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Autore: _fly    06/09/2013    6 recensioni
Cinque ragazze. Cinque voci straordinarie. Un unico sogno: cantare.
Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=MXS6ONTvYtY
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ultimo minuto. Tutto dipende da me. Siamo sessantaquattro a sessantaquattro. Se riesco a fare canestro quei bulli non ci daranno più fastidio. Jade mi passa la palla, corro, schivo quel gigante di Lucas e faccio canestro. Ce l’ho fatta. Finalmente possiamo giocare a basket in santa pace quando e come vogliamo. Sono felice, finalmente siamo riuscite a dimostrare che noi ragazze valiamo quanto i ragazzi, se non di più.
Torno a casa e trovo papà in una tenuta alquanto preoccupante.
“Papà? Stai per caso provando per partecipare ad un incontro privato di Drag Queen?” gli chiedo storcendo il naso.
“Oh no, sciocchina di una figliottina, sto cucinando, ah c’è una lettera per te sul tavolo.” Mi risponde continuando a scimmiottare per la cucina.
“Sai papà, dovresti andare a fare visita al padre di Jade ogni tanto, è un bravo psicologo, potrebbe aiutarti. Dico davvero!- gli do una pacca sulla spalla- ma che lettera?”
“Tutta da tuo padre prendi la simpatia tu eh! Comunque non lo so, ho letto solo il tuo nome” mi avvicino al tavolo e prendo la busta e leggo il mittente. Oh cazzo, oh cazzo, oh cazzo! E’ della New Talents’ Accademy! Corro su per le scale per leggerla in santa pace nella mia camera pulita e ordinata. Ma che dico, quella stanza è un bordello! Quella lettera mi sta dando alla testa.
La voglia di conoscere il mio destino è tanta, ma il desiderio di essere stata accettata lo è ancora di più. La New Talents’ Accademy è la scuola per talenti più rinomata di tutta Londra. Riuscire solamente a essere fra i candidati è difficilissimo, figuriamoci entrarci. Devi essere fenomenale per poter frequentare quella scuola. Tremo, ho paura di non essere stata ammessa. Mi faccio coraggio, la apro e inizio a leggere.

“Gentilissima signorina Malik, abbiamo accolto con gioia la sua richiesta di entrare nella nostra prestigiosa scuola e,dopo aver visionato il CD da lei inviato, siamo lieti di annunciarle che tra le migliaia di richieste che abbiamo ricevuto, la sua è stata una di quelle che ci ha colpito di più per il suo grande talento. Per questo siamo felici di dirle che l’abbiamo accettata per seguire i nostri corsi.”
                                                                      Cordiali saluti,
                                                                    La New Talents’ Accademy
 
Oh Dio, non posso crederci, sono stata ammessa! E’ fantastico! Finalmente ho l’opportunità di realizzare il mio sogno. Corro da mio fratello per dargli la bella notizia.
“Zayn, Zayn, Zayn! Sono stata ammessa, bro!” esclamo entusiasta, spalancando la porta della sua stanza con un calcio alla Naruto ed entrando. Appena lo vedo, ho un fortissimo istinto di gettarmi dalla finestra e mettere fine alla mia tragica esistenza. Mio fratello in boxer, che balla con le cuffie alle orecchie. Mi avvicino a lui e lo spingo, facendolo cadere sul suo letto.
“Cazzo fai, puzzola?” chiede confuso, togliendosi le cuffie.
“Zayn, un po’ di contegno. Ti pare questo il modo? E poi non chiamarmi puzzola!” dico fintamente offesa.
“Va bene, puzzola. Cosa dovevi dirmi di così tanto urgente da interrompere il mio bellissimo balletto di danza classica?” incrocia le mani al petto.
“Danza classica? Sembravi un koala in calore!” inarco un sopracciglio. “Lasciamo perdere. Sono stata ammessa alla New Talents’ Accademy!” saltello per la sua camera, alzando le mani al cielo.
“Give me five, sistah!” mi da il cinque e mi incita a ballare con lui, urlando dalla gioia.* “Batti in aria le mani..”  inizia.
E poi falle vibrar..” proseguo io, gridando a squarciagola.
Se fai come Simone.. Non puoi certo sbagliar! Na na na na!” concludiamo insieme, facendo fianco a fianco a ritmo di musica. Ecco, però, che entra mio padre.
“Ma che state facendo?” ci rimprovera ridendo, mentre si asciuga le mani con il grembiule da cucina che ha addosso. Un fratello mezzo matto che balla in boxer, un padre tendente all’altra sponda, e poi hanno anche il coraggio di chiedere perché sono così strana! Bah.
“Festeggiamo! Puzzola è stata ammessa alla New Talents’ Accademy!” esclama mio fratello.
“Fatti abbracciare, puzzoletta mia!” mi abbraccia papà, in preda all’euforia.
“La puzzoletta, ce l'avete al posto dei cervello, amori miei" li prendo in giro.
“Anche noi ti vogliamo bene.” mi rispondono ironicamente in coro.
 
