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Autore: Sisya    16/03/2008    11 recensioni
Non l’avrebbe mai ammesso, ma quante, quante volte l’aveva sognata, solo nel suo letto a stringere il cuscino, lontano miglia e miglia da casa, cercando disperatamente di cogliere intorno a lui il suo profumo, desiderando di potersi girare e ritrovarsela vicino. Quante volte aveva sperato che
I suoi occhi erano rimasti gli stessi della ragazzina dolce e premurosa che era sempre stata, anche se in essi brillava una luce nuova.
Aveva appena sollevato lo sguardo su di lui.
Le sue guance erano rigate di lacrime.
Si era portata una mano alla bocca, cercando [invano] di soffocare i singhiozzi.
Perché stava piangendo? Sciocca Sakura. Sempre così dannatamente emotiva.
Sasuke si costrinse ad ignorare il semplice fatto che anche i suoi occhi pizzicassero da morire.
Stava immobile a qualche metro di distanza, il capo chinato, con le spalle tremanti.
Sasuke non la vedeva da così tanto tempo Sasuke più tardi dovette ringraziare il cielo che non si fosse messa i suoi guanti, altrimenti di lui non sarebbe rimasto nient’altro che un mucchietto di polvere da spazzare via la mattina dopo la festa.
(SasuSaku *O* con un piccolo accenno NaruHina)
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Second Chance. Before it’s too late

(a Sasuke Uchiha and Sakura Haruno tribute)

Sarà perché ho cominciato fin da subito a figurarmeli come la coppia perfetta.
O forse perché la completa (ma mica troppo XD) indifferenza di lui è direttamente proporzionale all’adorazione di lei …
Fatto sta che io contino a credere in loro, nonostante l’abbandono e tutto il resto (sospirone malinconico)
Perché dopo tutto quello che hanno passato, Sasuke e Sakura meritano davvero un loro happy ending *O*


A hundred days have made me older
since the last time that I saw your pretty face
A thousand lies have made me colder
and I don’ t think I can look at this the same
But all the miles that separate
disappear now when I’m dreaming of your face

I’m here without you baby
But you’re still on my lonely mind
I think about you baby, and I dream about you all the time
I’m here without you baby
But you’re still with me in my dreams
And tonight girl
It’s only you and me

(Here without you, 3 doors down)


Naruto non era cambiato proprio per niente.
No, era rimasto il ragazzino burlone di sempre,
sebbene si fosse alzato di parecchi centimetri e tutto sommato la sua faccia non gli risultasse più così tanto antipatica.
Naruto. Ovvero quello che non se ne sta mai zitto e si rimpinza di ramen fino a scoppiare; che nutre un’insana e misteriosa passione per orrende casacche arancioni. Quello capace di farti rimpiangere la solitudine degli anni passati con un solo quarto d’ora in compagnia delle sue chiacchiere. Quello che, per inciso, se entro cinque secondi ancora non si è deciso a chiudere la bocca, come minimo si ritrova senza denti. Erano passati cinque anni. Eppure era rimasto il solito irritante, testardo, stupido … Naruto.
Il suo migliore amico.
Sì. Naruto.

- Ah ah ah adesso senti un po’ questa, Sasuke. Dunque, cosa dice un grasso monaco che sta per mettersi a tavola, dopo aver detto le sue preghiere?? … R-amen! Ah ah ah capito, Sasuke? R-amen! Sono troppo divertente! ah ah ah -
Sasuke sospirò pesantemente, sistemandosi meglio lo zaino su una spalla e scostandosi dalla fronte un ciuffo dispettoso.
Si era ripromesso di rinunciare per sempre all’atroce e dolorosa vendetta nei confronti del suo fratellino adorato, d’accordo ma andiamo, non era ancora arrivato a Konoha e già stava rischiando un esaurimento nervoso, possibile?
Siamo sinceri, questo era decisamente troppo da sopportare, persino per tutti i suoi nuovi buoni propositi!
Come personale ri-accompagnatore gli era stato appioppato proprio Naruto, che da poco, Sasuke aveva avuto subito il gran piacere di constatare, aveva scoperto di possedere un talento naturale per le barzellette.
Un talento naturale a dir poco penoso, certo, ma l’Uchiha ormai era fin troppo perso nei suoi pensieri per scomodarsi a farglielo notare.
Stava tornando. Dopo tutto quel tempo, stava davvero tornando al suo villaggio; a … casa?
Per restare, stavolta?
Mmh. Forse era meglio lasciar perdere, almeno per il momento. Già. Lasciar perdere.
Tanto cosa importava? Lui non era mica tenuto a dare risposte a nessuno.
Figuriamoci.

