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Autore: Matt2291    29/09/2013    2 recensioni
"Sentii di nuovo le lacrime salirmi agli occhi ma le ricacciai indietro e deglutì senza muovermi.
Lo scricchiolio della neve sotto le scarpe aveva un non so che di graffiante e il manto innevato che si perdeva a vista d’occhio sembrava un oceano pronto a trascinarmi nei suoi meandri più bui dell’oscurità, relegarmi a vita e lasciare il mio strazio a vagare inutilmente dove nessuno lo avrebbe sentito.
Improvvisamente, un richiamo, molto lontano.
"
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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***

 

Il ponte in pietra coperto di neve appariva triste e malinconico, per quel motivo ero lì; lui era proprio come me.

Le braccia sul bordo e la testa su queste, osservavo senza vedere lo scorrere dell’acqua sottostante su cui, di tanto in tanto, qualche fiocco di neve cadeva e scompariva istantaneamente, inghiottito senza possibilità di clemenza.

Nascosi parte del viso sotto la sciarpa rossa e respirai l’aria filtrata meno pungente e dolorosa per i miei polmoni.

Chiusi gli occhi e subito come un lampo ritornò alla mente la scena di poco prima, a casa mia.

Sakura e Naruto. Sulle scale. Il bacio.

Trattenni un altro tremito e strinsi i denti ma non solo per il freddo.

Era stata una pessima idea organizzare quella festa di Natale con i miei genitori fuori città, se non lo avessi fatto ora non sarei qui, sola, e a congelare sotto la neve. Mi sentivo tradita.

Quel ragazzo biondo lo adoravo, qualunque cosa facessi anche se imbarazzante lui era lì a dirmi che ero una tipa in gamba, irradiandomi ogni volta con il suo sincero e splendente sorriso.

Eravamo amici, ma in quel momento non sapevo più chi fosse.

Eppure Sakura sapeva ciò che provavo per lui, ma non ha esitato a portarmelo via senza pormi una minima spiegazione.

In quella notte di festa, io ero l’ombra struggente dell’infelicità, il fantasma condannato a vagabondare in eterno sulla terra senza la possibilità di trovare un po’ di pace.

Ferita nell’orgoglio e nell’amore, nell’amicizia e nella lealtà, non potei far altro che scappare da quella casa indossando la prima cosa che vidi appesa; quel giaccone non era neppure mio ma in quel momento non mi importava di nulla, volevo solo sparire e dimenticare quelle brutte sensazioni che mi avevano travolto con violenza inaudita, lasciandomi inerme e fragile come non lo ero mai stata.

Sentivo le mani congelate; non avevo indossato i guanti e lì fuori dovevano esserci almeno un paio di gradi sotto lo zero.

Ero doppiamente stupida e priva di coraggio, perché non volevo tornare a casa mia per paura. Sarei rimasta lì, con la certezza che prima o poi tutti se ne sarebbero andati, lasciando ogni stanza vuota e in disordine. Solo allora, se fossi stata ancora viva, sarei tornata.

Immobile e poggiata sulla neve, il freddo mi stava entrando in corpo e in quel momento mi resi conto di non riuscire a trattenermi dal tremare piuttosto vistosamente.

Mi inginocchiai a terra e mi abbracciai, ricercando tutto il calore sull’addome e pregando si riuscire a resistere abbastanza da poter sopravvivere ancora per qualche ora.

Una lacrima mi scivolò lungo la guancia ma la tolsi frettolosamente con una mano e la rimisi sotto il giaccone; battevo i denti e mi strinsi ancor più in me stessa. Tutto ciò era terribile e ingiusto. Perché dovevo essere lì a morire di freddo quando potevo benissimo tornare a casa mia e scacciare tutti? Perché non lo facevo anziché pensarlo?

Mille sguardi.

Gli occhi di tutti mi avevano scrutato mentre fuggivo lungo il salone per poi lanciarmi fuori la porta e sparire tra la neve; anche in quel momento mi sembrava di essere derisa e giudicata.

Durante la scena e la fuga sentii dei brusii sommessi nonostante la musica a tutto volume, ma cercavo di non ascoltare nulla, volevo solo allontanarmi e ora ero lì, rannicchiata e tremante, frustrata e triste. Non sapevo se avercela con Sakura, Naruto o semplicemente me stessa, dopotutto ero io quella rimasta indietro e senza coraggio, ero io quella fuggita mentre loro si baciavano in casa mia, davanti a me.

