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Autore: Magi_Winchester    02/10/2013    4 recensioni
Tris è appena tornata da una pericolosa missione all'esterno della base intrepida, ovviamente, senza avvertire Tobias, questo..stanco dei suoi continui comportamenti apparentemente suicidi, decide di mostrarle quanto, tutto quello, significhi dolore per il suo animo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tris e Tobias alle prese dello scenario della paura di quest'ultimo, ora modificato...

-Devi smetterla di sacrificarti, Beatrice..chiaro?!-

La sua mano esercitò una ferrea pressione sul mio gomito, continuava a tenermi a distanza ma senza la minima intenzione di lasciarmi andare. Era furioso, un po’ mi divertiva, ma ero a conoscenza del fatto che dentro di se, stesse ribollendo di rabbia..il blu dei suoi occhi appariva più intenso, penetrante.
Quasi non riuscii a credere al fatto che stesse tirando su quell’invadente spettacolo dinanzi a tutti..una dozzina di paia d’occhi erano puntati su di noi, curiosi..in attesa che uno dei due mettesse fine a quella situazione.
Riuscii a raccogliere un filo di voce dal fondo della mia gola, rivolgendogli uno sguardo quasi omicida..
-Lasciami andare, Quattro!-
Provai a ricambiare con la stessa, per quanto futile, moneta..strattonai il braccio più volte, cercando di liberarmi da quel prepotente vincolo, invano e percepii il nervosismo prendere il posto dell’iniziale vergogna.
-Lasciami!-
La mia voce risuonò tra le pareti circostanti e un ennesimo violento strattone sancì la rottura di quel contatto mantenuto da fin troppo tempo, ciò mi fece perdere momentaneamente l’equilibrio e la fredda superficie del pavimento accolse il mio corpo..
Mormorii confusi si fecero strada lungo i tavoli della mensa, gli spettatori ripresero i propri discorsi lasciando nient’altro che tensione, tra i miei occhi e quelli di Tobias.
-Stai bene?-
Will mi porse una mano, volenteroso di aiutarmi..io ignorai lui, Uriah e Christina, dirigendomi verso l’uscita, il passo veloce, pesante..il quale riecheggiare era quasi paragonabile allo scroscio dell’acqua sul fondo dello strapiombo.
La mia intenzione era quella di raggiungere le rotaie, saltare su un treno e cercare di far sciamare quel calore che, nel petto, sembrava soffocarmi..una voce lontana, tanto tale da sembrare quasi frutto della mia immaginazione e portatrice del mio nome, mi distolse dall’obbiettivo nel momento in cui una mano afferrò la mia, costringendomi a serrare i miei passi..
-Cos’hai intenzione di fare?-
Tobias dinanzi a me, apparentemente confuso seppur nelle sue iridi fosse ancora evidente il lascito della sfuriata precedente. Nessuna parola solcò le mie labbra, lo sguardo puntato altrove..non avevo la benché minima intenzione di dover reggere ancora quello che sembrava uno stupido ed infantile gioco.
-Tris..Tris guardami.-
Il tono di voce tradì quell’orgoglio che la sua espressione si stava sforzando di esternare..i miei occhi balzarono quasi involontariamente sulla sua figura, ma non permisi loro si rilasciare segno di espressione.
Istanti di silenzio furono in gradi di erigere un’immaginaria barriera tra di noi, e per quanto quella situazione mi stesse sfinendo emotivamente, non avevo intenzione di cedere..fortunatamente non dovetti farlo, le sue labbra si inarcarono, dischiudendosi leggermente.
-Vieni con me, voglio mostrarti una cosa.-
Liberò la mia mano e, dalla direzione da lui intrapresa capii che si sarebbe diretto nella stanza dello scenario della paura..seppur titubante, lo assecondai, raggiungendolo proprio dinanzi alla porta..vi trovai la sua figura, immobile..lo sguardo perso su un punto indefinito della superficie davanti a se, io, ferma alle sue spalle, mi limitai a cercare di capire le sue intenzioni.
-Il mio scenario della paura è cambiato.-
Oltrepassò la soglia, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo, certo che lo avrei seguito e sicuro di aver suscitato la mia curiosità.
Mi mossi verso di lui, le sue mani intente a trafficare con la solita scatolina nera contenente le siringhe..con la mano a mezz’aria, il suo sguardo sembrò chiedermi il permesso, e spostando i capelli sciolti tutti da un lato del collo, glielo diedi..attendendo il lieve dolore provocato dall’ago.
