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Autore: Rozen Kokoro    15/10/2013    1 recensioni
«Ah, dovrei presentarmi? Non sono molto bravo, quando si tratta di parlare di me. Mi chiamo Gary Junior Ketchum e non ho altri interessi quali dormire e passare il tempo a guardare la televisione. Non ho sogni, né aspettative, né tantomeno voglia di avere un obiettivo: la mia è una vita tranquilla e non ho problemi. Ho i miei Pokémon, la mia vecchia fama, la mia famiglia, un frigo stracolmo di leccornie.
Mi piace vivere così.
Fino al fatidico giorno in cui la mia amica d’infanzia non decide di farsi rivedere, dopo ben quattro anni.
Beh, la classica storia? Fate voi, quello che posso dirvi è che ha dato una svolta alla mia vita.
Oh, come sono melodrammatico.»
[A New Generation | Copiosa(?) presenza di OC | LongFic - molto long, sul serio]
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Lucinda, Nuovo personaggio, Paul | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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3.0

«Il furto di un Diario Segreto.»



 
Kokoro e Gary scesero dall’autobus ad una fermata all’ingresso di Biancavilla. Il sole stava cominciando a tramontare, mentre i suoi raggi si coloravano di un rosso acceso e illuminavano il paesaggio sottostante. Un leggero venticello mosse i lunghi capelli di Kokoro, che iniziarono a danzare sfiorandole le spalle. Amava quell’ora del giorno, doveva proprio ammetterlo.
Si voltò verso il suo amico, guardandolo dirigersi verso il Laboratorio. Aveva passato molto tempo ad osservarlo e aveva finalmente capito di non trovarsi più davanti al ragazzino pestifero che era solita vedere molti anni prima. Anche lui, come del resto tutti, era maturato ed era diventato un ragazzo a tutti gli effetti.
Un po’ le mancava quella spensieratezza, quegli scherzi che le faceva di continuo, seppur l’avevano infastidita innumerevoli volte. I suoi occhi azzurri divennero improvvisamente lucidi, per quanto quei ricordi le davano nostalgia.
“Ehi, Koh! Sbrigati, tra poco farà buio!” La voce di Gary la risvegliò dai suoi pensieri e lo raggiunse.
Camminavano spediti fra le strade di Biancavilla, pronti a poter dare inizio alla loro avventura. Era una sensazione meravigliosa poter di nuovo risentire quella carica di un tempo.
“Allora… sei davvero sicura di prendere uno Starter? Immagino tu abbia molti Pokémon dietro con te…” Gary rallentò il passo, voltandosi verso la sua amica.
Questa annuì. “Ho molti Pokémon, sì. Ma ciò non significa che devo smettere di catturarne. E poi ho sempre desiderato un Bulbasaur.”
Gary la fissò per qualche secondo, riflettendo sulla frase che aveva appena sentito. “Davvero vuoi un Bulbasaur? Secondo me Squirtle è decisamente meglio.” Replicò con tono sicuro.
“Lo penso anche io, sai che amo i Pokémon di tipo Acqua. Ma ne ho fin troppi, direi di provare anche il tipo Erba.”
Gary annuì, cominciando a valutare l’idea di prendere anche lui un nuovo Starter. In fondo gli era mancato allenare un Pokémon ancora inesperto.
Sorrise compiaciuto, mentre scorgeva il Laboratorio Pokémon a pochi metri da dove si trovavano loro. “Siamo arrivati! Finalmente!”
Entrambi accelerarono il passo, trovandosi in men che non si dica davanti alla porta del Laboratorio. Kokoro si guardò intorno, fino a quando non scorse un piccolo pulsante che dava tanto l’aria di essere il campanello.
Premuto il cerchio rosso, un piccolo schermo apparve sul muro e con voce robotica disse “Identificarsi, prego.”
Gary, che era già entrato parecchie volte lì dentro, si parò lì davanti al monitor. “Gary Junior Ketchum, figlio di Ash Ketchum e Misty Williams, Campione della Lega di Sinnoh.”
“Ok ragazzo, bastava solo il nome, non sei così importante.” Il computer si spense e la porta si aprì in uno scatto.
“Ma che computer maleducato!” Esclamò Gary, non facendo caso alle risatine di Kokoro alle sue spalle.
