Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: somochu    20/10/2013    4 recensioni
Tutti, nella vita, hanno passato il "periodo bicicletta".
Ti svegli una mattina con una voglia stramba e non comprensibile di riprenderla dal garage, spolverarla per bene dalle sette dita di polvere creatasi sopra, sperare di non trovarla troppo arrugginita e di sistemare il sellino per bene. Poi da qui c'è la parte migliore: prendere e partire.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

Questa Fanfiction è in risposta alla sfida lanciata da Valentina Palermo sul gruppo Seblaine Events

I CLICHÉ!

Metteteci tutti i cliché che conoscete, quelli tipici dei film americani. Lo sfigato di turno che diventa un figo da paura, il colpo di fulmine causato da uno sfortunato incontro nel corridoio della scuola con conseguente caduta dei libri... Insomma, quanti più cliché metterete, più mi renderete felice.
Vado letteralmente matta per queste cose, so... Stupitemi!

 

 

 

Hai voluto la bicicletta? E ora pedala

 

 

 

 

 

Tutti, nella vita, hanno passato il "periodo bicicletta".

Ti svegli una mattina con una voglia stramba e non comprensibile di riprenderla dal garage, spolverarla per bene dalle sette dita di polvere creatasi sopra, sperare di non trovarla troppo arrugginita e di sistemare il sellino per bene. Poi da qui c'è la parte migliore: prendere e partire.

... Sembra una cosa da niente, detta così.

O meglio, a Blaine, il giorno prima, vedendo sua madre uscire sulla sua bicicletta rosa, è sembrato facile – non si dice "facile come andare in bicicletta", d'altra parte?

Per questo si è svegliato eccitato dall'idea di riprendere in mano la sua vecchia e – in passato – fiammanteChristy. Sì, Christy era la sua bicicletta da quando aveva otto anni. Vedendola anche piuttosto sana, ha sentito che era sulla pista giusta, e che da oggi sarebbe diventato il suo nuovo mezzo.

L'ha appena finita di spolverare, quando decide che è ora di testare la sua sicurezza; se ci fosse stato suo fratello Cooper, in giro, l'avrebbe fatta provare da lui – insomma, ha vissuto più anni di lui, è giusto così -, ma purtroppo è a Los Angeles per un provino e quindi Blaine deve fare tutto da solo.

Morire per via di un bicicletta? Ognuno lascia il segno a modo suo.

 

 

È parecchio indeciso quando con un salto riesce a sedersi sul sellino; una pedalata, un'altra pedalata... e la bicicletta comincia a camminare sempre più veloce e in equilibrio.

Sicuro di sé, Blaine sfreccia per il vialetto di casa sua e muove il manubrio con abilità per immettersi sulla strada. È proprio vero che una volta che impari ad andarci non ti scordi più.

Con un sorrisone sfreccia per le vie più isolate, tra curve più o meno strette, attento a non farsi né investire, né a investire nessuno a sua volta. È troppo giovane per finire in carcere e di certo non ci tiene a farlo per una gitarella in bicicletta: uno, sarebbe troppo umiliante, due, ha un futuro da dottore che aspetta soltanto lui.

Si azzarda a suonare il campanellino e decide di andare a fare colazione al suo solito bar, visto che è mattina presto e sente un certo languorino.

Comincia a canticchiare, alzando sempre di più la voce quando sente il vento farla disperdere nel silenzio delle strade mattutine.

È veramente una giornata perfetta e... oh, c'è Nick.

Blaine fa appena in tempo ad alzare la mano per salutarlo, suonando il campanellino per richiamare la sua attenzione, che sente nettamente la bicicletta scappare dal suo controllo.

Non avrebbe mai pensato che il suo primo bacio fosse destinato all'asfalto di una stradina isolata di Lima.

 

  

*

*

*

 

 

Dalton anche oggi indossa la divisa della sua scuola e i suoi capelli sono stranamente umidi, come se li avesse lavati da poco. E Dio, è assolutamente uno schianto.

Blaine poggia la testa sul palmo della sua mano, sospirando da solo, non preoccupandosi nemmeno di fissarlo troppo apertamente.

Si sente sempre uno di quei personaggi delle serie TV che si prendono cotte immani per qualcuno che nemmeno conoscono, ma in quei momenti non gli importa nemmeno poi tanto; Dalton è così bello. E gentile. E divertente. E buono.

Non che lui lo conosca, anzi, Dalton è uno stupido soprannome con cui ha preso a chiamarlo nella sua mente in mancanza del suo vero nome e perché ha scoperto da dove viene quella divisa. Non lo conosce minimamente, ma non può fare a meno di guardarlo da lontano come uno stupido.

Sicuro che la botta non ti abbia recato danni al cervello, amico? No, perché al momento mi sembri un pazzo stalker.”

Blaine si portò la tazza di caffè alle labbra, per poi parlare senza degnare Nick di un'occhiata.

