Era stato come trovarsi sulla soglia di un precipizio.
In bilico per anni. E poi… era bastata una spinta.
 
Una caduta veloce verso il fondo, verso il buio, con il vento che le accarezzava il volto e sferzava violento tra i suoi capelli scuri.
 
Aveva vissuto per così tanto tempo, senza quel cuore pulsante che era significato la sua debolezza più grande, che aveva dimenticato che cosa significasse sentirlo battere nel proprio petto e riecheggiare dentro quello di qualcun altro.
Dentro quello di sua figlia.
 
D’improvviso, si sentì  mancare e una stretta violenta le smorzò il respiro.
Il cuore.
Chi poteva essere stato? Chi avrebbe potuto mai compiere un gesto simile?
Il suo punto debole… era qualcosa di cui quasi nessuno era a conoscenza. Solo la sua coscienza, Tremotino e… lei. Volse lo sguardo di scatto alle sue spalle, quello sguardo penoso tipico della preda braccata nel momento in cui capisce di essere giunta al capolinea della propria vita.
E allora… allora li vide.
Quegli occhi. Gli occhi da cerbiatto che le aveva strappato alla nascita.
 
Sì, Regina aveva i suoi stessi occhi.
Due splendidi, magnifici occhi castani, lucenti e profondi al tempo stesso. Baluginanti di una forte ambizione, eppure brucianti di quella passione ardente che la rendeva capace di un amore immenso e travolgente.
Regina era una fiamma impetuosa, eppure, fino a quel momento, Cora si era limitata a girare soltanto attorno a quella luce calda, senza mai riuscire a ricavarne una sola scintilla per sé.
 
Poi, d'un tratto, era come gettarsi in un braciere sfavillante.
Ed il suo tepore piacevole, il suo ardere pieno di speranza e dolore era qualcosa che non aveva mai provato prima.
Il potere, la forza che aveva sempre desiderato… improvvisamente sembrava dissolversi nell’immagine di quegli occhi. Quegli occhi che aveva visto tante volte aprirsi sul mondo, piangere di gioia, di tristezza, di rabbia. Quei due occhi che aveva visto spalancarsi verso la vita per la prima volta, tra le sue braccia, tanti… troppi anni prima.
E che solo adesso vedeva per quelle due gemme preziose che erano… che non avrebbe scambiato per nulla al mondo.
 
«Mi saresti bastata.»
 
Le labbra si schiusero appena per permetterle di parlare, mentre sentiva le gambe cedere ed il suo corpo sfinito crollare a terra, trattenuto solo dalle braccia tremanti di sua figlia.
Quella figlia della quale non aveva mai guadagnato un sorriso, in tanti anni.
Quella donna meravigliosa che era e che sarebbe stata e che l’avrebbe resa una madre orgogliosa.
Quella creatura che avrebbe amato sopra ogni cosa, se non si fosse privata di questa possibilità.
 
Il potere era sempre stato tutto per lei.
E le avrebbe restituito tutto questo?
 
Sentiva le lacrime scenderle lente lungo le guance pallide.
 
«Tu… mi saresti bastata.»
 
Oh, avrebbe voluto dirle di più, molto di più.
Che le dispiaceva infinitamente per il dolore arrecatole.
Che avrebbe dato la propria vita, non una, ma mille volte per vederla finalmente raggiungere la felicità che meritava e che lei, crudelmente, le aveva negato.
Che avrebbe desiderato immensamente poter tornare indietro, cancellare quell’errore terribile che era stato privarsi del cuore, e che sarebbe stata una madre migliore, se gliene avesse dato la possibilità.
 
Ma più di ogni altra cosa, avrebbe voluto dirle che la amava.
Sopra ogni altra creatura, sopra ogni altra forza che lega uomini ed elementi del mondo… Cora amava Regina con tutte le sue forze, il suo spirito e la sua volontà, perfino più di quanto avrebbe mai potuto amare se stessa.
 
Ti amo tanto, bambina mia…
 
Avrebbe voluto avere il tempo di dirle tutto questo.
 
Ma tutto ciò che ottenne fu un soffio leggero che le scivolò dalle labbra fine, prima del buio.
Mi dispiace.

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Note dell'autrice

E rieccomi qui! Ogni tanto torno a farmi viva.
Parliamo rapidamente di questa fanfiction. Anzitutto, l'ho scritta di getto. Così, come mi è uscita. Non ho voluto rileggerla perchè ho deciso di pubblicarla così come mi è uscita, perchè è stato qualcosa di improvviso e ho avuto l'impressione che modificarla sarebbe stato... sbagliato.
Per me questi due personaggi hanno un valore particolare, perchè mi rispecchio abbastanza nel personaggio e nel carattere di Regina e... beh, insomma, ho finito per prenderla sul personale. Così, quando ho assistito alla morte di Cora nell'episodio in cui avviene, ho avuto l'ispirazione per questo testo. Mi dispiace che quei sentimenti che Cora sembra finalmente provare non vengano spiegati meglio nel telefilm (sebbene la trovata delle poche parole sia geniale) e ho pensato di approfondire la scena, mostrandola per come l'ho interpretata io.
Chiaramente, siete liberissimi di essere in disaccordo... ma a me sarebbe piaciuto se Cora avesse pensato questo, una volta recuperato il cuore.
Ah, un'altra curiosità: il titolo originale del capitolo doveva essere "Tornare indietro", riferito al desiderio di Cora di poter rivivere gli anni gettati con sua figlia... ma alla fine, ho trovato che "Senza cuore" fosse il titolo più adatto, poichè è il più immediato!
Ah, per chi se lo stesse chiedendo, SI, sto continuando la fic "Il filo rosso", ma sono abbastanza occupata con l'università al momento e quindi vado abbastanza a rilento. Con tutta probabilità, sarà l'ultimo capitolo.
Per favore, continuate a seguire le mie storie e fatemi sapere cosa ne pensate! Per me sono importanti tutte le opinioni!
Alla prossima storia!

River ~