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Autore: Yoan Seiyryu    22/09/2013    4 recensioni
Red/Hook
Dopo la morte di Milah, Killian Jones tenterà di riportarla in vita, stringendo un patto con Cora. Si addosserà una maledizione che lo priverà dei suoi anni di vita e tenterà di vendicarsi in ogni modo. Sarà la vendetta a fargli incontrare qualcuno che come lui porta sulle spalle una maledizione, Cappuccetto Rosso.
***
-Non permetterò che muoia-
-Dovrai pagare un prezzo molto alto per salvarla- le labbra affusolate si arricciarono in un ghigno.
-Quanto alto?-
-Tanto quanto ciò che desideri salvare-
[...]
E Cappuccetto Rosso riuscirà ad accettare la sua doppia natura?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Killian Jones/Capitan Uncino, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Time '
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XXII. Verso Siracusa






Un nuovo giorno stava arrivando, non come tutte le albe che si erano susseguite fino ad allora. Avvertivo la pesante assenza dell’orologio sul petto, non avere più quella sensazione mi garantì sonni tranquilli e momenti più piacevoli in quella vita che aveva ricominciato a scorrere da capo.
E’ come se il tempo avesse ripreso a battere dall’inizio, concedendomi la possibilità di ricominciare.
Spesso però in quelle notti ero stato afflitto da incubi in cui venivo risucchiato in un vortice nero, dove anche Milah girava in cerca di vendetta, finché poi entrambi non trovavamo la nostra pace interiore.
L’avevo uccisa, sporcandomi del suo stesso sangue. Non sempre riuscivo a togliermi dalla testa il suo viso morente e la smorfia di dolore con cui aveva lasciato questo mondo per la seconda volta. Era colpa mia, non seppi proteggerla da Tremotino e poi nemmeno da me stesso.
Red ogni tanto, quando di notte ascoltava i miei lamenti, mi cingeva il petto con una mano, appoggiandola lì dove un tempo sorgeva la mia maledizione.
Tanto mi bastava per riprendere a respirare e a calmare tutto ciò che avvertivo all’interno del corpo e della mente.
Sapeva darmi forza e sapeva anche quando preferivo rimanere da solo. Non ci volle molto a riprendermi da quegli incubi, lasciai passare il giusto tempo perché potessi inglobare tutto ciò che era accaduto fino ad ora.
Proprio in quel giorno, al cui tramonto avremmo raggiunto Siracusa e di conseguenza le ombre del passato di Proteo, mi trovavo di vedetta sull’albero maestro per poter controllare l’andatura del mare.
Red mi raggiunse velocemente, vestita sempre del suo mantello rosso.

-Non riesci proprio a lasciarlo andare- sorrisi quando la vidi avvicinarsi, chiusa nel manto per proteggersi dal vento.

Alla fine non aveva avuto tempo di chiedere a Tremotino di ricucirlo con la magia, preferì cercare di raggiungermi prima che potessi partire ed andare via senza di lei dalla Foresta Incantata.
Le avevo ripetuto che non vi era bisogno di indossarlo assiduamente, ormai aveva preso coscienza della sua natura ed era in grado di controllare il lupo senza bisogno di nascondersi.

-Preferisco essere sicura fino in fondo, anche se i giorni  del lupo sono lontani- ricambiò il sorriso, guardando oltre l’orizzonte –cos’è che ti preoccupa?- cambiò subito argomento.

Lasciai voltare lo sguardo sulle onde del mare, incrociando le braccia ed alzando appena il mento perché la brezza leggera potesse sfiorarmi il viso.

-Nulla in particolare, oltre agli incubi notturni, temo che possa accadere qualcosa di spiacevole quando arriveremo a Siracusa. Non abbiamo recuperato il Libro della Pace e non abbiamo idea di cosa troveremo lì- dissi semplicemente, stringendomi nelle spalle.

Red scosse il capo lentamente, tirando fuori il kriss dalla guaina che si era costruita appositamente per poterlo portare sempre dietro. Si mise in posizione di guardia puntandomi la lama ondulata contro.

