-Britt….Britt
svegliati…
BRITT!!- mi alzai di soprassalto sentendo la voce della mia migliore
amica che
mi chiamava.
-Sono
Sveglia- cercai di
dire biascicando non poco quella poca saliva che avevo in bocca.
Ad
un tratto sentì la
porta spalancarsi e vidi una Rachel ad dir poco adirata gettarsi su di
me.
-Brittany
Susan Pierce hai
esattamente 2, e dico 2 minuti per alzarti vestirti e farti trovare
nella mia
macchina- disse la mora rialzandosi dal letto e dirigendosi verso la
porta.
-Rach-
si sentì chiamare –perché
tutta questa furia? Dove dobbiamo andare?- chiesi io ancora confusa.
Lei
mi guardò con un aria
mista tra l’incredula e confusa –Brittany cara oggi
è il nostro primo giorno di
scuola del nostro ultimo anno di liceo, quindi per cortesia ti chiedo
gentilmente di alzarti e di muovere quel tuo bellissimo fondoschiena
perché siamo
già in ritardo, e sai che io ODIO arrivare in ritardo- disse
con fare teatrale
per poi uscire e sbattere la porta.
Ci
misi qualche secondo a
capire cosa mi aveva detto e quando realizzai –CAZZOOO-
urlai. Mi alzai
velocemente andai in bagno mi lavai, presi le prime cose che trovai
nell’armadio
me le misi e uscii dalla stanza il più velocemente
possibile. Corsi giù per le
scale, inciampai quasi ma fortunatamente riuscii a riprendermi . corsi
in
cucina dove trovai mia madre e mia sorella che mi guardavano con un
sorriso
stampato sulla faccia di rassegnazione perché sapevano che
quella era la prima
mattina di una lunga serie di ritardi. Le salutai velocemente e corsi
fuori di
casa arrivando finalmente nella macchina di Rachel che mi guardava
storto. Sbuffò
e mise in moto
-
Ci hai messo ben
5 minuti e 37 secondi mia cara. Sei in ritardo e giuro che te la
farò pagare-
Deglutii
perché pur avendo
un aria innocente sapevo cosa era in grado di fare quando era
arrabbiata e mi
faceva paura.
Passammo
tutto il viaggio
in silenzio. Rachel sembrava una pazza al volante avrà
infranto si e no almeno
una ventina di volte il codice della strada ma ci fece arrivare
puntuali.
-Ed
anche per quest’anno
ce l’abbiamo fatta- dissi io cercando di farla ridere ma
tutto quello che
ottenni fu uno sguardo assassino.
Entrammo
in quella scuola il
Mckinley high school, che ormai era diventato come una seconda casa. Io
ero una
cheerleader mentre Rachel aveva preferito evitare ma si era inscritta a
molti
altri club. Ma il nostro preferito era sicuramente il Glee Club,
considerato il
club più sfigato al mondo ma come dice sempre la mia
migliore amica “far parte
di qualcosa di speciale ti rende speciale” ed era proprio
così che ti faceva
sentire il Glee, era la nostra seconda famiglia poiché li
potevi mostrare chi
eri realmente senza vergognartene. Mi aggregai al Glee al secondo anno
dopo un
intero anno di pressione da parte di Rachel ma per noi cheerleader era
vietato
entrare nel Glee perché la nostra coach non voleva. Al
secondo anno però cambiò
idea e quasi ci costrinse a me e alla mia amica Kitty di far parte di
quel club
così da poterla tenere sempre aggiornata.
Pur
odiando il doppio
gioco accettai di entrare ma non diedi mai informazioni rilevanti a Sue
Sylvester.
Il
nostro Glee pur avendo
delle stelle come Rachel e Mercedes Jones non era mai riuscito a
vincere il
campionato nazionale. Era 7 anni che il club della nostra scuola non
vinceva quel
campionato. Il signor Schuster ci racconta sempre quella vittoria.
Doveva tenerci
molto a quei ragazzi.
Passai
le pime ore della
mattina a pensare che quest’anno volevo vincere a tutti i
costi quel titolo e
mi misi in testa di farcela a qualunque costo.
-GLEEEEEE-
entrò Mr. Schu
dalla porta contento di iniziare un nuovo anno con noi.
-Ragazzi
quest’anno è l’ultimo
anno per molti di voi- iniziò a parlare il professore
–e quindi voglio
promettervi che riusciremo a portare a casa quel maledetto premio che
questa
scuola non vede da 7 anni- concluse generando un boato generale nella
stanza.
-quindi
inizieremo
cercando nuove reclute perché siamo davvero in pochi- disse
sospirando. Eravamo
sempre precisi ma quest’anno eravamo in meno
perché due nostri compagni avevano
lasciato la scuola.
-
Faremo dei provini oggi
alle 3. Vorrei che foste tutti presenti per applaudire i nuovi
arrivati- disse
per concludere e iniziare finalmente la lezione del giorno-
Rachel
che era seduta
accanto a me mi guardò con un aria afflitta.
-Che
succede Rach?-
domandai
-Niente.
Spero solo che
qualcuno si presenti a questi provini sennò possiamo dire
addio al Glee- disse
per poi prestare attenzione alle parole
del professore.
Mi
dispiaceva tanto per
Rachel perché lei era quella che desiderava di
più di tutti avere questo
premio. Io comunque avevo vinto 3 campionati nazionali con i cheerios
ma lei
no, non aveva mai vinto niente ed era un peccato visto tutto il talento
che
aveva. Era la nostra star e forse si sentiva anche un po’ in
colpa sentendo sua
responsabilità la sconfitta del Glee alle nazionali
dell’anno prima.
Finita
la giornata di
scuola ci ritrovammo come promesso alle 3 in auditorium per i provini.