‘ Tu menti a te stesso, Sasuke-teme ’
‘ Dobe, fa un favore al mondo e sta zitto ’
‘ Come siamo permalosi …!

Naruto gli passò un braccio intorno alle spalle, guardandosi intorno con aria sospettosa, come se stesse per fargli chissà quale gran confidenza. Sasuke invece inarcò pigramente un sopracciglio, aspettandosi già di sentire qualche cosa di molto stupido, come al solito.

‘ Sasuke-teme, mi raccomando
‘ Cosa c’è ancora, dobe? ’
‘ Sta ben attento o potresti finire per innamorarti davvero di Sakura-chan! È diventata così carina che nemmeno tu potrai più far finta di nient…ouch!

Il povero Uzumaki non riuscì neanche a terminare la frase che ricevette un pugno ben centrato sul naso da parte di un Sasuke parecchio irritato. Ma con un colorito che, se non fosse stato in controluce, Naruto avrebbe giurato si fosse alquanto arrossato.

‘ Tsk. Sei rimasto la solita testa quadra ’

Konoha, contornata da mille piccole luci, lanterne colorate appese ai lati delle strade, lo accolse in lontananza con un tripudio di fuochi artificiali. Gli abitanti uscivano per le strade sfoggiando i loro abiti migliori per festeggiare tutti insieme l’ultimo giorno dell’anno.
Quanto gli era mancata, l’atmosfera vivace, quei volti sorridenti, quel calore
Appena arrivati, Sasuke non ebbe neppure tempo di tirare un sospiro di sollievo che Naruto cominciò a strattonarlo di qua e di là, insistendo assolutamente per farlo girare come un matto a rifare daccapo le tutte presentazioni con le sue vecchie conoscenze. Stava appunto chiacchierando allegramente con Shikamaru e Kiba; mentre lui, per supportare l’interessante conversazione sulla grande qualità dei giornaletti di Icha Icha Paradise di Kakashi, si limitava a grugnire ogni tanto.
Qualcosa però attirò come una calamita la sua attenzione, tanto che lo costrinse a spostare lo sguardo alla sua sinistra. Si voltò lentamente, liberandosi del braccio di Naruto e trattenendo il respiro, sconcertato.
No, non poteva davvero essere … Lei?

Una ragazza dai grandi occhi verdi, seduta a gambe incrociate su una panchina in lontananza. Lì, dove anni prima l’aveva lasciata. Si mordicchiava un labbro, torturandosi la stoffa del lungo kimono bianco tra le dita. Con i lunghi capelli di un così insolito colore rosa intrecciati in un’acconciatura complicata dietro la testa.
Sakura era cambiata. Sembrava più forte. Più donna.
Più bella, senza dubbio.

Senza quasi accorgersene, come se i piedi si muovessero da soli, Sasuke si allontanò dal terzetto ridente, passo dopo passo.
Il rumore della folla si era attutito di colpo o era soltanto una sua impressione? Si sentiva come se qualcuno lo avesse appena infilato a forza in un barattolo di ovatta e lo stesse sbatacchiando senza molta cortesia di qua e di là.
E perché poi adesso il suo cuore si era messo a battere così veloce?
Cosa diavolo gli stava succedendo?
Dannazione. Qualcosa - decisamente - non andava.
E lui odiava essere preso in contropiede.

Non l’avrebbe mai ammesso, ma quante, quante volte l’aveva sognata, solo nel suo letto a stringere il cuscino, lontano miglia e miglia da casa, cercando disperatamente di cogliere intorno a lui il suo profumo, desiderando di potersi girare e ritrovarsela vicino.
Quante volte aveva sperato che
I suoi occhi erano rimasti gli stessi della ragazzina dolce e premurosa che era sempre stata, anche se in essi brillava una luce nuova.
Aveva appena sollevato lo sguardo su di lui. Le sue guance erano rigate di lacrime. Si era portata una mano alla bocca, cercando invano di soffocare i singhiozzi. Perché stava piangendo? Sciocca Sakura. Sempre così dannatamente emotiva.
Sasuke si costrinse ad ignorare il semplice fatto che anche i suoi occhi pizzicassero da morire.

