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Autore: Frosty_Haddock    25/09/2013    6 recensioni
[HIJACK] Dopo qualche mese dalla vittoria contro Pitch Black, Jack viene convocato da Nord per incontrare gli altri spiriti stagionali, Rapunzel, Merida e Hiccup. Nel corso del tempo il loro legame si rafforzerà e sarà proprio un nuovo attacco da parte del Signore dell'Oscurità che metterà alla prova la loro amicizia.
Nel frattempo, Jack si troverà faccia a faccia con dei sentimenti mai provati prima nei confronti dello Spirito dell'Autunno...
[AGGIORNATA CON CONCEPT ART]
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Questa è la mia fan fiction che pubblico sul sito. Sarò breve così potrete gustarvi da subito la storia. La pairing è Hijack ( Hiccup x Jack ), se non è di vostro gradimento, allora vi sconsiglio di leggere la mia storia. La loro relazione si approfondirà gradualmente, quindi non aspettatevi chissà cosa nei primi capitoli ;) Nel caso non vi sia chiaro qualcosa, non esitate a chiedere, anzi, sarò più che felice di aiutarvi. Un’ultima cosa, Sdentato non c’è per ora, il motivo verrà spiegato successiv
Ho inserito a fine capitolo delle concept art per i vestiti, spero che vi piacciano!
Detto ciò, vi lascio alla mia storia, buona lettura!

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Capitolo 1 – NUovi Amici?
“Ahahahah Jack smettila!” Il piccolo Jamie urlò, mentre cercava di difendersi dalle palle di neve che gli erano lanciate dallo spirito dell’inverno, Jack Frost.
 L’albino rise di gusto e fluttuò verso il bambino, per poi spingerlo e farlo atterrare di faccia su un morbido cumulo di neve; Jamie si mise in piedi velocemente e la sua risata riecheggiò nel cortile mentre si scrollava di dosso la candida neve.
“Questa me la paghi Jack!”.
I due si divertirono così tanto che non si resero conto che il sole era tramontato da un bel pezzo e l’atmosfera si era fatta più fredda attorno a loro.
“Coraggio Jamie, torna dentro o ti prenderai un brutto raffreddore!” disse il guardiano del divertimento preoccupato.
”Ma Jack-!” il bambino tentò di replicare, ma venne subito interrotto dal suo amico: “Niente ma Jamie. Ti prometto che domani giocheremo tutto il giorno e faremo il pupazzo di neve più grosso che si sia mai visto!” Jack gli scompigliò i capelli e lo salutò, ricevendo un “Va bene Jack, a domani!” dal suo piccolo compagno.
 Il ragazzo, brandito il bastone, prese il volo, comandando il vento di condurlo verso la foresta che circondava la cittadina di Burgess.
Una volta poggiati i piedi a terra, Jack si scrutò attorno finché il suo sguardo fu attirato dalla luce abbagliante dell’astro che regnava nel cielo notturno.
 Rimase a contemplare la figura lattea della Luna, chiedendosi se mai Manny si sarebbe degnato di parlargli. Con una scrollata di spalle, Jack si mise alla ricerca di un albero su cui poter sonnecchiare comodamente, ma si fermò di colpo quando udì un fruscio alle sue spalle. Serrò la presa sul suo fedele bastone, pronto per congelare chiunque lo stesse seguendo.
 Mosse dei passi in direzione di un cespuglio in modo cauto, tuttavia si rilassò quando scorse la sagoma familiare del Guardiano della Speranza. Con un sospiro, Jack abbassò il bastone e si rivolse al coniglio gigante: “Oh, che piacere, Coda di Cotone, a cosa devo la tua visita?”. Con un grugnito irritato, Calmoniglio venne allo scoperto brandendo uno dei suoi boomerang in direzione del giovane.
“Abbassa la cresta amico, potresti pentirtene.” Lo avvertì l’enorme coniglio; Jack sorrise divertito e si avvicinò per dargli una pacca sulla spalla pelosa.


“E’ da un po’ che non ci si vede”, disse l’albino.


“Già, puoi dirlo, ma non è che mi dispiaccia così tanto” Lo spirito della Pasqua sogghignò, poi aggiunse: “Ad ogni modo, Nord mi ha mandato per dirti che devi andare da lui. Ha detto che era alquanto urgente".


“Mi chiedo cosa possa essere…” si domandò Jack.
 Calmoniglio non esitò a stuzzicarlo, dicendogli: “Non lo scoprirai mai se resti qui, Ghiacciolo”.
Il coniglio estese una delle grosse zampe e batté tre volte sul terreno, finché la terra non scivolò all’interno, rivelando l’ingresso di una galleria.
 Salutò l’albino e saltò nel buco, che si richiuse sulla sua testa, rimpiazzato subito da un fiore multicolore. Jack rimase a osservare il fiore per qualche secondo, poi insieme al suo amico vento si diresse verso la dimora di Nicholas S. Nord, lasciandosi alle spalle la tranquilla e dormiente città.


