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Autore: DauntlessBadWolf    29/09/2013    1 recensioni
Cosa avevo di sbagliato?
Perché lei non mi amava?
Stavo diventando un ricordo sbiadito
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono sempre stata una persona sola, sempre, fin da quando ne ho memoria.
Credevo che questo mio splendido isolamento fosse finito quando ho conosciuto LEI.
Tutto è cominciato un freddo febbraio di due anni fa, dopo un pomeriggio passato a studiare mi ero concessa un uscita, giusto per prendere un po’ d’aria.
Tenevo le mani nel mio cappotto nero, la sciarpa nascondeva la mia bocca, i miei occhiali si appannavo ogni volta che respiravo.
Avevo svoltato l’ennesimo angolo, quando incontrai le mie compagne di scuola, compagne che non mi facevano sentire parte integrante della classe, tutto perché avevo interessi diversi dai loro.
I ragazzi non mi sono mai interessati, non sentivo il bisogno di avere qualcuno accanto, infondo il mio splendido isolamento mi piaceva, lì nessuno mi avrebbe mai ferito, almeno così credevo.
Stranamente le mie compagne mi invitarono a prendere un caffè con loro e la loro ospite,  una ragazza della nostra età dai lunghi capelli castani e dagli occhi verdi smeraldo, pareva un angelo sceso dal cielo.
Senza pensarci due volte accettai.
Avete presente quando guardate una persona e dite ‘Questa è la persona con cui voglio passare il resto della mia vita’ ecco, io volevo passare il resto della mia vita con quella ragazza.
Si chiamava Nora.
Ci sedemmo a un tavolino posto sotto un gazebo davanti al bar più popolare della città.
Io ero davanti a lei, i suoi occhi mi avevano incantata, sarei stata a fissarli per ore, la sua voce era come musica, la quale risuonava dolcemente nelle mie orecchie.
Tutto era perfetto, lei era perfetta.
Mi ero innamorata.
Stavo lasciando il mio splendido isolamento per il mondo.
Purtroppo Nora, quella stessa sera, fu costretta a tornare a casa, il mio cuore stava iniziando a soffrire, sapevo che un giorno se ne sarebbe andata per tornare a casa, ma non credevo così presto.
Durante il nostro incontro non avevamo parlato molto, avevo paura che non l’avrei mai più sentita o vista.
Qualche giorno dopo mi trovavo a girovagare per la Home di Facebook, quando a un certo punto l’icona delle richieste d’amicizia si illuminò: era Nora!
Non ci potevo credere, mi aveva aggiunta su Facebbok, quindi anche lei voleva mantenere un rapporto con me?
Ero così felice.
Pochi secondi dopo aver accettato la richiesta si aprì la sua chat, il testo era semplice, niente di che era solamente un ‘Ciao J’.
Quel ‘ciao’ mi riempì di gioia, non esitai un minuto, risposi immediatamente.
Era il quattordici febbraio, San Valentino.
Continuammo a parlare per giorni, settimane, mesi, la nostra amicizia era ormai diventata profonda, ci dicevamo tutto, spesso ci chiamavamo e restavamo al telefono per ore, ridevamo, piangevamo, ma lo facevamo insieme, non mi ero mai sentita così vicino a una persona: MAI.
Il mio amore stava crescendo giorno dopo giorno, veniva alimentato dai suoi ‘Ti voglio bene’, dai suoi ‘Voglio stare con te’.
Un giorno, finalmente, riuscì a farmi coraggio e scriverle, in quella maledetta chat ‘Ti amo, voglio stare con te per sempre’.
Dopo quella frase la connessione internet mi abbandonò per una settimana.
Durante quella settimana mi tormentavo sulla sua risposta, forse adesso mi odiava oppure ricambiava i miei sentimenti?
Quando tutto tornò mi precipitai su facebook  e notai la notifica della sua risposta, l’aprì.
‘Devo chiamarti.’
