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Autore: Epicuro    03/10/2013    5 recensioni
Seiya, tanto per cambiare, è finito in coma per parare il deretano della dolce Saori, da uno dei divini parenti della dea. Però, grazie ad una vecchia debolezza del fu Sion (incredibile, ma vero: anche lui qualcosa di utile l’ha fatto!) non tutte le speranze sono perdute! Quindi Atena e il G.S. decidono di mandare in missione Saga e Aiolos... sperando di levarseli entrambi definitivamente dalle scatole!
Ce la faranno i nostri due eroi a non uccidersi a vicenda e, già che ci sono, salvare anche la vita a Seiya?
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote!'
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AVVERTENZE:

Il sottoscritto non si assume le responsabilità di eventuali emorragie nasali. Per eventuali querele rivolgesi direttamente ad Afrodite (la dea).

 

COME RISCHIARE DI MORIRE DISSANGUATI

 Mai dimenticarsi a casa i fazzolettini di carta!

 

«Però, i sottoposti di Ares sono stati gentili a farci passare senza pestarmi troppo» commentò Aiolos tenendo premuto il sacchetto del ghiaccio sulla parte destra della faccia, sulla quale spiccava un vistoso ed esteso livido.

«Già, quegli esseri inutili hanno fatto proprio solo il minimo sindacale… che delusione!» commentò Irene costatando che il saint aveva soltanto un paio di costole rotte, un trauma cranico ed una frattura alla gamba sinistra, per poi apprestarsi a curarlo con il suo cosmo.

Panacea e Aiolos dopo il passaggio per il Tempio di Ares si erano infatti fermati a sostare su uno dei pianerottoli delle scale che portavano alla seconda dimora dell’Olimpo, per visionare i danni riportati dal Sagittario.

«Oh, somma Panacea, nessuna donna si è mai presa cura di me con così tanto amore!» fu quindi il commento commosso di Los, mentre prendeva dolcemente le mani di Nene tra le sue.

«Veramente lo sto facendo solo perché con la gamba rotta non puoi fare le scale e quindi portare i miei pacchi.» fu il commento della donna, mentre sottraeva con disgusto le sue mani da quelle del Sagittario.

«Lo so che parlate così solo perché non volete mettere in mostra il vostro animo generoso  e sensibile, ma non temete, io vi apprezzo proprio per la vostra modestia!» le rispose di conseguenza Aiolos, con il fare da psicologo esperto.

«Certo che tu sei proprio uno che capisce tutto al volo eh?» fu la conseguente risposta ironica di Nene, per poi osservare pensierosa il Tempio di Ares.

«Qualcosa vi turba, somma Panacea?» chiese Los.

«Il fatto che Ares non fosse nel suo tempio. Normalmente se gli dei non sono sull’Olimpo vuol dire che sono sulla Terra e il fatto che i Tamarri stiano cercando qualcuno vuol dire che qualcosa sta bollendo in pentola… va beh, al massimo vorrà dire che Ade farà affari d’oro con la sua agenzia di pompe funebri. Per quanto riguarda noi… meglio affrettarsi» concluse Nene mettendosi in cammino con Aiolos alle calcagna, carico di pacchi, pacconi e pacchetti.

«Di chi sono i prossimi templi?» chiese quindi il Sagittarrio, osservando curioso i quattro edifici che si intravedevano sul declivio del monte.

«Il primo innanzi a noi è quello di Afrodite, che ha scelto questa location perché così era vicina ad Ares. Efesto sì è quindi accaparrato il successivo per tenere sott’occhio la moglie. Il villone laggiù in fondo con le vigne è invece quello di Dionisio ed infine quello tra il tempio di Efesto e quello di Dionisio è quello di Atena» rispose Nene, indicando rispettivamente un edificio che sembrava una casa della Barbie, una sorta di officina più simile ad una carrozzeria che alla bottega di un fabbro, i ruderi di quello che un tempo doveva essere un tempio ionico, e il fax simile della villa di S. Martino ad Arcore*.

 «Eh? Quindi quei muri diroccati sono il tempio divino di Atena? Chi ha osato ridurlo in quello stato!» esclamò indignato il Sagittario.

«Ehm.. il tempo?» commentò Panny.

«Quindi  è stato quel bastardo di Crono… lo sapevo che doveva esserci il suo zampino!» sibilò il cavaliere stringendo i pugni.

