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Autore: ladymisteria    11/10/2013    1 recensioni
Jack Harkness visita il Dottore nel cuore della notte per chiedergli aiuto.
Ma riuscirà a convincere il vecchio amico a seguirlo al Torchwood, per risolvere una faccenda che sta mettendo lui e Gwen Cooper in seria difficoltà?
Colpi di scena, vecchi rancori e molto altro per il mio primissimo Crossover.
La fanfiction è stata revisionata per implementare dettagli da "Il Giorno del Dottore"
Versione riveduta e corretta.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Doctor - 11, Jack Harkness, River Song, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Baby Time for Doctor and River'
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River Song scese i gradini grigi, legandosi i folti capelli ricci in una coda alta.

«Chiedo scusa per il ritardo con cui ti do il mio benvenuto a bordo, Capitano. Ma ho pensato bene di rendermi presentabile, prima».

Jack Harkness sembrava incapace di dire o fare alcunché.

River si lasciò sfuggire un ghigno.

«Mi aspettavo un po’ di buone maniere da un uomo della tua età, Jack. Non sai che è maleducato fissare tanto ostinatamente una persona?» disse, finendo di allacciarsi la camicia.

Jack si riscosse.

«Mi spiace di essere apparso sgarbato. Ma sono sicuro che comprenderai la mia sorpresa».

River si finse pensierosa.

«Sì, ammetto che la mia presenza qui, al momento, può risultare alquanto… inspiegabile».

Jack annuì.

«Inspiegabile è un termine piuttosto riduttivo».

L’uomo si alzò, baciando in un gesto galante la mano di River, ignorando bellamente il verso frustrato del Dottore.

«Ma ammetto che è davvero un piacere immenso vederti. Sei sempre bellissima»

«E sposata» aggiunse il Dottore, con un sibilo.

Nuovamente, però, Jack lo ignorò.

«Dolente di averti fatta scendere dal letto, professoressa. Se avessi saputo…»

«…Avresti sicuramente avanzato la proposta di unirti a noi. Sappiamo bene entrambi che questa è la verità, Jack» lo interruppe River divertita, notando con la coda dell’occhio il Dottore arrossire.

Jack rise.

«Ormai mi conosci troppo bene».

«Avete bisogno di qualche pasticcino? Volete che vada a farmi una nuotata, così da lasciarvi soli?» sbottò il Dottore, infastidito.

Jack alzò gli occhi al cielo.

«Più di milleduecento anni, e ancora si comporta come un bambino geloso dei suoi giocattoli» disse a River, cospiratorio.

«Non dirlo a me» replicò la donna, sullo stesso tono.

«Vi avverto: sto per sbattervi entrambi fuori dal mio TARDIS» puntualizzò il Dottore.

River rise.

«Penso che andrò a prendere qualcosa da bere per festeggiare… la riunione. Cercate di non uccidervi a vicenda, in mia assenza» disse.

«Aspetta. Perché farti affaticare? Può benissimo pensarci il Dottore. Sono sicuro che ci tenga a confermarsi un gentiluomo».

«Qui non si tratta di mostrarsi o meno un gentiluomo. Quanto piuttosto al non voler vedere River… Jackizzata» borbottò il Gallifreyano, ancora leggermente rosso in viso.

River rise di nuovo, scendendo le scale e sparendo nella cucina.

Jack controllò che la donna non fosse più a portata d’orecchio, poi si voltò verso il Dottore, serio.

«Okay. Mettiamo da parte gli scherzi, Dottore. Qui c’è decisamente qualcosa che non mi torna».

Il Gallifreyano prese il posto lasciato libero dall’amico.

«Cosa non ti è chiaro?» chiese, innocente.

«Beh, mi pare piuttosto evidente».

Si schiarì la voce.

«Credevo che River fosse… Insomma... Lo sai» disse, piano.

Il Dottore annuì.

«Diciamo che lo è stata, per un po’».

- FLASHBACK -

River Song aprì gli occhi chiari, rimando abbagliata dall’intensa luce di un neon.

Richiuse gli occhi immediatamente.

Provò di nuovo, più lentamente.

Ci mise qualche istante a rendersi conto che qualcosa non andava.

Sembrava essere in un ospedale.

Ma nel nucleo dati della Biblioteca non esisteva alcun ospedale.

Nessuno che potesse davvero definirsi tale, almeno.

«Sei sveglia. Cominciavo a temere non avrebbe funzionato».

River voltò il viso di scatto, e piccole stelle le esplosero davanti agli occhi.

Il Dottore - il suo Dottore - la osservava con un’espressione rapita e felice.

«Cos… Io pensavo… Trenzalore… La Biblioteca…» mormorò, confusa.

Il Dottore si sedette sul letto, affianco a lei.

«Va tutto bene, River» mormorò, baciandole affettuosamente la mano.

River si guardò intorno, spaesata.

«Come sono arrivata qui? Ricordo perfettamente di essere andata alla Biblioteca. Mi sono collegata al nucleo dati… Sono morta, l’hai detto anche tu, su Trenzalore. Come…».