Entrambi entrarono dentro l’edificio, molto più tecnologico e all’avanguardia di quello ai tempi di Samuel Oak. Intorno a loro giravano uomini in camice, mentre trasportavano Pokéball o grosse pile di libri. Kokoro sembrava leggermente spaesata, mentre Gary sapeva perfettamente dove andare. “Zio*? ZIOO?” Cominciò a chiamare il Professor Oak, ma non ricevette risposta.
“Che strano… di solito a quest’ora è qui in Laboratorio…” Mormorò, guardandosi intorno. Kokoro intanto osservava un macchinario per gli Scambi Pokémon. La tecnologia l’aveva sempre affascinata, anche se non aveva mai avuto occasione di osservare uno scienziato al lavoro.
Alzò lo sguardo, incontrando gli occhi dubbiosi di Gary. Le sarebbe piaciuto aiutarlo, ma sfortunatamente non aveva incontrato molte volte Gary Oak e non era mai entrata nel suo Laboratorio, quindi in quel frangente era del tutto inutile.
Aprì la bocca per dire qualcosa al suo amico, quando qualcuno la interruppe. Si voltò e un uomo molto corpulento li guardò in cagnesco.  “Voi ragazzini che ci fate qui? Non è posto per voi! Fuori! Fuori!” Urlò, strattonando la ragazza.
Questa digrignò i denti, pronta ad allontanare l’uomo, quando Gary si parò davanti a lei e bloccò lo scienziato con un braccio. “Vediamo di stare calmi.” Sibilò, decisamente seccato da quel tipo. “E riveda le sue buone maniere.”
L’uomo lasciò la presa, spostandosi dal ragazzo. “Tsk-! Non voglio perdere altro tempo con voi. Uscite!” E si allontanò tra i corridoi di quell’edificio. Kokoro si tranquillizzò, prendendo un bel respiro, e poggiò la mano sulla spalla di Gary. “Forse non era il momento giusto per venire qui…”
“Ovvio che non lo era.” Una voce dietro di lei la costrinse a voltarsi. Gary, convinto che fosse tornato quel tipo, superò la sua amica, pronto ad affrontarlo nuovamente.
Ma, diversamente da quello che si aspettava, davanti a sé c’era un ragazzo poco più grande di loro, vestito con un camice da scienziato, che li osservava da dietro i suoi occhiali professionali.
Come faceva con tutti, Kokoro cominciò a studiarlo: si soffermò molto sui suoi occhi verde-acqua, così profondi che potevano nascondere tutti i misteri del mondo. Era uno sguardo penetrante, che li osservava con superiorità e quasi con rimprovero. Per la prima volta, dopo tanto tempo, la ragazza si sentì così a disagio che dovette abbassare lo sguardo.
Rimase dietro Gary, cercando di non pensare alla vergogna che man mano sentiva crescere dentro di sé; si stava quasi pentendo di trovarsi lì, come se quegli occhi la stessero accusando di tutte le colpe del mondo.
“Siamo venuti a ritirare i nostri Starter, non c’entriamo nulla con i vostri problemi.” La voce di Gary la risvegliò improvvisamente, costringendola ad osservare il volto accigliato del suo amico.
Il ragazzo rise. “Oh, tranquilli. Il Professor Oak sarà qui a momenti. E mi scuso per il Professor Simon, sapete… è un brutto periodo qui al Laboratorio.”
“Cosa succede?” Kokoro finalmente superò Gary, mostrandosi allo Scienziato.
“Ve lo spiegherà il professore.” Sorrise. “Comunque, non mi sono presentato. Piacere, Elwin. Sono nuovo qui al Laboratorio, ancora non riesco ad integrarmi.” Ridacchiò, allungando la mano verso Gary. Questo gliela strinse dubbioso. “In effetti è la prima volta che ti vedo qui.”
“Beh… è stato un bel traguardo, poter lavorare qui dentro. Ancora non ci credo, pensate.” Rispose, sistemandosi gli occhiali. Kokoro inarcò un sopracciglio, leggermente confusa. Era strano come il suo sguardo era cambiato così improvvisamente.
Il giovane scienziato spostò la sua attenzione verso la Campionessa, sorridendole allegramente. “Tu devi essere Kokoro Shinji! Ho sentito in televisione che hai battuto la Lega di Unima. I miei più sentiti complimenti!”
La ragazza si inchinò leggermente. “Grazie mille.”
“Bene, noi dovremmo andare adesso, se non ti dispiace…” Li interruppe Gary, visibilmente infastidito. Neanche lasciò il tempo al giovane di rispondere che prese il braccio della sua amica e l’allontanò da lì, conducendola verso l’uscita del Laboratorio.