-Hai dimenticato che ci sono anche io e sono un’ottima carta da giocare- mi invitò ad avvicinarmi in quello spazio stretto per avviarci in un combattimento che non sarebbe durato poi così tanto.

Scoppiai a ridere, sembrava davvero seria e non si stava solo divertendo. Coprii la nostra breve distanza e la aggirai per posizionarmi alle sue spalle, correggendole l’intera posizione che era completamente errata. Le feci piegare le ginocchia e le feci mutare l’impugnatura del kriss, perché lo afferrasse dall’alto, di modo che potesse usarlo come pugnale e non come una daga.

-Se davvero sei tu il nostro asso nella manica temo proprio che la mia preoccupazione sia più che ragionevole- le sussurrai all’orecchio, scostandole i capelli con l’uncino prima di iniziare a sfiorarle il collo con esso. Non potevo avvertire la sensazione della sua pelle morbida, ma potevo immaginarla.

-Non ti fidi delle mie capacità!- quel momento durò un istante soltanto poiché si voltò scostando l’uncino e puntandomi il kriss al fianco, lì dove era guarita con fatica la ferita.

-Chi ha parlato di fiducia?- sorrisi abbassandole lentamente il braccio armato, prima di avvolgerle la vita per portarmela accanto. Tentò di ribattere ancora ma la fermai, sfiorandole le labbra così a lungo da farle terminare il fiato.

Se avevo deciso di rilassarmi fino all’ultimo istante, dovetti ricredermi poiché ciò che stavamo raggiungendo si fece sentire più del dovuto. Un rombo di cannoni aveva squarciò l’aria finché la Jolly Roger non fu colpita dal primo dei tanti attacchi che si sarebbero susseguiti.
Io e Red ci distaccammo immediatamente, non ci eravamo accorti della profonda nebbia che si era abbassata fino a coprire l’orizzonte e le palle di cannone che venivano sparate la fendevano per raggiungerci e distruggerci.

-Caricate i cannoni, prendete posizione, ne vedremo delle belle!- gridai al di sotto della mia postazione, prima di indicare a Red di discendere fino al ponte per prepararsi allo scontro.

Avevo immaginato che Sinbad non si sarebbe arreso così facilmente e che avrebbe trovato il modo di non farci raggiungere Siracusa, anche se ormai mancava poco ad arrivare al regno.
La nebbia continuava a coprire ogni visuale e quando mi ritrovai anche io sul ponte diedi le ultime disposizioni anche se il frastuono dei cannoni avversari non permettevano la giusta concentrazione.
Iniziammo a contrattaccare ma senza risultati, non riuscivamo a vedere nulla. Feci posizionare la nave di modo che potesse attraversare la nebbia e quando la sorpassammo, incontrammo il veliero di Sinbad che ci aspettava dall’altra parte.

-Dunque ci rincontriamo- disse Sinbad alzando la voce dall’altra parte perché potessimo ascoltarlo –la scorsa volta siete riusciti a fuggire, ma oggi non vi lascerò alcuna possibilità- i suoi occhi verdi scintillavano di rabbia per quello che era accaduto.

Accanto a lui vi era Marina che sembrava anch’essa pronta a combattere. Dunque avremmo dovuto usare tutte le nostre forze per poterli battere e riuscire a vincerli. Fui in procinto di fare il mio solito discorso alla ciurma prima di una battaglia, ma non ve ne fu il tempo, poiché il mare iniziò a girare vorticosamente proprio al di sotto della Jolly Roger.
Dalle acque sorsero enormi tentacoli che iniziarono ad intrecciarsi intorno alla nave, afferrandone gli alberi e le vele, mentre l’enorme mostro che apparteneva a Sinbad si ergeva su di noi generando le paure peggiori che un uomo di mare potesse avere.

-Per tutti i sette mari, allora esiste davvero!- le parole di Christian ruppero il silenzio e l’espressione colma di stupore che ci aveva trascinati tutti nell’immobilità, mentre alzavamo gli occhi sulla piovra che tentava di stritolare la Jolly Roger.

-Presto, abbandonate la nave!- dare quell’ordine mi provocò un rantolo di tosse provocato dal desiderio reale di non farlo.

