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Autore: CBradbury    11/10/2013    2 recensioni
[ Aiichiro x Rin ♥ ]
Era irrimediabilmente innamorato di Rin Matsouka. E avrebbe voluto dirglielo, un giorno, ma non era quello giusto. Lo avrebbe detto a Rin, alla squadra, e al mondo intero, se era necessario. Ma voleva dirlo, voleva così tanto esternarlo, che faceva male. Era troppo, per il giovane Aiichiro. Rin, quell’amore… non poteva reggerli.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Unspoken words









 






Era una di quelle giornate in cui Nitori si sedeva sotto la finestra di camera sua (loro, camera loro) e scriveva sul suo diario, della sua vita, dei suoi amici… di lui. Rin.



Non che fosse una cosa che capitava spesso, scrivere. Aiichiro non credeva di scrivere bene, né tantomeno di rendere giustizia a Rin nelle proprie descrizioni. Erano tutte troppo poco accurate, o piene di scarabocchi e cancellazioni. Non riusciva proprio ad esprimersi quando parlava di lui, o quando parlava con lui. E si sentiva stupido, perché nonostante avesse sedici anni, si rendeva conto che il suo comportamento era degno di un ragazzino di dodici.



Era irrimediabilmente innamorato di Rin Matsouka. E avrebbe voluto dirglielo, un giorno, ma non era quello giusto. Lo avrebbe detto a Rin, alla squadra, e al mondo intero, se era necessario. Ma voleva dirlo, voleva così tanto esternarlo che faceva male. Era troppo, per il giovane Aiichiro. Rin, quell’amore… non poteva reggerli. Non aveva mai provato qualcosa di così forte, che lo svuotasse e riempisse da dentro nel giro di qualche “Nitori” detto da Rin.



Sarebbe impazzito un giorno o l’altro, se non avesse smesso di pronunciare il suo nome in quel modo. In realtà non lo diceva diversamente dagli altri, ma Aiichiro amava il modo in cui la voce roca del senpai, rendeva otto banalissime lettere, così belle e… sensuali. Il ragazzo arrossiva al solo pensiero. Perché sì, Rin era tanto carino. Più, che carino. Era tutto il bello del mondo racchiuso in un singolo essere, e Nitori era sicuro di non esagerare. Sua madre spesso gli aveva detto quando ci si innamora, tutto è bianco come tutto è nero. Ami quanto odi, e sei felice quanto triste. E vorresti amare quella persona in ogni modo possibile, e farle capire come la vedi tu dal tuo punto di vista. E quella persona è perfetta, e nulla e nessuno potrebbero mai farti cambiare idea. Il papà di Aiichiro era morto quando era più piccolo, e ogni tanto con sua madre parlava di lui. Era stupendo sentir provenire dalla bocca di sua madre, così tante belle parole. Era come se suo padre fosse l’unico uomo sulla terra, e sua madre non avesse mai voluto così tanto bene a nessuno in vita sua. Così, si sentiva Nitori.



Il ragazzo spesso sospirava pensando a quanto sarebbe stato bello trovare il coraggio, ma non ci riusciva, era debole. Più debole di chiunque altro, e non voleva darlo a vedere, perché se no il senpai non lo avrebbe più notato. Anche lui poteva essere bravo a nuoto se voleva, e anche simpatico come quel Nagisa di cui gli parlava solo qualche volta. Era gentile, Aiichiro, come Makoto (anche se quel ragazzone così dolce e premuroso lo era fin troppo, per essere umano, ma a Nitori non dispiaceva per niente). E poi c’era Rei, che era così intelligente, e le poche volte che gli era capitato di incontrarlo, lo aveva ammirato moltissimo. Nitori non era così bravo con i calcoli, ma se la cava. Amava la matematica, e la fisica e gli sarebbe piaciuto diventare un professore un giorno, ma non l’avrebbe mai detto a nessuno. Si vergognava, perché i professori sono solo degli sfigati!, era solito dire Rin, e lui annuiva, dandogli ragione. E infine c’era Nanase-senpai, di cui Rin parlava spesso e che Nitori non odiava, ma invidiava moltissimo. Era bello, il ragazzo: gli occhi blu gli facevano risaltare i capelli color pece, e la pelle dello stesso colore del latte. Aveva delle gambe lunghissime e magre e anche delle mani stupende, con delle dita altrettanto longilinee. Era quel tipo di ragazzo bello e tenebroso per cui chiunque prima o poi, si sarebbe preso una cotta. Nitori aveva capito che il suo senpai era interessato ad Haruka, e ne aveva avuto la conferma poche notti prima, sentendolo sussurrare il suo nome più volte, nel sonno. Aveva fatto male, ma era bastato stringere un po’ più forte il cuscino, immaginandosi che fosse Rin. Il male al centro del petto un po’ era passato, ma i suoi sogni non erano stati molto calmi, da allora.



Aiichiro non si riteneva bello, né tantomeno fascinoso o “un tipo da ragazze”, come Haru, ma ogni tanto si guardava allo specchio e non era così male… non tanto, perlomeno. Il suo fisico era asciutto, con gli addominali accennati appena. Le gambe e le braccia erano maghe e lunghe, proprio come quelle di Haru! Si ripeteva, per poi scuotere la testa abbattuto. Il viso, poi, proprio non gli piaceva, ma sua mamma spesso gli diceva che era bello, e nonostante fosse sua madre, lui stava meglio. Non si sentiva così male per quei pochi minuti in cui il complimento si faceva concreto nella sua mente. Non ne riceveva molti, di apprezzamenti. Il ragazzo odiava i suoi capelli così troppo… corti e grigi. Il viso era ancora quello di un bambino, con le guancie un poco paffute, le labbra sottili e il naso eccessivamente piccolo. L’unica cosa di cui si vantava erano i suoi occhi, di un azzurro un po’ particolare, che gli ricordava il cielo. Gli era sempre piaciuto il cielo; lui e Rin erano soliti guardarlo fuori dalla finestra, di solito sorseggiando un tea prima di andare a dormire. Era uno dei pochi momenti della giornata in cui si sentiva veramente felice e un po’ meno solo.