Due lacrime, ma non feci nulla stavolta. Nessuno mi avrebbe visto.

Respirai affannosamente e gemetti più volte, senza prestare troppa attenzione alla vista offuscata dalle lacrime che tra poco mi avrebbero inghiottito.

Non piangevo da quando alle medie mi tagliarono i lunghi capelli biondi con un colpo netto di forbici.

“Solo uno scherzo” avevano detto, ma quel ricordo struggente era ancora vivido nella mia mente come accaduto il giorno prima: amavo i miei capelli e anche ora, a distanza di anni, non permetto a nessuno di toccarli.

Presi la lunga coda bionda e la misi sulle gambe. La strinsi, ricercando un po’ di calore nelle mani che ormai non sentivo più, ma non avvertii nulla, solo freddo.

Mi passai una mano sul viso e mi accorsi di avere le guance bagnate dalle lacrime e insensibili. Stavo congelando.

Mi alzai in piedi avvertendo una leggera rigidità nelle gambe, ma cercai di non preoccuparmene.

Svoltai la testa in ogni direzione ma non vedevo alcun locale aperto dove rifugiarmi.

Era la notte di Natale ed era scontato non trovare nessuno aperto. Abbassai lo sguardo, sconsolata, reduce da un pensiero ovvio e semplice quanto timoroso quale rappresentava per me: dovevo tornare a casa o sarei certamente morta assiderata.

A testa bassa, feci un passo ma subito mi fermai; non volevo rivedere Sakura e Naruto, sicuramente li avrei trovati in una camera a fare ben altro che baciarsi.

Sentii di nuovo le lacrime salirmi agli occhi ma le ricacciai indietro e deglutì senza muovermi.

Lo scricchiolio della neve sotto le scarpe aveva un non so che di graffiante e il manto innevato che si perdeva a vista d’occhio sembrava un oceano pronto a trascinarmi nei suoi meandri più bui dell’oscurità, relegarmi a vita e lasciare il mio strazio a vagare inutilmente dove nessuno lo avrebbe sentito.

Improvvisamente, un richiamo, molto lontano.

Sentii l’eco del mio nome ancora una volta ma non riuscivo a capire da dove provenisse, ne chi fosse a chiamarmi. Avvertì l’impulso di rispondere ma non lo feci, avevo una strana sensazione.

Cominciai ad avvertire lo scalpitio dei piedi di qualcuno in corsa, non molto lontano e dalla parte opposta del ponte. Poi lo vidi.

Correva veloce, come se avesse un qualche mostro alle spalle che lo avrebbe divorato da un momento all’altro, ma ovviamente non vidi nient’altro oltre la sua figura che si stava sempre più avvicinando a me.

Avrei riconosciuto quei capelli biondi ovunque, i suoi occhi blu scintillavano alla vista della neve, o stava guadando me? Non lo capivo.

Mi arrivò davanti e subito poggiò le mani sulle ginocchia, riprendendo più fiato che poteva, chissà quanto poteva essere faticoso con quell’aria tanto fredda, sembrava aver corso chissà quanto.

Sentì un’improvvisa fitta allo stomaco, ma non seppi spiegarmi se per il ricordo di ciò che avevo visto, o perché adesso era lì, davanti a me.

- C-che ci fai qui? - chiesi, tremante, sia per il freddo che per altro.

Non mi rispose subito, piuttosto stava ancora riprendendo fiato anche se il suo respiro si era un po’ più regolarizzato. Si rimise in piedi e mi osservò, sembrava… serio, in un modo alquanto preoccupante.

Indossava un cappotto arancione, quello con cui l’ho visto arrivare a casa mia quella stessa sera, degli anfibi e un jeans scuro. Se non ricordo male sotto doveva indossare una felpa bianca e sotto ancora una maglia a mezze maniche scura, me lo ricordo perché in casa faceva caldo e si era praticamente tolto tutto.

- Ino, fa freddo qui - disse pacamente. Abbassai lo sguardo, sconsolata.

- Quindi?

- Quindi… - sentì le sue mani sulle spalle e istintivamente sobbalzai appena. - Torniamo indietro -.

Mi scrollai di dosso quelle mani e feci alcuni passi indietro guardandolo con odio, una rabbia incontrollabile mi stava risalendo lungo il corpo e sapevo che presto sarebbe esplosa. Al contempo, Naruto non mostrava alcuna particolare espressione, forse solo un po’ stupito.

- Quindi è questo che devo fare? Solo tornare indietro, vero?! – alzai la voce, imbestialita.