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“La maggiore, Do minore … si concentri Charlotte!” la mia insegnante di musica mi rimprovera. Eh che cazzo, non gliene va una giusta a sta zitella in calore.
“Si mi scusi signorina, posso fare una pausa? Oggi abbiamo lavorato molto …” si, se per lavorare si intende alternare momenti in cui la vecchia si lamenta della sua situazione sentimentale pari a quella di un bradipo e momenti in cui sembra voler scazzare su di me tutti i suoi problemi, oh si è stata una giornata davvero pesante.
“Va bene, per oggi abbiamo finito. Può andare.”   Sia lodato il cielo e tutte le sue creature!
“Grazie signorina, a domani.” C’è, proprio “ina” non è dato che più che un transatlantico somiglia a tutto il porto, ma sorvoliamo.
“Arrivederla.” Rispondo.
Per fortuna ho finito. Quanto odio suonare il violino! Non lo sopporto proprio, ma i miei genitori mi costringono a farlo, dicendo che ‘’è uno strumento che apre l’anima e il cuore’’, si gli fa venir voglia di smettere di battere, al cuore!. Preferisco  di gran lunga sfidare i “ragazzi di strada”, che poi perché ragazzi di strada? Mica sono fatti di calcestruzzo! Mah! Con loro mi diverto davvero, sono simpatici, hanno sempre la battuta pronta e non mi fanno mai pesare il fatto di avere più possibilità di loro in fatto economico, come invece fanno quelle ochette con cui mi tocca andare a scuola. Perché non posso essere come tutti gli altri ragazzi? Loro sono liberi di fare della propria vita ciò che vogliono, mentre io devo studiare un maledetto strumento, che, sottolineiamo, mi sta proprio sulla punta del cazzo che non ho!
“Signorina Charlotte, sua madre la desidera in salotto.” è August, il nostro maggiordomo: lui si che è un uomo acculturato. Si, col cazzo. E’ il migliore in questa casa, insieme ci divertiamo a prendere in giro le amiche di mia madre con la puzza sotto il naso che vengono ogni settimana qui a prendere il tea e quella bisbetica della mia prof di violino.
“Che cavolo vuole adesso quella rompi scatole...non mi lascia un minuto in pace.”
“Signorina, non per contraddirla, ma questo non è un linguaggio adatto a una fanciulla di un certo livello.” Lo guardo alzando un sopracciglio, consapevole che quando siamo soli parlo anche peggio, ma lui mi guarda serio, dal momento che qui c’è il resto della servitù che potrebbe riferire tutto a mia madre.
“Si si. Le riferisca che sarò da lei tra pochi minuti. Contento?!” sbuffo.
“Ne sono estasiato madamigelle.” Mi fa l’occhiolino sussurrandomi all’orecchio mentre vado in salone che la prof con quella camicia leopardata potrebbe benissimo essere scambiata dal WWF per un incrocio venuto male tra un ippopotamo e un ghepardo grassottello ed essere portata in uno zoo.  Trattengo le risate per non essere vista, ecco perché lo adoro! A volte è un po’ troppo pignolo, ma in fondo gli voglio bene. Sono almeno dieci anni che lavora nella dimora Williams, come ama chiamarla mio padre. Certo, il mio cognome è questo, ma lui è veramente ridicolo, da un nome a tutti gli oggetti: alla sua macchina, a uno stupido paio di calzini, ai suoi vestiti, manca poco che lo dia anche al water. Insomma, è un coglione.
“Madre, cosa c’è di così urgente da farmi correre da voi?” chiedo evitando di sbuffare
“Oh niente cara, è arrivata una lettera per te dalla New Talents’ Accademy.” Dice tranquilla, mentre sfoglia la sua solita rivista di gossip.
“E me lo dici così? Dammi qua!” esclamo prendendogliela dalle mani.
“Ma che modi sono signorina?” mi dice contrariata come non mai. Faccio finta di non sentirla e con indifferenza corro in giardino, l’unico luogo della casa dove sono lontana dalle sue grinfie. Totalmente sola, apro la così tanto attesa lettera: sono tesa come il viso di mia madre dopo il botox, ed è tutto dire!
“Gentilissima signorina Williams.. ecc. ecc. ecc. ..” E che palle! Non ho pazienza di leggere tutta quanta la lettera, quindi vado al succo. Mi hanno accettata! Frequenterò una nuova scuola, vivrò lontano da tutto e da tutti e avrò finalmente degli amici. Finalmente potrò farmi una nuova vita lontana dai pregiudizi di questa fottuta città!

