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Autore: nexttokidrauhl    05/10/2013    1 recensioni
"E allora il libro tornava pulito, si mostrava in tutto il suo splendore, e lei poteva finalmente leggerlo, scoprire la sua vera essenza, ora che non era più coperto dalla polvere. "
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The silence.

 

Torn in two she lies awake
The moon lights up the room like day
Another night she spends alone
Without his touch her skin so cold

Il suo nome era Axel.

E non piaceva a nessuno.

Non le importava, tanto quel nome non era mai piaciuto nemmeno a lei.

Nella tradizione tedesca, “Axel” significava “ricompensa divina”. E lei non aveva niente, né di tedesco, né di divino. La sua vita era una serie di immagini in bianco e nero e sbiadite, come se le stesse osservando da dietro un vetro appannato. La sua vita era sottile come un foglio di carta, e, al contempo, pesante come un macigno, pronto a precipitarle addosso.

The blood that's running through her veins
With every beat there's no escape
Lost in everything she trusts
Still can't seem to get enough

Axel viveva di notte.

Il giorno si trascinava stancamente da una classe all'altra, sedendosi sempre all'ultimo banco, fingendo di seguire le lezioni, guardando con gli occhi opachi e stanchi la lavagna, facendo vagare la mente fuori dall'aula, all'aperto, nei paesaggi rocciosi e suggestivi del Maine.

Il giorno, ad Axel, faceva paura.

Il sole la faceva apparire più pallida di quanto non fosse già, e nuda. Sembrava come se tutti potessero vedere il suo dolore, leggere la sua mente, esplorare la sua storia. Per questo, a pranzo si sedeva sempre sotto un albero ombroso, da sola, osservando da lontano i suoi coetanei che socializzavano, si innamoravano, cambiavano, e provava un moto di invidia, ma anche di pena, per la loro superficialità.

 

Even though the world she loved
It won't ever be the way it was
And his heart of stone left her's breaking.

 

Axel non cambiava, no. Axel, da quel fatidico pomeriggio di settembre in cui le era stata strappata la sua vita, era sempre la stessa. Solo i suoi occhi erano cambiati, diventavano più spenti col passare dei giorni. Il suo corpo si era un po' rinsecchito, ma a lei andava bene così. Nessuno l'avrebbe mai guardata con amore, ma lei voleva stare sola. Almeno il giorno.

Every night she cries
And dies a little more each time

 

Ma la notte, tutto il dolore tornava a galla, e lo spaventoso silenzio che le opprimeva le orecchie si diradava, si scioglieva, come neve al sole. Di quel silenzio rimaneva solo un lieve ronzio, a cui lei ormai non faceva più caso. La notte si sentiva protetta, perché, pur soffrendo, pur avendo il corpo coperto di cicatrici, la notte sentiva qualcosa. Non era più sotto l'effetto di quella strana anestesia che era il giorno. No, Axel di notte era viva. E ogni notte, sopraffatta dai ricordi, e dal dolore da cui essi erano accompagnati, piangeva.

 

Memories they take her back
Every moment fades to black
Every kiss and every taste
She wishes time would ease the pain

 

Axel aveva una stanza piena di libri.

Quando li osservava, muta, sugli scaffali, le veniva in mente sua madre, che, entrando nella stanza come un furia, le gridava di spolverarli, e lei, che sbuffando l'accontentava. Ora, non lo faceva più. Da quando sua madre era stata spazzata via dall'incidente, da quando di lei non c'era più traccia, in quella casa troppo grande e troppo vuota, lei i libri li lasciava impolverati, soli, abbandonati a sé stessi, proprio come lei.

Alcune volte, di notte, in punta di piedi, allungava la mano sopra una delle tante mensole per prenderne uno. Lo fissava, passando il dito sulla copertina impolverata, e sentiva il naso bruciare al contatto con la polvere che danzava nell'aria. Ad Axel piacevano i libri impolverati, sporchi, vecchi, consunti. Le piacevano perchè, quando ci soffiava sopra, la polvere volava via, mischiandosi all'aria fredda della notte, che entrava dalla finestra. E allora il libro tornava pulito, si mostrava in tutto il suo splendore, e lei poteva finalmente leggerlo, scoprire la sua vera essenza, ora che non era più coperto dalla polvere.

 

I don't know if I'll ever make this right
Cause I am just so broken by the bitterness of loneliness
And I'm so scared of this
I don't know if I'll ever make this right
Cause I am just so broken by the bitterness of loneliness
And I'm so scared

 

Ad Axel, piacevano i libri impolverati perchè le ricordavano tanto sé stessa. E le piaceva soffiarci sopra, perchè nel profondo del suo cuore, sognava che qualcuno lo facesse con lei. Che soffiasse sopra le macerie del suo cuore per spazzare via il dolore, riunito in macchie violacee sulla sua pelle, come quei lividi che ti scopri sul corpo ma non ricordi come o quando te li sei fatti, e che scoprisse la sua vera essenza.