- Ino, ascolta, io… -.

- Tu puoi benissimo tornare a casa mia, prenderti quella cagna di Sakura e portartela dove ti pare, non me ne frega niente! - Ma era una bugia, lo avrebbe capito chiunque. Non volevo che se ne andasse, non volevo rivederlo con quella testa rosa.

Vedevo la neve sotto i miei piedi offuscata, probabilmente se avessi battuto le palpebre mi sarebbero scese delle lacrime. Mi sentivo impaurita come non mai, tutte quelle parole venivano dalla rabbia e frustrazione del momento ma proprio non ero riuscita a controllarmi, e me ne stavo già pentendo. Cosa sarebbe successo?

Avrei pagato cara la mia stupidità?

La neve sotto i suoi piedi scricchiolò quando lo vidi avvicinarsi, finché non fu a più di trenta centimetri dai miei. Mi prese le mani, e improvvisamente le sentì quasi riprendere vita; le sue era molto calde.

Tenni lo sguardo basso e strinsi le labbra, non volevo alzare lo sguardo e mostrare quanto dolore provavo in quel momento, né fagli vedere quanto il suo calore stesse scaldando non solo le mani, ma anche il mio viso.

- Sai, Ino, io non ho mai preso molto le cose sul serio. Mi conosci, e sai che per me molti problemi possono essere risolti con una chiacchierata tra amici, perché sono loro che mi danno il sorriso che tu vedi sempre -.

Spalancai lentamente gli occhi, avvertendo un forte calore attraversarmi il corpo, ma probabilmente si era accorto che mi ero irrigidita perché lo sentì aumentare la presa sulle mie mani.

- So che mi osservi, Ino, l’ho sempre saputo - sussurrò delicatamente, chinandosi sulla mia testa e sfiorandomi i capelli.

- C-cosa? I-io non… - non sapevo come reagire, si era accorto di tutto e aveva sempre fatto finta di nulla?

- Sai perché lo so? - chiese, sciogliendo una mano dalla mia e alzandomi il mento. Ora mi poteva guardare negli occhi, azzurro su blu. Il suo sguardo era serio ma rassicurante.

Feci un debole cenno negativo con la testa.

Mi poggiò una mano sui capelli e avvicinò il suo viso al mio, chiudendo gli occhi. Stavo morendo.

Poggiò la fronte sulla mia e fece mostra del suo sorriso smagliante, quello che ho sempre adorato e che ora mi stava regalando in una atmosfera che mai avrei potuto immaginare così intensa come in quel momento, sentivo il cuore pompare sangue fin troppo velocemente e nonostante il freddo, avvertivo un calore particolare ovunque.

Mosse piano la mano sulla mia testa. Adesso che ci penso, mi stava toccando i capelli, ed io non avevo fatto nulla per impedirglielo, né ne avevo intenzione.

- So che ami i fiori, di qualsiasi tipo, so che non te la cavi in matematica ma sei bravissima in storia e scienze, so che ami gli scii e ballare, so che quando ridi porti sempre la mano sinistra poco davanti la bocca chiusa a pugno, so che vorresti diventare botanica e so che ci riuscirai -.

Avvertì una lacrima scivolarmi lungo la guancia mentre la mia bocca non ne voleva sapere di chiudersi dallo stupore.

Le mie emozioni si stavano accalcando tra loro e prima o poi sapevo che sarebbero uscite tutte in una volta, non sapevo in quale forma però.

- Ino, proprio come te, anch’io ti ho sempre osservata, non potevo evitarlo perché… beh… tu mi piaci - disse cautamente, quasi temesse di violare una qualche legge se avesse detto una cosa del genere ad alta voce, ma la cosa più accreditata era sicuramente l’imbarazzo che il suo viso mostrava in quel momento.

Smisi di respirare.

Farfugliavo solo pezzi di frase senza senso mentre il disagio di quella confessione mi stava mandando nel pallone. Lasciai la sua mano e feci un passo indietro, avevo troppo caldo ora e mi tolsi frettolosamente la sciarpa che poggiai sul bordo lungo il ponte.

- Naruto, io ti ho visto baciare Sakura! – ripresi con vigore, cercando di dare poca importanza a quello che mi aveva detto, anche se era una cosa a dir poco impossibile. Mi aveva confessato i suoi sentimenti e in quel momento il mio cuore stava ballando la macarena.

Lo vidi smorzare le labbra e fare una faccia… schifata?

Non seppi spiegarmi perché ma mi sentì sollevata.

