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Autore: _Caline    17/09/2013    3 recensioni
Altra piccola grande raccolta in cui troverete tutte le storie che partecipano alla challenge "Un bacio tira l'altro" indetta da IoNarrante e nes_sie.
[1] Dopo il terremoto (Un bacio al buio - Oliver/Felicity)
[2] Esprimi un desiderio (Un bacio per il compleanno - Oliver/Felicity)
Oliver le aveva portato un giant red velvet cupcake, con un'unica candelina al centro.
I red velvet cupcake erano i suoi preferiti.
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Tommy Merlyn, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Esprimi un desiderio
betata da nes_sie, che ha ancora la pazienza di aspettare le mie OS e il coraggio di leggerle. Solo per questo meriterebbe di sposare lo Zar.

 

Felicity Smoak chiuse la porta di casa dietro di sé e vi appoggiò le spalle.
L’orologio sulla parete di fronte segnava le venti e quaranta.
Erano mesi che non rientrava a casa così presto, ma non riuscì comunque a meravigliarsi.
Dopo il terremoto tutto era cambiato, ormai anche le piccole cose per cui gioiva prima di quell’evento erano diventate insignificanti.
Bill Cates arrivò per farle le fusa, mentre lei si toglieva l’impermeabile e scalciava in un angolo le scarpe.
Ne approfittò per coccolare un po’ il micione, mettendoselo in braccio.
Si mosse lentamente lungo il corridoio, cullando l’animale tra le sua braccia, ma dal canto suo Bill non ne sembrava molto contento.
Lo lasciò andare prima di ricevere qualcuno dei suoi poco amorevoli morsetti, e si diresse verso la cucina, intenzionata a preparare qualcosa da mangiare per cena.
Quando accese la luce della stanza, gli occhi corsero immediatamente al calendario.
Su quel giorno Wanda, la sua chiacchierona ma affettuosa vicina aveva disegnato una torta con tanto di candeline, ma Felicity era poco in vena di festeggiamenti.
Erano passate solo poche settimane dal terremoto e sia alla Queen Consolidated che nel Covo si respirava ancora un’aria estremamente triste. Quasi tutti avevano perso qualcuno nel terremoto.
Quella mattina aveva ricevuto diversi messaggi ed email con gli auguri della sua famiglia e dei suoi amici, e nonostante gli inviti a divertirsi e a festeggiare, aveva preferito non forzare nessuno a farle compagnia.
Afferrò dalla credenza la sua tazza preferita e ci versò dentro una manciata di cereali al cioccolato.
Il cartone con il latte che aveva dentro il frigo era quasi vuoto, ma si accontentò.
Seduta sulla poltrona a fiori che aveva ereditato da nonna, sgranocchiò in silenzio poco del contenuto della ciotola prima di rendersi conto di non avere per niente fame.
Abbandonò la ciotola sul tavolino con un sospiro e si accoccolò meglio sulla poltrona.
Pochi minuti dopo era piombata in un sonno senza sogni.

Era stato così preso da altre cose che non ci aveva nemmeno fatto caso quella mattina, guardando sull’agenda.
Non le aveva nemmeno fatto gli auguri.
Per un attimo Oliver si diede dello stupido.
Conosceva Felicity da quasi otto mesi, e quella mattina non le aveva nemmeno fatto gli auguri per il suo compleanno.
Afferrò al volo il giubbotto dall’attaccapanni nell’ingresso e si diresse verso la moto parcheggiata davanti al portico.
Diggle non ebbe il tempo di chiedergli dove stesse andando.
In pochi secondi stava sfrecciando lungo il viale che conduceva alla villa, senza avere ancora idea di come riparare al suo errore.

Felicity si svegliò di soprassalto e sbatté immediatamente le palpebre più volte per riabituarsi alla luce che aveva lasciato accesa prima di addormentarsi.
Scoprì Bill Cates addormentato accanto a lei, acciambellato tanto stretto da sembrare un enorme batuffolo.
Ebbe appena il tempo di stiracchiarsi che sentì distintamente il rumore della finestra che si apriva.
Non c’era un alito di vento, quindi non poteva essersi aperta da sola.
Afferrò d’istinto il lume dell’ingresso e strappò con violenza la spina, prima di accucciarsi dietro il muro della camera da letto.
Ormai non poteva fidarsi più di nessuno.
Cercò di concentrarsi e di fare meno rumore possibile.