“Che è successo adesso?” Domandò la ragazza.
“Niente, non mi piace. Non l’ho mai visto qui.”                                                        
“Bella scusa, non ci credo neanche per niente.” Replicò freddamente Kokoro, lasciando la presa dal compagno. Inarcò un sopracciglio, in attesa di una risposta. Gary si trovò leggermente in difficoltà, non credeva che la sua amica l’avesse capito così facilmente.
Per sua fortuna, con ottimo tempismo arrivò il Professore Gary Oak che, non appena vide i due, sospirò di sollievo. “Ehi, ciao Jey**. Cercavo proprio te.”
Il ragazzo alzò le sopracciglia, visibilmente sorpreso. “Me? Perché?”
Gary Senior abbassò lo sguardo, osservando Kokoro. “Venite, ne parleremo nel mio ufficio.”
 
 
Nell’ufficio di Gary Oak non era cambiato nulla dai tempi del nonno. I macchinari, i computer, persino gli appunti erano sempre gli stessi. Il Professore si sistemò  sulla sua sedia, poggiando i gomiti sulla scrivania disordinata.
I due ragazzi si sedettero, impazienti di sapere cosa aveva da dire l’uomo davanti a loro. Questo si passò la mano fra i folti capelli castani, sospirando amareggiato. “Sai, Jey… sono rimasto sorpreso quando tua madre mi ha detto che non eri in casa. Di solito ti trovo a vegetare sul divano…”
Gary Junior arrossì, osservando la sua amica che al contrario era rimasta impassibile.
“Ma non ti ho chiamato qui per questo.” Il suo tono tornò serio. “Ho bisogno del tuo aiuto.” Si voltò verso Kokoro. “Del vostro aiuto.”
I due si guardarono leggermente confusi, non sapendo di cosa stesse parlando il Professore. “Ehm… in che senso? Vuoi che andiamo a cercare un Pokémon per te? Ma per quello c’è già Daisy-“ Gary Junior fu interrotto.
“No, è qualcosa di decisamente più serio.” Poggiò il mento sul palmo della mano destra. Il suo volto si scurì improvvisamente quando con uno scatto aprì un cassetto alla sua destra. I due guardarono confusi il Professore, chinandosi per osservare il contenuto dello scompartimento.
Si sorpresero di trovarlo vuoto.
“Ehm… cosa significa? E’ vuoto.” Domandò Gary Junior, additando il luogo in questione.
“Prima questo cassetto conteneva una cosa molto importante, Jey. Una cosa di vitale importanza. Qualcosa che nessuno doveva leggere all’infuori di questo Laboratorio.” Si alzò dalla sedia, camminando per la stanza, quasi per sfogare il nervoso. Era strano vedere Gary Oak in quello stato, era sempre stato un uomo amichevole, che non dava importanza ai problemi, anzi invece di lamentarsene pensava subito ad un modo per risolverli.
Gary J non ricordava di averlo mai visto così preoccupato. Forse era davvero una cosa seria. Ma allora perché stava chiedendo aiuto a lui? Non era il classico ragazzo responsabile e maturo, capace di saper trovare una soluzione ad ogni problema, anzi.
“Di cosa di tratta Professore, se mi permette?” Domandò improvvisamente Kokoro, che sembrava essere l’unica ad aver mantenuto un po’ di calma.
Gary Oak si voltò, abbozzando un sorriso. “Ah, Kokoro Shinji… non abbiamo avuto molte occasioni per incontrarci, vero? Daisy mi parlava spesso di te.”
“Immaginavo… beh, in cosa possiamo aiutarla, noi?”
L’uomo deglutì. “C’è stata una rapina, questa notte, al Laboratorio.” Entrambi i ragazzi sobbalzarono, visibilmente sconcertati dalla notizia. Non si erano mai verificate rapine in quel posto, quindi la cosa li aveva lasciati parecchio sorpresi.
“Qualcuno ha manomesso il sistema di entrata… è una cosa impossibile, nessuno è mai riuscito a fare una cosa del genere. Abbiamo sperimentato il sistema di sicurezza con le migliori tecnologie, solo noi possiamo conoscere il modo per disattivarlo.”
“Cosa è stato rubato?” Domandò la ragazza, leggermente impaziente.
“Un Diario.” Il silenzio calò improvvisamente in quell’ufficio. Kokoro rimase a fissare il Professore, leggermente turbata da quella notizia. Naturalmente non la stava prendendo con leggerezza come l’amico al suo fianco.
