Flashback
-Leon, questo da te non me l'aspettavo proprio! Non riesco ancora a crederci...- mormorò Violetta con un'espressione amareggiata. -Aspetta, lasciami parlare: posso chiarire ogni cosa... non trarre conclusioni affrettate.- ribatté lui. -No, non c'è niente da chiarire. La situazione è fin troppo chiara!- esclamò lei asciutta. -Ti prego, Vilu, ascoltami! Ho bisogno di spiegarti. Non posso perderti: sei troppo importante per me.- sussurrò il ragazzo mentre i suoi occhi iniziavano a diventare lucidi. -No, Leon. Tra noi due è finita per sempre!- esclamò lei, mentre delle grosse lacrime le rotolavano giù per le guance. -Ti prego, non andartene.- la implorò ancora il giovane mentre le lacrime gli rigavano il volto. -Mi dispiace...- mormorò Violetta, allontanandosi velocemente.
Fine flashback
Leon si lasciò cadere addosso al muro della stradina stretta dove stava camminando, coprendosi il viso con le mani, rompendo il silenzio della notte con un pianto disperato. Le lacrime uscivano prepotenti dai suoi occhi, mentre senza vergogna esprimeva la sua tristezza. Non durò molto. Ben presto tutto finì, velocemente com'era cominciato. Il giovane Vargas si rialzò e ricominciò a vagare senza meta per le vie di Buenos Aires. I suoi piedi sfiniti lo portarono in riva al mare, sulla sabbia bianca e soffice della spiaggia. Si avvicinò lentamente alla massa d'acqua scura che era il mare e vi si specchiò. L'immagine di un giovane dal volto sconvolto dalla fatica e dalla sofferenza gli apparve davanti, illuminata dalla luce delle stelle e della Luna, che quella sera brillavano emettendo un tremolante bagliore. Raccolse un po' d'acqua tra le mani e iniziò a lavarsi il viso, sfregando bene la pelle quasi come se cercasse di lavare via il dolore insieme al sudore e alla stanchezza. Successivamente si sbottonò la camicia, per potersi rinfrescare il petto sudato in quella notte d'estate. Quando si fu finalmente ripreso, si sdraiò sulla sabbia, addormentandosi sotto una coperta di stelle mentre un sonno agitato e senza sogni s'impadronì di lui.
Un pianto fragoroso scosse il sonno leggero di Leon, che si svegliò agitato. Guardandosi intorno notò subito una persona che, in riva al mare, si era stesa esausta e aveva iniziato a sfogare tutto il suo dolore. Era una ragazza piuttosto giovane con un volto dolce rotto dal pianto e un paio di occhi color nocciola turbati. Indossava un vestito bianco molto semplice e un paio di scarpe col tacco, che aveva tolto e poggiato sulla sabbia accanto a sé. Il giovane Vargas le si avvicinò lentamente e, prima che la ragazza si accorgesse della sua presenza, la abbracciò da dietro. -Leon!- esclamò sorpresa lei voltandosi. Gli occhi della castana si soffermarono sul volto del ragazzo e in particolare sui suoi occhi verdi, per poi scendere sul petto scoperto del giovane. -Che ci fai qui?- domandò ancora lei. -Niente d'importante, piuttosto tu dovresti spiegarmi perchè stai piangendo. Cos'è successo?- domandò Leon premuroso. -Beh, ecco... ho litigato con Diego e ci siamo lasciati...- sussurrò Violetta in modo quasi impercettibile.Già: Diego. Leon si era completamente dimenticato di lui, troppo preso dal suo dolore. Quel ragazzo non andava affatto a genio al giovane Vargas: era presuntuoso, arrogante, sicuro... insomma era l'esatto contrario di Violetta e nessuno era ancora riuscito a capire perchè quei due si fossero messi insieme. Quella ragazza era talmente dolce e angelica che spesso anche Leon stesso era convinto di non essere alla sua altezza, ma una persona come Diego non avrebbe mai dovuto neanche avvicinarsi a lei. Il giovane aveva la certezza che, prima o poi, quell'arrogante avrebbe finito col deludere Violetta. I singhiozzi della giovane lo riportarono alla realtà, distraendolo dai suoi pensieri. In quel momento doveva ignorare tutto il dolore che lo invadeva: l'unica cosa importante era far tornare il sorriso sul volto di Violetta. -Vuoi raccontarmi meglio quello che è successo?- le chiese dolcemente. -Beh, non c'è molto da raccontare: oggi dovevamo uscire, ma l'ho trovato mentre mi tradiva con un'altra.- spiegò incominciando a piangere più forte. -Non piangere Violetta, non versare lacrime per una persona che non merita neanche uno dei tuoi preziosissimi sorrisi.- sussurrò Leon, sorridendole. -Oh, Leon. Sei sempre così dolce...- mormorò la ragazza, accoccolandosi sul petto del castano. -Già, però tu non hai ancora smesso di piangere... Vediamo cosa posso fare.- mormorò Leon, sollevando il volto di Violetta con due dita e incominciando a lasciare dei timidi baci sulla pelle del viso della giovane. Le labbra umide di Leon si posavano delicatamente e senza alcuna fretta sulle lacrime amare della ragazza, come se il castano volesse eliminare tutto il dolore che quelle piccole gocce d'acqua portavano al loro interno. Quando terminò, sul volto del giovane Vargas si dipinse un sorriso soddisfatto, mentre completava il suo operato passando il dorso delle sue mani sul viso di Violetta, cancellando definitivamente ogni traccia del pianto della ragazza. -Grazie davvero, Leon, avevo bisogno delle tue frasi dolci e dei tuoi abbracci, ma temevo che tu fossi in collera con me.