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Autore: LonelySpring    07/09/2013    2 recensioni
[Elijah/Katherine]
Ambientata dopo la puntata 4x23.
"Guardati, Katerina. Alcune lacrime ti scivolano leggere sul viso. Non credo d’averti mai vista piangere, nemmeno prima di diventare vampira – anche se è un tempo che fatico anch’io a ricordare, a volte.
Mormori imprecazioni, insulti, dici che Elena la pagherà, che sputerà sangue e che le strapperai il cuore con le tue stesse dita, ma non hai ancora realizzato per davvero che i ruoli si sono invertiti, e tu sei solo una semplice fragile foglia che il vento porta dove vuole. (...) La grande Katerina Petrova ridotta al nulla, ad un’esistenza umana, decisa a spegnersi in una notte priva di significato, lontana dagli occhi di tutti. Ma quella non sei tu, io lo so."

Quarta classificata al "The Vampire Diaries Contest - Pairing Game" indetto da FairLady@EFP sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Katherine Pierce
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA
La storia è ambientata dopo la fine della quarta stagione, possibile spoiler per chi non ha ancora visto la puntata 4x23. Di conseguenza troviamo una Katherine umana, sola, arrabbiata e debole. Credo che, nonostante la vampira avesse detto che essere umana un po' le mancava (non mi ricordo quando e in che maniera l'abbia detto, forse l'ha fatto proprio nella puntata a cui faccio riferimento poche righe più sopra, ma non mi ricordo benissimo, e non vorrei dire degli strafalcioni), sia frustrante per una vampira ultracentenaria trovarsi a dover fare i conti con una nuova esistenza, sì, ma anche con la possibilità di morire da un momento all'altro. Per questo è scappata da Mystic Falls ed è andata in una città a cui è attaccata, proprio perché Elijah l'aveva portata lì pochi mesi prima. Sì, è sempre frutto della mia immaginazione, ma siccome la frequentazione di Elijah e Katherine andava avanti da un po' all'insaputa di tutti, penso che sia più che plausibile che abbiano fatto dei viaggi assieme.
Non so quante ore di viaggio potrebbero separare Mystic Falls da Chicago, dato che la prima è una città inventata, ma ho immaginato che fossero poche ore a separare le due città. Per questo Katherine si trova lì circa da un giorno, ed è stata su quel grattacielo tutta la giornata (su una terrazza di un grattacielo, sì, una di quelle che fanno vedere nei film ogni tanto), proprio perché quello era il posto in cui Elijah aveva voluto portarla a tutti i costi (come verrà anche detto nella storia).
Ah, ho immaginato che la notizia del ritorno di Katherine umana sia subito trapelata la notte stessa della sua "trasformazione", e che Elijah l'abbia accidentalmente saputo da uno dei fratelli Salvatore. Questa cosa non è specificata nella storia, perché non volevo appesantirla troppo, ad ogni modo, se non fosse troppo plausibile, considerala come una licenza poetica, l'unica che mi sono concessa.
La canzone "Wires" è presente come citazione iniziale, ma ci sono alcune frasi prese e messe nella storia qua e là, alcune già riprese dalla citazione stessa. Anche il titolo è uno dei versi della canzone stessa. L'ho trovato adatto.
Bene, credo di essermi già dilungata abbastanza. Non ho altro da aggiungere, per fortuna :)
Buona - si spera! - lettura!

Questa storia si è classificata quarta al "The Vampire Diaries Contest - Pairing Game" di FairLady@EFP. Era un contest a pacchetti; quello che ho scelto è
Dopplegänger, lo potete trovare qua.

 
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First night of your life
 
 
First night of your life, curled up on your own
Looking at you now, you would never know
 