“Un Diario? Zio, non sapevo avessi un Diario Segreto!” Il ragazzo ridacchiò nervosamente, cercando di allentare un po’ la tensione.
“Queste sono le idee che ti mette in testa tuo padre… secondo te posso avere un Diario Segreto?!” Sbottò l’uomo. “Sto parlando del Diario di mio nonno, il Professore Samuel Oak.”
Kokoro aveva sentito spesso parlare di quel Professore dai suoi genitori: uno dei Professori più meritevoli degli ultimi decenni, un uomo dal cuore grande e da una grande voglia di scoprire tutti i misteri del mondo. Da quel che sapeva, aveva anche completato il Pokedex, impresa assai complessa, visto il numero di Pokémon presenti in tutto il mondo.
“Questo diario conteneva degli appunti che mio nonno scrisse nei suoi ultimi anni di vita. Aveva approfondito gli studi su questo argomento e aveva scoperto cose che nessun altro doveva sapere, all’infuori di me e lui.”
“Cosa?” Domandò finalmente Gary, che non riusciva a capire di cosa stesse parlando l’uomo.
“Appunti riguardo la Clonazione Pokémon.” Rimase in silenzio per pochi secondi. “Questi appunti sono la testimonianza che è possibile Clonare un Pokémon, una scoperta assai importante per la scienza. Ma questi esperimenti hanno avuto delle ritorsioni, avete presente la storia di Mew e Mewtwo? Eventi del genere non devono più capitare.”
Quando finalmente Gary sembrava aver compreso il problema del Professore, Kokoro lo interruppe. “Ma non conteneva solo quegli appunti, non è così?”
“Esatto, vedo che sei sveglia.” Si rimise seduto. “Quel diario conteneva qualcosa di ancora più importante, qualcosa di ancor più inestimabile. Se qualcuno dovesse sfruttare quegli appunti per scopi propri, sarebbe la fine.”
La ragazza poggiò il mento su due dita, fissando il pavimento. “Quindi, mi faccia capire… il nostro compito è scoprire chi ha rubato il diario e riportarlo qui?”
Gary Junior la fissò, leggermente sconcertato. Ci era arrivata così subito? Stranamente – ma forse neanche tanto – quando si trovava vicino a lei si sentiva un completo idiota. Era decisamente cambiata.
“Esattamente. So di potermi fidare ciecamente di voi, siete dei ragazzi forti e sapete lavorare bene insieme. Raccogliete più informazioni possibili e trovate il colpevole di questo misfatto prima che sia troppo tardi.”
Gary Junior scattò in piedi. “Zio, come possiamo solo io e lei trovare un diario?! È praticamente impossibile, ragionaci! Abbiamo bisogno di un investigatore, di prove, di qualcuno che abbia esperienza!”
“Per questo non ci sono problemi, Jey. Quando arriverà il momento, avrete tutto ciò che vi serve.” Era una risposta molto vaga, tant’è che anche Kokoro rimase un po’ dubbiosa riguardo alla missione a cui erano stati assegnati. In fondo, erano ragazzi di appena diciassette anni, cercare un ladro in giro per un’intera regione era un’impresa quasi impensabile. Ma stranamente si fidava di quell’uomo, quindi decise di non ribattere.
“Bene!” Sospirò Gary Senior. “Ora che vi ho spiegato tutto, direi che possiamo passare alle cose concrete.” Fissò le Pokéball che erano attaccate alla cintura di Kokoro, sorridendo leggermente. “Immagino siate qui per prendere i vostri Starter.”
Gli occhi di entrambi i giovani si illuminarono improvvisamente. “E-esatto! Finalmente!” Esclamò eccitato il ragazzo.
“Elwin!” Chiamò il Professore. “Elwin! Potresti portare qui gli Starter, per piacere?”
Il volto di Gary Junior, da allegro ed eccitato qual’era, si incupì improvvisamente. Ancora quel tipo? Si voltò, puntando il suo sguardo accigliato negli occhi del giovane Scienziato, che era entrato con un’espressione leggermente mortificata.
“Professore, gli Starter sono stati consegnati stamattina a tre giovani Allenatori, non ricorda?” Disse, leggermente dispiaciuto.
“Ah! Sul serio? E’ un vero peccato...”