 
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“Lasciami, stupida racchia! Mi fai male.” dice, con quella sua vocetta insulsa, quella vacca di mia sorella Mia.
“I geni sono gli stessi!”
“Uffa! Mi hai rotto non dico cosa!” si libera dalle mie grinfie.
“Ah, non dirlo a me!”
“Oh dear, ma la mattina ti guardi allo specchio appena sveglia o vai a scuola senza sistemarti come se dovessi andare a raccogliere patate in Burundi?”
“Oh tesoro, hai ragione non lo faccio, ma solo perché il tuo sedere è così grosso che copre tutta la visuale!” la spingo, facendola cadere col culo a terra.
“Dio quanto mi snervi!” urla più forte di prima.
“Che problemi hai? Sono io quella ad avere una porta per sorella!”
“Capra.” inizia a tirarmi tutto ciò che le capita sotto mano.
“Vacca.” le rispondo a tono, schivando i vari oggetti. Ringrazio mia madre, per avermi costretto a frequentare quel maledetto corso di karate.
“Scimmia.”
“Alpaca.”
“Lama.”
“Struzza.”
“Roxy, Mia! Smettetela di litigare!” strilla mia madre da sotto. “Roxy vieni in cucina, immediatamente.” scandisce bene l’ultima parola, non è mai stata rigida in questo modo.
“Oh ma’, ha iniziato lei!” mi giustifico, affacciandomi dalla ringhiera della scale.
“Scendi subito, ho detto.”
“Vai dalla mammina, poppante.” torno in camera e mi ritrovo quell’oca davanti allo specchio, che si sistema i capelli.
D’istinto afferro uno dei cuscini che ci sono sul suo letto, casualmente quello con la sua faccia disegnata sopra (si, perché Mia, ad ogni compleanno, si fa regalare dai parenti un cuscino con una sua foto sopra: l’ho sempre detto che è fuori di testa) e glielo lancio in faccia.
Esco velocemente dalla stanza quando mi accorgo che sta per lanciarmi addosso una bambola di ceramica: è un’assassina, sarebbe capace di mandarmi al padre eterno in meno di un secondo, sta befana.
Scendo le scale e vengo attratta da un profumino. Impossibile non riconoscerlo: è inconfondibile. La mamma ha preparato una gigantesca torta al cioccolato, ripiena da un doppio strato di nutella e ricoperta esternamente da panna montata. E’ qualcosa di incredibile! Tre chili e mezzo solo a guardarla, ma non si può far a meno di mangiarla!
Entro in cucina e ritrovo una scena piuttosto raccapricciante: mia madre, in piedi sul tavolo, con la musica a palla, un mattarello per microfono che grida, facendo mosse più simili al Kamasutra che alla danza,** “I wanna feel your body, touch me, touch me now!” Oddio di nuovo questa canzone? Avrà circa l’età di mio nonno ma ancora non smette di ascoltarla!
“Ehm, mamma?” grido cercando di sovrastare la musica. Mi vede e improvvisamente diventa rossa in viso, poi verde, poi  viola e giurerei di aver visto anche un po’ di arancione. Scende dal tavolo imbarazzatissima e cerca, inutilmente, di ricomporsi.
“Si cara?”
“Mi avevi chiamato.”
“Io? Ah si giusto, c’è una lettera per te.” dice sfoggiando un sorriso a 35869 denti. Una lettera? E io che mi aspettavo una delle sue scenate isteriche..
“Ma stai facendo le prove per la pubblicità della Mentadent o… MAMMA! Hai già letto la lettera vero?” ma in questa casa un po’ di privacy no eh? Ma certo che no, è come cercare un neurone funzionante nella testa di Mia.
“Altrimenti perché credi abbia fatto quel balletto idiota? Sei stata ammessa all’accademia amore!”
“I-io c-cosa?” balbetto, restando immobile. “Stai scherzando?” inizio a tremare. E’ impossibile sia stata ammessa alla New Talents’ Accademy,
I-M-P-O-S-S-I-B-I-L-E. Ceh, è l’accademia più prestigiosa di Londra, per me, semplice ragazza di paese, è una fortuna essere tra quelli scelti a frequentare questa scuola, significa avere delle capacità inimmaginabili.
“No, tesoro, è la pura verità!” fa per abbracciarmi.
“Non ti azzardare a toccarmi con quelle mani sporche di farina..” la respingo, muovendo la testa in segno di disapprovazione. Sotto i suoi occhi increduli, seria mi allontano dalla cucina, per poi rientrare immediatamente esultando e gridando dalla gioia.
“Sclero ma’! Mi hanno accettata, a me, capisci? Hanno accettato me!” salgo sul tavolo e inizio a saltare.*** “More to love when your hands are free, baby put your pom poms down for me. Come on shake it up 123, baby put your pom poms down for me. When you move I fall to my knees, baby put your pom poms down for me. Come on shake it up 543, baby put your pom poms down for me.”  canto a squarciagola.
“Cos’è questo baccano?” irrompe in cucina quella super cessa. “C’è sempre confusione in questa casa! Guardatevi, siete piene di farina! E quella, una torta? Sai quante calorie sono, mammina?” rimprovera la mamma, con quel suo modo di fare abbastanza fastidioso. Purtroppo però, Mia non ha ben chiara una cosa: ‘fastidiose’ sono le zanzare, le mosche, i moscerini.. esseri inutili, con un destino ben segnato, morire spiaccicate ad un muro, ed è la fine che farà lei tra tre, due, uno..
“Non rovinerai questo momento fantastico, Mia, non oggi, cara.” scendo dal tavolo e afferro una scopa. “Ti conviene scappare..” la avverto, prima di rincorrerla per tutta la casa, sotto i suoi gridolini da gatta in calore.