Sei rannicchiata in un angolo, a terra, distesa da un tempo che pare immemore. Tenti di portare le gambe al petto e non appena ci riesci, le stringi con le braccia e le premi contro di te, contro il tuo addome scarno e il tuo seno prominente. Sembri quasi una bambina, vista così, un essere innocente ed indifeso.
In un certo senso è così. Questa potrebbe essere definita la prima notte della tua vita. Hai vissuto troppi anni senza invecchiare ed ora il tuo cuore riprendere a battere, con dolorosa debolezza. Il sangue ha ripreso a circolare normalmente, come se non fossero passati secoli dall’ultima volta che s’è fermato.
Guardati, Katerina. Alcune lacrime ti scivolano leggere sul viso. Non credo d’averti mai vista piangere, nemmeno prima di diventare vampira – anche se è un tempo che fatico anch’io a ricordare, a volte.
Mormori imprecazioni, insulti, dici che Elena la pagherà, che sputerà sangue e che le strapperai il cuore con le tue stesse dita, ma non hai ancora realizzato per davvero che i ruoli si sono invertiti, e tu sei solo una semplice fragile foglia che il vento porta dove vuole.
Fa freddo, questa notte, eppure tu non te ne sei curata. Hai preso un aereo in fretta e furia, con le tue sole forze – sei stata brava, devo riconoscerlo – e sei arrivata qui, a Chicago, nella città in cui pochi mesi prima ti avevo portata. Ricordo ancora la tua faccia annoiata quando ti ho annunciato che ti avrei portato qui. Dopotutto, Chicago cos’era per te? Una metropoli in cui confondersi, uno stupido baluginio di luci confuse dai colori più assurdi, nulla che per te avesse davvero fascino. L’avevi vista crescere negli anni, a furia di scappare e cercare un nascondiglio, e c’eri tornata infinite volte. Era diventata prevedibilmente banale ai tuoi occhi. E poi hai sempre odiato passare inosservata, e tu per questa città non eri che una formichina insignificante.
Eppure t’avevo portata qui una notte, su questo grattacielo, per mostrarti quanto potesse essere bella se guardata dall’alto, immaginandosi d’essere un uccello, e sentire i polmoni riempirsi di quell’aria consumata dalla città stessa, e per un fugace attimo sentirsi parte di qualcosa. Provare a pensare d’essere ancora fragili, piccoli in confronto all’immensità di quelle luci. Ma poi bastano pochi secondi per capire che buttarsi da quel grattacielo avrebbe causato una morte, sì, ma un conseguente, amaro risveglio.
Katerina. Se potessi ancora percepire i miei movimenti leggeri, ti accorgeresti di me. Pochi passi ci separano, se tu ti girassi sarebbe fatale. Non vorresti mai sapere che ti sto guardando, che scruto ogni centimetro della tua pelle, vedo i tremiti di freddo che t’invadono pian piano.
La grande Katerina Petrova ridotta al nulla, ad un’esistenza umana, decisa a spegnersi in una notte priva di significato, lontana dagli occhi di tutti.
Ma quella non sei tu, io lo so.
Ed in un momento accade, ti volti e mi guardi. Immaginavo che avresti smesso di guardare quel cielo scuro, abituata come sei sempre stata a proteggerti da chiunque. A scappare da chiunque.
I tuoi occhi si sono già abituati al buio, mi riconosci in un attimo.
«Elijah», pronunci il mio nome con rabbia, frustrazione, desolazione, con la vergogna di aver capito che ti sto osservando da molto più di pochi secondi, e per questo non tardi ad aggiungere un secco “vattene”.
Come sei testarda, Katerina. È un aspetto che ho sempre amato di te, ti ha sempre permesso di mostrare la tua indipendenza e la tua spavalderia, ma adesso non puoi più permettertelo. Non sei più una vampira, lo so. Tutti lo sanno.
«Speravo di trovarti qui.»
Mi avvicino, lentamente, e mi sporgo verso di te. Ormai hai un’aria assente, fissi un punto infinito. Ti tocco un braccio, fai un lieve sussulto, ma non osi più rivolgere il tuo sguardo verso di me.
Non importa, ora hai bisogno più che mai di me, nonostante io possa essere un pericolo per te, nonostante senta scorrere nelle tue vene sangue caldo, umano, di cui potrei nutrirmi in qualsiasi istante.
«Andiamocene.»
Non hai nemmeno la forza di reagire al mio commento, di ribellarti. Quella fiammella di rabbia che ho visto illuminarsi nei tuoi occhi, poco fa, sembra essersi spenta. Tu sembri spegnerti sempre più ad ogni istante che passa.
Ti ho respinta, quand’eri ancora quel vampiro doppiogiochista, è vero, ma ora sei umana, non posso lasciarti qui. Devo proteggerti, devo portarti via di qui. Devo ritrovarti.
Devi ritrovarti.
Ti sollevo da terra, prendendoti tra le mie braccia e ancora non reagisci. Avevo ragione, sei così terribilmente fragile. Ormai hai chiuso gli occhi, forse stai cercando di addormentarti per sempre, come non hai mai potuto fare in questi secoli. Ma non sarà così. Ti porterò in un posto sicuro, caldo, dove ti sveglierai.
Inizierai la tua nuova vita, Katerina.
Starai bene, te lo prometto.

   
 
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