L’uomo non poté fare a meno di sorridere.

Poche volte l’aveva vista così… vulnerabile.

Le posò un bacio sulla fronte.

«Riposa. Ne parleremo quando ti sarai completamente ripresa».

- FINE FLASHBACK -

«Che vuol dire che lo è stata, per un po'?!» esclamò Jack, scioccato.

«Beh, sai… Proprio non mi andava giù di non poterla più rivedere; di non aver fatto nulla di concreto per salvarla. Una volta tornato da Trenzalore... - Ti ho detto di esserci stato, quindi non fare quella faccia - ... Beh, non sono riuscito a pensare ad altro per settimane. Poi c'è stata tutta quella confusione temporale che ha portato alla salvezza di Gallifrey. E che non ha fatto altro che convincermi che, con un po' di fortuna, avrei anche potuto "sistemare" quanto successo a lei. Alla fine mi è tornata alla mente una cosa successa tantissimo tempo fa ad Amy. Venne rapita dall’Ordine del Silenzio e sostituita con un avatar di Carne, in tutto e per tutto uguale a lei. Stessi ricordi, stesse sensazioni… Mi sono detto che se aveva funzionato una volta, poteva funzionare ancora. Le circostanze, inoltre, giocavano a mio favore. Non ho mai visto il corpo di River, dopo la sua morte. E lo scioglimento della Carne ha ricreato alla perfezione questo particolare» spiegò il Dottore, piuttosto compiaciuto dalla sua stessa idea.

«E come mai il pianeta non è esploso, una volta che l’avatar ha “fatto il suo dovere”?» chiese Jack.

Il sorriso sparì dal volto del Dottore.

«Ammetto di aver fatto un piccolo errore tattico, in merito a questo punto. Sapevo, ovviamente, che una volta che la Carne si fosse sciolta, il nucleo dati si sarebbe collegato a River, ottenendo comunque così la memoria sufficiente a permettere un download pulito. Come speravo, il non esservi collegata direttamente l’ha tenuta al sicuro, impedendole di subire danni fisici. Ma in realtà credevo che, una volta completata questa fase, la vera River si sarebbe automaticamente ripresa. Ma non è stato così, il nucleo dati della Biblioteca e River sono rimasti collegati. Temo sia stato questo a farla cadere in quella sorta di coma in cui è stata per tutto questo tempo…» aggiunse, imbarazzato.

Jack però non sembrava convinto.

«Sì, ma che mi dici di Trenzalore? Non hai detto…?».

Il Dottore scrollò le spalle.

«Come una mia amica è solita dire: “Il viaggio nel tempo, nei sogni, è sempre possibile”. River era convinta di essere stata convocata dall’interno della Biblioteca…»

«…Mentre in realtà era all’ospedale» finì Jack.

Il Dottore annuì.

«Ad ogni modo le cose si sono poi sistemate da sole, una volta che River ha volontariamente interrotto il collegamento psichico con la mia attuale compagna di viaggio. A quel punto anche il collegamento del nucleo dati si è interrotto».

«E il cacciavite sonico che le avevi regalato? Quello che la tua incarnazione precedente aveva installato nel nucleo dati?».

«In realtà non credo che alla fine sia servito davvero a qualcosa. Probabilmente sarà ancora collegato, anche se totalmente inutile» ammise l’uomo, sincero.

«Così… Tutto si è risolto per il meglio. Come ogni lieto fine che si rispetti».

Il Dottore scosse il capo, ridendo.

«Il lieto fine non fa per me, Jack. Troppo noioso. No, io preferisco definirlo “un giusto equilibrio”».

Jack rise.

«Come hai ottenuto la Carne e il permesso di usarla in un ospedale?» chiese, curioso.

«Oh, in realtà è stato piuttosto semplice. Sono andato con il TARDIS in una fabbrica dove la Carne veniva utilizzata, prima che una tempesta solare le creasse qualche problema. Ne ho… presa in prestito un po’, insieme a uno dei macchinari, e sono andato dalle Sorelle dello Sisma Infinito. Adoro il loro ospedale. Non fanno domande e hanno un altissimo rispetto della privacy altrui. Ho preparato ogni cosa e poi non ho dovuto fare altro che raggiungere River la sera prima della spedizione. L’ho sedata mentre dormiva, portata nella camera dove poi si è risvegliata, e proceduto con la sostituzione» spiegò, come se fosse stata la cosa più semplice del mondo.

«Tutto questo quando?»

«Tre mesi fa».

Jack fissò l’amico, ammirato.

«E tutto per riaverla al tuo fianco. Geniale. Completamente folle, certo. Ma geniale davvero, amico mio».

Il Gallifreyano scrollò le spalle, non riuscendo a nascondere un sorriso compiaciuto.

«Non l’ho fatto solo per me. Dovevo “rimediare” a quanto River è stata costretta a rinunciare, a causa mia».

Jack annuì.

«Beh, come si dice in questi casi… “Tutto è bene ciò che finisce bene”».
 

   
 
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