- Sasuke-kun? -

Stava immobile a qualche metro di distanza, il capo chinato, con le spalle tremanti.
Sasuke non la vedeva da così tanto tempo Sasuke più tardi dovette ringraziare il cielo che non si fosse messa i suoi guanti, altrimenti di lui non sarebbe rimasto nient’altro che un mucchietto di polvere da spazzare via la mattina dopo la festa.
Perché quando cominciò a intuire i segni del pericolo imminente, era ormai tardi.
Sgranò gli occhi, sentendo che stavolta c’era decisamente qualcosa che non andava, visto che lei aveva appena sollevato un braccio, tremante di rabbia, e lo stava guardando come se non aspettasse altro che strangolarlo all’istante.
Dannazione. Sempre troppo emotiva, Sakura.

Si sentì uno schianto, un grido di sorpresa mezzo soffocato, e un altro tonfo.
Sasuke si ritrovò improvvisamente steso a terra, parecchio stordito, con una guancia rossastra e dolorante dopo l’incontro ravvicinato col pugno della ragazza. Sollevò lo sguardo e la vide, ansante, col petto che si abbassava ed alzava affannato.
Quella fu l’unica volta in vita sua in cui ammise che forse, tutto sommato, se l’era proprio meritato.

- Sakura? - balbettò, sbattendo un paio di volte le palpebre, cercando di mettere a fuoco.
- Ah. Ti ricordi come mi chiamo. È già qualcosa - ribatté lei acida, inspirando profondamente, e dopo aver fatto schioccare le nocche riabbassò il braccio lungo un fianco. Dopo tutto ciò che le aveva fatto passare, non c’era poi molto da stupirsi. Era prevedibile, molto prevedibile, che come minimo lo odiasse a morte.
Eppure quel suo tono freddo e distaccato lo infastidì comunque.
Forse perché non se lo aspettava. Certo.
Per cos’altro sennò?
Solo perché l’aveva pensata ogni sacrosanta notte passata lontano da Konoha, questo non doveva mica per forza significare che lei contasse qualcosa per lui. Tsk. Che sciocchezza, ma come diavolo gli erano venute certe idee?
- Sono tornato - fece dopo un po’, sollevando la testa con un sorrisetto tirato, e vedendosi arrivare in risposta un’occhiata glaciale.
- Sì. Questo lo vedo -
Sasuke distolse in fretta lo sguardo, a disagio, arrossendo leggermente - erano anni che non lo faceva più - e portandosi una mano dietro la schiena per tirarsi a sedere. Perché aveva come la netta sensazione che i loro ruoli si fossero tutto a un tratto invertiti? Assurdo.
Era lui a sforzarsi di fare conversazione!
Passarono alcuni secondi di silenzio, nei quali non si guardarono nemmeno in faccia.
- Ma non dovresti essere qui, Sasuke! - proruppe lei, spalancando le braccia con uno scatto, mentre gli occhi le si riempivano di nuove lacrime. Nessun -kun stavolta ad addolcire la situazione. Soltanto la fredda e cruda verità, sbattuta in faccia e più dolorosa di qualsiasi altra cosa. Perché queste parole che fecero male. Sasuke abbassò la testa, avvertendo intorno a lui come poco prima la stessa sgradevole, terribile sensazione di … vuoto.
Perché era tornato? Perché si era lasciato convincere? Lo sapeva, dannazione, che non avrebbe avuto nessun senso!
Eppure, nonostante tentasse con tutte le sue forze di non ammetterlo neppure a se stesso, c’era qualcosa che ancora lo legava al suo villaggio natale, qualcosa che sapeva di casa, che lo faceva stare bene.
Si era convinto di aver spezzato ogni legame. Ma quanto, quanto si era sbagliato. Per riaverlo indietro, questo qualcosa, decise che avrebbe rischiato, anche se ciò avrebbe dovuto comportare il ritrovarsi mezzo naso frantumato.
- Una seconda possibilità, Sakura. Voglio non saresti disposta a …? - chinò il capo, mordendosi un labbro e dandosi mentalmente del deficiente. La ragazza sgranò gli occhi, colta alla sprovvista, neanche tanto sicura di aver sentito bene.
Sasuke abbassò lo sguardo, sentendosi improvvisamente male. Se non l’avesse fatto lei, allora di sicuro ci avrebbe pensato lui a prendersi a pugni da solo.
Una seconda possibilità?
Che razza di domande si metteva a fare?
Ma se era palese che lo detestava e non voleva più aver niente a che fare con
Un tocco gentile sulla sua gamba.
Si costrinse a guardarla, accucciata di fronte a lui, in perfetto equilibrio sui sandali colorati, senza più quella maschera di rabbia e indifferenza, così inaspettatamente vicina Sorrideva, e quel suo leggero, tenero sorriso, lo spiazzò completamente.
Era tornata di nuovo la ragazza che aveva imparato a conoscere, a cui aveva voluto comunque bene e di cui forse, si era perfino
- Perdonami, Sakura -
Fu poco più di un sussurro che gli scappò dalle labbra, inconsistente, quasi incomprensibile, ma così liberatorio, che gli lasciò dentro soltanto una gran voglia di piangere. Ma lei capì. Sollevò gli occhi nei suoi, e capì.
Forse anche più di lui stesso.

