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Autore: _Sunshine 27_    08/09/2013    2 recensioni
Ho un padre che fa il militare e che assomiglia a George Clooney, un fratello 19nne sempre zitto e incazzato, una madre maniaca dell'ordine, un cugino nerd 30enne ossessionato da Cristina D'Avena e dalle sue canzoni, un altro cugino con sei mesi meno di me un po' idiota e una nonna assatanata che cerca di avvelenarci tutti con i suoi piatti piccanti.
Vi spiego: un anno fa le hanno regalato una pianta di peperoncini. Lei però li odia, così li ha messi in un angolo del giardino sperando che morissero. Ma tutte le nonne hanno il pollice verde e le sono cresciuti così tanti peperoncini che non sapeva più dove metterli. Rischiavi di ritrovartene uno intero in ogni panino che mangiavi.
Riguardo a me invece... Ho 13 anni, sono di Roma, adoro Stefano Benni e compatisco con affetto le stramberie della mia famiglia.
Questa è la storia della mia vacanza in Sardegna (nonna vive lì) e delle mie comiche avventure.
Spero di riuscire a strapparvi almeno un sorriso, perché sono convinta che le risate uniscano le persone e allevino tristezza e dolore.
Mi scuso in anticipo per l'intoduzione secolare.
Spero che la storia sia di vostro gradimento!
Recensite!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra il 6 e il 16 agosto sono stata in Sardegna, in vacanza da mia nonna.
Vi racconto.
La mattina del 6 mi sono svegliata alle 5: ero già in ansia per la partenza.
Dalle 10 in poi, gran trambusto con le valigie: pa' dirigeva le operazioni come un vero Generale.
"Ti ricordo che sei solo primo Maresciallo" gli ho detto.
"Zitta," ha risposto fra i denti "prima o poi sarò Comandante, vedrai."
Mio fratello ha caricato tutto in macchina, sempre ai comandi di George.
Poi, Battiato a palla, e siamo partiti.
Dopo che papà ha messo "La cura" per la 93° volta, ho preso il mio iPod. Ho trovato una playlist lunga una Quaresima: tutto 30 e poi. Avevo consegnato l'iPod a mio cugino pochi giorni prima - è lui il nerd di famiglia - perché non si accendeva più. Nemmeno mio fratello - lui è il nerd apprendista - era riuscito a metterlo a posto e ho dovuto per forza darlo a quel cretino. Sapevo che avrebbe potuto farlo, ma gli avevo raccomandato di non mettere le mani nelle mie canzoni...
Per una mezz'ora ho ascoltato Max Pezzali e Marco Masini fino alla nausea e poi ho dovuto accontentarmi di Cristina. Non era poi così male, ma quello scemo non deve permettersi di toccare le mie cose!!!
Poi siamo saliti sulla nave. Mamma, mio fratello e George sono piombati sui letti. Io invece non ho dormito nemmeno mezz'ora. È stata un'occasione per scrivere.
Ho scritto un giallo. La prima parte (delitto, presentazione personaggi e avvenimento dei fatti), all'andata, e la seconda  (ricostruzione del detective e riconoscimento del colpevole) al termine della vacanza, nel viaggio di ritorno. È ambientato proprio sulla nave, con vittima, sospettati e colpevole realmente esistenti, tutte persone che ho incontrato lì. Eh eh... mando in galera la gente...
I viaggi sono i momenti ideali per scrivere. Il 90% delle mie creazioni l'ho scritte tutte in macchina.
Siamo arrivati a casa la mattina presto. Appena ci ha visto nonna ha detto: "Ma come sete magri! Mo' ce penso io! Ah, ve faccio vede' 'na cosa" e ci ha accompagnato in giardino.
Tre! Tre piante di peperoncini!
"Visto che l'anno scorso vi erano piaciuti così tanto..."
"Nonna, in realtà a me va bene anche senza..."
"Senti, mi sono cresciuti tutti insieme e in qualche modo li devo usare. Non li vuoi mica buttare?!"
Stranamente però ci è andata piano. Ne ha presi due George all'inizio e poi è finita lì. Meglio così.
La sera mi sono addormentata alle cinque senza nemmeno cenare: erano trentasei ore che non dormivo. Non è una bella sensazione... Ho dormito per ben tredici ore... La pigrizia è la mia più fidata compagna.
