Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: madelifje    09/10/2013    9 recensioni
Bea è una diciassettenne della Lombardia.
Non crede nell'amore (anche se potrebbe fare un'eccezione per i membri dei Green Day o Johnny Depp), ed ha un pessimo carattere.
Ha un segreto: da circa un anno chatta tutte le sere con un ragazzo inglese, un certo Liam, che non ha mai visto.
Insomma, è una ragazza perfettamente normale.
O almeno, lo era prima di ritrovarsi catapultata nel corpo di una sconosciuta fidanzata con Zayn Malik.
***
Aprii lentamente gli occhi.
Mi sentivo come se fossi stata investita da un tram.
Era un mia impressione o la luce era diventata più forte?
Ma soprattutto, cosa diavolo mi era successo?
Mi appoggiai al letto e mi rialzai faticosamente. Dopo qualche secondo riuscii a mettere a fuoco il piumone viola.
Mi sedetti per precauzione e appoggiai le mani sulle cosce.
Un attimo… jeans?
Io indossavo dei leggins!
Una consapevolezza atroce si fece strada nella mia mente.
Il mio piumone non era mai stato viola.
Con in cuore che batteva all’impazzata sollevai lo sguardo alla ricerca di uno specchio e ne trovai uno appeso alla parete di fronte a me.
Urlai.
Il volto che mi fissava non era il mio.
Genere: Comico, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Usate questa come sottofondo. http://www.youtube.com/watch?v=WJTXDCh2YiA Se finisce fatela ripartire lol

Now you see me.


Mi svegliarono i tuoni.
Sobbalzando per la paura, controllai che non fosse saltata la corrente.
Tutto normale, per fortuna.
Fui colta da una forte sensazione di dejà-vu che scacciai subito. Era solo un banalissimo temporale, era ovvio che mi sembrasse di averlo già vissuto. Mi alzai ed andai ad aprire la finestra. Urtai lo spigolo del letto con il mignolo ed urlai un’imprecazione, che svegliò il ragazzo nel mio letto.
-Sei sempre la solita. –grugnì.
-Buongiorno. –borbottai in risposta. Avete presente i film americani in cui tutti si svegliano con un sorrisone stampato sulle labbra? Pura fantascienza.
Conoscevo Liam Payne. Sarebbe tornato in letargo nel giro di un minuto. Ma io no. Mi vestii, indossando anche una felpa, e scesi a fare colazione.
Era la mia terza ed ultima settimana in Australia, e diluviava.
Il mio cattivo umore era direttamente proporzionale al numero di nuvole nel cielo, e quel giorno ce n’erano davvero tante.
Probabilmente mi addormentai rannicchiata su una delle poltrone della hall, perché quando riaprii gli occhi Danielle era supina sul divano di fronte a me e giocherellava con un elastico. Non vedevo nessuno fare una cosa del genere più o meno dalle elementari.
-Ah, sei sveglia! –esclamò quando tossii.
-Non ti sfugge nulla. Gli altri?
-Dato che non penso tu voglia sapere di Lena passerò direttamente a Liam. Che dorme. In camera tua, per la precisione.
-Sei entrata in camera mia?
-Cioè, io indosso una tua maglia e non te ne sei nemmeno accorta? –la detestavo quando mi faceva passare per stupida.
-Comunque. Io sono qui davanti a te, e Jones… Ieri sera ha mangiato per sbaglio dei lassativi, penso sia sul cesso da allora. –il tono piatto con cui lo disse e l’assurdità di quella frase mi fecero scoppiare a ridere. Danielle mi osservò per un attimo. Poi sospirò, alzò gli occhi al cielo e saltò in piedi come una molla. Si appoggiò alle mie cosce, costringendomi a guardarla. Sembrava indecisa sul dirmi o meno qualcosa di importante. Optò per il sì.
-Senti. Liam è davvero un bravo ragazzo. Probabilmente anche troppo. E si è davvero innamorato di te, quel coglione. Fallo stare male e ti stacco i capelli uno a uno, capito caramellina?
Era la cosa più altruista mai uscita dalla bocca di Danielle Peazer. Feci un cenno di assenso con la testa. Lei sorrise e tornò sul divano.
 
All’una ricevetti uno strano sms da Nonna Enigmina.
I tarocchi oggi sono strani. Bea, credo che stia per succedere qualcosa.
Come se uno stupido mazzo di carte fosse stato affidabile. Ignorai il messaggio.
Un tuono fece tremare i vetri delle finestre.
-Dai Haley, ti perdi la parte migliore?
-Corro!
Presi un Moment dalla borsa e lo ingoiai. Maledetta emicrania, perchè vieni a farmi visita solo quando sono in vacanza?
Buttai la scatola nel beauty-case e raggiunsi Liam sul divano della mia camera d’albergo.
Io avevo già visto One Day, ma Haley no.
 
