Crossover
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Autore: eugeal    11/10/2013    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se Buffy fosse morta definitivamente?
Cosa avrebbe fatto Rupert Giles dopo aver assistito alla sua fine?
Forse sarebbe andato via da Sunnydale per sfuggire ai ricordi, ritrovandosi in Giappone. Giappone che, come molti di voi sapranno, è la patria di Sailor Moon.
E forse una delle nemiche di Sailor Moon non è morta come sembrerebbe vedendo la serie, ma aspetta solo di risvegliarsi.
Cosa succederà poi?
L'unico modo per saperlo è leggere questa storia.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Telefilm
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eudial si svegliò, ma non aprì gli occhi. Invece si avvolse più strettamente nella coperta e si rannicchiò più vicina al corpo freddo di Spike.
Il vampiro giocherellò con una ciocca dei capelli della ragazza e ascoltò il suo respiro tranquillo e regolare.
- Certo che non ti ho aiutato molto, eh? - Disse, con un po' di amarezza nella voce.
Eudial si strinse a lui e socchiuse gli occhi per guardarlo.
- Non è colpa tua, Spike. Atheris era forte. Molto. Ancora adesso mi chiedo come abbiamo fatto a sconfiggerlo davvero... -
Rimasero in silenzio per un po', poi il vampiro appoggiò una mano sul lato del viso di Eudial e rimase a guardarla senza parlare.
- A cosa pensi? - Sussurrò Eudial.
- Ero cosciente. Quando ero intrappolato nel cristallo ero cosciente. Le sailor no, loro credo che abbiano perso i sensi, ma un vampiro non ha bisogno di re­spirare. Ho visto tutto, Eu. Ti ho vista morire. -
- Sono qui ora. -
Il vampiro la strinse forte, quasi fino a farle male, ma Eudial non si lamentò.
- Mi sentivo così inutile: tu eri morta e io non avevo potuto fare nulla per evitar­lo. -
Eudial gli mordicchiò il collo e Spike la sentì sorridere contro la sua pelle.
- Cosa c'è di così divertente in quello che ho detto? - Chiese, un po' offeso.
La ragazza si scostò appena da lui per guardarlo in faccia.
- Non hai idea di quanto mi sia sentita inutile io durante tutto il combattimento. Direi che siamo pari. -
Spike sorrise e abbassò il viso per baciarla, pungendole appena le labbra con i canini affilati, ma Eudial gli mise un dito sulle labbra per fermarlo.
- Dopo, Spike, quando saremo soli. - Disse con dolcezza, poi alzò un po' la voce per proseguire. - Sempre che Tera non preferisca continuare a spiarci invece di bussare come fanno tutte le persone normali. -
- Perché, c'è qualcuno di normale in questa casa? - Disse l'altra Cacciatrice spa­lancando del tutto la porta della cantina per entrare nella stanza di Spike. - E comunque, se fossi interessata a spiarvi, mi porterei dietro una videocamera, pare che adesso le storie d'amore melense tra esseri umani e vampiri vadano molto di moda. Potrei diventare ricca e famosa vendendo il filmato su internet. -
Spike sbuffò di disgusto pensando alle pallide imitazioni dei vampiri a cui si ri­feriva Tera, mentre Eudial lanciò un cuscino verso l'altra Cacciatrice.
- Cosa vuoi, Tera? Stavamo dormendo. -
- Non mi sembra proprio... -
- Piantala e dicci cosa vuoi. - Brontolò Eudial, arrossendo appena.
- Forse non te ne sei accorta, ma la casa è un mezzo disastro. Seraphina ha praticamente scoperchiato la cucina per fuggire dal drago nero. Forse sarebbe il caso che venissi a dare una mano anche tu, invece di stare a scambiarti sdol­cinatezze col vampiro. -
Spike annuì in direzione di Eudial.
- Vai pure, verrò ad aiutare anche io dopo il tramonto. - Disse, poi chiamò l'altra Cacciatrice che si stava già avviando verso la porta. - Ah, Tera? -
- Che vuoi, succhiasangue? -
Spike sogghignò.
- Quando nasceranno i tuoi gattini? -
- Vai al diavolo, Spike! -
Tera si sbatté la porta alle spalle ed Eudial scoppiò a ridere, ma si affrettò a se­guirla.
La raggiunse sulle scale, cercando di smettere di ridere senza troppo successo e Tera le rivolse un'occhiataccia.
- Non è che il tuo fidanzato sia tanto più normale del mio, eh. - Disse secca­mente, ma Eudial capì che non era veramente in collera.
