SECOND CHOISE.
PROLOGO.
'Non sono mai arrivata prima, non supporto la squadra.
Non posso prendere la direzione e le mie calze non sono mai pulite.
Gli insegnanti uscivano con me, i miei genitori mi odiavano.
Ero sempre in lotta perché non so fare niente di giusto.
Ogni giorno facevo una guerra contro lo specchio.
Non sopporto la persona che riflette.
Sono un pericolo per me stessa.
Non lasciare che venga presa da me stessa.
Sono il mio peggior nemico.
È brutto quando infastidisci te stesso.
Così irritante.
Non voglio più essere mia amica.
Voglio essere qualcun altro.
Voglio essere qualcun altro, sì.
Los Angeles mi ha detto, “''Sarai una pop star''.”
Tutto quello che devi cambiare è tutto ciò che sei.
Stanca di essere paragonata alla maledetta Britney Spears.
È così carina, ma io non sono proprio così.
Dottore, dottore, mi prescriva qualcosa, per favore.
Un giorno nella vita di qualcun altro.
Perché sono un pericolo per me stessa.
Non lasciare che venga presa da me stessa.
Sono il mio peggior nemico.
È brutto quando infastidisci te stesso.
Così irritante.
Non voglio più essere mia amica.
Voglio essere qualcun’ altro.
Voglio essere qualcun’ altro, sì.
Non lasciare che venga presa da me stessa.
Sono il mio peggior nemico.
È brutto quando infastidisci te stesso.
Così irritante.
Non voglio più essere mia amica.
Voglio essere qualcun’ altro.
Voglio essere qualcun’ altro, sì.
Dottore, dottore, mi prescriva qualcosa, per favore.
Un giorno nella vita di qualcun’ altro.
Perché sono un pericolo per me stessa.
Non lasciare che venga presa da me stessa.
Sono il mio peggior nemico.
È brutto quando infastidisci te stesso.
Così irritante.
Non voglio più essere mia amica.
Voglio essere qualcun’ altro.
Voglio essere qualcun ’altro, sì'.
La canzone finì riportandomi alla realtà. Ero arrivata davanti casa da non so quanto tempo così entrai in casa. Andai dritta a portare la cartella in camera per poi scendere in cucina.
'Ciao nonna' la salutai con un bacio sulla guancia.
'Oh ciao cara, non ti avevo sentito entrare. E' da tanto che sei qui?' ogni volta che ascoltavo la sua voce mi sentivo mancare: era stanca, lo si poteva sentire benissimo e io potevo solo ringraziare il Signore per averla ancora qui con me.
'No sono tornata adesso. Vai a sederti finisco io di cucinare' sorrisi aiutandola a sedersi su una sedia.
Finii di cucinare la pasta dopo dieci minuti e la misi su due piatti. Li portai sulla tavola già apparecchiata e cominciammo a mangiare in silenzio. Su una cosa ero certa: io e mia nonna eravamo identiche nell'aspetto e nel carattere. Eravamo tipe silenziose che riuscivano a farsi capire solo con lo sguardo, uscivamo molto poco e se lo facevamo era quando tutte e due ne avevamo voglia, non la lasciavo mai sola tranne per quando andavo a scuola. Ero mora come lei e avevamo gli stessi occhi, azzurri. L'unica differenza è che lei a scuola era amata da tutti, io ero definita la 'second choise' di tutti e forse, non ero manco quella. Tutti mi evitavano, mi odiavano, mi usavano tranne una persona: Harry Styles, l'ubriacone della scuola. Mi perseguitava solamente per una cosa ma non avrei mai fatto quell'errore. Il problema era che ero innamorata di lui da parecchio tempo perciò ogni volta che diceva qualcosa arrossivo e abbassavo la testa. La sua voce roca l'amavo troppo.
Scossi la testa per cacciare via quei pensieri e mentre nonna andava a fare il suo riposino pomeridiano io sparecchiavo e lavavo i piatti.
Mentre facevo i compiti sentì il campanello suonare. Aprì la porta e mi trovai davanti lui, Harry Styles.
'Che vuoi?' lo guardai.
'Io. Tu. Cena. Stasera' parlò con quel sorriso strafottente.
'No' e gli chiusi la porta in faccia tornando a studiare.
MI PRESENTO, SONO ROSE MAISON E LUI, HARRY STYLES, IL MIO PIU' GRANDE ERRORE.