E così, ogni notte, moriva un po' di più.

Axel pensava di essere già morta, quella mattina, quando vicino a lei, sotto l'albero si sedette un ragazzo. Era pallido come lei, ma i suoi occhi, di un azzurro intenso, brillavano e danzavano come il più profondo degli oceani.

«Ciao» le disse, mentre Axel si rizzava a sedere sull'erba bagnata.

La ragazza impiegò un attimo prima di rispondere, perché non riusciva a credere che qualcuno le stesse veramente rivolgendo la parola. «Ciao» rispose, accennando un sorriso.

Rimasero così, in silenzio, per tutta la durata della pausa pranzo. Poi, mentre la campana suonava, il ragazzo le chiese: «Perché ti siedi qui tutta sola?»

Axel piantò gli occhi per terra, scuotendo il capo. «Mi piace osservare»

«Anche a me» sorrise lui. «Magari domani potremmo osservare insieme. E, se vuoi, ridere di quelle stupide del quinto A che si credono le più belle della scuola»

Ad Axel venne da ridere, ma dalla sua bocca uscì un suono strano, che sembrava non appartenerle. Era passato talmente tanto tempo dalla sua ultima risata che si era quasi dimenticata come si facesse.

«Allora, ti va?» incalzò lui.

Lei incurvò gli angoli della bocca per comporre un sorriso con i pezzi disordinati di quel puzzle che era la sua anima. «Mi piacerebbe molto»

Così, giorno dopo giorno, Axel si innamorava sempre di più di Charlie, e cominciava a pensare che forse, la ricompensa divina era finalmente arrivata. Ogni volta che Charlie le sorrideva, lei sentiva un pezzo della sua anima tornare al suo posto e incastrarsi perfettamente con un altro. E, ogni volta che capiva di amare Charlie per questo o quel particolare, riusciva ad amare anche un piccolo particolare di se stessa.

Pian piano, i suoi occhi riacquistarono il colore acceso che avevano un tempo. Axel si sentiva diversa. Non ancora viva, ma un po' meno morta. Ricominciò a mangiare come un tempo, i primi tempi spinta da Charlie, poi per il gusto di farlo.

Charlie era allo stesso tempo uguale a lei, e diverso. Rispettava i suoi tempi, e, in quei cinque mesi che erano passati in un soffio, non l'aveva mai sfiorata. Si limitavano a parlare, a studiare insieme, a contrastare con le risate e la musica l'oscurità dei loro passati. Anche Charlie aveva delle cicatrici, eppure lui al sole si sentiva vivo. E allora perché non poteva sentirsi così anche lei?

Ricominciò ad uscire, a fare la spesa nell'ora più caotica, nutrendosi delle chiacchiere delle persone. Qualche volta chiacchierava anche con la cassiera, o con qualche ragazza della sua età in fila alla posta. Una mattina particolarmente calda, lei e Charie andarono addirittura a fare un pic-nic, a bordo della vecchia macchina di lui, e mangiarono sotto il sole, godendo del sole che penetrava nella pelle delle braccia.

Axel non avrebbe mai dimenticato quando Charlie l'aveva guardata negli occhi, le aveva stretto la mano, e poi si era chinata in avanti a baciarla, spingendola sull'erba fresca del prato.

Quel momento sarebbe rimasto marchiato a fuoco nella sua mente per un unico, meraviglioso particolare. Nel preciso istante in cui le loro labbra si erano sfiorate, il silenzio che le opprimeva le orecchie cessò. Ed Axel riuscì a sentire le risatine dei bambini che giocavano a palla, l'abbaiare contento di un cane, una madre che urlava al figlio di mettere la protezione solare e il canto degli uccelli sugli alberi che circondavano il prato. E non solo. Sentì una brezza fresca sul viso, sulle braccia, e sul corpo coperto dal vestito leggero. Le macchie violacee diventarono polvere e volarono via, disperdendosi per sempre nell'aria e rivelando la sua vera essenza. Axel era tornata a vivere.

Quando Charlie allontanò il viso dal suo, Axel sorrideva. Non era mai stata così felice in vita sua. La sua ricompensa divina era proprio lì, davanti a lei, e le sorrideva di rimando. Si chinò per baciarla ancora, ed un'altra volta, finchè il sole calò dietro l'orizzonte e il cielo si tinse di rosa. Allora, Charlie, prima di alzarsi per andare a casa, le sfiorò la guancia col naso.

«Ti amo» sussurrò.

Anche Axel l'amava, e l'avrebbe amato per sempre, perchè Charlie l'aveva salvata dal silenzio.

 

Say you love me
And the silence will set her free

  
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