Sasuke si sentì avvolgere da due esili braccia, e stringere così forte che per un attimo gli mancò l’aria.
Eccolo di nuovo, quel blocco allo stomaco che non sapeva spiegarsi. La sua vicinanza, che aveva lo straordinario potere di renderlo migliore, o quantomeno di voler provare a diventarlo.
Poteva quasi sentire il cuore di lei battere accelerato, una ciocca rosa che gli solleticava la guancia, e il suo respiro sul collo, irregolare. Le sue lacrime che gli bagnavano la gota ancora arrossata e dolorante.
La sua mano sinistra che timidamente gli accarezzava i capelli scuri, facendolo fremere al semplice tocco. E poi quel suono, melodioso e dolce come nessun’altro al mondo, che gli giunse alle orecchie come l’unica salvezza a cui aggrapparsi disperatamente e senza riserve.

- Bentornato, Sasuke-kun -

Eccolo di nuovo, quel disperato bisogno di gridare, di piangere e stringerla forte.
Di sicuro, avrebbe persino commentato sdegnato che era rimasta ugualmente noiosa con tutte quelle smancerie da ragazzina sentimentale, se ora non ci fosse stato qualcosa dentro di lui a fargli presente che sarebbe stato dannatamente felice, di annoiarsi con lei per il resto della sua vita. Le circondò i fianchi con entrambe le braccia, con un groppo in gola che minacciava di farlo crollare definitivamente. Non sapeva bene cosa stesse facendo, né perché la stesse stringendo a quel modo, come se non ci fosse stato niente di più prezioso al mondo.
In fondo era soltanto Sakura, no?
Perché si stava comportando così? Perché non l’aveva spinta via, sprezzante, rifiutando il suo abbraccio così … caldo?
E perché adesso quella sensazione di completezza si stava diffondendo in tutto il suo corpo, come un rimedio a tutti quanti i suoi mali?
Perché?

" Sta ben attento, Sasuke-kun.
O potresti finire per innamorarti davvero di Sakura-chan! "

Sentì i suoi polpastrelli morbidi che timidamente gli sfioravano il collo, circondandogli la nuca, e qualcosa di soffice che si appoggiava inaspettatamente sulle sue labbra. Sgranò gli occhi, stupito, ritrovandosela vicina come non mai. Un bacio delicato, leggero al contatto.
Non seppe mai perché non esitò un solo istante a schiudere la bocca, accogliendo la sua lingua, col suo sapore zuccherino. O forse lo sapeva già, da sempre, ma ammetterlo gli era sempre costato troppo orgoglio da dover mettere da parte.
Per i restanti minuti però, fatto sta che perse completamente la capacità di formulare un solo pensiero sensato.
- Ehi, dite un po’ avete intenzione di rimanere così appiccicati ancora per molto? - urlò Naruto arrivando di soppiatto alle loro spalle, e facendoli sobbalzare e scostarsi bruscamente.
- Tu! Razza di … baka! - esclamò Sasuke, assumendo la stessa tonalità di un gambero cotto al vapore.
Lei ridacchiò, imbarazzata, nascondendo il viso nell’incavo della sua spalla.
Sasuke si voltò, senza sciogliere l’abbraccio, anche se vagamente consapevole di avere in faccia uno dei sorrisi più cretini che avesse mai fatto in vita sua. E sulla faccia del biondino, come per riflesso, spuntò un altro sorrisetto, che stranamente sembrava saperla lunga.