Seguii con lo sguardo lo stesso processo che, successivamente, interessò lui e afferrai la sua mano, consapevole che qualsiasi cosa fosse mutata, sarebbe stata pur sempre una difficoltosa sfida.
[…]
Sentii la prima superficie colpirmi la schiena e costringermi così, a scontrarmi sul suo petto, non lo guardai, ma la sensazione del suo respiro cominciare a divenire sempre più pesante, per quanto potesse avermi disturbata il suo comportamento di qualche istante prima, non riuscii ad ignorarla, non riuscivo a sopportare il saperlo irrequieto, preoccupato..e quasi iniziai a giustificare il precedente accaduto.
Già ero a conoscenza di quella paura, e la voglia di giungere al cambiamento mi spinse a trovare una soluzione il più in fretta possibile, avvicinai quindi..il mio viso al suo.
-Tobias.-
Sussurrai il suo nome, volevo si concentrasse su di me e non su ciò che stava accadendo, i suoi occhi incrociarono i miei per un istante, dopo un lasso di tempo apparentemente eterno, e l’espressione sul suo viso fece crollare ogni mio precedente impulso rabbioso.
-Respira con me…-
Afferrai la sua mano e la portai sul mio petto, mentre l’ambiente circostante continuava a divenire sempre più angusto, scandii ogni inspirazione ed espirazione, con la speranza che riuscisse a fare lo stesso..
[…]
Il vento continuava a scompigliarmi i capelli, soffiava violento accanto ai nostri corpi, allacciati per sostenersi a vicenda. Gettai uno sguardo verso il vuoto ai nostri piedi incontrando gli occhi terrorizzati di Tobias..
-Sei pronto?-
Gli rivolsi domanda senza aspettare realmente una risposta, le miei dita, ancora intrecciate alle sue, mi aiutarono nell’atto di trascinarlo con me in quel salto che di spaventoso poteva avere solamente il seguito.
[…]
Lo sparo mi fece sobbalzare, le mani di Tobias, immobili, reggevano la pistola con una calma agghiacciate..il corpo della donna giaceva a terra..qualche metro dinanzi a noi, mi avvicinai a lui, afferrai la pistola e la lasciai cadere a terra.
-E’ finita anche questa..respira.-
Cercai di far apparire sulle mie labbra l’ombra di un sorriso, ma la sua espressione si oscurò maggiormente, volli avvicinarmi a lui, consapevole di ciò che avrebbe interessato i nostri campi visivi da lì a poco..pensai seriamente che non fosse cambiato nulla, ma non m’importava..ero lì con lui, di nuovo.
Fu a quel punto che sfuggì dalle mie attenzioni, abbassò il capo e si preoccupò di allontanarsi qualche passo.
-Tris, ti prego..guarda e basta.-
Non ebbi il tempo di controbattere, una luce bianca, accecante..mi colpì il viso e per un paio di istanti successivi, la mia vista fu completamente compromessa..
Eric apparve alle spalle di Tobias, le mani strette sulle sue braccia lo tenevano fermo, l’espressione che interessò il suo viso apparve divertita, quasi maliziosa..dinanzi a loro una sedia, in attesa di un’apparente vittima, sullo sfondo quello che sarebbe dovuto essere il carnefice della situazione: Jeanine.
Una fitta lancinante mi colpì lo stomaco, tra le sue mani destava una pistola, e ogni gesto nel caricarla venne scandito con una lentezza straziante, sistematica..
‘Non puoi avere paura di morire..Tobias..’
Portai una mano a coprirmi le labbra, mi resi improvvisamente conto di non voler essere lì, di non voler assistere a quella scena..osservai l’espressione di Tobias, intento a sforzarsi di mantenere la calma, i muscoli in tensione lo tradirono..
-Portatela dentro.-
La voce di Eric suonò maledettamente minacciosa, non sapevo cosa aspettarmi e ciò mi fece sentire dannatamente inutile..da lì a poco, due mani mi afferrarono le spalle, voltai il capo in quella direzione e l’unica cosa che vidi furono due occhi verdi..l’azzurro della bandana sul capo mi suggerì la fazione di appartenenza.
-Che diavolo stai facendo?!-
Mi dimenai inutilmente, la pressione sulle mie braccia era troppo forte perché io potessi contrastarla e lo sguardo allarmato di Tobias mi annientò completamente..capii.
‘No. No..non questo.’