Stava per rispondere, ma fu interrotta dal miagolio festoso di Valerius che dalla balaustra delle scale era saltato sulle spalle di Tera.
- Ti ho sentita! Mi hai chiamato fidanzato! -
La ragazza lo fece volare giù dalle scale, colpendolo con un gesto fluido.
- Ehi! - Disse Eudial, stupita. - Ho capito quello che ha detto. -
Il gatto le raggiunse, trotterellando disinvoltamente su per i gradini, si strusciò appena alla gamba di Tera e salì ancora un po', fino a trovarsi all'altezza degli occhi delle due ragazze.
- Non mi stupisce. Ho usato molta magia su di te. -
- Funziona così, a quanto pare. - Spiegò Tera. - Il gattaccio ti tocca con la sua magia e cominci a capire i suoi stupidi miagolii. -
Il gatto la guardò, divertito, poi le saltò di nuovo sulla spalla, ma questa volta Tera non lo scacciò.

- Mamma, io esco! Ho promesso a Herta che saremmo andate a cercare le con­chiglie sulla spiaggia! - Lyra si affacciò per un attimo alla porta della cucina, poi corse fuori, sbattendosi il portone di ingresso alle spalle con un tonfo allegro.
Sofia sorrise nel vedere la figlia tanto vivace e continuò a raccogliere i fram­menti di vetro e di stoviglie sparsi sul pavimento della cucina.
All'esterno Anya, Seihoshi e il professor Donovan stavano discutendo animatamente sul modo migliore per riparare lo squarcio nella parete senza riuscire a trovare una solu­zione soddisfacente per tutti.
Rupert Giles non si era ancora fatto vedere: da quando erano tornati a casa dopo la battaglia sembrava essere sempre molto impegnato con i draghi oppure con i suoi libri, ma Sofia aveva il forte sospetto che in realtà si stesse semplicemente tenendo alla larga da lei.
Non sapeva cosa fosse successo quel giorno: il suo ultimo ricordo era lo sguar­do spaventato di Hope mentre Atheris correva verso di loro per attaccarle, poi si era svegliata a casa, in un letto comodo e caldo.
Si sentiva bene, eppure ricordava chiaramente un lampo di forte dolore poco prima di sprofondare nelle tenebre.
Non aveva ferite, ma quella mattina, facendo la doccia, aveva scoperto sulla propria pelle dei segni pallidi che non aveva mai avuto prima.
Avevano la for­ma di piccole mezzelune e l'aspetto di cicatrici sbiadite e ai segni sull'addome ne corrispondevano altrettanti sulla schiena come se qualcosa di appuntito la avesse trapassata da parte a parte.
Che pensieri sciocchi, si era detta rivestendosi, in quel caso avrebbe dovuto es­sere morta oppure gravemente ferita e lei invece stava benissimo.
Sofia trovò alcuni piatti ancora interi e li radunò, impilandoli per metterli nel la­vandino, in attesa di essere lavati.
Quando tornò a girarsi, vide che Seihoshi era entrata dallo squarcio nella parete.
La giovane aprì il frigorifero, frugò al suo interno fino a trovare una bottiglia di succo di frutta e lo richiuse per poi lasciarsi cadere su una sedia impolverata.
- Ero così stufa di sentirli discutere! Secondo Anya il professor Donovan dovreb­be sistemare il tetto con qualche magia, ma lui dice che quella andrebbe usata solo per faccende davvero importanti. Secondo me se invece di bisticciare avessero preso chiodi e martello sarebbero già a buon punto. Anche se credo che nessuno dei due sia granché bravo come falegname. -
Sofia sorrise.
- E tu che avresti fatto? -
Seihoshi alzò le spalle.
- Credo che avrei chiamato un falegname. Non sono molto brava con quel ge­nere di cose. In effetti a parte cantare non c'è molto che io sappia fare... -
- La tua voce è stupenda, non credere che cantare come fai tu sia una cosa da poco. -
- Sei gentile a dirlo. - Seihoshi bevve un sorso del succo di frutta e sorrise a So­fia. - Solo che a volte mi chiedo come fosse Xinuxunil quando usava questo cor­po... Dopo averla vista, dopo aver assistito alla manifestazione del suo potere, faccio fatica a credere che un tempo possa aver avuto il mio aspetto. È così... così... non trovo le parole adatte a descriverla. Insomma, lei è una dea, io no, sono solo io, Seihoshi, e non riesco a immaginare di essere nata da una sua parte... -
Sofia la guardò perplessa.