Sorvolò l’oceano, fino a scorgere i ghiacciai del polo Artico. Volò sui grandi blocchi di ghiaccio, addentrandosi sempre di più nel freddo clima; Una volta scorta la sagoma del palazzo, ordinò al vento di rallentare per farlo atterrare nei pressi dell’entrata.
Una volta varcato il grosso portone di legno, Jack si osservò intorno per scorgere la presenza del Guardiano della Meraviglia, ma senza successo. Decise così di percorrere i lunghi corridoi dalle pareti rosse in cerca di Nord. Intorno a lui, dozzine di elfi nelle loro uniformi rosse con il cappello a punta erano intenti a preparare biscotti, mentre altri testavano i giocattoli che gli yeti fabbricavano.
Riuscì a scorgere tra gli individui pelosi anche il suo Yeti preferito, Phil, che alla vista del ragazzo borbottò qualcosa nella sua lingua incomprensibile e gli mandò un’occhiataccia.
Procedendo nei corridoi, Jack si ritrovò diverse volte a dover rifiutare gentilmente i biscotti che gli erano offerti; dopo quella che sembrava un’eternità, il giovane Guardiano si ritrovò davanti il grosso globo di ferro adornato da migliaia di luci gialle che brillavano come non mai.
Jack sorrise inconsciamente, ricordando l’episodio del suo incontro con Jamie. L’albino fu riportato alla realtà dalla rumorosa risata di Nord proveniente dall’ufficio dell’uomo, dall’altra parte della sala. Il ragazzo si avvicinò e bussò esitante.
“Nord, sei lì dentro?”.
La risata morì subito e fu seguita da un’ancora più forte, tant’è che Jack dovette tapparsi le orecchie per sopprimere il suono.
“Accidenti Jack, non ti aspettavo così presto! Forza, entra!”.
La porta della stanza si aprì, rivelando un grosso omone con occhi azzurri e una lunga barba bianca. “Uhm… Calmoniglio mi ha detto che-“, il ragazzo iniziò la frase, ma fu interrotto dal grosso omone che rise di nuovo e gli fece cenno di seguirlo.
“Ti ho convocato qui, mio caro Jack, perché voglio presentarti qualcuno!” Esclamò Nord, conducendolo in una stanzetta adiacente al suo ufficio, il cui arredamento consisteva in un enorme camino decorato con pungitopi e altri motivi natalizi, una grande poltrona rossa con cuscini bianchi a strisce verdi, un tappeto di cui Jack non riuscì a cogliere né l’inizio né la fine e un tavolo rotondo con sopra una montagna di dolci. Ciò che catturò l’attenzione dello spirito invernale furono le figure sedute attorno al tavolo.
In quel momento Nord parlò: “Jack, voglio presentarti Rapunzel e Merida, gli spiriti della Primavera e dell’Estate”.
All’udire la voce dell’uomo, le due ospiti si voltarono, rompendo la conversazione che stavano tenendo animatamente. La prima aveva lunghi, lunghissimi capelli dorati raccolti in una treccia e diverse stringhe di cuoio per tenerla stretta, insieme a fiori di ogni specie e colori che la decoravano.
I suoi occhi erano di un colore verde brillante e un viso morbido che assumeva un colorito più roseo sulle sue guance; indossava un corpetto rosa dalle mezze-maniche e spalline gonfie, e stringhe d’oro che lo abbellivano ulteriormente, mentre nella parte inferiore indossava una gonna a palloncino di un rosa più scuro, sormontata da una cinta di pelle marrone cui era attaccata una borsetta.
 Infine, ai suoi piedi calzavano delle ballerine bianche e poco più in alto, sui suoi polpacci, erano intrecciate delle sottili strisce di cuoio, simili a quelle che decoravano i pantaloni di Jack.
 Spostando lo sguardo sull’altra ragazza, Jack notò i suoi occhi azzurri e un sorriso beffardo sulla faccia, contornata da una chioma di capelli rossi e ricci che non vedevano un pettine da moltissimo tempo. Indossava anche lei una specie di corpetto marrone che terminava sulle sue spalle, e sulle sue braccia aveva delle maniche che partivano direttamente dal gomito, cadendo morbidamente.
Sotto il corpetto indossava dei pantaloncini corti neri e una cinta dalla fibbia dorata. Sulle sue gambe c’erano degli scaldamuscoli retti da stringhe di pelle e delle ballerine nere sui suoi piedi.