 
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****“Ehi gnocco bello, se me la chiedi, io te la do, qui su due piedi. Mi arrapi molto sai, e se mi vedi, per te mi apro , basta che chiedi
Ma che cazz? Possibile mai che in questa casa non si possa mai dormire? Sono appena le undici del mattino, avrei avuto un’altra ora di sano e meritato riposo e quella rompipalle di mia sorella che fa? Mette la musica al massimo! Che poi, a dieci anni non si dovrebbe ascoltare la sigla delle Winx? Quale pazza sconsiderata le fa ascoltare certe cose?

*few days ago*
“Ciao sorellona! Che ascolti di bello?”
“Oh ciao Molly, canzoni serie, non come quelle che ascolti tu. Altro che Winx e Barbie, questa si che è vera musica”
“Hai ragione, la parte più bella è quando dice «E poi urlerò, oh oh yeah, oh oh oh yeah»  - canticchia – grazie sorellona d’ora in poi ascolterò solo questo” mi da un bacio sulla guancia ed esce dalla camera saltellando a suon di musica. Brava Sum, tu si che sai educare le sorelle minori, sono proprio fiera di me stessa.


Ah già, io, ma vabbè, poco importa, sono bambini, certe cose in qualche modo dovranno pur impararle? Ad ogni modo mi alzo velocemente dal letto, ormai incapace di riaddormentarmi, e vado graziosamente inciampo sui miei stessi piedi tentando di andare in bagno. Mi spoglio per fare una doccia ed entro delicatamente nel box mi arrotolo inverosimilmente con la tenda. Cazzo, dovrei fare qualche controllo, sto proprio messa male. Cercando di non inciampare nuovamente e rompermi qualche osso, scendo in cucina per fare colazione anche se manca poco per l’ora di pranzo.
“Buon giorno raggio di sole! Dormito bene? Ma certo che si, guarda come sei bella!”
“Buongiorno anche a te mam..”
“Oh Sum, ti sei svegliata anche tu! Giorno! Hai visto com’è bella stamani la mia Margie?” Un'altra sorella? Oh no, una pianta. Una margherita ad essere precisi. Perché si, mia madre parla con le piante, e gli da anche un nome.
“Un amore, davvero” rispondo cercando di finire di mangiare velocemente per non dover sentire anche le lodi a ‘Sissi l’orchidea’.
Ripongo tutto nel lavabo e mi sdraio sul divano in salotto per guardare la tv. Zoccole che sbattono il culo a destra, zoccole che sbattono il culo a sinistra, oh toh, qui lo sbattono in avanti! Che originalità nella televisione moderna. Ma sempre meglio di tutti quei maledettissimi talent show. Sembrano fatti apposta per ricordarmi che potrei vincerli tutti anche cantando quella stupida canzone con cui è fissata Molly ultimamente. Che poi ci sono fissata anche io, ma sono dettagli. Peccato che ho una cazza di paura del palcoscenico che mi fa cacare in mano. L’ultima volta che ho cantato in pubblico risale alla terza elementare. Si trattava di una recita di fine anno in cui dovevo fare un piccolo assolo in una canzone, ma ho fatto scena muta, e scappando dietro le quinte ho vomitato nel cappello del mago che doveva esibirsi dopo di me, quel giorno il coniglietto ha fatto un bel bagno termale, bleah. Da allora non ho mai più cantato in pubblico a parte la mia famiglia.