-Non possiamo lasciare la Jolly Roger, Capitano!- fu Proteo a strattonarmi per un braccio, perché ci ripensassi. Fu allora che uno degli enormi tentacoli iniziò a spazzare via molti dei miei uomini dal ponte per gettarli in mare.

-E preferisci morire in questo modo? Se il kraken stritola la nave non possiamo fare nulla contro di lui, se non metterci in fuga!- così facendo gli indicai di tagliare tutte le corde.

Sinbad voleva proprio che ci scontrassimo di nuovo sullo stesso terreno, infatti rimase fermo in attesa della nostra venuta.
Il kraken continuava a stritolare gli alberi e a spazzare via il resto dei pirati che non riusciva ad aggrapparsi in tempo ad alcuna corda per potersi lanciare verso la salvezza.
La Jolly Roger sarebbe andata distrutta e così una parte di me, ma non potevo sacrificare un intero equipaggio per una sola nave. Per quanto tutto ciò mi addolorasse, non avevo altra scelta.
Agguantai Red perché potessi condurla via con me, Proteo e Christian si erano già lanciati sulla nave di Sinbad che li accolse con i primi scontri di lame che scintillarono alla luce del sole.

-Ne sei davvero certo, Killian?- mi domandò Red, guardandosi indietro mentre osservava il kraken fare a pezzi le vele.

-Non ho altra scelta- tagliai la corda che ci condusse dall’altra parte, non appena vi scendemmo le sussurrai all’orecchio –occupati della ragazza, combatterà anche lei-.

Non perse un attimo di tempo, Sinbad doveva aver dato alla sua compagna lo stesso ordine, tant’è che Marina si scagliò con Red con voracità, come se desiderasse prendere il suo sangue per vendicarsi di ciò che era accaduto la notte di luna piena.
Red se la cavava piuttosto bene, la sua agilità era ineguagliabile e non si sarebbe lasciata sopraffare facilmente.
Io intanto sguainai la sciabola, il combattimento iniziò senza lasciarmi il tempo di respirare, avrei dovuto affrontare ancora una volta Sinbad ma questa volta non ero certo di potercela fare davvero.
Se non fosse che Proteo si avvicinò di nuovo, prima di atterrare uno degli avversari, mi prese per un braccio tirandomi via da un altro che stava tentando di colpirmi.
Una volta fatto fuori, mi sussurrò con voce carica di fuoco.

-Io mi occupo di Sinbad, tu veditela con il kraken. E’ lì che si trova il Libro della Pace e se non ci liberiamo del mostro saremmo spacciati- così facendo mi abbandonò, lanciandosi nella mischia per poter raggiungere il suo nemico che invece di sporcarsi le sangue rimaneva fermo in attesa del suo unico avversario.

Gran faccia tosta Proteo a lasciarmi il lavoro più complicato! Affrontare il kraken da solo, rischiando di perire al primo tentativo, un gesto davvero gentile da parte sua. Ma Sinbad era il reale nemico di Proteo e quello di un pirata era rappresentato dalla gigantesca piovra, se mai fossi riuscito a sconfiggerla sarei diventato l’uomo più pericoloso al mondo. La cosa mi allettava parecchio.
Uccidere quel mostro non sarebbe stato facile e non ci sarei riuscito al primo colpo, dovevo studiare la  velocità dei suoi movimenti e il modo di agire, ma intanto ne avrei approfittato per prendere tempo e sfruttare tutto a mio piacimento.
Mi sollevai sulla balaustra, agitando le mani in aria per poter richiamare la creatura marina che continuava a stritolare la mia nave.

-Allora, mi vedi? Sono qui, vieni ad affrontarmi se ne hai il coraggio! Se cerchi un  uomo da uccidere, io sono il peggiore che tu possa trovare!- gridai con forza, ottenendo subito l’obiettivo che mi ero prefisso.

