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Autore: Menade Danzante    21/09/2013    3 recensioni
La missione a Neverland si è conclusa con successo, riportando tutti sani e salvi. I problemi sembrano esser finiti: cosa potrebbe capitare di più pericoloso e drammatico di una spedizione di salvataggio sull'Isola che non c'è? Niente, a meno che Henry non si ritrovi a dover parlare della sua famiglia in un mondo in cui la magia è solo una favola... Cosa potrebbe mai dire il piccolo Mills?
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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My family

My family




«Casa è dove sta la famiglia», queste le parole di Biancaneve che avevano smosso, almeno in parte, le convinzioni di Emma. Non avendo mai avuto una famiglia da vivere, la principessa non si era mai posta il problema di restare in un luogo per più di due anni. Nemmeno Tallahassee era riuscita a farle mettere radici.
E neanche Storybrooke, dove alcuni avevano cominciato a scommettere su quanto avrebbero impiegato i Charming a tornare sui loro passi.

Ma, per ora, non si accusavano ripensamenti riguardo al trasferimento a Roma.
Erano passati già due mesi da quando Mary Margareth, David ed Emma erano tornati sani e salvi da quella spedizione a Neverland, accompagnati da tutti gli altri. Non era stata una missione facile, ma il fatto di essere di nuovo insieme, di nuovo famiglia sembrava aver cancellato tutte le fatiche in un attimo: il tempo di un abbraccio. Eppure, quei tre, uniti ad un Henry troppo trepidante per le emozioni vissute e ancora vivide nella sua mente, e a Neal, che voleva assecondare tutte le fantasie di suo figlio, non avevano avuto voglia di fermarsi lì. Avevano avuto bisogno di movimento.
E, beh, Roma era stata una scelta ottima.


♦ ♦ ♦


«Sei sicura che non mi prenderanno in giro?» chiese Henry, il visetto imbronciato e preoccupato.
«Prenderti in giro?» gli fece eco Emma. «Stai scherzando?! E poi, nel caso lo facessero, verrò a scuola io.»
Il bambino deglutì, pensando che no, quella non sarebbe stata affatto una buona idea, considerando le abilità di sua madre.
«Ma no, tesoro! Sta' tranquillo!» intervennero David e Neal in coro.
«Parli benissimo l'italiano.» aggiunse Mary Margareth. «Insomma, capisco che da tuo nonno ci si possa aspettare di tutto, ma Tremotino ha fatto un buon lavoro di magia con tutti e cinque!»
«Sei.» corresse Regina, un po' meno acida del solito. Li aveva seguiti, con un lieve ritardo, ma si era dichiarata incapace di stare lontana da suo figlio.
«Perdonami... Mi abituerò.»
Regina annuì, avvicinandosi ad Henry per stampargli un bacio sulla guancia.
«Andrà tutto bene!» sorrise, accarezzandogli i capelli.
«Sì, vedrai! Ti divertirai un mondo! Conoscerai nuove persone, avrai nuovi amici, imparerai molte cose...»
Il piccolo fece una smorfia d'approvazione, ma continuava a non essere del tutto sereno. Aveva un brutto presentimento e, se aveva davvero ripreso da tutte e due le mamme non poteva che essere ancor più agitato.
«Forza, andiamo!» riprese Neal con maggior convinzione, dandogli una pacca sulla spalla. «Per farti più coraggio, verremo tutti! Che ne dici?»
Henry li guardò uno ad uno, annuendo deciso.
Brutte sensazioni o meno, con la sua famiglia si sentiva al sicuro e protetto: niente avrebbe mai potuto fargliela rinnegare. Niente.
O quasi...


