Leave me alone
Il braccio con
l’uncino cadeva sulla gamba mentre la mano buona reggeva una bottiglia ormai quasi
vuota di rum, quello per le occasioni speciali, e quella sera di certo lo era.
Se ne stava così Killian Jones, seduto su quella
panchina da più di un’ora semplicemente osservando in silenzio il ben noto
spettacolo del sole che, nell’atto del tramonto, dava la buonanotte al mondo.
Ma lui del mondo non faceva parte, non quella sera perlomeno. Prese un ultimo
sorso poi chiuse per un attimo gli occhi e in quell’attimo gli sembrò di
tornare indietro nel tempo, un tempo in cui la felicità era stata più che
l’illusione di un lontano ricordo.
“Capitano,
finalmente ti ho trovato…”
La voce
inaspettata lo riportò immediatamente al presente. Riaprì gli occhi di scatto e
li spostò in una fugace occhiata sulla nuova arrivata.
“Lasciami da
solo”
Il tono era forse
risultato più aggressivo di quello che voleva, ma tuttavia non funzionò come
deterrente alla conversazione; al contrario Regina fece qualche passo, fino a
sfiorare con la stoffa del lungo cappotto nero lo schienale della panchina. Hook percepì quel movimento e con un’espressione di pura
confusione dipinta sul volto, si voltò completamente verso di lei.
“So cosa
succede…” esordì semplicemente ricambiando lo sguardo e colorandolo di una
insolita vena empatica.
“Ah, adesso
capisco…” mormorò il pirata in risposta mentre un sorriso ironico appariva
sulle sue labbra “La Swan ha parlato” aggiunse tra sé
e sé, calcando con una punta di acidità sul nome dell’unica persona, a parte Tremotino, che sapesse a Storybrooke
quanto quel giorno significasse per lui. E il coccodrillo non aveva esattamente
validi motivi per ricordare l’orribile colpa di cui si era macchiato.
“Già…” annuì lei
in risposta “Posso capire cosa…”
“Ma davvero?” la interruppe
con una leggera risata priva di allegria “Tu puoi capire cosa vuol dire perdere
il proprio vero amore? Sai cosa vuol dire perdere l’unica persona che ti abbia
mai davvero amato? Sai cosa vuol dire vivere per la vendetta? E non parlo di
una vendetta dettata dal potere, dall’orgoglio, ma una vendetta dettata dalla
perdita dell’amore. Sai cosa vuol dire tutto questo? Io non credo”
Quella serie di
domande era terminata con un’occhiata di sfida che la donna aveva accolto con
un debole sorriso; poi aveva abbassato lo sguardo e quasi
inconsapevolmente si era portata una
mano all’altezza del cuore.
“Si chiamava
Daniel…” si lasciò sfuggire in poco più di un sussurro, mentre poteva sentire gli
occhi diventarle lucidi pronunciando quel nome.
Killian
si ritrovò stupito da quella reazione e nell’ espressione sinceramente
interessata che assunse il suo volto fu come se l’empatia si fosse infine
inaspettatamente creata.
“Si chiamava
Daniel, era lo stalliere alla tenuta di famiglia quando ero giovane e ci eravamo
innamorati” proseguì lei dopo qualche istante, mentre un piccolo sorriso
apparve sul suo viso nel ricordare il periodo più felice della sua triste vita
“Ma mia madre ovviamente non era felice della cosa, così io e Daniel avevamo
deciso di fuggire insieme… Lei ci ha scoperti, grazie al contributo di
Biancaneve… e gli ha strappato il cuore davanti ai miei occhi” concluse con un
sospiro, mentre dispettose lacrime scendevano silenziose sulle sue guance.
L’uomo continuò a
guardarla: era come se gli occhi scuri pieni di disperazione della donna
fossero lo specchio della sua propria anima. Non aveva mai pensato che qualcuno
potesse davvero capire il suo dolore, eppure ecco che arrivava lei, e tra tutti
proprio lei, a dimostrargli il
contrario. Un’altra cosa da aggiungere alla lista di quelle che li
accomunavano, un altro momento in cui lui avvertì di nuovo una reale
connessione tra loro.
“Non… Non lo
sapevo” si limitò a dire infine, ritrovandosi insolitamente a corto di parole.
“Lo sapevano in
pochi” replicò lei semplicemente “Adesso me ne vado, ci vediamo Hook…” aggiunse subito dopo, facendo per allontanarsi.
“Aspetta…”
Il tempo di
poggiare la bottiglia e la mano del capitano aveva afferrato istintivamente il
braccio della regina e quella parola era uscita fuori quasi come una preghiera.
“Resta” sussurrò
con convinzione lasciando andare la presa, quando i loro occhi tornarono ad
incontrarsi ancora.
Regina sembrò
ponderare un attimo quella richiesta inattesa, poi annuì lentamente, avanzò di
qualche passo e prese posto accanto a lui. Restarono così, in silenzio, per un
tempo imprecisato, a fissare il mare davanti a loro, ognuno immerso nei propri
pensieri, pensieri in cui improvvisamente l’altro iniziava con non troppa
discrezione ad infilarsi. Lui le passò perfino ciò che rimaneva del suo
prezioso rum in una muta richiesta di amicizia, richiesta che lei accettò,
insieme alla bevanda, con un rapido sincero sorriso.
E nel buio della
notte c’erano solo loro due e il rumore delle onde.
E nel buio della
loro esistenza, sembrò a tutte e due di aver trovato una piccola luce.
NDA:
Eccomi con un’altra
one-shot! Pensando a quante cose Hook
e Regina hanno in comune e a quanto come coppia non siano molto gettonati (ed è
a mio avviso un vero peccato!) non ho resistito a scrivere questo momento di
confessioni!
A proposito ho
visto la 3x01 insieme a una mia amica che è una Captain
Swan convinta ed è stato peggio di quando mio cugino
e mio padre vedono insieme il derby milan-inter, non
so se mi spiego ahah Ad ogni modo io ho confermato le
mie due ships per eccellenza Hooked
queen e Swanfire, anche se ammetto che Robin Hood non
mi ha lasciata indifferente mmm ahah
staremo a vedere!
Alla prossima;)
LadyPalma