Il giorno dopo... Mare, Sardegna!
Mio padre adora il mare, lo fa sentire libero. Mia madre adora non dover sbrigare le faccende di casa, la fanno sentire tranquilla. Mio fratello adora la cucina di nonna, lo fa sentire sazio. E io adoro la gente, è tutta bassa, mi fanno sentire normale.
Ma neanche il mare è male...
Sarebbe stata una bella vacanza se non ci fosse stato mio cugino. Ha sei mesi meno di me, ma sembra avere otto anni. È incredibilmente tonto, è ottuso come un angolo. Faccio un esempio: per andare al mare attraversiamo un ponticello. Mio cugino ha chiesto a mio fratello (da sempre per lui fonte di ammirazione): "Matteo, come fanno a misurare la capacità di un ponte?"
E lui ha risposto, annoiato: "Fanno passare sul ponte camion sempre più grossi finché non crolla. Poi pesano l'ultimo camion e ricostruiscono il ponte."
"Ah, davvero?" ha detto lui "Ci avrei giurato".
Sin dai primi giorni gli ho fatto capire che doveva girarmi alla larga. Non lo sopportavo.
Poi un giorno, mentre eravamo in spiaggia, non l'ho più sentito rompermi le scatole. Ho guardato in giro e ho visto che era in acqua a circa venti metri dalla spiaggia, il che vuol dire - almeno per dove vado io al mare - avere quasi dieci metri sotto i piedi. Il mare lì è profondissimo. Così ho deciso che era meglio avvicinarmi e tenerlo d'occhio. Quando l'ho raggiunto stava scalciando come un matto - mi sono anche beccata una ginocchiata nello stomaco - e tossiva.
Così l'ho preso e l'ho riportato a nuoto a riva. Tossiva e ansimava. Mamma e papà che avevano notato il movimento hanno detto: "Che succede?"
"Niente mamma, stavamo giocando."
"E lo volevi affogare? È tuo cugino, dovresti tenerlo d'occhio."
In realtà lui è cugino anche di mio fratello e pure vostro nipote...
"Non me ne sono accorta."
Non ho detto niente perché altrimenti George era capacissimo di chiamare suo fratello e di ordinargli di venire a riprendersi il figlio, e per mio cugino la vacanza sarebbe finita lì.
Quella notte, mentre tutti gli altri dormivano, sono uscita dalla finestra (eh eh...) e sono andata in giardino. Mi sono sdraiata sull'erba con Le Beatrici di Benni accanto e la quinta canzone di Sailor Moon nelle orecchie. Certo che Petali di stelle sotto il cielo notturno è proprio emozionante!
Ho sentito dei passi, ho spento l'iPod. Avevo già preso un bastone (ho paura la notte...). Poi ho visto che era mio cugino. Mi sono sdraiata di nuovo e ho chiuso gli occhi, ma non ho lasciato il bastone, non si sa mai.
Mi ha detto: "Senti... per oggi... ti volevo dire... Ma che schifo!!!"
Ah, bel modo di ringraziare, ho pensato.
"Che schifo!" ha insistito lui "Guarda, un drago!"
Mi sono alzata. C'era un geco sul muro. Purtroppo si vedono spesso lì da mia nonna.
"Oddio, Sara, aiuto!"
In realtà dovrei strillare io e tu dovresti difendermi, non lo sai? Che uomo sei?
"Ammazzalo!"
Brutto essere sadico... Non ho mai ucciso nessun essere vivente, nemmeno una zanzara, ma tu mi tenti, caro cugino!
"Uccidilo, fallo soffrire!"
Ho preso una scopa, mi sono trattenuta dall'irrefrenabile desiderio di darla in testa o nello stomaco a quel cretino e mi sono avvicinata verso il geco. Ammetto che mi faceva un po' schifo, ma dovevo mostrarmi impassibile davanti a lui. Non potevo mica abbassarmi al suo livello.
Ho inseguito il geco, aveva più paura di quel mio cretino consanguineo. Poi è scappato oltre il muro ed è andato del vicino di casa (mio zio, uno dei tanti).
Tornata la tranquillità, mi sono sdraiata di nuovo. Mio cugino mi guardava in silenzio.
"Che libro è?" ha chiesto indicando le Beatrici.