Lì, con quel foglio – rigorosamente immacolato – davanti, non sapeva se maledire il suo istinto o se farsi un complimento per aver intuito che una cosa qualunque sarebbe andata non male, di più!
Mai, infatti, avrebbe potuto immaginare un impaccio del genere!
La maestra – che, come aveva imparato, lì si chiamava professoressa – era stata dolcissima, molto carina con lui. Gli aveva ricordato, per alcuni versi, Nova. Ma, evidentemente, si era sbagliato: Nova non gli avrebbe mai dato un tema come quello!
Parla della tua famiglia.
Da quando la professoressa aveva dettato quella traccia, le sue mani erano state impegnati a torturare i capelli, i denti non avevano smesso nemmeno per un attimo di mordicchiare le labbra e il pallore non ne voleva sapere di abbandonargli il volto.
Era trascorsa un'ora di assoluto blocco creativo. Sì, creativo, perché avrebbe potuto lavorare solo di fantasia!
Ma perché non sono rimasto a Storybrooke? Lì mi insegnava nonna! Che problema c'era?
Sospirò, prima di gettarsi un'occhiata intorno. Tutti che scrivevano freneticamente, lanciando sguardi preoccupati all'orologio a muro che svettava accanto alla lavagna, forse per paura di non riuscire a mettere in parole le loro grandiose avventure familiari.
Da questo punto di vista, in realtà, Henry non poteva proprio lamentarsi!
Impugnò la penna con fare risoluto, pronto a dar vita ad un'altra Divina Commedia!
Quando avrebbe smesso di farsi delle illusioni?
Nonostante tutta la sua buona volontà, le uniche parole che riuscì ad elaborare furono: La mia famiglia è composta da.
Prese a contare sulle dita: se stesso, sua madre, l'altra mamma, che è nonna acquisita per la prima mamma, papà David, papà – seppur impropriamente – Daniel, nonno Tremotino, nonno Henry, nonna Biancaneve, nonna Cora, che aveva avuto una storia con nonno Tremotino, nonna Milah, che si era innamorata di Uncino, quasi-nonna Belle, bisnonno Leopold, bisnonna Eva, bisnonno George...
Quattordici! E non ho finito!, piagnucolò tra sé, pensando a tutti i suoi amici fiabeschi che considerava, ormai, appendice della sua famiglia! Come non includere Cappuccetto Rosso, il Grillo Parlante, Pinocchio e il Cacciatore?!
E poi che diavolo dico? Mamma è la Salvatrice, ma l'altra mamma è la Regina Cattiva che ha tentato di uccidere la mia nonnina grazie ai sortilegi di mio nonno Tremotino. Sono morto, molto morto!
Doveva mentire, era ovvio. Ma non facile, in particolare per lui.
Grugnì qualcosa d'imprecisato prima di alzare il braccio, richiamando l'attenzione di tutti.
«Sì, dimmi Henry.» ribatté la professoressa, sorridendo un po' esitante.
«Posso andare in bagno?»
«Certo, ma non metterci troppo.»
Henry uscì da quell'aula, benedicendo il fresco venticello che entrava dalle finestre del corridoio. Assaporò l'aria di Settembre, mentre le idee cominciavano già a schiarirglisi nella mente...