La casa di Felicity sembrava deserta, se non per il gatto che era accoccolato sulla poltrona.
Ma la luce era accesa, quindi qualcuno doveva esserci.
Oliver si mise immediatamente sul chi va là, e piano si mosse nel corridoio.
Udì distintamente il respiro accelerato di qualcuno dietro il muro della camera da letto.
Con un balzo silenzioso fu davanti la porta, pronto ad attaccare chiunque si nascondesse lì.
Si tranquillizzò solo quando scorse la chioma bionda di Felicity.
Si lasciò sfuggire una risatina, ed un attimo dopo scansò il colpo che Felicity tentò di sferrargli con il lume che teneva in mano.
- Aspetti così gli ospiti? – Le chiese, togliendole il lume e poggiandolo per terra.
- E tu non hai ancora imparato ad usare le porte come le persone normali?-  ribatté lei, arrabbiata perché Oliver le aveva quasi fatto venire un infarto.
- La scala antincendio sembrava molto più comoda, – le rispose lui, tentando di calmarla sfoderando il suo sorriso migliore.
Felicity non sembrò cedere facilmente, ma abbassò gli occhi e lo precedette verso la cucina.

Oliver era l’ultima persona che si aspettava di trovare a casa sua, e non solo perché era entrato dalla finestra.
- Cosa ci fai qui? – gli chiese, prima ancora di rendersene conto.
Oliver indicò un pacchetto che teneva in mano e di cui Felicity non si era nemmeno accorta.
- E’ il tuo compleanno, – spiegò.
- Come vedi non c’è alcuna festa, – disse lei, indicando la stanza vuota. – Non dovevi disturbarti.
- Volevo almeno farti gli auguri.
- Potevi mandare un messaggio.
- Non sarebbe stato lo stesso.
Felicity cedette, e lo invitò a sedersi.
- Lo apri? – le chiese Oliver, spingendo il pacchetto verso di lei.
Quando si trattava di regali, Felicity era ancora curiosa come una bambina. Resistette meno di cinque secondi prima di sciogliere il nastro intorno alla scatola e sollevare il coperchio.
Quando scoprì il contenuto della scatola, fu inevitabile per lei sorridere.
Oliver le aveva portato un giant red velvet cupcake, con un'unica candelina al centro.
I red velvet cupcake erano i suoi preferiti.
- Devi spegnere almeno una candelina, no? – fu la giustificazione di Oliver, quando Felicity tornò ad incrociare il suo sguardo.
Un attimo dopo la candelina era accesa e lei era pronta a spegnerla.
- Ricordati di esprimere un desiderio, – le disse Oliver.
Tanto non si avvererebbe, si ritrovò a pensare lei.

Oliver osservò Felicity spegnere la candelina con aria triste.
-Cosa c'è che non va? – le chiese immediatamente, avendo il sentore che qualcosa fosse andato storto.
In tutta risposta la ragazza scosse la testa, e Oliver capì che non voleva parlarne.
Forse quello era il momento giusto per darle il vero regalo.
Frugò dentro la tasca interna del giubbotto ed estrasse una busta che le porse immediatamente.
Alla domanda implicita che gli stava facendo Felicity con lo sguardo, le disse di aprire la busta.
Quando la ragazza scoprì cosa c’era dentro, un altro sorriso comparve sul suo volto, e non riuscì a trattenere un grido di gioia.
Gettò istintivamente le braccia al collo di Oliver e lo strinse a sé.
- Ma come hai fato ad averli? I biglietti sono esauriti da settimane!
- Erano solo duecento, lo so. Ma avere contatti con gli organizzatori di eventi in città ha i suoi vantaggi, – le rispose, come se l’impresa che aveva compiuto fosse una bazzecola.
- Sono la mia band preferita, lo sai?
- Lo so. Non sei l’unica a passare un po’ del tuo tempo al computer, – le rispose con un sorriso.
Con grande imbarazzo Felicity si rese conto di essere ancora appesa al collo di Oliver e si scostò piano, per non creare ulteriore imbarazzo.

Oliver la vide arrossire in pochi secondi mentre si scostava da lui.
Gli venne naturale cingerla a sua volta con le braccia per non lasciarla andare.
Con la stessa naturalezza portò il volto a pochi centimetri da quello di lei e respirò piano sulle sue labbra prima di baciarla.

Felicity rimase di sasso in un primo momento.
Sta baciando proprio te!, esclamò la vocina nella sua testa.
Un attimo dopo si rese conto che era meglio che rispondesse al bacio, prima che Oliver pensasse di avere tra le braccia una statua di sale.
Forse ogni tanto i desideri si avveravano.


Angoletto dell'autrice:
Le mie OS sulla Feliver sono piene di fluff. Sappiate che tutto questo amore e questa tenetezza non corrispondono alla realtà, io non sono per niente romantica, sono loro che mi ispirano tenderness e fluffness e romanticness.
Chiusa questa piccola parentesi, ringrazio chi di voi ha ancora la pazienza di seguire me e i miei piccoli deliri. Spero di non annoiarvi.
A presto,
Anna.
   
 
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