" Potresti finire per innamorarti davvero di Sakura "

- Correrò questo rischio stavolta, testa quadra -



Naruto era rimasto poi a fissarli entrambi per qualche istante, con le mani in tasca, e la migliore espressione a punto interrogativo del suo repertorio. Doveva ammettere che vedere una Sakura e soprattutto un Sasuke che si rotolavano per terra, avvinghiati come non mai, non era proprio uno spettacolo di tutti i giorni. Per fortuna un po’ di puro e semplice buonsenso gli suggerì di lasciare un po’ di privacy ai due e quindi allontanarsi prima di vedere qualcosa di molto meno innocente che avrebbe potuto lasciarlo alquanto sconvolto!

- Naruto-kun? - aveva chiamato (o meglio, balbettato) qualcuno dietro di lui.
Il biondino lanciò un’ultima occhiata ai due personaggi rotolanti, e decise che era meglio andare da qualche altra parte, visto che quei due sembravano avercene ancora per un bel pezzo.
Quindi aveva trascinato un’imbarazzatissima Hinata al chiosco del ramen, raccontandole poi la barzelletta del monaco grasso.
Naruto aveva aspettato per un po’ la sua reazione, ma poi aveva abbassato la testa, sconsolato.
Hinata era rimasta silenziosa, come al solito, senza fare nessun commento, ma dopo qualche istante, i due angoli delle sue labbra si erano incurvati all’insù, cominciando a tremare impercettibilmente. Si portò una mano alla bocca, cercando di soffocare un improvviso e quanto mai improbabile attacco di risa. Hinata. Naruto le lanciò un’occhiatina di sbieco, aggrottando la fronte.
Stava ridendo?
Questa era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato di vedere.
Hinata che stava ridendo come una matta, che si contorceva tenendosi la pancia e per poco non rischiava di cadere dallo sgabello.
Rossa in faccia, che faticava a respirare, sotto lo sguardo sorpreso di Naruto e quello allibito del proprietario del chiosco e degli altri clienti. Questa era davvero l’ultima cosa che si sarebbe aspettato di vedere.

Però Hinata era molto carina, nel suo corto kimono giallo. Se ne rendeva conto per la prima volta.
E la sua risata aveva un non so che di sbarazzino che lo rendeva leggero.
E per di più apprezzava le sue barzellette! Che cosa poteva desiderare di più?
- Senti, non è che per caso ti andrebbe di uscire con me, uno di questi giorn… uh? Hinata? Cosa succede? È per qualcosa che ho detto? Cosa sta …? -

Naruto si sporse dallo sgabello, preoccupato. Era svenuta.
Sulle sue labbra si poteva però notare un sorrisone che andava da un angolo all’altro della faccia.
Naruto s’infilò un rotolo di spaghetti in bocca, voltandosi verso l’uomo dietro al bancone e inarcando le sopracciglia in modo spropositato.
- Secondo lei lo devo prendere come un sì? -



Uchiha Sakura.
Suonava bene. Suonava decisamente bene.
Amava quei due suoni accostati, che avevano lo straordinario potere di renderla soltanto sua.
Sollevò gli occhi al cielo, riponendo la spada nel fodero e scostandosi dalla fronte i capelli imperlati di sudore.
Spostò lo sguardo sul suo bambino, seduto a gambe incrociate, che muoveva rapidamente le dita, concentrandosi per richiamare il chakra. Il piccolo si alzò in piedi di scatto, puntellandosi all’indietro con una gamba e inarcando la schiena, si portò il pollice e l’indice alla bocca e soffiò.