Il kraken ascoltando la mia invocazione, lasciò scivolare i tentacoli fino ad immergersi di nuovo nelle acque e si scagliò contro la nave di Sinbad innalzandosi in tutta la sua grandezza.
Deglutii e quando cercò di spazzarmi via con un tentacolo, mi gettai lontano cosicché potesse colpire la nave.
Il mio scopo era quello di distruggere anch’essa per indebolire Sinbad e far fuori più velocemente i suoi marinai.
Continuai a giocare al gatto e al topo piuttosto a lungo, tant’è che molti degli alberi cedettero e alcuni degli uomini divennero il pranzo del mostro, che non si sarebbe placato finché non avesse raggiunto me.
Fu allora che una voce femminile si stagliò nell’aria della battaglia.

-Sta cercando di distruggere la nave, uccidetelo!- era stata Marina a dare quell’ordine, poiché Sinbad era troppo occupato a lottare contro Proteo che non gli dava modo di respirare nemmeno per un attimo, nonostante entrambi si stessero affannando.

-Non ti distrarre, vorrei ricordarti che devi ancora vedertela con me- Red le balzò addosso, atterrandola e sfilandole la lama che teneva stretta nella mano destra, scagliandola lontano.

Sapevo che se la sarebbe cavata bene, mi fidavo di lei. Quando però mi accorsi che uno dei tentacoli del kraken si stava dirigendo proprio verso di loro, ebbi timore che il peggio potesse accadere. Mi agganciai ad una delle corde che ancora sussisteva e mi sospinsi verso la direzione di Red, riuscendo ad afferrarla per poi farla rotolare via insieme a me, gettandomi sul ponte in lontananza per poterla salvare dalla presa del kraken che al suo posto prese Marina.
Le sue urla spezzarono il gran frastuono da cui eravamo avvolti, io tenevo stretta Red a me per poterla proteggere ancora da ulteriori attacchi, ma tutto il resto dell’equipaggio di Sinbad si ammutolì.
Persino lui fu costretto ad arrestarsi quando si accorse di ciò che stava accadendo e Proteo di rimando fece lo stesso.
La donna che amavano si ritrovava nelle grinfie del mostro marino che non ebbe remore nello stringerla nel proprio tentacolo.

-Lasciala andare, te lo ordino!- la voce di Sinbad, carica di preoccupazione, si fece più forte di tutto il resto.

Ma il kraken non parve più ascoltarlo, desiderava altro sangue e il legame che lo univa al suo padrone divenne sempre più sottile, confuso da tutto ciò che stava accadendo.
Non accennò a lasciare Marina, ma anzi iniziò a farla roteare in aria sempre tenendola stretta, come una preda.

-Sinbad fa qualcosa, devi salvarla!- Proteo lo scosse per un braccio, coprendo la loro distanza, per un attimo in tutti quegli anni si sentì di poter collaborare con lui.

Sinbad si oscurò in volto, indeciso sul da farsi. Uccidere il kraken voleva dire spezzare il legame con Eris e al tempo stesso avrebbe causato la perdita di tutta la sua forza e il suo potere. Ma non poteva permettersi di perdere Marina, l’unica luce nella sua vita. Allontanò Proteo con rabbia, corse verso il centro del ponte e staccò una delle assi di legno fino a farne uscire uno scrigno dorato.
Lo aprì e fece uscire un cuore ancora pulsante che tenne stretto nella sua mano, doveva farlo, non poteva tirarsi indietro. Proteo lo raggiunse e si inginocchiò accanto a lui.

-La tua forza non consiste nel potere di qualcun altro, ma nella scelta della strada che decidi di intraprendere- gli sussurrò come ai vecchi tempi qualcosa che però non lo aveva indirizzato verso la scelta migliore da fare.

Sinbad corrugò la fronte, socchiudendo per un attimo gli occhi, come a voler riflettere.
-Sei sempre stato il più saggio tra noi due- disse con un velo di rammarico, ad un rinnovato urlo di Marina fece ciò che era più giusto fare. Stritolò il cuore del kraken fino a farlo diventare polvere, cosicché all’istante la creatura marina  finì nel fondo degli abissi, lasciando ricadere Marina sulla nave che ormai era quasi stata distrutta. Accanto a lei giunse anche il Libro della Pace che si era materializzato con la morte stessa del mostro.

