"Io torno a casa di corsa"

Stava tornando a casa "di corsa", anche se in realtà stava camminando lentamente.
Se avesse corso si sarebbe riscaldato, però l freddo gli congelava talmente tanto le gambe che era già tanto se riusciva a camminare.

Si fermò al passaggio a livello dato che le sbarre erano abbassate e aspettò. Era piuttosto stanco, l'allenamento lo aveva sfinito, e dovette trattenersi più volte dallo sbadigliare. Si stropicciò gli occhi e guardò verso la stazione. Il treno stava per arrivare.
-Eh... H-Haru?- si sentì chiamare. Quella voce, quella voce che tanto gli mancava.

-R-Rin?- Il ragazzo dai capelli neri non vedeva l'ora di dirgli qualcosa, di parlargli, ma dovette aspettare che il treno passasse, dividendo i loro sguardi.

-Rin!- Haru gli corse in contro non appena le sbarre gialle e nere si alzarono.

-Sei tornato- Esclamò

-Emh... si...- rispose timidamente il rosso sprofondando il volto nella sua sciarpa

-Q-quando sei tornato?- Chiese l'altro, un barlume di felicità negli occhi, ma il volto impassibile e distaccato come sempre.

-L-l'altro giorno- disse Rin con voce bassa

-Umpf, avresti potuto chiamare!- disse il ragazzo dai capelli neri, con un tono alquanto dispiaciuto.

-b-bhe... sarebbe stato imbarazzante- disse il piccolo squalo, con voce sempre più bassa.

-Mhh, strano.- disse Haru con la sua solita calma -Non hai per niente un accento australiano.- 

-.....Ma quale accento australiano!- sbottò Rin -Piuttosto... come va? Il nuoto?- chiese successivamente.

-Bene! Mi sono iscritta al club di nuoto della scuola, c'è pure Makoto e--- 

-Senti Haru, non è che ti va di gareggiare con me?- lo interruppe Rin.

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Haru aveva gli occhi spalancati e nel suo cuore solo dispiacere, dolore, sensi di colpa. Non molto distante da lui, vicino al bordo della piscina, Rin era piegato a terra a piangere.

Rin, Matsuoka Rin, il suo migliore amico, lui che era andato all'estero per nuotare, lui... che voleva riprendere il sogno del padre, un sogno che aveva fatto suo. Ed Haruka Nanase sentiva di averlo distrutto, sentiva di aver rovinato tutto.

-R-Rin- gli andò in contro, ma Rin si alzò, facendo cadere gli occhialini, dirigendosi silenziosamente verso lo spogliatoio.

Appena uscì Haru provò a rincorrerlo ed ha fermarlo.

-Si può sapere che hai? E' da tutto il giorno che sei strano-

-Io smetto- fermo e deciso, ma con le lacrime agli occhi -Io smetto con nuoto.- e se ne andò.

Haru non se ne accorse, pensava solo alle ultime parole del suo amico.

"Io smetto col nuoto." 

Quattro semplici parole che gli fecero crollare addosso il mondo, distruggendo la sua voglia di nuotare per sempre.