*****“Is it the look in your eyes, or is it this dancing juice? Who cares baby, I think I wanna marry you..” Eccolo lì, mio padre e la sua fissa per Bruno Mars.
“Papà ti vorrei ricordare che tu e mamma siete sposati da vent’anni, è un po’ tardi per questa canzone” gli ricordo alzandomi per salutarlo abbracciandolo.
“Per Bru-bru – così si ostina a chiamare quel pover uomo – non è mai tardi bambina mia! Cause it’s a beautiful night, We’re looking for something dumb to do. Hey baby,I think I wanna marry you!” continua a cantare a squarciagola dirigendosi nel suo studio mentre io me ne torno bellamente seduta sul mio amato divano.
“Vieni qui amore di mamma!”
“Arrivo sub..”
“Ti farò bella bella oggi Sunshine! – cazzo, ho sbagliato di nuovo, parlava con il girasole! – Sum, vieni qui in giardino veloce!” com’è bello sentirsi apprezzati dalla propria madre ed essere trattata meglio delle piante.
“Si mamma” la raggiungo.
“Tempo fa ho spedito una lettera d’iscrizione ad una famosa accademia musicale inglese,e il postino ha appena portato la loro risposta, sei stata ammessa!”
“Tu madre sconsiderata che di verde non hai solo il pollice ma anche il cervello hai fatto cosa?” grido incurante del vicinato che si è affacciato dalle finestre per vedere cosa succede.
“Cazzo gridi Sum? E’ il tuo sogno cantare, e questa è una scuola di alti livelli che ti permetterà di superare la tua paura! Non fare come me ti prego..”
“Come te?”
“Da piccola il mio sogno era fare la ballerina..”
“Ma se sei persino più goffa di me?”
“..ero aggraziata come una libellula..”
“Come un elefante in cristalleria al massimo..”
“Comunque sia era il mio sogno, ma mi sono tirata indietro al primo ostacolo, non seguire il mio esempio ti prego” mi fa gli occhi dolci.
“Non ho più sette anni non funzionano più cara mammina” le sorrido nonostante sia ancora arrabbiata con lei.
“Con questi riuscivo a togliere anche la parola a tuo nonno, bastavano i miei occhi e cadeva ai miei piedi” ride. Già il nonno, a quest’ora mi avrebbe già messa sul primo aereo per Londra se fosse ancora vivo sapendo di questa scuola.  Mi giro e vedo che anche mio padre e mia sorella, come tutto il quartiere d’altronde,  ascoltano la nostra conversazione, viva la privacy.
“Blair e Serena potete smettere di spiarci, vi ho visti! Venite qui!” li chiamo gridando in modo che possano sentirmi.
Don’t say no, no, no, no-no, just say yeah, yeah, yeah, yeah-yeah!” continua a cantare mio padre spuntando dalla porta-finestra del giardino.
“Ok, ci andrò. Ma non di certo per voi due, lo farò per il nonno” sorrido guardando mia madre.
“Rose, Lily, ve l’avevo detto io che avrebbe accettato!” ed eccola di nuovo con i suoi amici a quattro petali.