- mormorò timidamente la giovane Castillo. -Perchè mai dovrei essere in collera con te, Violetta? Non c'è bisogno che te lo dica perchè tu capisca che io sono ancora completamente in balia dell'amore che provo verso di te, non c'è bisogno che ti dica tutto il dolore che sento dentro di me perchè tu puoi benissimo leggerlo nei miei occhi. Sono completamente distrutto. Lo so che ti avevo promesso che ti avrei lasciato vivere la tua vita e che non mi sarei mai più intromesso, ma non ce la faccio. Io ci ho provato, ma non ce la faccio: non riesco a immaginarmi con qualcun'altra. Io sono tuo e solo tuo!- esclamò lui deciso. -Leon...- mormorò Violetta. -No, lasciami finire. Ho bisogno che tu sappia tutto: questa volta non ti lascerò andar via così facilmente, devo chiarire tutto! Io ho fatto degli errori, una marea di errori, ne sono consapevole, ma una cosa giusta l'ho fatta: amarti. L'amore che provo per te è sempre stato la mia certezza, il mio punto di riferimento... non posso fare a meno di te. Non trovo pace se non al tuo fianco, ho bisogno di te, della tua dolcezza, della tua fragilità, della tua timidezza. Tu sei una parte di me, sicuramente la parte migliore.- spiegò Leon, interrompendosi scrutando il volto di Violetta che nel frattempo era diventato triste. -Che c'è? Ho detto qualcosa di male?- domandò Leon. -Guarda che non ho fretta, aspetterò. Non devi obbligatoriamente decidere adesso se il nostro rapporto si può in qualche modo recuperare. Volevo solo che tu sapessi che manchi e che io non ti scorderò mai. Io sarò qui. Qualsiasi cosa succeda io sarò esattamente qui ad aspettarti, qualsiasi cosa accada, per sempre se necessario: di questo puoi stare certa.- concluse il giovane. Violetta non rispose, rimase seduta sulla spiaggia, intenta a perdere lo sguardo oltre la linea dell'orizzonte, cercando di trovare le parole giuste per far comprendere la situazione al ragazzo. -Non ci sarà bisogno che tu mi aspetti.- disse alla fine. Osservò lo sguardo confuso di Leon e continuò a parlare. -Non ce ne sarà bisogno, perchè io sarò sempre qui, accanto a te.- concluse. -Davvero?- domandò il giovane con uno sguardo tra il sorpreso il gioioso. Dopo molto tempo le labbra del ragazzo si aprirono in un luminoso sorriso, mentre Violetta gli buttava le braccia al collo, contenta che tutto tra loro fosse tornato come un tempo. La ragazza appoggiò la testa sul petto nudo di Leon e assaporò le piacevoli sensazioni che le dava la pelle calda del castano a contatto con la sua, rilassandosi completamente. -Mi dispiace che mi ci sia voluto tutto questo tempo per capire che tu sei una persona davvero speciale e che voglio stare solo e solamente con te, ma oggi mi hai aperto gli occhi. La tua dolcezza è proprio quello di cui ho bisogno e quello che non ho trovato negli altri ragazzi. Tu sei insostituibile, Leon e io ti amo.- mormorò teneramente, aggrappandosi ancora di più a lui. Il giovane Vargas sorrise e nel suo sorriso c'era tutto il fiume di parole che avrebbe voluto dirle, ma che in quel momento gli apparivano totalmente inutili. C'era un' unica cosa da fare, prima che tutto fosse perfetto; entrambi lo sapevano bene e Violetta lasciò sorpreso il ragazzo prendendo l'iniziativa e posando delicatamente le sue labbra su quelle di Leon e facendo combaciare le loro bocche. Un raggio di luce illuminò le loro figure, mentre il Sole faceva capolino in un cielo terso dalle sfumature rosa e azzurrine segnando l'inizio di un nuovo giorno e del loro amore, che dopo una notte buia e triste era sorto ancora più splendente e appassionato di prima.
Angolo autrice
Eccomi qui con una nuova storia. Questa OS mi è venuta in mente per caso, mentre la prof di Geo interrogava e dato che non avevo niente da fare ho iniziato a fantasticare.
Non so come sia venuta, lascio giudicare a voi. La parte iniziale è senz'altro molto triste, ma in questo periodo sono molto depressa e la mia depressione si trasferisce nelle mie storie. Le parole di Leon non le commento perchè sono talmente dolciose che si commentano da sole. Il finale è la parte che mi piace di più: è così tenero... Il mare rende l'atmosferica molto romantica e anche questo mi piace. Va beh, non so più cosa scrivere, quindi me ne vado, prima, però ho una richiesta da farvi: mi lasciate una mini-recensione?
Alla prossima
fra_piano for ever
P.S. Dedico questa OS a syontai, che mi ha sostenuta da quando ho postato il primo capitolo della mia prima storia e che mi lascia sempre delle recensioni fantastiche.