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Autore: KatWhite    23/09/2013    3 recensioni
"«Beh…» soppesò la risposta da dargli mentre lo osservava di nascosto e l'altalena lentamente si fermava: la tenuta da jonin era stata abbandonata e sostituita con l’abbigliamento quotidiano di sempre, la solita maglia verde accompagnata dai dei pantaloni blu scuro, segno forse che avesse il desiderio di ricominciare una vita lontanamente normale. Ino distolse prontamente lo sguardo vedendolo muovere qualche muscolo, riportando lo sguardo al terreno. «Mi mancava un po’ questo posto.» Mi mancava il tempo passato con te, e qui è dove ne abbiamo trascorso di più quando eravamo felici.
«Ino guardami» le disse freddo e serio. Poteva sopportare tutto, ma che non gli rivolgesse nemmeno uno sguardo, che non potesse più ammirare quel blu tanto amato e perfetto che incorniciava i suoi occhi e che si estendeva sino alle profondità più recondite delle sue iridi, no. Questo non poteva lontanamente contemplarlo.
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White Midnight 2013, Auguri a Shikamaru ed Ino! E anche a Milly. ♥
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Seduta in una banale altalena di uno scialbo parco giochi dell’infanzia e del divertimento di molti bambini, ormai per la maggior parte distrutto e in rovina a causa della guerra, una Ino faceva mollemente dondolare i piedi a terra, mentre contemplava le proprie ginocchia totalmente priva di emozioni. Era da poco tornata a Konoha, e non aveva ancora avuto l'occasione di dare l'ultimo saluto al padre. Aveva evitato persino la madre, voleva tenere nascosto il suo ritorno a casa poiché si riteneva indegna del diritto di vita per qualunque motivo, per qualunque persona: suo padre? Era morto, affidando a lei le proprie speranze di vita, speranze che Ino sentiva troppo pesanti sulle sue spalle e indegna di portare.
Per sua madre? Con che coraggio avrebbe potuto guardarla negli occhi dopo tutto quello che era successo e raccontarle di Inoichi caduto in battaglia?
Per Sakura? Oh beh, Sakura ormai aveva il suo Naruto, e la sua vita a cui pensare; e di certo questa non sarebbe cambiata poi molto per lei, se ci fosse stata una Ino Yamanaka in meno.
Asuma-sensei? Nonostante la promessa che gli aveva fatto, incontrarlo dopo così poco tempo la sua prematura morte era stato un colpo al cuore, così difficile da mandare giù. Solo grazie a Choji e Shikamaru era riuscita a comportarsi come realmente doveva comportarsi, come realmente avrebbe dovuto comportarsi ora e avrebbe dovuto comportarsi ogni giorno a venire. Ma ora era sola. Perché, anche se non lo avrebbe mai ammesso, in realtà era stato proprio Shikamaru che le aveva dato la forza e il coraggio necessari per guardare le proprie mani avventarsi contro il suo stesso sensei, sotto i suoi occhi increduli e vogliosi di versare lacrime salate e amare.
E i suoi due eterni amici? Shika e Cho? Beh, per quanto riguarda quest'ultimo, le aveva fatto compagnia per tutta la durata della guerra e persino durante il tragitto di ritorno a casa. Era certa che lui sarebbe stato al suo fianco anche in quel preciso momento, ma era stata Ino stessa a volersi allontanare per crogiolarsi in solitudine nel proprio dolore.
Infine Shikamaru? Dire che era letteralmente sparito dalla circolazione era un eufemismo. Lo aveva perso di vista da quando erano venuti a conoscenza della dipartita dei rispettivi genitori. Dopo quelle furtive lacrime di dolore, che esprimevano nemmeno un’unghia di tutto il terrore, la paura, l’angoscia e la solitudine che albeggiavano nel cuore della bionda, gli occhi nocciola scuro di Shikamaru –così maledettamente simili a quelli del padre, ma con lo sguardo severo e comprensivo al contempo della madre- non avevano più scrutato nulla della longilinea figura di Ino.
Il più grande punto interrogativo della ragazza in quel momento era cosa avrebbe fatto adesso, cosa ne sarebbe stata ora della sua esistenza, chi o cosa l’aspettava dietro quel portone mastodontico e così difficile da attraversare che era la vita –anche se definirla vita, a suo parere, non era propriamente esatto-.
Sbuffò e alzò lo sguardo per rivolgerlo al cielo, mentre piano si dava una spinta per iniziare a volteggiare accompagnata dal cigolio delle catene, ormai vecchie e rugginose: c’era ancora qualche traccia del grigiore e dell’oscurità di quei giorni tristi, quell’odore acre e pungente di sangue, ferro e vite recise troppo presto tipico della guerra nell’aria, ma le nuvole, quelle dannatissime nuvole così amate da quel dannatissimo di Shikamaru, erano sempre lì che la adocchiavano severe.
Quando erano piccoli, loro tre solevano riunirsi in quel parchetto per giocare e divertirsi assieme, farsi i dispetti e scherzare, per poi a fine giornata ognuno prendere la propria postazione: Ino in sella all’altalena, Choji sotto le fronde di una imponente quercia a mangiare beatamente e pacatamente le sue patatine, mentre Shikamaru era disteso in mezzo ad entrambi sul prato con gli occhi socchiusi ed incollati all’insù a contemplare il lento trascorrere e mutarsi delle nuvole.
Un frusciò soffiò da dietro Ino, mentre, non opponendo resistenza poichè già sapeva di chi si trattasse, sentiva qualcuno afferrare la seggiola e spingerla per aria. Iniziò così ad andare più veloce, mentre il nuovo arrivato si adagiava tra lei e un albero ormai spoglio, rinsecchito ed avvizzito.