La mia famiglia non è come tutte le altre famiglie del mondo.
È speciale. È speciale, perché ci siamo noi, che siamo tanti e ci vogliamo bene.
Ci sono le mie mamme.
Emma è la mia mamma
biologica – mi hanno spiegato che significa che mi ha fatto nascere – e la conosco da poco. È bella, bionda e con gli occhi stupendi. Sembra molto impaziente, ma non è vero: mi sopporta e questo basta per farmi credere il contrario.
Lei è la mia Salvatrice, la persona che riesce a risolvere qualsiasi situazione, anche le più difficili, soprattutto quando la mia mamma adottiva la fa arrabbiare.
Regina mi ha preso con sé quando ero ancora piccolo piccolo, perché la mia vera mamma si fidava di lei, in un certo senso, e sapeva che la mia vita sarebbe stata migliore con questa donna, che è il suo opposto.
È anche la regina di casa. Mi prepara sempre la torta di mele, che mette in allegria tutti quanti! Anche a Storybrooke, la città da cui veniamo, erano rinomati, i suoi dolci, e le sue mele erano le più buone e saporite di tutto il quartiere.
Ho un solo papà. Si chiama Neal ed è l'unico papà che desidero avere.
È spontaneo, buono e gentile. Ha sempre pensato al bene della famiglia, anche quando sembrava che non fosse così. Ama moltissimo mamma Emma. Insieme sono tanto dolci, ma non vogliono ammetterlo.
Anche i miei nonni David e Mary Margareth sono dolci, con la differenza che lo dicono senza problemi. Si sbaciucchiano tranquillamente sul divano, guardando un film abbracciati. A volte sono così carini che li chiamiamo tutti Biancaneve e Principe Azzurro! Non se la prendono, anzi: sono felicissimi perché, quando erano bambini come me, sognavano di vivere proprio in quella favola.
Sono stati da sempre esempi di fedeltà per me, ma anche per le mie mamme, che hanno capito che farsi la guerra è inutile, perché io vorrò sempre bene ad entrambe!
Un'altra persona di cui voglio parlare è mio nonno Robert. È il padre di mio padre, ma sono molto diversi. Nonno Robert è un po' burbero, severo e sembra avercela con il mondo intero. In realtà, non è proprio così. Ha conosciuto la donna che gli ha fatto riscoprire i veri valori della vita e che ha tirato fuori ciò che di buono c'è in lui.
Si chiama Belle, questa ragazza. Non è ancora la mia nonnina, perché lui non le ha chiesto di sposarlo, però fa ormai parte della famiglia da tempo. Con lei ho imparato ad amare i libri, soprattutto quelli d'avventura, come
L'isola del tesoro o Il giro del mondo in ottanta giorni. È una persona solare, che non si perde mai d'animo. I nonni le dicono che è riuscita a fare una cosa che non si sarebbero mai aspettati: è riuscita ad innamorarsi di un mostro, come chiamavano Robert a Storybrooke. Ma lei è andata oltre le apparenze. E poi, l'ha davvero reso più affettuoso: basti pensare che quest'estate ci ha portato tutti in crociera, sullo yacht di un suo vecchio amico, Killian! Siamo stati su un'isola bellissima! Non so il nome di quel posto, ma l'abbiamo ribattezzata all'unanimità Neverland. È stato un viaggio molto avventuroso, che ci ha unificati ancora di più, ci ha aiutato a superare tutte le difficoltà e abbiamo capito che insieme è più bello affrontare la vita. È per questo che, tra poco, saremo di nuovo riuniti, qui a Roma.
Io voglio vivere con tutti loro, con la certezza che ci saranno sempre per me, come io ci sarò per loro. Non cambierei per niente al mondo la mia famiglia, perché senza di lei – di
loro – non sarei me stesso:
Emma mi ha insegnato a non mollare mai, a combattere sempre per ciò in cui credo, perché se non credi e non lotti per niente, non hai un motivo per vivere;
Regina mi ha trasmesso il suo senso del sacrificio, perché se non sei disposto a sacrificarti per qualcosa, forse non hai vissuto abbastanza intensamente;
Neal, invece, mi ha fatto capire quant'è importante saper perdonare, perché fa crescere e ritrovare persone care, che si credevano perse per sempre;
David e Mary Margareth mi ripetono di continuo che l'amore è la magia più grande e speciale di tutte, perché crea armonia e ti fa stare davvero bene;
Robert mi raccomanda sempre il buonsenso, la capacità di valutare ogni cosa con giudizio, perché basta un attimo, la scelta sbagliata per dire addio alle cose che ami;
con Killian ho capito che l'impulsività non è per forza un male, perché può portarci a fare azioni in grado di cambiarti la vita, ma che non avremmo mai fatto con la ragione;
grazie a Belle, io so di poter essere un eroe, perché non è
eroe chi fa qualcosa di stupefacente, ma chi fa tutto con passione, seguendo il cuore, i sogni, le emozioni.
Questa è la mia famiglia e io sono orgoglioso di farne parte.