Non
arrivò nessuno prima
di 30 minuti ma poi si presentò un sacco di gente,
sicuramente quelli che erano
stati scartati ai provini da cheerleader e da giocatori di football.
Dopo
qualche ora
finalmente finì quello strazio ma fortunatamente con ottimi
risultati. Avevamo selezionato
3 nuovi ragazzi : Jake, Ryder e Marley.
-Come
ti sono sembrati i
nuovi ragazzi?- chiesi a Rachel.
Ormai
eravamo a casa sua
sul suo letto come tutti i pomeriggi.
-Mah….-
sospirò- quella
Marley ha talento, Jake è un bravo ballerino e ha
un’ottima voce e anche Ryder
non è male- disse. Ma c’era qualcosa che non
andava, aveva un tono strano, non
era la solita Rachel che conoscevo io.
-Cosa
c’è che non ti
torna?- domandai dopo qualche minuto di silenzio
-
Sai non penso che siamo
noi il problema- si girò a guardarmi. Avevo un espressione
confusa non capivo
dove volesse arrivare – siamo ragazzi pieni di talento-
continuò
–secondo me Mr
schue ha perso la passione, o meglio
è rimasto alla vittoria di 7 anno fa e continua a farci
provare come all’ora ma
non capisce che i tempi sono cambiati-
sospirò,
io la guardavo
incredula. Non l’avevo mai sentita parlare così,
aveva sempre ammirato Mr
Schuester
-Cioè
io lo ammiro e lo
sai. Mi guardò negli occhi – ma ormai ha esaurito
le idee, non possiamo
continuare così, ci serve una mente fresca- concluse
tornando con la testa
rivolta verso il libro.
La
lasciai sola ai suoi
pensieri e tornai a casa mia. Ripensai a quello che aveva detto, non
aveva
tutti i torni. Avevamo molto più talento di altri gruppi ma
non siamo mai
riusciti a farlo venire fuori, e forse la colpa non era tutta nostra ma
di chi
ci stava davanti.
-AAAAAAAAAAAA-
urlai.
Avevo
il cervello in fumo.
Decisi che ci avrei ripensato domani a mente un po’
più fresca e mi
addormentai.
-Io
Santana Lopez proprietaria
di una delle più importanti catene di alberghi dovrei
tornare al mio vecchio
liceo per un meeting dei
ragazzi che
vinsero le nazionali???- chiesi dopo che Quinn mi fece leggere la
lettera che
aveva appena ricevuto
-Esatto,
miss universo- mi
disse la bionda davanti a me.
-Sai
a me non
dispiacerebbe tornare li e rivedere tutti. Chissà se
è cambiato qualcosa-
continuò
Aveva
un espressione
sognante, forse stava ricordando tutti i bei momenti passati li,
dopotutto mi
mancava anche a me quel piccolo liceo. È li che ho scoperto
chi ero e cosa
volevo ed è grazie a Mr. Schuester se sono dove sono ora.
-Ok-
dissi infine senza
trapelare nessuna emozione.
Quinn
sorrise e mi
abbracciò. Sapevo cosa voleva dire per lei tornare la. Era
lo stesso per me. C’eravamo
innamorate in quella scuola, avevamo sofferto e gioito insieme, abbiamo
vissuto
insieme in quella città dopo che i suoi l’avevano
cacciata di casa non appena
avevano scoperto di avere una figlia lesbica.
-Fabray
non prenderti
troppe liberta- dissi io con un tono rude staccandomi da lei.
Ormai
non stavamo più
insieme ma avevamo una amicizia solidissima e nessuno ci avrebbe mai
potuto
separare.
-Come
farai per il
lavoro?- mi chiese mentre preparavamo le valige. Saremmo dovute partire
tra due
giorni esatti e non volevo ritrovarmi a fare le cose
all’ultimo minuto.
-Non
avrò problemi. Posso lavorare
anche lontano da qui. Ho avvisato tutti e lo sanno. Te invece?-
domandai a mia
volta. Quinn era un avvocato ormai di fama mondiale
-Non
saprei. Non ho casi
in questo periodo e comunque posso sistemarli benissimo anche da
lontano- disse
sorridendo e facendomi un occhiolino. Sapevo che era in gamba e lei lo
sapeva
più di me. Aveva lavorato più di 7 anno per
arrivare dove è ora, giorno e notte
senza un’attimo di pausa. Forse è anche per questo
che c’eravamo lasciate, perché
non avevamo più tempo da dedicarci.
-Eccoci
arrivate- disse la
bionda respirando quell’aria che non sentiva da 7 anni
-Davvero-
confermai io
guardandomi intorno
-sembra
un paesino
sperduto in confronto a New York- continuai –ma devo
ammettere che mi sei
mancata Lima Ohio- dissi sorridendo alla mia amica.
Chiamammo
un taxi e
arrivammo alla nostra vecchia casa o meglio la casa dei miei genitori.
Ormai erano
morti entrambi da 4 anni per un incidente d’auto ma mi
mancavano tantissimo.
Mi
fece un effetto strano
ritornare in quella casa e Quinn dovette accorgersene perché
mi prese la mano e
mi sorrise. Mi faceva sempre stare bene, ci sorreggevamo a vicenda,
eravamo una
famiglia.
-domani
è il grande
giorno-
-Emozionata?-
le chiesi
Quinn
non rispose, si girò
sul fianco dall’altra pare del letto ma la sentii sorridere.
Mi girai anche io
e l’abbracciai da dietro. Le diedi un bacio sui capelli e
sussurrai un –Buonanotte-
Fine
del prologo… non so
da dove sia uscita questa storia e non so come continuerà..
sicuramente è a
tema Brittana e forse ci sarà anche il Faberry.. tutto da
decidere
Grazie
e al prossimo
capitolo.