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'Ciao Alexandrina mia! Domani si ricomincia finalmente! Non vedo l'ora di rivederti tesorino! Kiss.
Tua Megan xx'

Leggo con la voce impastata dal sonno. Si, tesorino di sto cazzo, tanto lo so che ti scopavi il mio ex, stronza.
Un attimo, domani si ricomincia? Oh merda.
Balzo improvvisamente dal divano sul quale mi ero comodamente appisolata e controllo l'ora. Il grande orologio a pendolo del salotto segna le 8 e 30. Che poi non ho mai capito che lo teniamo a fare sto orologio, non lo guarda mai nessuno ed è pure bruttino, mah.
Infilo le pantofole e corro in camera mia per sistemare la valigia. Arrivata in camera la trovo già bella pronta, il cielo ringrazi le cameriere! Mi avvicino e noto sul letto una foto un po’ vecchiotta poggiata accanto al cuscino. La prendo in mano e la guardo: me e mia madre, qualche anno fa, davanti alla Torre Eiffel.

*flashback*
Qualcuno bussa alla porta della mia stanza.
"Avanti.."
"Signorina Watson, sua madre la attende sotto.." mi informa cortesemente la donna delle pulizie.
Scendo dal letto, afferro il mio trench invernale, indosso il basco rosso e corro sotto da mia madre. La voglia di abbracciarla è tantissima! É da quasi due anni che non la vedo per quel suo maledetto lavoro. Ora, invece, ci separano solo due fottutissime rampe di scale.  Sulle quali, per la fretta, inciampo rovinosamente. Ma maledetti tappetini! Che ce li mettono a fare dico io? Mi ricompongo e mi avvicino, trovandola a parlare con una delle suore del collegio. Le corro incontro.
“Mamma!” la abbraccio.
“Tesoro.. Andiamo dai, tra qualche ora riparto..” si limita a dire accarezzandomi i capelli. É appena atterrata
e già deve ripartire. Ma con quanti lavori ci sono, perché ha scelto di fare proprio la giornalista? Che rottura di coglioni. Se ne poteva stare lì a questo punto. Ma che dico, stronza quanto vuole, ma è sempre la mia mamma. Ci avviamo prima verso un bar e poi verso la Torre Eiffel, una delle tante cose che mia madre adora di Parigi.
“Garçon, pardon - ferma un passante - può farci una foto..?” chiede gentilmente.
“Oui, oui” risponde euforico. Chissà che ci troverà di bello a fare una semplice foto. Io, se me lo avessero chiesto, come minimo li avrei mandati a fanculo dicendo che ero di fretta. Che poi, i francesi gentili? Lo so, è strano, ma non tutti hanno la puzza sotto il naso come quel bulldozer di Suor Juliet (che sbatte le culet e le grosse tet, ok, basta.).Secondo me, neanche se la lava.. Per quello puzza. Si che i francesi anche se hanno inventato i bidet non li usano, però dai, una doccia ogni tanto se la potrebbe pure fare. Con tutto l’olio che ha fra i capelli potrei friggerci un’intera cena. Che schifo, cazzo. Osservandolo bene alla suora un po’ ci assomiglia il giovincello, il fisico è quello.  Il ragazzo per l’eccitazione inciampa sui suoi stessi piedi cadendo a terra. E fu così che il garçon cadde come un coglion. Ma che c’era nel latte che ho bevuto stamattina a colazione? Un misto tra ascisc e cocaina che sparo così tante minchiate? Intanto il ragazzo si rimette in posizione rosso in viso per l’imbarazzo.