Kokoro abbassò lo sguardo, non lasciando vedere la sua espressione delusa agli altri. In fondo, sperava di poter allenare quel Pokémon. “Non si preoccupi, Professore.” Si riprese improvvisamente. “Ne troveremo degli altri, in giro per Kanto. Sono rari, ma non sarà difficile per noi.”
L’uomo si rassicurò leggermente, di fronte a tutta quella sicurezza. Sentiva, in cuor suo, che quei due sarebbero arrivati davvero lontano. Aveva perso ormai le speranze per il giovane Ketchum, ma il ritorno della sua amica aveva riacceso in lui quel fuoco che non vedeva da chissà quanto. Si sorprese di come quella ragazza influisse molto su di lui.
Elwin, senza farsi notare, uscì dall’Ufficio, tornando a studiare un esemplare di Pokémon raro che aveva trovato alcuni giorni prima. Gary Junior si alzò, pronto ad andarsene. “Sì, non ti preoccupare Zio! Anzi, sarà anche più divertente catturare un Pokémon selvatico.”
“Allora ragazzi, vi auguro che questo viaggio vi porti a grandi cose.” Si avvicinò ai due, poggiando entrambe le mani sulle loro spalle, guardandoli con fare paterno. “Incontrerete tanti Allenatori come voi, scoprir- Oh, questo è il discorso che faccio ai novellini.” Rise, per poi tornare serio. “Mi raccomando, per quella cosa… avvisatemi se vedete qualcosa di strano, qualsiasi cosa. Da lì, i vostri programmi cambieranno. Confido in voi.”
Kokoro fece un piccolo inchino, avvicinandosi alla porta. “Faremo del nostro meglio.”
Gary Junior alzò una mano per salutarlo. “Ti avviseremo il prima possibile se ci sarà il caso, ma tu mandaci qualche aiuto!”
“Non ti preoccupare, Jey.” Sorrise, per poi osservarli uscire da quella stanza.
Fece un grande sospiro, massaggiandosi la tempia. Era stanco, ma prima di tornare al suo lavoro doveva fare un’ultima cosa.
Si avvicinò alla scrivania, prese il suo PokéGear e compose un numero. Aspettò un po’ prima di ricevere una risposta. “Pronto?” Disse una voce dall’alta parte della cornetta.
“Sono Gary Oak.” Rispose il Professore. “Ho avvisato i ragazzi, puoi metterti da subito all’opera.”
“Professore, sono dei ragazzini. Cosa me ne faccio di due mocciosetti? Ho bisogno di qualcuno che sappia cosa significhi indagare.” Rispose con tono sarcastico.
“Fidati, sono ragazzi capaci e intelligenti. Ti aiuteranno tantissimo, quando cominceranno a spuntare questi Pokémon.”
“Siete sicuro che i ladri saranno capaci di decifrare gli appunti del Professore Samuel Oak?”
“Nessuno ruberebbe un quaderno pieno di appunti se non lo sapesse sfruttare.” Disse con amarezza.
Dall’altra parte della cornetta ci fu qualche secondo di silenzio. “ … D’accordo, mi metto all’opera. Se succede qualcosa, vado da loro e li avviso.”
“Grazie, sapevo di poter contare su di te.” Concluse Gary Oak, prima di riattaccare la cornetta.
 
 
Quando uscirono dal Laboratorio il sole era già tramontato e le stradine erano illuminate solo dalla luce dei lampioni. Gary prese un bel respiro, stiracchiandosi. “Dovremmo andare a dormire, ma dove?”
La ragazza si sedette su una panchina poco distante da loro, iniziando a giocherellare con la sua Scheda Allenatore. “Beh, tu vai a casa, io andrò al Centro Pok-“ Si interruppe quando il giovane le si parò davanti.
“Mi prendi in giro? Hai proprio perso lo spirito del viaggiare insieme.” Alzò un sopracciglio, puntando i pugni sui fianchi. Ok, la verità era che non voleva passare un secondo di più dentro quella casa di matti, ma ogni scusa era buona per non farlo capire alla sua amica.
Questa arrossì leggermente, facendo spazio al compagno che si sedette a fianco a lei. “Che ne so, magari volevi salutare i tuoi.”
“Non li voglio vedere per un po’, a dir la verità.” Gary incrociò le braccia dietro la testa, osservando il cielo stellato. Era parecchio che non si soffermava a vedere il cielo notturno, non si ricordava di quanto fosse immenso e pieno di costellazioni. “Voglio stare un po’ per conto mio.”
