Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: ChrisAndreini    19/09/2013    1 recensioni
Tre fratelli, l'uno diverso dall'altro si incontrano per la prima volta dopo tredici anni dalla scomparsa della madre.
Julie: cleptomane, scontrosa e atletica
Joseph: studioso, solitario e intelligente
Jasmine: estroversa, ambientalista e pittrice
Dovranno scoprire il mistero di loro strane abilità, capire il perché della misteriosa morte della madre, e temere la maledizione lanciata su di loro e la loro famiglia.
Fatevi trascinare dall'avventura e da un soprannaturale diverso dai soliti standard.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

J, J & J 
Jones

Prologo

 

 

(Julie)
-Signor Jones, è in casa?- 
Il capo di polizia bussa con veemenza alla porta di casa di mio zio, svegliando probabilmente tutti i vicini, con l’altra mano mi tiene ferma, in modo che non possa scappare.
Ma, diciamocelo, dove potrei andare?
Mi chiamo Julie Jones, ho quindici anni, mia madre è morta, non so chi sia mio padre e non vedo i miei fratelli da tredici anni. Ho i capelli biondi, con ciocche tinte di nero, occhi azzurro chiaro brillanti e pelle chiara.
Vivo con mio zio Jack, a Phoenix, in Arizona, da anni sede di furti a opera di vandali delle superiori.
L’unica persona che conosco bene è il capo della polizia, ma non si può dire che siamo amici intimi.
-Piccola delinquente, appena tuo zio torna facciamo i conti, dobbiamo aspettarlo qui fuori e… Che hai lì?-
Ho appena cacciato fuori la chiave di scorta che tengo dentro lo stivale di pelle nero borchiato e guardo il poliziotto con malevola superiorità, senza degnarlo di una parola.
-Perché non l’hai detto prima Jones?- mi tiene fermi i polsi, io lo guardo dritto negli occhi, indifferente -Rispondimi, piccola ladra!- mi stringe i polsi, ma io non faccio caso al dolore, e mi limito a restare indifferente.
-Sei un caso perso, Jones, e quando tuo zio tornerà a casa lo convincerò a mandarti in un centro per giovani criminali, sei una vera peste, una ladra, una…- alzo gli occhi al cielo, scuotendo impercettibilmente le testa, e il mio sguardo si ferma su qualcosa alle spalle del poliziotto.
Sbianco, sgrano gli occhi, è già successo che mio zio fosse assente all’alba, soprattutto in giorni come questo, ma non viaggia mai senza macchina.
-MI VUOI STARE A SENTIRE?- lo schiaffo del poliziotto mi fa tornare alla realtà.
Senza pensarci due volte gli pesto un piede, approfitto della sorpresa per liberarmi i polsi, e mi affretto a infilare la chiave nella toppa. Sto per girare la maniglia quando sento un movimento alle mie spalle, e senza neanche voltarmi, rifilo una gomitata in mezzo alle costole allo sbirro.
Apro la porta e mi ci fiondo dentro, per poi richiuderla a chiave.
Mi precipito nella camera di mio zio, trovo il letto disfatto e la finestra spalancata.
Giro tutte le stanze facendo a malapena caso al poliziotto che cerca di sfondare la porta lanciando epiteti impronunciabili, ma di mio zio non c’è traccia.
Torno in camera e frugo in cerca di qualche indizio, con un groppo in gola.
Attaccato alla finestra scorgo un biglietto, mi avvicino e lo prendo tra le mani, sulla carta c’è una sola, terribile parola, scritta da una grafia sconosciuta:
“Tornerò”

 

 

 