"È la Bibbia."
"Ah."
"Ma no che non è la Bibbia, scemo, è molto meglio. Senti qui."
E gli ho letto Amour Monet. Mi è sembrato divertito. Quindi ho provato con La domenica della vita e il rock paradisiaco di Willy il meccanico. Gli è piaciuto. Allora ho deciso di osare e gli ho letto Volano (da sempre tra i miei preferiti). Ha commentato con un: "Bello..."
"Bello? No, di più. Senti." Ho continuato con il Tango del vestito rosso e con Tango perpendicular e ho concluso con Quello che non voglio.
Poi gli ho letto il monologo di Beatrice e lì gli sono presi i crampi al diaframma dalle risate.
E la storia della licantropa lo ha quasi commosso.
A quel punto sono tornata un attimo in camera a prendere Elianto, secondo me il miglior libro di Benni di sempre. Gli ho detto: "Vedi questo? Questo sì che è la Bibbia."
Insomma, abbiamo passato la notte a discutere di Benni. E non mi è dispiaciuto.
La mattina dopo nonna ci ha trovato addormentati sull'erba. Sento ancora gli strilli nelle orecchie...
Comunque, il giorno dopo ho litigato anche con una gatta. Aveva appena fatto i cuccioli. I figli giravano allegri nel giardino e facevano le fusa al primo che vedevano. La madre invece è una scorbutica. Mi sono avvicinata per darle qualcosa da mangiare. Ho provato ad accarezzarla e quella mi ha graffiato. A quel punto mi sono alzata in piedi e le ho detto: "Senti, bella, non hai capito con chi hai a che fare. Qui comando io, capito? Ti sto anche sfamando, dovresti solo ringraziarmi! Guarda che chiamo nonna!"
La minaccia ha avuto il suo effetto. Non si è fatta più vedere.
Ma sapete qual è stata la cosa più bella di tutta la vacanza? Ho incontrato un tizio che avevo visto una volta in un Autogrill a Firenze. Vi racconto: l'Autogrill era pieno di turisti giapponesi, io, mia madre e la cassiera eravamo le uniche italiane.
Stavo aspettando mia madre fuori dal bagno e a un certo punto mi si avvicina un giapponese sulla sessantina alquanto strano con una Nikon al collo che si guarda intorno come se stesse guardando la Cappella Sistina. Mi sento toccare.
"Ciao bella bambina!" dice euforico "come ti chiami?"
"Ehm... Sara..."
"Oh!" dice tutto entusiasta "Io Micho!"
"Ah... Okay..."
"Bella bambina, ma come lo chiamate voi qui?" dice indicandosi intorno.
"Ehm... Bagno?"
"Oooh!"
Poi dice: "Guarda, bella bambina!" E mi fa vedere una foto che aveva scattato dall'esterno con l'Autogrill in primo piano.
È propio matto.
Ebbene, l'ho incontrato di nuovo in Sardegna. Quando l'ho visto ho strillato: "Micho!!"
Lui si è girato, mi ha riconosciuta e ha detto: "Bella bambina!" (il mio nome ancora non se lo ricorda. Ma cosa c'è di tanto difficile? Sa-ra! Sono due sillabe!)
Era lì con il nipote di 16 anni. Ho scoperto che sua moglie è originaria della Sardegna, e adesso sono andati a vivere lì. La madre del nipote è francese e infatti lui vive a Parigi.
È stato un gran casino, perché con Micho dovevo parlare in inglese e con suo nipote invece dovevo parlare francese per farmi capire, visto che non sapevano una parola di italiano, almeno il nipote.
Mi ha fatto piacere rivederlo.
"Mi stavo giusto chiedendo che fine avevi fatto" mi ha detto.
Le persone si lasciano, e forse è inevitabile.
Le persone si pensano, le persone si ritrovano. E se non hai mai sentito pronunciare un addio in vita tua, non sarai in grado di sentire una persona che dice: "Eccomi, sono tornato."
E questo l'ho imparato.









L'ho scritto di getto, volevo ridere un po'. Mi scuso se vi ho tolto un quarto d'ora di vita. Spero solo che sia stato un quarto d'ora piacevole.
Baci a tutti. :D
Con affetto,
Saretta. <3
  
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