«Certe cose non cambiano mai, mendokusee.»
Ino sorrise al sentire quel tono roco e svogliato che le mancava così tanto, accompagnato da quell’espressione che era ormai il marchio che lo contraddistingueva da tutti gli altri, che lo rendeva unico e speciale. Che lo rendeva Shikamaru.
Non osò cercare il suo sguardo, certa che altrimenti avrebbe sentito tutto quello che lei aveva dentro -anche se era sicura che già lo sapesse- e non voleva addossargli altra sofferenza più di quella che già provasse.

«Eh già» si limitò a confermare Ino, non sapendo che altro rispondergli. Dopo così tanto tempo che non si vedevano lui iniziava un discorso così, come se nulla fosse accaduto. “Tipico di uno stupido come lui” si trovò a pensare nascondendo un sorriso.
«Che cosa ci fai qui?» La incalzò prima che lei potesse fargli la stessa domanda.
«Beh…» soppesò la risposta da dargli mentre lo osservava di nascosto e l'altalena lentamente si fermava: la tenuta da jonin era stata abbandonata e sostituita con l’abbigliamento quotidiano di sempre, la solita maglia verde accompagnata dai dei pantaloni blu scuro, segno forse che avesse il desiderio di ricominciare una vita lontanamente normale. Ino distolse prontamente lo sguardo vedendolo muovere qualche muscolo, riportando lo sguardo al terreno. «Mi mancava un po’ questo posto.» Mi mancava il tempo passato con te, e qui è dove ne abbiamo trascorso di più quando eravamo felici.
«Ino guardami» le disse freddo e serio. Poteva sopportare tutto, ma che non gli rivolgesse nemmeno uno sguardo, che non potesse più ammirare quel blu tanto amato e perfetto che incorniciava i suoi occhi e che si estendeva sino alle profondità più recondite delle sue iridi, no. Questo non poteva lontanamente contemplarlo.
Lentamente Ino ubbidì, sollevando il viso smunto e pallido ed andando ad incontrarne il suo. Immediatamente Shikamaru udì un gemito, e inizialmente non capì il motivo dello strano comportamento della compagna; ci pensò su un secondo e poi realizzò:
«Ora sono tale e quale a quel vecchiaccio di mio padre» disse con evidente sarcasmo mentre sghignazzava.
La battaglia finale non era stata clemente ed era questa che l’aveva tenuto lontano da Ino, sentendo l’impellente desiderio di onorare la memoria del padre e di andare a combattere direttamente in prima linea, rimediando lo sfregio che gli attraversava ora la parte destra del volto.

«Ma tu quindi… stai bene?» domandò esitante.
«Potrebbe andare meglio se la smettessi di fare i capricci e tornassi a casa con me da tua madre.»
«Le hai detto che sono qui?!» la voce di Ino si alzò improvvisamente divenendo stridula e acuta.
«Beh, se sono tornato persino io, come puoi pensare che non lo avrebbe intuito?»
«Upmh» si limitò a sbuffare mentre alzava il viso in aria, sconfitta ma non intenzionata ad ammettere il proprio errore di valutazione.
«Oh avanti Ino!» La pregò, alzandosi da terra e posizionandosi di fronte a lei, porgendole la mano.
Questa prese un’ultima spinta all’indietro e non appena arrivò di fronte a Shikamaru si buttò per aria, finendo volutamente sopra di lui.