Dopo averle osservate per bene, l’albino sollevò timidamente la mano e con un cenno mormorò un ”Ehilà”. Le due ragazze si scambiarono un’occhiata e si avvicinarono a Jack.
La bionda estese la sua mano e con un pallido rossore sulle guance disse: “Piacere, sono Rapunzel”. Jack le sorrise e ricambiò la stretta. “Jack. Jack Frost”. Anche l’altra estese la mano e afferrò quella del Guardiano, scuotendola energicamente. “E’ un piacere Jack, io sono Merida”.
A quel punto, la voce di Nord si fece sentire di nuovo: “Oh, a quanto pare Hic non è ancora arrivato!”

“Quel piccoletto è sempre in ritardo, bisognava aspettarselo!”, esclamò la rossa mettendosi a braccia conserte.
 “Ehi, non è gentile nei suoi confronti!”, la rimproverò Rapunzel, ma l’altra sembrò ignorarla completamente.
La bionda roteò gli occhi seccata;  “Hic?”, chiese Jack curioso.
 “E’ lo spirito dell’autunno, credo che sarà qui a momenti. Forza! Seguitemi!” Urlò Babbo Natale, conducendoli nella sala controlli del Globo.
I tre, non sapendo cosa fare, si sedettero comodamente sulle poltrone adiacenti alle grandi vetrate della stanza.
 “Allora Jack, raccontaci un po’ di te!” incalzò Rapunzel, curiosa di conoscere meglio il famoso Jack Frost. “Uhm…ecco io-“ In quel momento un potente ruggito lo fece fermare.
“Ah, finalmente è arrivato, stavo quasi cominciando a invecchiare!” esclamò Merida. La bionda di tutta risposta le diede una gomitata sul braccio.
 Jack nel frattempo, stava ancora cercando di capire cosa fosse stato quello strano rumore; assolto nei suoi pensieri, infatti, non si accorse della creatura pochi metri da lui. Rapunzel lasciò di scatto il suo posto e corse in direzione del drago per abbracciarlo.
“Hic! Quanto tempo!” Il rettile roteò gli occhi, poi strofinò il muso sulla pancia della ragazza in segno di affetto.
 “Jack vieni, ti presento Hic!” esclamò la bionda; Jack alzò lo sguardo e sgranò gli occhi alla vista della creatura davanti a lui. “Un…drago?” balbettò incredulo, poi si avvicinò lentamente contemplando l’animale. Aveva la pelle nera come la pece, ma alla luce le sue scaglie assumevano una colorazione blu.
Il suo sguardo era penetrante e il colore delle iridi era di un verde acido che lasciò senza fiato il ragazzo. Ciò che lo colpì di più furono le orecchie del drago, che ricordavano quelle di Calmoniglio; In un istante il corpo del drago si illuminò, e quando la luce svanì, al suo posto vi era una ragazzino, che si passò mano tra i capelli dai riflessi rossi, lasciando cadere qualche foglia secca. I suoi occhi erano verdi come quelli che aveva nella sua forma animale; Sulle sue guance si estendevano costellazioni di lentiggini che gli davano un aspetto ancora più giovanile. Indossava una veste bianca con maniche al gomito che raggiungeva i suoi fianchi, il tutto adornato con una giacchetta di pelliccia e una cinta di pelle. Sotto, aveva dei pantaloni marroni e degli stivali di cuoio che gli arrivavano alle ginocchia.
“Se hai finito di mangiarmi con gli occhi, possiamo anche passare alle presentazioni” disse il brunetto alzando un sopracciglio. Jack si trovò ad arrossire per l’imbarazzo e si passò una mano sul retro del collo. “Sono Jack” disse poi stringendo la mano del più piccolo.
“Piacere, sono Hiccup” rispose l’altro con l’accenno di un sorriso.
“BENE! Sono felice che vi siate incontrati! Adesso, se non vi dispiace, devo tornare al lavoro, mancano solo centottanta giorni a Natale!” esclamò Nord ai quattro, che si guardarono perplessi.
“Ehm…che facciamo adesso?” chiese Rapunzel.
“Adesso direi che possiamo tornare a sorseggiare il nostro the” disse la rossa.
“Hai ragione, io ho ancora fame!”. La bionda si diresse verso lo studio di Nord, seguita da Merida, lasciando da soli i due ragazzi.
Jack decise di rompere il silenzio imbarazzante con una pacca sulla schiena del più piccolo.
“Sarà meglio andare. Ti unisci a me?” gli chiese offrendogli uno dei suoi sorrisi migliori.
“Ci puoi contare” Hiccup gli rispose ricambiando il gesto.
 Jack lo seguì, ignaro del fatto che il loro incontro era stato voluto dall’Uomo nella Luna, che osservava i suoi figli dalla sua dimora nel cielo.

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Ecco qui le concept art, colorate digitalmente sulla lineart a matita ;D



E’ fatta! Vi ringrazio dal profondo del cuore di aver letto il primo capitolo! Fatemi sapere in una recensione cosa ne pensate! Alla prossima!
Frosty-Haddock*

 
  
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