«Ma che hai capito, cretino! Semplicemente dato che Atena è dall’era mitologica che non rimette piede sull’Olimpo, il suo tempio è stato lasciato all’incuria del tempo. E sai com’è, se per migliaia di anni non fai fare nessun tipo di lavoro di manutenzione, questo è il risultato! Un cumulo di macerie! E dato che gli dei sono piuttosto menefreghisti, se Atena non si preoccupa in prima persona di casa sua, figuriamoci gli altri!» spiegò la dea minore, per poi aggiungere: «Ma d'altronde con i vicini che si ritrova è più che normale che abbia deciso di tagliare la corda»

«In che senso?» chiese Los perplesso.

«Beh, gli inquilini dei templi sottostanti  sono immischiati in un triangolo amoroso: Afrodite è infatti la tipica moglie libertina che si è sposata solo per interesse e che si fa il palestrato come amante.  Efesto invece è il tipico marito ciospo e cornuto, ma con la grana sotto il materasso, che minaccia di togliere i viveri alla moglie se non la smette di darla in giro. Peccato che la moglie sappia perfettamente di avere il coltello dalla parte del manico poiché, avendo un figlio, in caso di divorzio, sarebbe solo lei a guadagnarci.  Ti lascio immaginare le liti. In più Efesto ha il pessimo vizietto di essere uno spione e di aver un debole per Atena. Se ci aggiungiamo che l’inquilino del piano di sopra è solito organizzare festini al limite della decenza è più che naturale che Atena se la sia data a gambe, preferendo di gran lunga degli umani servizievoli a dei parenti schizzati» 

«E non poteva scegliersi un altro Tempio?» chiese basito Aiolos.

«Purtroppo quando Zeus ha assegnato gli alloggi lei era in bagno e come si dice: chi tardi arriva, male alloggia!» gli rispose Panny per poi fare per entrare all’interno del tempio di Afrodite , venendo però fermata da Aiolos:

«Lasci andare me per primo. Non si sa mai; potrebbe essere pericoloso!» esclamò il Sagittario con fare protettivo in direzione della dea, per poi però andare a sbattere contro qualcosa che non era una colonna, finendo con il sedere a terra.

«Ma che diamine!» sbottò il Sagittario, mentre si ritrovava a fissare un viso conosciuto.

«Shaka? Ma che ci fai qui?» chiese quindi confuso il cavaliere rialzandosi, ma non ricevendo nessun tipo di risposta dal compare aggiunse innervosito: «Perché non mi rispondi? Non dirmi che sei passato al nemico!»

«Idiota, non vedi che è una statua a grandezza naturale?» gli disse quindi Panacea per poi sospirare un “quanta pazienza!”.

«E che ci fa una statua di Shaka nel tempio di Afrodite?» chiese spiazzato il saint.

«Quello che fa una bambola gonfiabile nella camera da letto di un uomo! Sai com’è, in mancanza dell’originale bisogna accontentarsi!» la voce di Afrodite riecheggiò nel tempio, per poi lasciare il posto alla  dea dell’amore in tenuta casalinga: ovvero abiti adamitici.

«È di marmo?» chiese Panacea osservando incuriosita l’effige che riproduceva fedelmente e nei minimi particolari il saint della Vergine.

«Ovvio, più duro è, meglio è» commentò con fare innocente Afrodite, per poi aggiungere: «Mi fa piacere rivederti Panacea, è da molto che non fai un salto da queste parti.  Hai per caso bisogno di consulenza per trovarti un uomo? »

«Veramente sono solo di passaggio. Volevo andare a trovare il nonno» rispose Panny, per poi aggiungere:

«Non è che potresti metterti addosso qualcosa, prima che Los mi muoia dissanguato? Sai, mi serve vivo per portare il pianoforte fin da Apollo»

Afrodite si accorse quindi finalmente anche della presenza del Sagittario intento a tamponare con scarso risultato una copiosa emorragia al naso.

«Uhm… il tuo viso non mi è nuovo. Ci siamo già visti da qualche parte?» domandò dubbiosa la dea dell’amore.

«Al Grande Tempio di Atena. Sono Aiolos, il Gold Saint del Sagittario» disse il cavaliere, cercando invano di non perdere altro sangue.

«Ah, sì, mi ricordo di te! Sei quell’idiota che s’è fatto derubare da Hermes e di cui hanno venduto l’armatura all’asta!» esclamò quindi Afrodite facendo mente locale, per poi squadrare severa Nene:

«Panny, insomma, Sion non ti è bastato? Tutti i più scemi del Grande Tempio te li vai a pescare tu! Sei masochista o cosa?»

«Ehi, frena! Io e lui non stiamo assieme! È solo il mio facchino! E poi Sion non era scemo… ma un fancazzista strafatto!» sbottò Irene.

«Certo, come no! E da quando si chiamano “facchini”?» malignò Afrodite, mentre Los cercava di attirare le attenzioni delle due:

«Ehm, scusate, non è che per caso avete dei fazzoletti di carta?»