- Tu hai visto Xinuxunil? Quando? -
- Subito dopo la battaglia. Ma lo sai anche tu, no? -
- Dovrei saperlo? -
- È lei che ti ha riportata in vita dopo che Atheris ti ha uccisa. Pensavo che te lo ricordassi. -
Sofia non trovò le parole per risponderle e in quel momento Anya si affacciò allo squarcio nel muro e chiamò Seihoshi.
- Allora, vieni ad aiutarci o no? Quanto tempo ci metti a prendere qualcosa da bere? -
La ragazza si alzò vivacemente, sorridendo.
- Pensavo che foste ancora impegnati a discutere. Siete riusciti a trovare un ac­cordo? -
Seihoshi raggiunse gli altri due, senza sospettare minimamente quanto le sue parole avessero sconvolto Sofia.
Rimasta sola, la donna si sfiorò la pancia con le mani che tremavano.
Morta? Era quello il dolore che ricordava? Era il momento in cui Atheris la ave­va uccisa?
E perché nessuno le aveva detto nulla?
Sofia, fece un respiro profondo e si costrinse a non perdere la testa. Per prima cosa doveva scoprire con esattezza come erano andate le cose, poi avrebbe potuto pensare a ciò che significavano.
Abbandonò piatti e pulizie e uscì a passo veloce dalla cucina, decisa a cercare Rupert Giles, ma, appena uscita dalla porta, si imbatté in Eudial, Tera e Vale­rius che provenivano dal piano inferiore.
- Ciao, Sofia. - La salutò Eudial, ma lei la interruppe piuttosto bruscamente.
- Sapete dov'è Rupert? -
- Dovrebbe essere dai draghi. - Rispose Tera, un po' stupita dall'agitazione del­la donna.
- Devo parlargli. - Disse Sofia, avviandosi verso la porta, ma si fermò dopo due o tre passi, incerta. - O forse... forse non dovrei. -
Eudial e Tera si scambiarono un'occhiata perplessa, poi Tera si tolse Valerius dalla spalla e lo depose a terra. Gli indicò la porta della cucina con un cenno della testa e il gatto annuì brevemente per segnalarle che aveva capito, poi trotterellò via per lasciare sole le tre donne.
- Cosa intendi? Perché non dovresti parlare con Giles? - Chiese Eudial e Sofia la fissò negli occhi.
- Voi lo sapete, vero? Sapete quello che mi è successo? -
- Ehi, - intervenne Tera, prima che Eudial potesse rispondere. - prima di iniziare con i discorsi drammatici, che ne dite di sederci da qualche parte? Forse non ve ne siete accorte, ma il moccioso qui dentro inizia a pesare. -
Tera prese per un polso sia Sofia che Eudial e trascinò entrambe oltre la porta del salotto, le spinse a sedere sul divano e poi si accomodò accanto a loro.
- Non mi sembri così affaticata e sofferente. - Commentò Eudial.
Tera alzò le spalle.
- Qui è più comodo che non stare impalate come imbecilli in mezzo al corridoio e poi ci sono meno orecchie indiscrete. Suppongo che tu non voglia fare preoc­cupare la ragazzina. - Concluse, rivolgendosi a Sofia.
- Lyra? -
- Già, scommetto che nessuno le ha detto che sei morta. -
- Tera! - Gridò Eudial, con aria di rimprovero.
- Allora è vero... - Sussurrò Sofia e Tera la guardò, sorpresa.
- Oh. Non lo avevano detto nemmeno a te? -
- Tera, sei cretina o cosa? - Disse Eudial e Tera la guardò con aria di sfida.
- Perché? Ti sembra giusto tenere nascosta una cosa del genere? -
- Ma ti pare il modo di dirlo? -
- Dirlo più dolcemente lo renderebbe meno reale? E poi alla fine non è nulla di così sconvolgente. -
Sofia la guardò, allibita.
- Non è così sconvolgente?! Atheris mi ha uccisa! Eppure sono qui. Ti sembra normale?! -
- Da queste parti non è così assurdo. Lei è morta. - Tera puntò il dito verso Eu­dial, poi continuò a contare sulle dita della mano. - Il fallito è morto, Valerius è morto qualche secolo fa, Spike è un morto che cammina. Sai che novità... Il problema è quando nessuno ti resuscita, ma non è il tuo caso per fortuna. -
Sofia si lasciò strappare un sorriso dalle parole della ragazza e pensò che Tera era stata così diretta proprio per sdrammatizzare.
- Ora raccontatemi cosa è successo, per favore. -

   
 
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