Sinbad corse immediatamente verso di lei per poterla aiutare a sollevarsi, la caduta le aveva provocato la rottura dell’osso della gamba destra e non riuscì ad alzarsi in piedi senza gridare dal dolore.
Io e Red rimanemmo immobili, così com’eravamo rimasti, osservando la scena senza dire nulla. Ci limitammo a fare del nostro centro Proteo con i cui occhi potevamo filtrare la sofferenza ed il dolore.
Il marinaio era stato sconfitto, non poteva fare più nulla contro di noi, ma aveva compiuto la sua scelta. Eppure Proteo non volle arrendersi, non poteva gettare davvero quell’amicizia alle spalle, senza nemmeno tentare di rinnovarla.
Recuperò il libro, usandolo quasi come scudo mentre rimaneva fermo davanti a Sinbad e Marina ormai sconfitti.

-Hai fatto la scelta giusta, Sinbad. Possiamo ancora provare a…- non fece in tempo a terminare di esprimere il suo desiderio, che una nuvola viola avvolse tutta la nave, fino a scomparire per lasciare al suo centro una donna dai lunghi capelli neri che ondeggiavano attorno a tutto il corpo.

-Mi hai estremamente deluso, Sinbad- la sua voce era calda come il miele e la sua bellezza incomparabile, si muoveva sinuosamente verso il suo interlocutore, scuotendo la testa.
-Ti ho dato il potere, ti ho dato la donna dei tuoi sogni, ti ho reso il più grande tra gli uomini e mi ripaghi in questo modo?- posò le mani sui fianchi, per poi circondarlo con la sua presenza, appoggiandogli il mento sulla spalla.

-Non è come credi, Eris. Ho ancora intenzione di portare a termine il mio compito- cercò di spiegare Sinbad, ma lei non volle ascoltarlo.

-Taci, non voglio ascoltare nemmeno una tua parola. Hai ucciso il mio adorato kraken, dovevi badare a lui!- si riferiva al mostro che gli aveva dato in custodia per governare sui mari –Siracusa non è ancora stata distrutta e non sei nemmeno riuscito ad uccidere Proteo- piegò le labbra in un’espressione triste e desolata –il tuo cuore è nero, lo sento, ma hai preferito salvare la donna che ami piuttosto che continuare ad essere il re dei sette mari- sibilò con forza nel suo orecchio, ma tutti riuscimmo ad udire le sue parole.
-Peccato, eri così affascinante, ma ora non mi servi più- e così facendo gli strappò il cuore dal petto per poterlo stritolare così come lui aveva fatto con quello del kraken.

Le urla di Marina e di Proteo squarciarono l’aria mentre il corpo di Sinbad cadeva a terra, privo di vita. La ragazza scoppiò a piangere, cercando di risvegliare qualcuno che ormai aveva lasciato quel mondo. Una scena simile mi richiamò alla mente ciò che accadde tempo fa, quando fui io a compiere gli stessi gesti cercando di far risvegliare Milah, senza successo.
Mi voltai dall’altra parte, non ero in grado di sopportare una visione simile, Red comprese ciò che mi stava accadendo e strinse la mia mano, ricordandomi che non mi avrebbe abbandonato.
Eris si voltò verso di noi, inumidendosi le labbra.

-Killian Jones, è anche a causa tua ciò che è accaduto- mi guardò con un certo interesse, masticando qualche strana idea che poi risultò più chiara –il tuo cuore è simile a quello di Sinbad, forse un giorno tornerò a trovarti- la sua risata rappresentò un arrivederci che minacciò il mio possibile futuro.

Non ebbi nemmeno il tempo di preoccuparmene poiché accadde qualcosa di assolutamente inaspettato. Marina, straziata dalla perdita di Sinbad, recuperò la daga che aveva usato per combattere contro Red e se la puntò all’altezza dello sterno, cercando il coraggio di compiere un ultimo gesto estremo.
Quando Proteo assistette a quella scena, si gettò su di lei togliendole l’arma di mano per proteggerla dalla sua stessa folle volontà.

-Non fare sciocchezze Marina, Sinbad si è sacrificato per te, per salvare la tua vita- quelle parole gli uscirono dalle labbra come fossero un ruggito, la afferrò per la nuca di modo che potesse guardarla negli occhi –non gettarla via in questo modo-.