E cosa faccio ora? scrisse a grandi lettere sul suo diario.



«Cosa intendi fare?» domandò una voce alle sue spalle, che Nitori riconobbe subito. Sussultò, per poi girarsi verso il suo senpai. Era perfetto. Avrebbe voluto poterlo abbracciare anche solo una volta.



«N-niente Rin-senpai!»



«Uh…»



Rin non sembrava poi così convinto della solita risposta-corta-e-concisa del più piccolo. Era tutto un Sì, Rin-senpai!, Certo che no, Rin-senpai!. Non sembravano neanche essere amici, ma una sorta di padrone e schiavo usciti fuori da qualche stupido manga, che Gou (la sorella più piccola di Rin), era solita leggere e commentare ad alta voce. Rin non poteva sopportarla quando faceva così.



«Possibile che tu debba sempre sviare l’argomento?» gli disse poi, Rin, senza mezzi termini. Era decisamente stufo.



«Quale… quale argomento?» chiese innocentemente il più piccolo, stringendo piano il cuscino che c’era sulla sedia.



«Tutti, ogni argomento! Sta diventando noioso e pesante, avere una conversazione con te. Lo dico per il tuo bene, okay?! Ora non metterti a piangere come una femminuccia o qualcosa del genere…»



L’altro annuì piano, gli occhi iniziavano a pizzicargli. Ricacciò immediatamente indietro le lacrime.



«Okay, la smetterò di risponderti così… se è quello che vuoi»



«Quello che voglio è che tu mi dica quello che pensi, smettendola di comportarti come un fottuto bambino» gli urlò. «Tieni ancora un diario, Nitori!»



«Io-» tentò di dire.



«Tu cosa?»



«Io volevo dirti che…»



«Che…? Parlami!»



«Che non sono mai stato baciato!» tirò fuori tutto d’un fiato, diventando paonazzo in volto, tentando in tutti i modi di ricacciare indietro l’impulso di scappare in bagno e chiudersi dentro a piangere. Odiava essere umiliato così e soprattutto di fronte alla persona che più amava. Si sentiva uno schifo. Ed era solo colpa sua e sua soltanto. Doveva semplicemente starsene zitto, ma non ce l’aveva fatta, la voglia di baciarlo era troppa e non era riuscito a controllarsi.



«Uh?! Stai scherzando spero?!»



«N-no. Vedi, ecco… ho sempre pensato che alla mia, alla tua età, bisognasse fare esperienze. Ma io non ho mai avuto nessuno e semplicemente mi vergogno ad ammettere che nessuno è interessato a me»



Quindi è di questo che scrivi nel tuo diario pensò poi Rin.



Rin lo guardava con uno sguardo indecifrabile, e Aiichiro si sentiva sempre più a disagio. Ecco, lo sapeva che non avrebbe dovuto aprire bocca, ma come sempre il più grande non poteva evitare di fargli fare quello che voleva lui.



«Rin-senpai, lascia perdere, sul serio! Sono solo stupidi capricci, nulla di pi-» per poco non cadde dalla sedia, quando le labbra di Rin si posarono sulle sue, delicate, impercettibili e così… familiari. Non sapeva perché nella sua mente quell’aggettivo suonasse così esatto per descrivere le labbra del suo senpai, ma era così. E per quei pochi attimi in cui la bocca del rosso fu sulla sua, Nitori poté dire di essere la persona più felice del mondo. Rin si staccò subito, senza dire nulla, dirigendosi verso il bagno e chiudendosi la porta alle spalle, rumorosamente. I muri tremarono appena, e così anche Aiichiro. Si sentiva così bene, da non riuscire neanche a realizzare che il senpai, il suo, e solamente suo senpai, lo aveva baciato e dio, era stato perfetto. Un rapido e delicato attimo perfetto. Strinse ancora di più il cuscino della sedia.



Ma Nitori, non sapeva, che tutta quella familiarità con le labbra di Rin era dovuta al fatto che ogni tanto, in qualche notte un po’ più buia delle altre, il più grande saliva fin sul suo letto, per concedersi di guardarlo solo per qualche minuto. A volte gli capitava di schioccargli dei baci a fior di labbra, sperando di non disturbare il più piccolo, per poi tornare al proprio letto così freddo e vuoto, senza di lui.



Dal bagno, Rin, si fece scappare un sorriso.



















Fanwriter's corner!


Konnichiwa, minna!

E' la prima volta che ho l'onore di scrivere qualcosa per questo meraviglioso fandom e, beh, insomma, eccomi qui ;v;

Questa OS è stata scritta in un giorno di pioggia (ah, rain, I missed you so much!), al posto di fare i compiti di antologia, che a proposito mi devo sbrigare a fare *si impanica*

Ad ogni modo, spero di aver caratterizzato al meglio i personaggi, soprattutto Ai, a cui tengo moltissimo. Molti lo odiano, ma non ne vedo il motivo. E' soltanto un piccolo shota adorabile innamorato di RinRin ;VVV; So, stop the hate, people! *coccola il suo Nitori*

Continuo a divagare, damn me!

Grazie mille se mai leggerete questa schifezzuola e alla prossima! :)






 
  
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