"Harmony, guarda che bella giornata! Forza, alzati."
Harmony.
Un semplicissimo nome proprio di persona, nonostante non si possa dire lo stesso della persona che lo portava.
Diciannove semplici anni, semplice casa, semplice famiglia, semplice vita.
Semplicemente Harmony Collins.
Ma, la persona che lo portava appunto, era tutto tranne che semplice.
"Harmony, dai."
La madre, Samantha, la scoprì dalle sue coperte privandola del calore fornito da esse.
Ed Harmony si sentì infreddolita, senza protezione, mentre le parole della madre rimbombavano nella sua mente: 'Harmony, dai.'
"Va bene, mi alzo."
Non era una di quelle persone che si alzavano sbuffando, Harmony, no.
Era una di quelle persone che si alzavano e basta.
Perchè, Harmony, esisteva.
Perchè, Harmony, non viveva.
"Alla buon ora!" esclamò Samantha, vedendo la figlia alzarsi da quel letto davvero troppo disfatto.
Solitamente, quando ci si alza al mattino, si ha sempre il letto in disordine. Ed è normale.
Ma, talvolta, il letto di qualche persona potrebbe esser addirittura più sfatto della normalità.
E c'è solo una parola che comprende bene tale situazione: incubi.
Harmony Collins, faceva spesso incubi. E non quelli che sognano i bambini, no. Quelli erano tranquilli in confronto.
"Come stai?" le chiese la madre mentre la figlia si dirigeva in bagno.
"Bene."
Bugie. La vita di Harmony era basata su quest'ultime. E la stavano a poco a poco distruggendo.
Così riprese la solita routin mattiniera.
Semplice, vero, la vita di Harmony?

Clive Stokes.
Il classico tipo di persona dalla quale ti piacerebbe solo star alla larga.
Quello che se vedi per strada, lo eviti.
Quello che ti crea inquietudine con una sola occhiata.
Non si sapeva bene cosa facesse lui, di preciso, ma la gente gli attribuiva una sola parola: pericoloso.
E, a Clive, questo termine piaceva molto.
Il suo gruppetto di criminali si radunava sempre in un vicolo, malfamato, alle periferie di Oxford.
Ed era proprio lì, che girava tutto.
"Clive, che fine avevi fatto?"
Anderson, bel ragazzo, sulla ventina, abbastanza amico di Clive.
"Non mi rompere i coglioni. Avevo da fare."
Abbastanza, appunto.
Clive Stokes era burbero, cattivo e pessimo.
"Con qualche bella pupa, dì la verità."
Clive Stokes era, anche, un donnaiolo.
"E anche se fosse?"
Fece scatenare delle risatine maliziose nel gruppetto, beccandosi anche qualche pacca sulla spalla.
Clive Stokes era, persino, un bel ragazzo di ventitre anni: alto, moro, spalle larghe, occhi magnetici ed un bel sorriso. Ma, come diceva sua madre, era bellezza sprecata.
Così iniziò, anche per Clive, la solita routin.

Harmony Collins e Clive Stokes.
Distrutti, disorientati, impauriti.
Clive Stokes ed Harmony Collins.
Bisognosi d'amore. Bisognosi d'amare.
Avere paura di amarsi era sbagliato.
Ma amarsi, lo era ancor di più.

Spazio autrice:
ma ciaoooo :). Come state?
Allora, ho pensato giusto ieri a quest'ideuzza e sì, lo so, sforno sempre idee strane.
Bad-boy e ragazza strana... Combinazione patetica, vero? Ehehe.
Comunque, vi andrebbe di lasciarmi qualche recensione? :) giusto per capire se per questa storiella ne vale la pena ^^. Grazie care, siete meravigliose.
Ah, prometto che tra poco aggiornerò "Silence words." ;).
Mi sto già mettendo all'opera ehehe.
Ciao meravigliose! :D vi adoro.
Bacioni x.