Il povero Saint di Sagitter iniziava ad essere pallido per via della perdita di sangue.

«Ok, ho capito, vado a mettermi qualcosa! Scusate se in casa mi piace stare comoda!» sbottò quindi Afrodite, per poi aggiungere in direzione di Aiolos: «Ma che è? Non hai mai visto una donna nuda?»

«Sì… cioè no… sì insomma… mai così gnocca!» balbettò il Sagittario preso alla sprovvista.

Afrodite sorrise compiaciuta della risposta per poi rivolgere la sua migliore faccia da stronza verso Irene, facendole una radiografia completa:

«Beh, ti posso capire. Panacea non è certo un gran ché!»

«Ma brutta baldra…» iniziò a sibilare Irene, per poi però mordersi la lingua ripetendosi mentalmente “Pensa all’assegno! Pensa all’assegno!”, mentre Afrodite scompariva dietro una porta per poi ricomparire con addosso  una vestaglia trasparente.

«A beh, ora si che cambia tutto!» commentò sarcastica Nene a bassa voce, per poi però estrarre un paio di pacchetti da uno degli zaini in dotazione ad Aiolos (che nel frattempo aveva perso una quantità di sangue sufficiente a far tornare in vita un cloth), pensando “Meglio darmi una mossa a leccarle per bene il deretano e levarmela dalle balle, o finisce che non rispondo più delle mie azioni!”.

«Sono per me?» chiese quindi emozionata Afrodite, battendo eccitata le mani.

«Sì. Siccome per via dei miei impegni non riesco mia a far visita ai miei adorati parenti come si deve, ho pensato di farmi perdonare con un piccolo presente. Sì, insomma, solo proprio un piccolo pensierino» rispose Panny (falsa come l’anima di Giuda), mentre la dea dell’amore si apprestava a spacchettare i doni:

«Ma è fantastica! Avrai speso una fortuna! Non dovevi!» rispose Afrodite osservando la collana in diamanti naturali.

«Una sciocchezza!» disse  Panny da protocollo, intanto che la dea dell’amore sfilava l’anello di ferro di quello che aveva l’aspetto di un poster. Appena Afrodite l’ebbe srotolato cacciò un gridolino di pura gioia esclamando:

«Ma è il mio Shaka con il pipino al vento!» per poi saltare al collo di Panny felice come una pasqua: «Non puoi nemmeno immaginare quanto tu mi abbia fatto felice! Ma come hai fatto?»

«Sono un medico professionista, quindi è normale che nel mio studio la gente si spogli durante le visite» disse Nene, staccandosi la dea libertina di dosso.

«Però quello che c’è sullo sfondo a me più che uno studio, sembra un bagno» commentò perplessa Afrodite.

«A caval donato non si guarda in bocca» rispose piatta Irene.

«Giusto! No so proprio come ringraziarti! Nemmeno su internet sono riuscita a trovare immagini così dettagliate! Chiedimi pure tutto quello che vuoi! A proposito, Ares si è mollato con la sua tipa ed ora è single. Vuoi che ti combini un appuntamento così ti dimentichi di questo scemo di un saint?»

«Ti ringrazio, ma non è necessario, dato che tra me è lui non c’è un fico secco. Quindi mi basta solo che tu ci lasci passare per la tua casa e che in caso di bisogno metti una parolina buona su di Atena, con gli altri dei . Ma, cambiando discorso, tu e Ares non eravate amanti?» chiese Panny incuriosita.

«Al dire il vero Ares è sempre e solo stato un amico di letto. Inoltre il mio cuore ormai palpita solo più per Shaka: il mio adorato guru del Kamasutra!» cinguettò la dea sbaciucchiando il poster, mentre Aiolos si grattava la testa perplesso:

«Però, non avrei mai immaginato che a Shaka potessero piacere le canzoni di Paola e Chiara! Adesso so cosa regalargli per Natale!»

Un enorme gocciolone comparve sulla fronte delle rispettive due dee. Panny quindi si affrettò a salutare Afrodite:

«Bene, direi che è ora di andare. Tante belle cose e alla prossima!» per poi spingere fuori dal tempio della dea dell’amore un Aiolos confuso:

«Beh, che ho detto di male?»

«Lascia perdere e cammina! Hai perso troppo sangue e l’ossigeno non riesce più ad arrivarti al cervello… o almeno voglio pensarla così, per il mio benessere psicofisico!» commentò Nene esasperata.

 

 NOTE

*Ebbene, sì, il buon Dionisio  si è fatto fare un villone in stile casa dei festini di Silvio! http://it.wikipedia.org/wiki/Villa_San_Martino_%28Arcore%29

  
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