Successe intorno alle undici di sera.
Ero nel bel mezzo di una videochiamata su Skype con Ginny quando un lampo fece saltare la corrente in tutto l’hotel. Il modem centrale si spense, interrompendo la connessione wi-fi.
Imprecai.
La televisione non funzionava, ovviamente. Non potevo accendere la luce e quindi nemmeno leggere. Presi in considerazione l’idea delle ombre cinesi, ma Liam quella sera era in camera sua a guardare una partita e con lui c’era anche la mia torcia. A quale scopo, poi, non lo sapevo. Cantai canzoni rock, il volume del cellulare al massimo, fino a quando l’anziana coppia della stanza accanto non bussò sul muro. Cercai di ottenere una “S” in Hardest game ever, ma fallii miseramente e spensi tutto, lottando contro l’impulso di lanciare il cellulare contro al muro.
Un altro lampo.
Non vedevo un temporale del genere da quella volta…
Oddio.
No.
Il temporale. L'emicrania. Lo strano messaggio della vecchia. Coincideva tutto.
Non adesso.
Ti prego, non proprio adesso.
Composi in fretta il numero di Nonna Enigmina. Rispose al terzo squillo.
-Sta succedendo di nuovo, vero?
Capì al volo quello che intendevo dire. –Tesoro, non dipende da me.
-Sì o no.
-Sì. –il mondo mi crollò addosso. Desideravo tornare a casa da tanto tempo. Quella non era la mia vita. Ma…
-Perché proprio adesso? Perché proprio adesso che sono felice?
-Ti ricordi quando sei venuta da me? Hai detto che consideravi l’amore una stronzata. Non è più così, vero?
-No. –mi tremava il labbro inferiore.
-Mi dispiace, non dipende davvero da me. –sembrava seria, per la prima volta da quando la conoscevo.
-Lo devo salutare. –dissi semplicemente.
-Se mi impegno dovrei riuscire a rallentare il tutto. Non sono una principiante, io. Però non hai più di quindici minuti. Ci stai?
Per tutta risposta, riattaccai e corsi fuori dalla stanza.
 
Sunlight comes creeping in
Illuminates our skin
We watched the day go by
Stories of what we did
It made me think of you
It made me think of you

 
Sfrecciavo per i corridoi più veloce che potevo, ma erano tutti identici. Non so quante volte sbagliai strada e nemmeno quante persone svegliai. Controllavo continuatamente l’orologio. Di solito il tempo sembrava passare più lentamente, ma quella sera no.
Arrivai davanti alla sua porta.
 
Under a trillion stars
We danced on top of cars
Took pictures of the state
So far from where we are
They made me think of you
They made me think of you

 
Bussai forte. Ero sicura che il legno si sarebbe sfondato.
Di Liam nemmeno l’ombra.
-Cazzo, apri!
Finalmente la sua figura palestrata comparve sulla soglia. Se pensavo che non l’avrei più rivisto…
-Ti sta inseguendo Jack lo Squartatore? Cavolo Haley, ti avrà sentito tutta Sydney!
Mi puntò la torcia, la mia torcia, in faccia. E vide la mia faccia. Dovevo essere davvero conciata male, perché il suo tono cambiò radicalmente.
-Cos’è successo?
Piangevo come una bambina a cui è caduto per terra il cono gelato.
-Dai, vieni qui.
Fece un passo verso di me, le braccia tese. Indietreggiai.
-N…no.
-Perché no?
-Non ho tempo!
 
Oh lights go down
In the moment we’re lost and found
I just wanna be by your side
If these wings could fly

 
Deglutii, ricacciando indietro le lacrime. Il singhiozzo non voleva saperne di passare, ma quello era il minore dei miei mali.
Si sentì un ronzio, le lampadine del corridoio sfarfallarono e poco dopo la luce tornò definitivamente. Sbattemmo le palpebre per riabituarci e lui spense la pila.
-Liam, ascoltami! Ti sembrerà strano, assurdo, senza senso. Penserai che sia pazza. O stronza. O entrambe le cose. Non mi interessa. Non più. Cioè sì, mi interessa un casino, ma ormai non dovrebbe. Perché ho solo undici fottuti minuti per spiegarti come stanno davvero le cose e non riesco nemmeno a formulare una frase. Non sono chi tu pensi che sia, Liam. Non mi chiamo Haley Foster. Non vivo in Inghilterra e non frequento la Shoreline. Zayn non è il mio ex.  Era marzo. Ero in giro con una mia amica e siamo capitate casualmente in questo negozio stranissimo. Era gestito da una vecchia pazza che somigliava a quella dei videogiochi del professor Layton, Nonna Enigmina. Hai presente? Ad essere sincera non so nemmeno quale sia il suo vero nome. scoppiai a ridere, perché quella situazione era davvero assurda. –La mia amica, Noemi, ha voluto assolutamente che mi facessi leggere le carte. E così è stato. La vecchia mi ha predetto qualcosa di strano a cui non ho minimamente creduto, ma mi sbagliavo. Avrei dovuto ascoltarla, e forse le cose sarebbero andate in maniera completamente diversa. E sai perché? Perché pochi giorni dopo mi sono svegliata nel corpo di qualcun'altra. Tale Haley Foster.
Non sono in grado di descrivere l’espressione di Liam. È troppo complicato. Non mi credeva, naturalmente. Al suo posto non l’avrei fatto nemmeno io.
-Ah, a proposito. Piacere. Beatrice Castelli.
Ecco, quella frase lo spiazzò. Haley poteva anche essere pazza ma non avrebbe mai e poi mai potuto sapere di Bea.
-Non è possibile.
-Ah no?
 