Quella frase mi lasciò basita, e adesso?
Poche ore dopo ricevetti una sua chiamata, mi disse che ero arrivata troppo tardi che lei aveva già una fidanzata e che era felice: il mio cuore era in mille pezzi.
Non potei fare a meno di dirle ‘Non preoccuparti, sicuramente è una cotta passeggiare, sono felice per te Nora’.
Mentì.
La mia non era una cotta passeggiera, io ero innamorata di lei, occupava ogni mio singolo pensiero, ogni  più piccola cosa era dedicata a lei: io l’amavo e lei mi considerava solo la sua fidata amica.
Continuammo a sentirci, ma ogni volta che attaccavo il telefono scoppiavo a piangere, il mio cuore di stringeva in una morsa che lo soffocava, il petto mi faceva male, quindi era questo che le mie compagne chiamavo amore?
Loro, però, lo definivano un emozione calda, che ti faceva stare bene, per me, invece,  l’amore non era altro che sofferenza, dolore: perché non potevo avere anch’io il mio lieto fine?
Iniziammo a parlarci meno.
Un po’ di tempo vengo a sapere che si è lasciata, non amavo vederla triste, volevo che fosse sempre felice e sorridente, lei non meritava versare lacrime di dolore, no, lei era una persona speciale, lei era il mio angelo e come tutti gli angeli doveva, solamente, essere felice!
Continuavo a consolarla, le dicevo di non essere triste, le dicevo che io ci sarei sempre stata per lei, che non l’avrei mai abbandonata, anche quando avrebbe iniziato ad odiarmi io ci sarei stata per lei, sempre e comunque.
Io amavo il mio angelo, non sopportavo vederla soffrire così.
Questo, però, non servì a farci riavvicinare, continuammo, solamente, ad allontanarci sempre di più.
Ormai osservavo i suoi post n silenzio, spesso aprivo la sua chat e la osservavo, scoppiando a piangere poco dopo, io l’amavo, perché lei non mi ricambiava?
Cosa avevo di sbagliato?
Perché lei non mi amava?
A volte parlavamo ancora al telefono, durante le nostre chiamate, diventate sempre più corte, mi grattavo la guancia fino a spellarla, fino a farmi uscire il sangue, lei mi parlava del suo nuovo fidanzato, di quanto lo amava e di quanto stava bene con lui, io continuavo a dirle che ero felice per lei e lei, tutta felice, mi rispondeva ‘Prima o poi troverai anche tu qualcuno da amare’.
Il mio problema era che già amavo qualcuno, probabilmente si era dimenticata della mia confessione avvenuta pochi mesi prima.
Si era dimenticata del mio amore.
Si stava dimenticando di me.
Stavo diventando un ricordo sbiadito.

Ma il mio amore non si sbiadiva, continuava ad aumentare senza sosta, mentre il mio cuore veniva stretto, sempre di più, in una morsa.
Smettemmo di scriverci, non avevamo più niente da dirci, i nostri discorsi senza senso, che prima andavano avanti per giorni, adesso finivano subito e venivano lasciati nel dimenticatoio insieme a tante altre cose, fra cui la nostra amicizia.
Quelle poche volte che ci scrivevamo finivano un ‘Come stai?’.
Come sto?

Sto male, il mio cuore non riesce più a tenere tutto dentro, spesso passo notti insonni a pensare a te mentre piango, mi gratto, senza sosta, la guancia cercando di autoconvincermi che questo mi aiuterà a non pensarti.
Sto morendo ogni giorno perché ti amo.
Ma, naturalmente, rispondevo con un semplice ‘Bene, grazie J’
Oramai sono mesi che non ci scriviamo più.

E’, di nuovo, il quattordici febbraio  e io sto di nuovo piangendo davanti alla tua chat.

Angelo mio, fino adesso ho detto che volevo vederti felice, ma solo ora ho capito che volevo vederti felice insieme a me.

Ti amo.
   
 
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