I soldati mi fecero spazio, creando un corridoio che fui costretta ad attraversare e scortarono poi me ed Aki verso i sotterranei.
Le strette e buie scale di pietra che conducevano alle prigioni mi misero, dallo stesso momento in cui presi a percorrerle, una tremenda angoscia addosso. Aki continuò a camminare al mio fianco e quando giungemmo dinnanzi alla fredda e umida cella che mi avrebbe ospitata, mi poggiò la parte superiore del suo abito sulle spalle affinché mi tenesse calda.
-Prometto che troverò il modo per tirarti fuori di qui.-
-Non preoccuparti, starò bene. Aiuta Sota, a trovare le prove, Aki.-
Lui si limitò ad annuire e quando la pesante porta si chiuse, fu costretto a lasciare quello squallido posto insieme agli altri demoni.
Mi lasciai scivolare con la schiena contro la fredda parete e rannicchiai le gambe al petto tentando di riscaldarmi. Rimasi immobile in quella posizione per molto tempo, finché non sentì dei passi concitati percorrere le grigie scalinate.
Presi a guardare con trepidante attesa il punto dove a breve sarebbe comparso qualcuno e il mio cuore fece una capriola quando riconobbi Inuyasha.
-Inuyasha..- lo chiamai scattando in piedi e avvicinandomi alle sbarre.
-Che cazzo ti è saltato in mente? Sei stupida o cosa?- mi assalì.
-I..io..-
-Tu cosa? Il tuo gesto avventato ti ha condotto a questo. Le prigioni sono forse più comode e sicure delle mie stanze?-
-No, mi dispiace. So che il mio è stato un gesto sciocco, ma volevo solo trascorrere qualche minuto all’aria aperta.- tentai di spiegargli.
-E non credi che se fosse stato possibile te lo avrei già concesso io? Naraku non aspettava altro che questo e adesso non posso far nulla per tirarti fuori di qui.-
-Come ha fatto a scoprirlo?- gli domandai.
-Non lo so.-
-Scusami, Inuyasha, ma non essere in collera con me.- lo pregai.
-Non dovrei essere furioso? Sei fuggita con il tuo amico e per cinque minuti di svago adesso ti trovi qui. Sei stata una stupida e un incosciente.- mi accusò.
-Io..-
-Non dire altro. Adesso devo andare.- mi disse atono.
Non volevo andasse via così.
-Aspetta, Inuyasha, io..-
-Non voglio ascoltarti ora, Kagome. Tornerò più tardi.- mi disse allontanandosi da me senza nemmeno voltarsi a guardarmi.
Le sue parole e i suoi modi distaccati mi ferirono, ma non potevo biasimarlo. Quando pochi istanti dopo sentì nuovamente dei passi, sperai che Inuyasha fosse tornato indietro per ascoltarmi.
Non seppi mai come accadde, ma in un istante tutte le fiaccole che illuminavano quel tetro luogo si spensero. Sentì il rumore della porta della cella che si apriva e riconobbi la risatina stridula che avevo già avuto modo di ascoltare il giorno in cui era stato ritrovato il corpo di Yura. Tentai di aguzzare la vita, ma sentì qualcuno afferrarmi per la vita e premermi qualcosa sulla bocca per impedirmi di urlare.
-Finalmente ci rivediamo.- sussurrò una voce al mio orecchio.
E i miei occhi si spalancarono nel riconoscere quella cadenza..Akuma.
 
 

Angolino dell'autrice: Ciao a tutti, direi che in un capitolo di quasi 30 pagine accadono un pò di cose.
-Miroku e Sango vivono la loro intimità, Inuyasha e Kagome si dichiarano, l'assassinio di Yura, la storia di Kikyo e infine il ritorno di Akuma.
Chi pensate abbia riferito a Naraku della "fuga" di Aki e Kagome? E che intenzioni avrà Akuma? E chi avrà ucciso Yura?
Le scommesse sono aperte :D
Che dire? Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci tenevo a comunicarvi che ormai ne mancano solo cinque al termine.

L'arrivo di Akuma, in ogni caso, ha segnato l'effettivo inizio delle ostilità..staremo a vedere cosa accadrà.
Grazie a tutti coloro che spenderanno qualche minuto del loro tempo per leggere la mia storia!! Se vi va, fatemi sapere il vostro parere..ne sarei felicissima ^^
Inoltre, invito chi non l'ha ancora fatto, sempre se ne avete voglia, a dare un'occhiata alla mia ultima storia " All I ever wanted- tutto ciò che ho sempre cercato". Sempre se vi va, sarei felice di conoscere il vostro parere anche riguardo a quella.
Baci, Serena ^^

 
   
 
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