(Joseph)
Giornata piuttosto movimentata.
Stamattina siamo usciti un’ora prima da scuola, e non ci hanno neanche assegnato compiti. Che disdetta!
E non solo, questo pomeriggio zia Jessica mi ha organizzato un incontro al cinema con dei compagni di classe.
Abbiamo dibattuto tantissimo sul film da vedere, e alla fine ci siamo separati.
Io sono andato a vedere un bellissimo film sulla I Guerra Mondiale recitata dai più grandi attori del nostro tempo, con una regia perfetta e musiche azzeccatissime. Mentre i miei compagni hanno visto una stupidissima commedia su un tizio che ha due mogli. Pensate un po’!
Il film è stato molto interessante, credo che lo riassumerò e lo porterò come approfondimento per storia, ma il cinema non mi è mai piaciuto, troppi germi.
Sono appena entrato in autobus quando noto qualcosa di strano, nella tasca interna della mia borsa c’è il prezioso bracciale di ferro di mia zia, ereditato da mia madre.
Mia madre è morta quando avevo quattro anni, e vivo con mia zia Jessica, la sorella, a York, in Inghilterra, lontano dalle mie due sorelle, che vivono una a Phoenix, e l’altra a Sidney.
Tralasciando la storia della mia vita, il bracciale di ferro di mia zia è di solito in una teca indistruttibile, memoria del viaggio di mia madre in Cina.
Era un’instancabile avventuriera, ha visitato ogni parte del mondo: dalla Cina, alla Francia, fina ad arrivare in India.
Non c’è una spedizione che non abbia fatto, ma l’Antartide ce l’ha portata via.
Mia sorella Jasmine aveva solo pochi mesi di vita.
L’autobus si ferma, è la mia fermata, così scendo e mi avvio verso casa, pensieroso.
Prendo il disinfettante e mi pulisco le mani. Quanti germi nell’autobus!
Poi mi rimetto lo zaino in spalla e continuo per la mia strada.
Sto per voltare l’angolo quando il mio S.M.R.G. mi mette all’erta, e prendo velocemente il cellulare, pronto a fare il numero della polizia.
Potrebbe sembrare strano, ma io seguo sempre il mio Sensore Mentale Rileva Guai, mi aiuta sempre, come con i bulletti a scuola, o se sto per imbattermi in qualche malintenzionato, persino per le cacche di cane mi aiuta molto.
Giro l’angolo e trattengo il respiro: la porta della villa è spalancata.
Non è da mia zia!
Corro velocemente verso la casa, e la trovo avvolta in un silenzio innaturale. Cerco in ogni stanza, frugo in ogni angolo dell’immensa biblioteca, ma di mia zia non c’è traccia. 
Poi, nella teca dove di solito è conservato il bracciale trovo un biglietto, con tre, minacciose parole:
“Non finisce qui”

 

 

 

(Jasmine)
Sono riuscita a completare il mio primo paesaggio dal vivo: Uluru, La montagna rossa.
Sono molto orgogliosa di come è uscita, e sono sicura che zio Jim sarà d’accordo con me. Zio Jim è il pittore più bravo dell’Australia.
E’ stato un viaggio meraviglioso, anche se molto lungo. In qualità di tredicenne mi è difficile trovare un passaggio per andare fuori città, ma Joanna, la mia sorella acquisita, andava in pellegrinaggio alla montagna rossa e l’ho accompagnata.
Nel tragitto ho incontrato moltissime specie animali da dipingere a casa, e ho fotografato anche molti altri paesaggi. 
Stiamo per tornare in città, dovremmo prendere l’aereo tra qualche ora, e non vedo l’ora di mostrargli il mio dipinto.

***

Siamo sull’aereo, sto ammirando le foto scattate. Accanto Joanna mi guarda benevola, è praticamente stata mia mamma da quando sono andata a vivere da mio zio, ossia da quando avevo tre mesi di vita.
Jim ha ereditato anche un anello, ma ha preferito darlo a me, sostenendo che mia madre avrebbe voluto così.
Joanna ha 24 d’anni, ma si può dire che si è sempre comportata come una madre, più che come una sorella maggiore, pure a 11 anni.
-Che animale dipingerai per primo?- mi chiede curiosa, guardando le foto.
-Non saprei, o il Koala o l’ornitorinco, sono i miei preferiti- le rispondo osservando le foto.
-Perché non inizi con il kookaburra, è più semplice per iniziare- mi consiglia lei.
-Oppure l’emù, con pochi tratti l’hai già realizzato- penso ad alta voce.
Lei mi sorride materna, mentre iniziamo ad atterrare.
Arrivate a casa lei mi fa scendere, mentre parcheggia la macchina nel garage.
Io entro in casa, e cerco mio zio, senza trovarlo da nessuna parte.
Lo cerco in camera sua, nello studio, ma non c’è traccia.
Mi avvio verso camera mia, forse vuole farmi una sorpresa.
Ma quando entro vedo la stanza in soqquadro, tutte le mie collane di terra e i miei bracciali di legno sono sparsi per terra, sento un urlo provenire dal garage, e vedo un biglietto, con scritte due spaventose parole:
“Ti troverò”

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: ChrisAndreini