- Ci sono riuscito! Papà hai visto, eh? è stato grandioso! - Sasuke sorrise, sollevandolo da terra.
Fugaku sbadigliò sonoramente, appoggiandosi stanco contro la sua schiena e circondandogli il collo con le braccia.
- Abbiamo ancora fatto tardi, la mamma ti inseguirà di nuovo per la cucina - bisbigliò il bambino ridacchiando sotto i baffi e reprimendo a fatica un altro sbadiglio. Il sorriso di Sasuke si allargò. Amava rimanere ad allenarsi fino a tardi, certo.
Ma ancora di più amava tornare a casa, letteralmente sfinito, aprire la porta e ritrovarsi davanti una Sakura in grembiule che agitava un mestolo furiosa.

Oh, sì. Eccome se l’amava, Sakura.
Anche se adesso lo stava rincorrendo intorno al divano minacciando di farglielo ingoiare, il mestolo.
Anche se era noiosa, seccante, troppo emotiva. Anche se lo obbligava ad essere gentile con quella testa quadra di un Sesto Hokage. Si era addolcito parecchio, ammettiamolo
- Lo so, tesoro - rispose Sakura, sorniona, inginocchiandosi davanti al figlioletto e slacciando il suo coprifronte, soffermandosi un attimo a scompigliargli i capelli ribelli - L’ho sempre saputo che ero l’unica in grado di sopportare uno scorbuticone come il tuo papà -
Sasuke si abbandonò sul divano, sbuffando e rivolgendole un’occhiata carica di sottintesi. Ovvero, la questione sarebbe stata attentamente discussa più tardi, dopo aver messo a dormire il terzo incomodo.
- Solo se papà mi canta ancora quella ninnananna … - rispose il bimbo arrampicandosi sulle gambe di Sasuke, che nel frattempo aveva raggiunto un colore simile alla tinta bordeaux del cuscino. Sakura si premette una mano sulla bocca, scoppiando a ridere.
- Tu … cosa, amore? -
Sasuke cominciò a balbettare qualcosa sul terribile ritardo, guardando l’orologio con un’attenzione improvvisa. Si caricò il bambino su una spalla e corse in camera da letto, ignorando lo sguardo incredulo della moglie.
Va bene, diciamo pure che si era completamente rammollito …!
Sospirò, mentre il bambino saltellava da tutte le parti rendendo parecchio ardua l’impresa di infilargli il pigiama.
- Buonanotte, papà - sussurrò Fugaku, nascondendo il mento sotto la coperta e chiudendo subito gli occhi. Clan Uchiha o no, quel piccolo disastro ambulante era la cosa più bella che potesse capitargli.
- ‘notte - mormorò lui in risposta, fermandosi sulla soglia e voltandosi indietro.
Spense la luce e richiuse la porta, senza smettere di sorridere.

Raggiunse Sakura in camera da letto, seduta sul bordo del letto che si toglieva il grembiule.
- Noi due abbiamo un discorso in sospeso credo - sussurrò cingendole la vita da dietro e appoggiando il mento sulla sua spalla scoperta.
Lei sorrise, reclinando il capo all’indietro e lasciandosi cullare dall’abbraccio.
- Mh? no, non mi sembra … -
- No? - borbottò lui scendendo a mordicchiarle il collo.
- Forse - concesse Sakura, ridacchiando.

Aveva rinunciato al potere. Aveva fatto la sua scelta. Aveva rinunciato, una volta per tutte.
... non che la cosa poi gli dispiacesse più di tanto, a pensarci bene
La osservò per qualche istante, puntellandosi con i gomiti per non schiacciarla, con i capelli rosa sparsi a ventaglio sulle lenzuola, quel sorrisetto irriverente che lo faceva letteralmente impazzire. E si chinò a cercare le sue labbra, infilandosi con lei sotto le coperte.
Anzi.




D’accordo, d’accordo, adesso è proprio finita *O*
Commentate in moltissimi, che fa sempre tanto piacere.
Anche soltanto per raccontarmi la vostra giornata, ma ditemi qualcosina! Un abbraccio appiccicoso e pieno di melassa a tutti i fan del SasuSaku.
Perché in qualsiasi modo andrà a finire, questa è e rimarrà sempre una tra le coppie più belle e meglio riuscite a cui mi sia mai appassionata (e sono tante XD)
Grassie per essere arrivati a leggere fin qui. Cinque minuti per un commentino me li concedereste? *O*


  
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