Oh damn these walls
In the moment we’re ten feet tall
And how you told me after it all
We’d remember tonight
For the rest of our lives

 
-Sono io. Beα, con l’alfa al posto della “a”. Ho scelto il nickname a tredici anni. All’epoca l’alfabeto greco mi esaltava. Tre anni dopo ti ho conosciuto. Chattavamo ogni sera e di giorno io non vedevo l’ora di sentirti. Ti ricordi quando stavamo svegli insieme per guardare dei film? Li facevamo partire nello stesso momento per essere sincronizzati e li commentavamo in chat. Tu ti incazzavi perché io non riuscivo a stare zitta e ti distraevo. In più ho anche la tendenza a rovinare i momenti drammatici… Quando ti ho incontrato, e fingevo di essere Haley, non pensavo fossi davvero tu. Non potevi essere l’unico Liam dell’Inghilterra, no? Poi però mi hai chiamato Bea… Lì è cambiato tutto.
Il mal di testa era diventato insopportabile.
Non avrei fatto in tempo a salutare Harry e Louis. Ginny, la mia Ginny, e quel tonto di Niall. Josh. Taylor. Quel simpaticone di Mr. Hills. Danielle, che a modo suo era stata mia amica. E nemmeno Lena o Zayn.
A lui, però, dovevo dire addio.
Liam mi stava ancora fissando a bocca aperta.
Vidi una luce verde.
Merda, perché così presto?
 
Oh lights go down
In the moment we’re lost and found
I just wanna be by your side
If these wings could fly

 
Avrei dovuto aspettarmelo, fu il mio ultimo pensiero.
Nella frase “vissero per sempre felici e contenti” manca la parola “insieme”.
 
-Birdy, Wings


Hujiambo!
E adesso piango.
Non è possibile.
Sto pubblicando l’ultimo capitolo prima dell’epilogo (che sarà tanto strano e vi farà venire istinti omicidi verso la sottoscritta per la maggior parte del tempo).
Tante di voi c’avevano azzeccato: Bea è tornata indietro. Il signor Payne, però, è rimasto nel suo gran bel corpo. In Inghilterra. Sigh.
Non potete immaginare il mio stato d’animo mentre scrivevo. Ho pubblicato questa storia il… ventiquattro dicembre? Sul serio ho aggiunto una fic alla Vigilia di Natale? Evidentemente sì. Comunque sono passati più di dieci mesi. E no, non mi sembra vero.
Vi risparmio i sentimentalismi, per quelli ci sarà l’epilogo.
Vi dico soltanto che senza di voi non avrei mai terminato questa… cosa. È in assoluto la storia più demenziale e fuori di testa che abbia mai pubblicato, ma spero tanto che vi sia piaciuta almeno quanto è piaciuto a me scriverla.
Nel caso non ne abbiate abbastanza del mio swahili, dei progetti assurdi e della mia discutibile simpatia, eccovi una nuova originale. Totalmente diversa da questa storia.
Cliccate sul banner se siete interessate

Gaia

 
 
La memoria genetica è il ricordo di esperienze che non abbiamo mai vissuto di persona, ma che sono state ereditate e sono presenti alla nascita. Alcuni, come Freud, non ci credono. Altri le chiamano “vite passate”. 
Parigi, 1889 – Arielle è intrappolata nella sua vita e l’unica via d’uscita sembra essere Stephane.
San Pietroburgo, 1907 – Leon aiuta Vera a fuggire dalla reggia dello zar durante la rivoluzione russa.
Nuova Delhi, 1818 – Samira è promessa sposa ad un uomo che non ama. E poi è arrivato James.
Kingston, 1703 – Rosalyn, travestita da uomo, si imbarca su un veliero e cerca di mantenere il suo segreto. Con il mozzo Henry, però, è più difficile.

North Dakota, 1704 – la Cheyenne Malia scappa dalla sua tribù con Gilbert, l’uomo bianco che le ha salvato la vita
Londra, 2013 –tutti si incontrano di nuovo. Ariel, Stefan, Vivian, Liam, Sam, Jace, Rain, Erik, Maya e Gideon. 
Perché la storia ha la brutta abitudine di ripetersi.
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: madelifje