«Come ai vecchi tempi.» mormorò Ino divertita, memore di aver compiuto quel gesto ogni volta che Shikamaru l’ammoniva che era ora di tornare a casa.
«Mendokusee!! Che male!»
«Oh avanti pigrone, non ti sei fatto niente! Ti dimentichi che io sono un peso piuma!»
«Più una balenottera incinta…»
«CHE COSA HAI DETTO?!» domandò fintamente furente Ino mentre prendeva a picchiettargli giocosa il petto, urlandogli contro improperi di ogni genere.
Era incredibile come riuscisse a farla sentire viva, come potesse annullare qualunque crepa o incrinatura nel suo cuore, come riuscisse a riempirla di gioia e spensieratezza quando in realtà aveva solo voglia di stare a compiangersi.
Ino diminuì sempre più gli schiaffi fino ad annullarli, mentre alzava il viso trovandosi a pochi centimetri dal suo.

«Grazie Shika.» gli bisbigliò flebile.
«Di niente, seccatura.» le rispose sorridendo dolce.
Fu in quel momento che Ino capì che era Shikamaru che l’avrebbe attesa al di là di quella soglia tanto temuta; che se non era per sua madre o per i suoi amici, era per Shikamaru che avrebbe dovuto stringere i pugni, stringere i denti e andare avanti, perché lui l’aveva sempre fatto per lei, perché lui c’era stato in ogni momento per lei. Si era perduto per un po’, ma in poco tempo aveva ritrovato la retta via e, come sempre, le aveva porto la mano per aiutarla ad uscire dal suo oscuro ed intricato tunnel.
Sorrise quindi Ino, mentre si avvicinava e lo baciava: un bacio timido e a fior di labbra della durata di pochi secondi, che non chiedeva più di quello che meritava.
Quando si staccò dalle sue labbra, non ebbe tempo di riprendere fiato che Shikamaru la trasse nuovamente a sé, baciandola con più foga e desiderio.

«Ce ne hai messo di tempo, seccatura.» mormorò prima di avventarsi nuovamente sulle sue labbra e ingrovigliando le proprie mani ai capelli color oro di Ino.
I due andarono avanti a baciarsi ancora, ancora e ancora, accompagnati solamente dal cigolio di una vecchia altalena di sottofondo. 




Note dell'autrice:
Ok allora, concedetemi di spiegare la nascita di questo OBBROBRIO: innanzitutto mi giustifico dicendo che l'avevo pensata diversamente, ovvero sia il prompt dell'altalena (suggerito dalla Milly u.u) avrebbe dovuto fare da sfondo a quattro flash/shot che dovevano raccontare i momenti più felici e più tristi di Shika ed Ino ("so many ups and downs"), ma che hanno sempre passato assieme.
Inutile dire che mi sono svegliata all'ultimo e non ho avuto il tempo materiale di fare la mia """""""""""""""grande opera
""""""""""""""" e pensavo di fare una shot decente su almeno l'ultimo momento che avevo pensato, ma ne è uscito sto schifo, mi spiace! Ma piuttosto che non partecipare al WM e restare impassibile, preferisco pubblicare obbrobbri del genere e dare il mio -seppur inutile- contributo.
Passo ora alle note: innanzitutto è "What if" poichè si presuppone, dai recenti spoiler, che Shikamaru sia tornato vivo dalla guerra ma, per qualche oscuro motivo sconosciuto persino nella mia testa, si sia separato da Ino [cosa che invece non accade nel manga]. Non credo che invece i personaggi siano OOC, forse un po' Ino... è il contesto che fa schifo, ma in fondo, mi piace come ho reso i personaggi.
Questa fiction ha partecipato al White Midnight, inziativa riportata alla luce dal « White Flies Crusade ~ A ShikaIno FanForum ¬
Inoltre questa fic vuole anche essere un regalo (AHAHAHAHAHA ma chi voglio prendere in giro? ç_____ç) per me e la mia Mirin-chan, che mi manca da impazzire. Hai visto scema che per una volta ho scritto io qualcosa per noi? Fa schifo, ma è il pensiero che conta, giusto, giusto?! No. Anyway, you know i love you, baka. 

Non so che cos'altro dire, se non un buon White Midnight a tutte le mosche e ai mosconi, possano Shikamaru ed Ino ritinteggiare del candido bianco i nostri cuori e pure quelli grigi, toh' u.u
Kiss,
Emily.
  
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