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Autore: JJ Novak Gallagher    16/09/2013    2 recensioni
Dopo la caduta, gli angeli si sono divisi in due schieramenti contrapposti Cas è il leader di uno di questi.
Stanco di questa storia, decide di andare a trovare il suo vecchio amico Dean, il quale nel frattempo è rimasto da solo nel covo dei Letterati perché Sam, dopo aver tentato di chiudere i cancelli dell'Inferno, è stato ricoverato in ospedale.
Il legame tra Cas e Dean si rafforza, e da amicizia diventa amore.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Castiel e Dean continuavano a correre verso quell'albero maestoso che li attirava come una calamita.

Erano partiti alla cieca alla ricerca delle grazie degli angeli caduti, senza sapere bene dove trovarle. Castiel sperava di essere in grado di percepirle nel momento in cui si fosse trovato vicino ad ognuna di essa. E forse le aveva trovate. Solo così poteva spiegarsi l'effetto che quell'albero aveva avuto su di lui.
 

L'ex angelo, durante la sua corsa, inciampò e cadde per terra. Dean, che correva a pochi centimetri da lui, cadde a sua volta addosso all'amico.
Cas non riuscì a trattenersi. ''Dean, ti voglio qui e subito!''
I due iniziarono a baciarsi selvaggiamente.

Castiel sentiva di aver aspettato quel momento da mesi, da quando aveva iniziato a sentire gli impulsi umani causati dalla perdita della grazia. Non era riuscito a trovare nessuna donna che lo eccitasse, e adesso aveva capito perchè. Non stava aspettando la donna ideale. Aspettava Dean.

Mentre tentava di togliere la maglietta a Dean, la sua attenzione fu catturata di nuovo dall'albero di cui si era quasi dimenticato, preso da com'era da quello che stava per fare con il cacciatore.
Alzò quindi lo sguardo e notò nel tronco dell'albero la presenza di un foro dal quale si irradiava una scintillante luce azzurra.
Dean, leggermente irritato, aspettava che Castiel continuasse quello che aveva cominciato, ma si resa conto che la testa dell'amico.
''Cas? Cosa stai guardando?''
L'ex angelo puntò l'indice destro in direzione del foro luminoso che lo aveva come incantato senza distogliere lo sguardo da esso. Perciò, seppur a malincuore, Dean lo invitò ad alzarsi e i due si avvicinarono al tronco.
''Le sento, Dean. Sono qui, tutte.'' Castiel era entusiasta. Aveva trovato le grazie che erano appartenute ai suoi fratelli. Finalmente sentiva che avrebbe potuto rimediare al pasticcio che aveva combinato.
''Fantastico!'' esclamò Dean. ''Ho delle urne in auto. Non chiedermi come ci sono finite. Va' a prenderle e vediamo di tirare fuori questa roba se possiamo farlo... possiamo farlo!?''
''Penso..di..sì..'' Castiel non ne era sicuro, ma andò comunque a prendere le urne.

Con grande stupore di entrambi, le grazie iniziarono a fluire al di fuori del foro nel momento in cui Castiel si era avvicinato al tronco con un'urna in mano.
''Forse percepiscono che eri un angelo...'' Dean guardò Castiel e gli fece l'occhiolino. Quest'ultimo lo guardò e gli sorrise. ''Già.. forse.''

Stranamente, fu sufficiente una sola urna a raccogliere tutte quante le grazie.
''Ma com'è possibile che una sola urna riesca a contenere le grazie di migliaia e migliaia di angeli?!'' chiese Dean. In effetti era alquanto strano. Beh.. l'intera faccenda era strana, per non dire assurda.
''Le grazie non hanno una vera e propria massa, perciò non occupano lo spazio come....''
Era evidente che la risposta di Castiel stava rendendo Dean ancora più confuso, perciò l'ex angelo lasciò la frase in sospeso.
''Ok, ok.. lascia perdere.'' Il cacciatore lo esortò a continuare quello che stava facendo.

Nel momento in cui l'albero fu prosciugato di tutte le grazie degli angeli, accadde una cosa curiosa.
Le foglie iniziarono a seccarsi e a cadere tutte, la corteccia si avvizzì e si spaccò, finchè non rimase più nulla se non un manto di foglie rinsecchiate cumulatesi nel punto in cui poco prima sorgeva quell'albero maestoso.

Castiel assistette a quel triste spettacolo con un'espressione indecifrabile sul volto, mentre Dean aveva passato tutto il tempo a spostare ripetutamente lo sguardo dall'amico all'albero che si stava deteriorando.

''Cas..è ora di andare.'' Il cacciatore posò una mano sulla spalla dell'ex angelo, come quest'ultimo aveva fatto più volte con lui quando cercava di consolarlo.
Castiel si ridestò da quel momento di assenza, strinse l'urna al suo petto e si dirisse verso l'Impala insieme al compagno. Saltarono su e partirono, diretti a Los Angeles.

 

   
 
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