Non riesco a liberarmi
del tuo fantasma.
Per quanto distolga lo sguardo
continuo a vederti.
Non posso spezzare il legame che ci ha unito.
Per quanto non ascolti
continuo a sentire la tua voce.
La tua ombra discreta
mi accompagna dappertutto.
Il tuo morbo mi ha infettato
e per quanto abbia cura di me
non riesco a guarire.
(Ossessione, Jim Morrison)
ISABEL
-Vattene- era la seconda fottutissima volta che glielo dicevo, sempre con lo stesso sguardo duro.
Era la terza fottutissima volta che finiva nel mio letto.
Si sporse verso i suoi pantaloni e prese qualcosa da una tasca.
-Ti ho detto di andartene- ringhiai, furiosa. Non riuscivo più a guardarlo, perchè mi ricordava che negli ultimi giorni avevo fatto sesso con lui. Ma lui si voltò e mi allacciò una catenina al collo.
Abbassai gli occhi: era una piccola farfalla, leggera e sottile.
In quel momento il mio odio per lui fu al culmine, per fortuna si stava vestendo altrimenti l'avrei preso a pugni.
Appena uscì mi rivestii anche io, vergognandomi. Piena di rimorsi.
Mi tolsi con rabbia la collanina e la studiai meglio. Dietro c'era scritto Devon. Ah certo, probabilmente si era accorto che non sapevo il suo nome. D'altro canto, ogni volta che finivamo a letto lo chiamavo Cole...
La scagliai verso la parete e me ne tornai di sotto, diretta all'appuntamento col parrucchiere fissato giorni prima.
Camminavo in fretta, lo sguardo puntato davanti a me, senza guardare nessuno.
Non avevo un bordo di pelliccia in cui potermi nascondere, in California non erano necessarie giacche a vento. Di fatto, indossavo solo due canotte sovrapposte e un paio di jeans.
Quando arrivai mi fecero accomodare su una sedia davanti ad un lavandino.
Oddio, non riuscivo a credere di esserci caduta di nuovo. È che ogni volta che lo vedevo, pensavo a Cole, a come mi aveva usata, e la voglia di vendetta si faceva strada in me. E ci cascavo. Anche se Cole non mi vedeva, gioivo del momento in cui gli avrei raccontato che l'avevo tradito, più d'una volta. Certo, non è proprio una cosa di cui andare fieri, ma la rabbia verso Cole mi accecava.
Dissi alla parrucchiera di fare quello che le pareva, alla fine lei rifinì la rasatura sulla parte sinistra dei capelli e tagliò le ciocche rimanenti, lasciando la frangia laterale piuttosto lunga, diciamo fino al mento, e il resto dei capelli tagliati corti. Uscii dal salone con i capelli lunghi al massimo quattro centimetri.
COLE
E così, eccomi qui con la sensazione di essere tornato indietro nel tempo. Mi stavo rivestendo, dando la schiena a una ragazza addormentata che si sarebbe svegliata sola. Solo che quella volta c'era Angie in quel letto e quello non era un hotel.
Era stata furba, sapeva che non mi sarei opposto, in quel momento di massima debolezza emotiva che aveva seguito la cerimonia per Victor. La cosa che mi sfuggiva era il perchè di quel gesto. Qualunque fosse, non l'avrei mai scoperto, perchè avevo intenzione di non rivedere mai più Angie, neanche per sbaglio.
Uscii dalla porta, come avevo fatto così tante volte quando ero ancora il Cole dei NARKOTIKA, che tutto mi sembrava solo un grosso déjà vu.
ISABEL
Suonò il cellulare, era Grace. Avevo la sensazione che mi avrebbe detto che si sarebbe sposata.
-Isabel, mi sposo.-
Mi trovai a sorridere per la mia previsione.
-Lo sapevo- dissi, serafica -E immagino che ora tu mi chieda, anzi mi supplichi, di aiutarti nei preparativi- aggiunsi con tono ovvio, grata a Grace per distrarmi da Cole e da quello che ne conseguiva.
COLE
-Da- risposi.
-Cole, mi sposo-
-Perfetto, immagino che dovrò organizzare l'addio al celibato di Ringo, non trovi?-
ISABEL
-Ci sarà anche Cole?-
COLE
-Ci sarà anche Isabel?
GRACE
-Certo, come poteva mancare?-
ISABEL
-Non voglio avere a che fare con lui-
COLE
-Questo rende tutto ancora più carico di emozioni- commentai.
ISABEL
Quindi sarei comunque tornata a Mercy Falls, dopotutto.
E ci sarebbe stato anche Cole. Cole. Cole.
Non sapevo cosa provavo, pensando a lui. Era come una vecchia bruciatura ora insensibile.
Preparando le valige, intravidi la collanina che Devon mi aveva regalato poche ore fa. Pensavo a Cole, e a che reazione avrebbe avuto se l'avesse vista. Decisi che l'avrei scoperto solo se l'avrebbe effettivamente vista, quindi la indossai e uscii, diretta all'aereoporto.