Il dolore alla gamba di lei era troppo forte, tanto che fu costretta a cadere in ginocchio poiché non riusciva a reggersi in piedi. Le lacrime le soffocarono gli occhi, probabilmente non riusciva nemmeno a vedere lo sguardo addolorato del suo antico pretendente.

-Che senso ha rimanere qui, Proteo? Non posso comprare il mio passato e l’idea di vivere senza di lui mi ucciderebbe lentamente- rispose lei tra i singhiozzi, lanciando un ultimo sguardo al corpo di Sinbad che era rimasto lì accanto a loro.

-Mi prenderò io cura di te, non puoi lasciarmi anche tu, non te lo permetterò!- Proteo continuava a tenerla stretta, proprio per evitare che compiesse quella follia. Anche lui aveva le lacrime agli occhi e trattenerle non sarebbe servito a nulla.

-Lasciami andare, ti prego- gli appoggiò una mano sulla guancia, accarezzandola per pulirla dalle lacrime salate –tentare di amarti sarebbe una bugia. Aiutami- gli rispose con gli ultimi singhiozzi.

Marina non era certa di riuscire a compiere quel passo estremo, si era quindi affidata a lui, perché le dimostrasse di amarla davvero.
Proteo resistette fino all’ultimo, con la daga puntata verso di lei, poiché in quel modo Marina l’aveva direzionata approfittando di una sua debolezza. Quando si sentì pronta annuì, per potergli garantire che fosse giunto il momento. Ma Proteo non accennò a muoversi nemmeno di un sospiro, così fu lei ad andare incontro alla lama, conficcandola nello sterno per inglobarla completamente dentro di sé fino al pomo, finendo poi abbracciata al principe di Siracusa.
Proteo socchiuse gli occhi, mordendosi le labbra a sangue per non guardarla esalare l’ultimo respiro. Fu presa dagli spasmi ma non durò molto quell’agonia poiché la presa su di lui divenne più labile, fino a lasciarsi ricadere di schiena, accasciandosi in un sonno eterno. 
Sinbad era stato sconfitto, la sua compagna aveva deciso di seguirlo per evitarsi una lunga sofferenza. Esempi che avremmo dovuto tenere lontani, poiché non sempre si ha la fortuna di incontrare chi è in grado di trascinarci via dal buio.
Strinsi la mano di Red, rendendomi conto di quanto fossi stato fortunato nell’aver trovato la mia ancora di salvezza, senza nemmeno averla cercata.
Proteo rimase in ginocchio, con il viso coperto dai capelli biondi che si erano allungati e gli coprirono il viso, concedendogli un pianto solitario.
Lasciai per un attimo Red che era ormai al sicuro, l’equipaggio di Sinbad si arrese e gettò le armi sul ponte della nave, io mi diressi verso Proteo appoggiandogli una mano sulla spalla.
Non appena lo sfiorai quest’ultimo si alzò in piedi, pronto per le esequie. Ricacciò via la tristezza dal suo viso, riprendendosi come meglio possibile. Recuperato il Libro della Pace, era ormai tempo di dirigerci verso Siracusa, verso la fine di tutto ciò che era cominciato. 





// Nda

Bye Bye Sinbad! E così siamo al penultimo capitolo. Un pò mi dispiace abbandonare questa storia, è stata la mia prima pubblicazione su questo fandom e la cosa mi emoziona.
All'inizio questo capitolo doveva finire in modo diverso, infatti sarebbe dovuto morire Proteo per salvare Sinbad dalla sua triste fine, ma in tal caso Siracusa sarebbe caduta davvero nel caos più totale e quindi la storia si sarebbe allungata di parecchio. Inoltre mi sono affezionata troppo a lui per togliergli pure la vita, oltre al fatto che Killian ha anche sofferto abbastanza. W i finali disneyani, ogni tanto ci stanno. 
Rinnovo i miei ringraziamenti a  tutti coloro che continuano a seguire questa storia. Alla prossima con l'ultimo capitolo!
   
 
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