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Autore: Vale11    11/10/2013    2 recensioni
Se il mare ti chiede di non lasciarlo dormire da solo, tu cosa fai?
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando, nei giorni successivi, chiedevano Roger da dove era sbucato quel naso rotto tutti si sentivano sempre rispondere che glielo avevano fatto durante la battaglia. Era credibile, no? Un pugno, un colpo in genere, e il naso si rompe: alla fine, è robina fragile. Nessuno si ricordava di averlo visto col naso rotto, però. E nessuno si piegava come mai, ogni volta che sentiva Roger rispondere, il capitano Jas Hook dovesse nascondersi per non ridere.

 

Il dolore che lo assalì appena sveglio fu tale da farlo schizzare seduto, per poi ritornare a stendersi a letto come un elastico troppo teso. La cosa che non si aspettava è che Saoirse scoppiasse a ridere, seguita a ruota da Hansi e Spugna. Ne si aspettava che Roger iniziasse a sputare fuori ogni bestemmia che conosceva, allontanandosi per qualche istante prima di tornare al suo capezzale. Quando decise di rischiare un'emicrania martellante pur di vedere cosa stava succedendo, si accorse che Jolly Roger aveva il viso imbrattato di sangue troppo fresco perchè fosse dovuto a una ferita riportata in battaglia. Pur essendo più morto che vivo, dovette riconoscere al proprio cervello una certa prontezza quando gli suggerì che, ebbene si, pareva proprio che gli avesse rotto il naso con una testata. Forse fu quello il motivo del trattamento piuttosto rude delle sue ferite da parte del suo ritrovato medico di bordo.

Per giorni non riuscì ad alzarsi dal letto, fiaccato più dalla febbre che dalle ferite, passò circa una settimana prima che riuscisse a rivederla.

 

Saoirse aveva conosciuto gente testarda, ma quel pirata li batteva tutti. Dopo solo due giorni di riposo era già convinto di potersi alzare per conto suo. A nulla valsero i tentativi di tenerlo a letto, alla fine decise di lasciare che tentasse di alzarsi, per poi ritrovarsi ad osservare il pavimento della sua capanna da una nuova angolazione e lasciarlo li dieci minuti buoni prima di decidersi ad aiutarlo a stendersi di nuovo. I dieci minuti più divertenti della sua vita. Roger era tornato sulla Jolly Roger (Dio, che impressione stare su una nave che portava il suo nome!) e faceva la spola fra i feriti della ciurma e il capitan.: avrebbero voluto spostarlo nella sua cabina, ma le sue ferite erano troppo serie per correre il rischio. Jas ovviamente non era di quell'avviso e aveva cercato di alzarsi dal letto di continuo finchè, in effetti, il metodo Saoirse non ebbe la meglio anche sulla sua testardaggine. 

 

Quello che voleva, in realtà, non era andarsene in giro per la spiaggia a prendere il sole: voleva vedere la sua nave, la Jolly Roger. Voleva accertarsi che non avesse subito troppi danni, che l'albero maestro fosse dove l'aveva lasciato, che la bandiera nera fosse ancora dove doveva essere, che stesse bene, in sintesi. Riferirsi alla sua nave come a un essere umano non era una novità, né lo stupiva: la Jolly Rogers non era una nave, era una possibilità. La possibilità di restare, e quella di andare dove voleva. La possibilità di un orizzonte infinito da dividere in due con le onde di riflusso. Tutto racchiuso in uno scafo di legno e la forza delle sue mani, e di quelle della ciurma. Non deve stupire, quindi, che jas Hook volesse vedere coi suoi occhi la sua nave, la sua possibilità. 

Ci riuscì quasi una settimana dopo aver spaccato il naso a Roger: Saoirse entrò in casa e lo trovò con le mani arpionate alla finestra, ancora poco saldo sulle gambe ma con gli occhi incollati al mare e alla Roger che beccheggiava tranquilla nell'acqua azzurra. Il Victory le stava accanto, ormai sconfitto e docile. Appena l'aveva visto in piedi era subito scattata per farlo tornare a letto, ma quando vide i suoi occhi decise di uscire, trovare Roger e organizzare al più presto il ritorno del capitano alla sua nave.

 

Hansi era al settimo cielo. Nessuno gli aveva detto di tornare a Londra, nessuno gli dava ordini eppure i pirati si fidavano di lui e gli chiedevamo di sbrigare piccole commissioni per conto della ciurma. Se prima ne aveva avuto paura, adesso ne era affascinato: quella gente che poteva uccidere senza battere ciglio era composta da musicisti, medici, marinai espertissimi. C'era anche un tipo, un italiano, che disegnava meglio dei pittori che gli facevano studiare a scuola. E poi c'era il mare, c'era Saoirse e c'era Jas. Inutile negarlo: Hansi si era affezionato al pirata come un bambino si affeziona al fratello maggiore incosciente che ha sempre ammirato. Avrebbe giurato di averlo visto trasalire quando, per sbaglio, l'aveva chiamato zio.

 

Panico. Quello che passò nelle vene di Jas Hook quando Hansi l'aveva chiamato zio fu una vera e propria ondata di panico. Poi, essendo una persona di una certa educazione e decisamente avvezzo ai colpi di testa, decise di trovare il modo di dargli ragione.

 

Quando glielo chiese erano sulla spiaggia, e Saoirse non sapeva se dire di si, gettarlo in acqua o dargli una botta in testa.  Quando poi gli spiegò che in realtà l'idea gliela aveva data Hansi, pensò seriamente di rispedirlo a Londra e lasciarlo li. In realtà, si decise a dire di si solo quando Jas le spiegò che i matrimoni dei pirati duravano tre anni, e si potevano rinnovare solo se la coppia era d'accordo, ghignando come un lupo. Quando gli fece gentilmente notare che lei di preti non ne voleva sapere,  lui le fece gentilmente notare che neppure lui era tipo da preti e che comunque non ne avevano a disposizione: un capitano poteva sposarli, ecco quello che serviva.

"E che farai, Jas? Ci sposerai tu? Sarebbe ridicolo"

Le aveva sorriso di nuovo, con un angolo solo della bocca. 

"Laggiù c'è ua nave in più, ma belle. Credo che un capitano le farebbe comodo. Vogliamo informare la ciurma che ci sono delle votazioni da fare?"

  
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