- È stata lei a baciarmi, se non fossi scappata subito avresti visto di come me la sono staccata di dosso, anche se credo di aver esagerato… - disse, sovrappensiero.

Lo guardai con una faccia confusa e lui si mise una mano dietro la testa, pensieroso e quasi preoccupato.

- Quando l’ho afferrata per le spalle per staccarmela mi è scivolata subito dopo e si è fatta venti scalini rotolando, si è fatta un po’ male e ha detto di odiarmi -. Incrociò le braccia al petto e guardò distrattamente me e la sciarpa, poi la neve.

- Certo che voi ragazze cambiate idea proprio velocemente eh? - farfugliò, imbarazzato. Probabilmente si sentiva anche in colpa per quello che era successo.

Restai immobile per tutta la durata del discorso. Quando stava dicendo di Sakura strinsi i denti perché non volevo mancare di rispetto, ma con quell’uscita sulle ragazze che cambiano idea velocemente, non riuscì più a trattenermi e scoppiai a ridere come una scema, era troppo!

Naruto mi guardò come se fossi impazzita ma poi lo vidi sorridere sereno, forse perché aveva capito.

Avevo le lacrime agli occhi e mi faceva male la pancia, giurai a me stessa di fare più foto possibili a Sakura, dovevo assolutamente imprimere in qualcosa quel giorno, il solo meraviglioso ricordo non poteva essere sufficiente.

- Non dovresti ridere così delle disgrazie altrui! - Mi riprese con finto rimprovero Naruto.

Ma non lo ascoltai, non me ne importava molto anche se certamente mi sarebbe dispiaciuto… in seguito.

- Naruto, questo è il più bel Natale della mia vita! - dissi sorridendo e abbracciandolo di slancio. Lo sentì un po’ indeciso, ma poi avvertì le sue braccia cingermi il collo e le spalle, e in quel momento tutto sembrò finalmente perfetto.

Sentivo finalmente di essere tranquilla, serena e tutto il peso e l’angoscia di pochi minuti prima se n’erano andati in un istante. Stavo bene, e la neve non sembrava più un monotono tappeto bianco dove affondare, ma una distesa scintillante illuminata dalle poche lampade di quella sera che gli dava l’aspetto di una scia di stelle lasciata da una cometa.

Vedevo tutto in modo migliore, con più ottimismo e nuova vitalità, e se quello era l’effetto delle felicità, forse ne avrei abusato, perché meglio di così non poteva decisamente andare.

Ci separammo, ora non servivano più le parole perché tutto quello che dovevamo dire era stato detto. Ci guardammo negli occhi, e probabilmente stavo sorridendo come un’idiota perché lo vidi trattenere una risata. Istintivamente pensai ai vari romanzi rosa che avevo letto, dove gli innamorati fanno un lungo giro di pensieri prima di baciarsi. Era una cosa molto romantica, ma io non avevo proprio intenzione di aspettare la benedizione del mio cervello, adesso c’era il mio cuore, e ciò che mi stava dicendo era più che chiaro: lo attirai a me per il collo e lo baciai con tutta la passione che sentivo scorrermi nelle vene. La risposta non si fece attendere e lasciammo che le nostre labbra dialogassero tra loro per non so quanto tempo.

Le mie purtroppo erano un po’ screpolate per via del freddo ma le sue erano il paradiso; morbide, calde e con il sapore dell’amore.

Gli passai la lingua ovunque, volevo lavar via la feccia che aveva lasciato Sakura e marchiare il mio territorio su di lui.

Quando ci separammo, avevamo entrambi un viso di fuoco, e nonostante ci fosse ancora un po’ di imbarazzo, questo venne coperto dai nostri sorrisi e i nostri sguardi che segnavano una nuova svolta nella nostra vita.

Dopo avermi rimesso con cura la sciarpa attorno al collo, mi prese per mano e tornammo sui nostri passi, la serata non era ancora finita e dovevamo pur divertirci anche noi no? E poi dovevo fare delle foto a Sakura, quella era la prima cosa da fare!

Da lì a poco, il nostro tragitto fu accompagnato da una meravigliosa nevicata.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Salve!

Non pubblico una storia dall’era del bronzo!

Ho trovato questa che era a metà, l’ho finita ora e ho deciso di pubblicarla, scusate se non siamo ancora a Natale ^^’

Per chi mi conosce, saprà che sono un fan della NaruIno, loro vincono!

Ok, bando alle ciance, ci vediamo gente, ciao!

 

Matt

  
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