 “Dai, tesoro avvicinati.. Formaggio!” mi abbraccia. Siamo appena uscite da un bar, possibile le faccia ancora fame? E poi mi dicono che sono un pozzo senza fondo, da qualcuno devo aver pur preso!
 “Merci garçon..” ringrazia il giovane e si fa restituire la sua Canon. Non vorrei sbagliarmi, ma sembra felice, serena. E la cosa mi preoccupa, molto. L’ultima volta che era così mi sono ritrovata per casa uno zoo intero. Cani, gatti, uccellini, pesci, era il suo periodo da animalista. Spero solo stia attraversando un momento da stilista, trovarmi in giro 69 modelli di Abercrombie non sarebbe mica male.
 “Amore mio, che ne dici se visitiamo un po’ la città? Mancano solo due ore alla mia partenza..” prende il cellulare dalla borsa. “Caspiterina!- esclama – Manca poco più di un’ora, siamo in forte ritardo. Dai andiamo..” mi prende per mano, ma io mi libero dalla ‘presa’.
“Basta mamma - trattengo le lacrime- sei sempre fuori per lavoro, parti per chissà dove e ti rifai viva dopo anni e anni che non ci vediamo, mai una telefonata, mai una lettera, mai niente. Sei sempre assente.”
“Ma devo lavorare..” mi interrompe.
“Anche papà lavora sempre, ma lui almeno chiama per sapere come sto!”
“Qual è la morale, scusa? Perché ancora non l’ho capita!”
“Devi smettere di viaggiare sempre per lavoro. ”
“E infatti è quello che farò..”
“Sul serio..?” spalanco la bocca.
“..mi hanno offerto un posto fisso a New York e andrò a vivere lì con John..”
E ora chi cazzo è John? Nessuno me ne ha mai parlato. Da dove è sbucato? Dall’ovetto Kinder? E poi, sta dicendo sul serio? Andrà a vivere a New York, dall’altra parte del mondo, lontano da me. Ecco il motivo di tutto questo suo affetto, della foto, della sua serenità. Preferivo di gran lunga i modelli.
“Ti trasferisci negli USA? Sei seria?” sgrano gli occhi.
“Mai stata più seria.” abbassa lo sguardo.
“E lo dici così..?” inizio a piangere.
“Mi dispiace..”
“Ti dispiace sto cazzo, ma’! Scopa come i conigli con il tuo John e facci una squadra di calcetto, ma per favore non rompere più le palle a me! Io per te non esisto più!” grido e scappo via, incurante di aver usato quel linguaggio con Claire. Sì, perché lei non è più mia madre, ma una semplice conoscente che chiamo per nome. Cammino fino  al collegio, per schiarirmi un po’ le idee. Appena arrivata neanche il tempo di entrare dal portone che sento le suore ‘cantare’. Sempre se ciò che stanno facendo si può definire tale, dato che sembrano più tante oche  che starnazzano.