Lo vidi abbassare il capo, scuoterlo..mi sembrò di intravedere la soglia della razionalità che vigeva in lui, sgretolarsi sotto l’assurdità di ciò che sarebbe accaduto..era sul punto di crollare, per quanto si stesse imponendo di non farlo, una lacrima aveva già rigato la sua gota sinistra..
Mormorai il suo nome, celandovi la supplica di non intraprendere quella strada..non lo avrei sopportato. Fui costretta a sedermi e il mio corpo sembrò rifiutarsi di compiere qualsiasi altro impercettibile movimento..eravamo io, il suo dolore e lo sguardo compiaciuto di Eric..
Il suono provocato dal caricamento della pistola mi fece irrigidire, strinsi le palpebre, conficcando le unghie nella debole pelle dei miei palmi..alzai lo sguardo su Tobias, affondai con irruenza, i denti nel mio labbro inferiore..mi sembrò di sentire il battito del suo cuore rimbombare dentro il mio petto..la visione delle condizioni alle quali la sua espressione era sottoposta, mi stava dilaniando quest’ultimo, e per quanto il tutto fosse frutto di un siero..io stavo sentendomi morire dentro per davvero.
-Qualcosa da dire?-
Jeanine non disse nulla, Eric continuò a comportarsi da solito stronzo quale era, ma io quasi non percepii la sua voce..
-Prendi me.-
Tobias alzò lo sguardo sulla donna alle mie spalle, questa si limitò a scoppiare in una risata, alludendo ad una risposta tutt’altro che positiva e la canna fredda della pistola toccò la mia nuca.
Ancora incredula che potesse avere così tanto timore di perdermi da far sì che ciò diventasse addirittura una delle sue paure, ritrovai la voce..nonostante la ragione fosse un concetto ben distante da ciò che stava albergando la mia mente in quel preciso istante.
-Tobias ricordati dove sei, ti prego..-
Qualsiasi cosa avesse solcato le mie labbra, sarebbe stato troppo tardi..entrambi consapevoli di ciò che sarebbe accaduto, quasi respirammo all’unisono.
-Non ci riesco..io non..non posso!-
Voltò la testa, rifiutandosi di guardarmi, ma Eric afferrò il suo mento, costringendolo alla posizione iniziale..
-Fanculo!-
La sua imprecazione gli fece guadagnare una ginocchiata nella schiena, che per lo stesso precedente motivo, mozzò il fiato ad entrambi. Volevo finisse..avevo capito, avevo capito tutto e ciò che bramavo di fare era solamente..abbracciarlo e sussurrargli all’orecchio che non sarebbe mai accaduto nulla del genere..
-Tobias falla finire..esci da qui..usciamo, da qui.-
Vidi le sue palpebre celare quello sguardo disperato. e lo sparo..mi dilaniò il petto.
[…]
-Di solito urlo, provo a liberarmi e finisco sempre per essere picchiato da Eric, tu mi dici che è colpa mia e..tutto questo è peggio che la morte stessa..-
Rimanemmo sdraiati sul pavimento, il mio corpo tremante ancora scosso dalle mille sensazioni che erano entrate a contatto col mio animo fino a qualche istante prima..sentii le sue mani tastarmi le braccia, la schiena..quasi a voler controllare che quei momenti fossero reali.
Mi strinsi a lui, nessun suono si degnò di fuoriuscire dalle mie labbra, almeno fin quando la mia coscienza non le obbligò..
-Mi dispiace..-
Incrociai i suoi occhi e mi preoccupai di mantenere stabile quel contatto.
-Mi dispiace di averti fatto preoccupare, di aver corso un rischio inutilmente..e mi dispiace che una delle tue paure sia dettata dalla mia dannata abitudine di avventurarmi inconsciamente in situazioni pericolose..-
Avvicinai le labbra alle sue, e feci in modo che si sfiorassero, permettendo ai nostri respiri di unirsi.
-Non accadrà, Tobias..ti prometto che la smetterò di cacciarmi nei guai..mi basti tu.-
Dipinsi le mie labbra con un sorriso che, fortunatamente venne ricambiato..e premetti le mie sulle sue..trasmettendogli tutte le emozioni positive che avrei voluto donargli durante quegli istanti infernali..
-A me basti tu, Tris..sempre.-
Posai il capo sul suo petto, respirando il profumo della sua pelle che, mescolato col mio, sembrò essere diventata una fragranza di vita, l’odore dell’amore..un’aroma che era in grado di celare tutto ciò che, a parole, non avrebbe significato assolutamente nulla.
  
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