♦ ♦ ♦


Lì fuori c'era il caos più totale. Sembrava che fosse appena esplosa una bomba!
«Beh, guarda il lato positivo!» esclamò Neal, avvolgendo Emma in un abbraccio. «Sicuramente non avrà motivo di annoiarsi se le lezioni di Storia saranno soporifere!»
Emma ridacchiò, ancora sconvolta dalla marea di bambini che continuava a rigettarsi oltre i cancelli di quell'edificio.
Allungò il collo nel tentativo di vedere meglio sopra le teste degli altri genitori, strizzando anche gli occhi.
«Eccolo!» annunciò, illuminandosi. Tra spintoni e mi dispiace, Emma e Neal si fecero largo nella direzione del piccolo, allargando le braccia in una reazione forse esagerata per sole cinque ore passate in luoghi diversi.
«Ragazzino! Allora, com'è-?» Neal non riuscì a terminare la domanda: una donna alta e bruna gli si avvicinò.
«Siete voi i genitori di Henry?» chiese quest'ultima con voce timida.
«Sì...»
«Posso parlarvi un momento?»
Emma e Neal si scambiarono un'occhiata furtiva, annuendo.
«Henry, torna un momento dai tuoi compagni.» lo liquidò la madre, spingendolo delicatamente.
Quando se ne fu andato, l'altra riprese.
«Sono l'insegnante d'Italiano di vostro figlio e... Beh, io sono abituata a far scrivere un tema sulla famiglia, il primo giorno di scuola e...»
Emma divenne bianca come un lenzuolo, mentre Neal cominciò a spostare il peso da un piede all'altro: quell'esitazione non era positiva, non lo era affatto! Cosa poteva aver detto Henry?
«E...?» rischiò Emma, troppo ansiosa per trattenersi.
La donna arrossì leggermente, scuotendo il capo.
«Volevo complimentarmi!» rivelò alla fine, stringendosi nelle spalle. «Ha descritto una famiglia bellissima, variegata e... e lui ne è innamorato! Davvero, complimenti!»
Emma ridacchiò, rilassandosi in un batter d'occhio, e Neal riprese a respirare regolarmente.
Fu il primo a stringerle la mano, forse con troppo slancio. Ma la professoressa non vi badò, soprattutto perché anche Emma la ringraziò con fare contento e agitato al contempo.
Erano sul punto di salutare quella donna e di tornare dal loro adorato figlio, quando un clacson assordante attirò l'attenzione dei presenti.
Una Cadillac nera faceva bella mostra di sé, provocando un sospiro ad Emma.
«Non dirmi che torneremo a stare stretti come a casa di mia madre?!» commentò all'orecchio del suo compagno, senza preoccuparsi di nascondere l'esasperazione.
Neal infilò le mani nelle tasche dei jeans, ricacciando una risata nel vedere una donna dai capelli castani e un vestito azzurro scendere dall'auto, imitata subito dopo da una figura scura e vagamente inquietante.
«Belle!» gridò la vocina di Henry, correndole incontro.
La ragazza sorrise ampiamente, issandolo con un po' di difficoltà.
Anche Tremotino mostrò una specie di ghigno raddolcito, passandogli una mano tra i capelli.
«Siete già arrivati!» continuò il ragazzino, esultante, avvinghiandosi al collo del nonno.
«Non vedevo l'ora!».



Questa è la mia famiglia e io sono orgoglioso di farne parte.





Note dell'autrice: Salve a tutti quanti! :D
Sono tornata con una nuova strana OS, la cui idea mi faceva visita da un po' di tempo: Henry che parla della sua assurda famiglia mi ha sempre incuriosita, così ho provato a scrivere qualcosa in proposito!
Questo è il risultato della mia immaginazione! XD
Voglio precisare una sola cosa: nel tema, il linguaggio è volutamente semplificato, come le ripetizioni, perché Henry, qui, ha undici anni e non può parlare in maniera troppo precisa. ;)
Ringrazio coloro che leggeranno, recensiranno o semplicemente apriranno questa piccola creazione!
Come sempre, critiche e consigli sono i benvenuti!
Un abbraccio,
Julie_Julia

   
 
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