******“Sono stati, i miei peccati, Gesù mio, perdon pietà!” Ok, preferivo di gran lunga il garçon coglion  e Suor Juliet che sbatte il culet in costume da bagno, a questo! Mi tappo le orecchie cercando di salire in camera mia, ma uno striscione mi copre la visuale sulle scale. ‘Cristo è risorto’. Ma in un manicomio sono capitata io, non in un collegio!
* flshback' ends*


“Tutto bene?” sento una mano poggiarsi sulla mia spalla.
“Si.. –mi asciugo una lacrima- certo, Emilie, tranquilla.” fingo un sorriso, con gli occhi ancora lucidi.
“Non l’ho messa in valigia perché non sapevo se volessi portarla con te anche all’accademia..” Santa la scelta che ho fatto dopo quel giorno di trasferirmi a Londra e frequentare l’Accademia di musica diretta dalla compagna di mio padre. Almeno lì le persone si lavano e, soprattutto, mantengono i miei timpani intatti!
“Hai fatto bene, fai una cosa: dalle fuoco.” gliela porgo.
“Alex, pur bruciandola, il ricordo di tua madre, di quella giornata a Parigi, rimarrà sempre, non si scappa dal passato..- mi accarezza- ..puoi benissimo lasciarla qui, invece di bruciarla.”
“Ora decido cosa fare dai..” le dico, mentre lei torna alle sue faccende da domestiche, anche se cancellare il ricordo è la cosa migliore che posso fare.
“Ehm.. Alex.. –ritorna nella mia camera- ..se hai bisogno, sono sotto in cucina..” mi sorride e va via. Dovrebbero farla santa questa donna!





YOYO fratelleee
si lo so, sono sparita, ma l'estate è anche per me vero? veroo? *occhioni dolci* no, ok scusate, mi potrete mai perdonare? *ancora occhioni dolci* 
Si, la smetto.
Niente spero che questo nuovo capitolo vi piaccia e sarette tanto amorevoli e genitli da lasciare una recensione c: scusate eventuali errori e buona lettura xx

Qui i link delle canzoni citate:
*
http://www.youtube.com/watch?v=HYseC-oM-48
**http://www.youtube.com/watch?v=vgZm8okgH6c
***http://www.youtube.com/watch?v=AHitulGaS9k
****http://www.youtube.com/watch?v=qzaXXw-jLY0
*****http://www.youtube.com/watch?v=OMr9zCvtOfY
******http://www.youtube.com/watch?v=VGRQx82U4B4
Ed è così che fly vi dice ciao. (si, sto in fissa con glee lol)

Ps: vi ricordo il trailer della storia: 
http://www.youtube.com/watch?v=MXS6ONTvYtY

_fly xx
  
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