Kokoro, al contrario, avrebbe voluto passare un po’ di tempo con i suoi genitori. Non li vedeva da parecchio, sentiva la mancanza delle attenzioni della madre e anche – doveva ammetterlo – della poca loquacità del padre. Certo, il rapporto che aveva con Paul era decisamente complesso, ma era grata a suo padre per averle insegnato tutte le sue tecniche e averla allenata per ben due anni.
Poi adorava quei momenti che passava da sola con lui, quando restavano entrambi in silenzio e si guardavano, lanciandosi sorrisi d’intesa. Si capivano al volo, quei due.
Ma qualcosa si era rotto, sei anni prima. Kokoro si sentì sempre più sottopressione, forzata a dare il meglio di sé per colpa del padre. Aveva fallito, doveva ripagare i suoi errori.
“Koh… ora puoi essere sincera con me.” I suoi pensieri furono interrotti da Gary. Si voltò, osservando i suoi grandi occhi da cerbiatto. “Perché sei partita, quattro anni fa?”
La ragazza si morse il labbro, abbassando lo sguardo. Forse non doveva tenerlo nascosto a lui, in fondo era la persona a cui era più legata. Non riusciva a rimanere ferma e impassibile di fronte al suo migliore amico, in qualche modo lui distruggeva sempre quella fortezza di ghiaccio che si era costruita nel corso degli anni, lasciandola priva di qualsiasi protezione.
“Gary, io ho fallito, quando ho perso la Lega di Sinnoh. Ho dovuto rimediare ai miei sbagli.”
“Come puoi considerare uno sbaglio il fatto di essere stata sconfitta?” Le domandò, leggermente stupito.
La ragazza rise leggermente, alzando lo sguardo. “Ho deluso molte persone, era mio dovere.”
Gary si accigliò, irritato sempre dalle risposte vaghe della sua amica. Scattò, prendendole una spalla e costringendola a fissarlo. “Senti, devi fregartene degli altri. Perché adesso dai così importanza a ciò che la gente pensa di te? Devi fare le cose per il tuo conto, e non vivere sempre con questo peso.”
Kokoro alzò le sopracciglia, sorpresa e leggermente imbarazzata per il gesto del suo compagno. Quelle parole l’avevano colpita in un punto preciso del suo cuore, lasciandola sconvolta per qualche istante.
Si riprese improvvisamente, staccandosi da lui e alzandosi in piedi. “Per te è facile Gary, vorrei poter prenderla alla leggera come te.”
Dopo aver preso una bella boccata d’aria, si voltò, puntando il suo sguardo negli occhi del ragazzo. “Direi di andare a mettere qualcosa sotto i denti, sono le nove e mezza.”
La pancia di Gary brontolò leggermente. “Sì, sto morendo di fame.” Ridacchiò imbarazzato.
Kokoro sporse la mano verso il giovane per aiutarlo ad alzarsi. Questo la fissò per qualche istante, poi la strinse, raggiungendola. “Conosco un ristorante nei paraggi dove fanno un ramen…!” Disse sognante il ragazzo, già pregustando la cena.
“D’accordo, mi fido, visto che sei un buongustaio.”
“Fai bene, Koh, fai benissimo.” Le sorrise, prima di condurla al centro della cittadina.
Ora si poteva dire che il loro viaggio era ufficialmente iniziato.
 


 * Gary Oak non è ovviamente il vero zio di Gary Junior, ma avendo passato molto tempo con lui durante la sua infanzia lo considera parte della sua famiglia.
** Nomignolo che Gary Oak usa per Gary Junior. Mi scuso con la mia baka per aver usato il nomignolo del suo A.J., quindi i diritti vanno a lei. (scusami se non ti ho avvisata baka)
 



N.A. Sono stata abbastanza veloce ad aggiornare, ammettetelo. No, vabbè, avevo già scritto metà capitolo, quindi credo che per il quarto dovrete aspettare un pochino di più. Lo so, è poco chiara la questione del diario ma mica posso mettere tutto in un capitolo eh. In fondo è una long, vi tocca aspettare e basta u__u Comunque dal prossimo capitolo compariranno anche i Pokémon, visto che non li ho nominati per niente (poverini).
Ohohoh che bello comincio ad introdurre dei nuovi personaggi <33 No perché non so se avete fatto caso al "Copiosa(?) presenza di OC" BEH E' ASSAI COPIOSA. 
Okok basta spoiler.
Ci si vede, o con la raccolta, o con il prossimo capitolo! :3



 
   
 
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