Sanzo leggeva il giornale senza prestare particolare attenzione a ciò che lo circondava. Seduto sul davanzale della finestra, nella stanza che condivideva con il rumorosissimo Goku, cercava di concentrarsi sulle notizie, mentre il demone vagava da una parte all’altra della camera insofferente all’immobilità cui era costretto.

La venetta sulla fronte di Sanzo cominciò a pulsare.

“Vuoi stare fermo?” chiese il monaco ormai al limite della pazienza.

“Ma Sanzo, io mi annoio” annunciò l’altro con uno sguardo triste.

“ E allora esci” disse il monaco sempre più seccato.

“No. Voglio stare qui” rispose Goku con sicurezza. Era evidente che non si riferisse al luogo ma alla compagnia di Sanzo, per quanto quella del monaco potesse chiamarsi compagnia.

Sanzo scosse il capo e tolse gli occhiali poggiandoli sul davanzale.

“Non hai fame? Vai a mangiare” rispose ripetendo il copione che ormai recitavano da settimane.

“Va bene” accettò Goku con un sorriso solare e uno sguardo dolcissimo, avviandosi verso il ristorante che aveva notato all’arrivo in quel villaggio.

Una volta che la porta fu chiusa, Sanzo ripiegò accuratamente il giornale abbandonandolo a fianco agli occhiali.

Si alzò scuotendo la testa per l’ennesima volta, per poi dirigersi alla porta.

Goku era rumoroso, fastidioso e spesso seccante. E alla fine, per farlo tacere, era costretto a recitare quella stupida commedia ogni santa volta, perché mai lo avrebbe invitato palesemente a uscire.

Chiaramente lo faceva solo per zittirlo. Avere una scimmia che gli ronzava intorno, con aria più o meno addolorata, mentre cerava di concentrarsi sul suo amatissimo giornale, era esasperante. E lui di pazienza ne aveva proprio poca, questo era risaputo.

Si rese conto da solo del cumulo di idiozie cui stava pensando.

Sorrise Sanzo, avviandosi verso la locanda in cui sapeva di trovare un demone dagli occhi dorati. Aprì la porta in tempo per vedere Goku finire di ordinare e voltarsi verso di lui.

“Stai diventando lento” lo prese bonariamente in giro il compagno.

“No, sei tu che corri sempre più veloce per rimpinzarti”.

Goku sorrise facendogli cenno di sedersi e Sanzo accettò l’invito, attenendosi a quel breve copione che ormai li vedeva protagonisti da settimane. Perché quella di Sanzo, fin dal principio, si era rivelata una proposta a uscire, e Goku, che ormai lo conosceva bene, l’aveva capito.

Il monaco, osservando fintamente seccato il suo compagno trangugiare a velocità disumana qualsiasi cosa gli fosse servita, pensò che in fondo non avrebbe mai rinunciato ai quei brevi momenti che riuscivano a ritagliarsi tra una sosta e l’altra. Perché era solo in quegli attimi che Sanzo si mostrava per ciò che era: un ragazzo di ventitré anni che, volente o nolente, aveva trovato in un altro il suo sole personale, per quanto il demone sostenesse ancora il contrario. E Goku… beh, Goku era sempre se stesso. La stupida scimmia. L’unico che, nonostante le difficoltà, era realmente riuscito a farsi spazio in quell’animo scostante.

No, si disse Sanzo guardando il sorriso che Goku gli rivolgeva, non avrebbe rinunciato a tutto quello per nulla al mondo.
Ma ammetterlo era tutt’altra storia…

Fine… o no?


Note conclusive: Nulla di speciale come vedete. L’idea era quella di soffermarmi su una piccola abitudine dei due protagonisti. La fic, come la scorsa volta del resto, non ha trama, me ne rendo conto.
Comunque non si conclude qui purtroppo per voi XD
Questa è la prima di una serie di “fotografie” su Sanzo e Goku. Potete considerarle autoconclusive, ma in realtà non saranno mai davvero slegate le une dalle altre.
Detto questo, vi saluto e vi esorto a farmi sapere cosa ne pensate, nel bene e nel male chiaramente.
-Airis-