Non sono uno stalker! E sì, sto bene, non mi sono fatto così male da andare all'ospedale,” e poi ho bisogno della mia sessione di Dalton mattutina, aggiunge mentalmente.

Già che sei partito in bicicletta, stamattina, non credo proprio che tu stia bene. E poi hai fatto davvero una brutta caduta,” dice Nick, prima di sospirare notando che l'amico nemmeno lo sta ascoltando. “Blaine, dovresti andare a parlargli.”

Questo sembra ridestare Blaine, che lo guarda accigliato.

Chi, io?” gli risponde Blaine, guardandolo come se stesse scherzando. “Ti devo ricordare Jeremiah e l'assalto al GAP? O, prima di lui, il gigantesco rifiuto di Mike?”

Entrambi preferirebbero scordare tali eventi, ma si sa che la mente è bastarda e fa scordare solo le cose più importanti – per esempio, per Blaine, le basilari regole delle addizioni matematiche –, mentre si impegna affinché le cose peggiori ti restino nella mente come scolpite nella roccia.

Non dico di dichiararti, Blaine, o di fargli una serenata: parlo di andare a parlargli come una persona normale farebbe. Di presentarti e aspettare di essere sicuro che anche lui ricambi.”

Blaine sospira, ritornando per un attimo a fissare Dalton: sta facendo qualche compito, e lo osserva mordicchiare la cima della penna mentre pensa la risposta a chissà quale quesito.

Quel semplice gesto lo costringe a reprimere l'ennesimo sospiro perso.

Nick, questa volta è diverso... Lui mi piace davvero, davvero tanto. Lo sogno la notte, penso continuamente e lui e non lo conosco nemmeno! Ho quest'idea in testa di lui... probabilmente anche molto irrealistica. La realtà è diversa. Ci metterebbe tre minuti a scaricarmi e stavolta non posso mandare tutto all'aria – e lo farei sicuramente, vista la mia incapacità di tenere la bocca chiusa sui miei sentimenti.”

Nick lo guarda, scuotendo leggermente la testa. “Quindi hai intenzione di restare qui a stalkerarlo per il resto dei tuoi giorni?”

Blaine distoglie definitivamente lo sguardo dal ragazzo per cui ha perso la testa senza motivo, che pur stando a qualche tavolo di distanza, gli sembra davvero lontanissimo.

Mi basta un suo segno. Uno qualsiasi.”

 

 

 

Salutato Nick, è ora di rimettersi sulla sua bici e sperare di arrivare sano e salvo a casa, ma soprattutto con ancora tutti i denti.

Dalla botta presa nel viaggio d'andata ancora ha qualche giramento di testa, ma sta bene; è ancora in grado di fare qualche chilometro senza finire sul pavimento come un povero idiota.

Sta per partire, quando il suo sguardo viene attirato da una sagoma sin troppo familiare: Dalton sta uscendo ora dal bar e con un libro di scuola in mano, sta andando da qualche parte a piedi.

Ora, Blaine ha due opzioni. La prima, quella da persona sana di mente, propone di tornarsene a casa e aspettare il giorno dopo per ritornare a fissare Dalton.

La seconda, quella da incosciente, è tutta per il brivido del pericolo e propone di seguirlo per vedere ovunque vada.

Blaine è un tipo curioso. Molto curioso. E non è colpa sua, ma di sua madre e dei suo geni, quindi tutto quello che sta per fare è istantaneamente giustificato.

Per questo non ci pensa due volte a salire in sella alla sua bicicletta e a mettersi a pedinare Dalton. Si mette molto dietro, pedalando talmente lento che a volte deve reggersi con i piedi per non cadere.

La strada che l'altro sta facendo non è molto difficile, quasi tutta dritta e in discesa – certo, il pensare al ritorno che invece sarà tutta una salita gli basta per fargli venire dolore alla milza – e non sembra essersi accorto di lui, per fortuna.

Ma dove diavolo sta andando?

Il tempo di fermarsi un attimo per guardarsi intorno e cercare di localizzare la sua postazione, che si accorge di essere nei guai: Dalton è sparito dalla sua visuale e questo non va assolutamente bene e in più è finito in mezzo a una zona di Lima che non ha la minima idea di dove sia collocata. Fosse per quello che ne capisce lui, potrebbe essere nell'antico Bronx e non lo avrebbe comunque saputo.

Decide di girare in quella via piena di alberi che sembra molto sicura e chiedere indicazioni a qualcuno, sperando di riuscire a ritrovare la via di casa.

Non si aspetta, voltando l'angolo, di ritrovarsi Dalton proprio di fronte ai suoi occhi, però.

Dal sorrisetto che mette su non appena lo vede sembra lo stia aspettando da un po', ma non importa, perché Blaine sta andando dritto verso di lui e per non prenderlo sbanda forzatamente. Sente di perdere di nuovo il controllo della bicicletta e un brutto senso di Deja-vu lo coglie completamente.

Invece di sentire il duro dell'asfalto, però, sente qualcosa di morbido sotto il suo mento – anche se il gomito non è riuscito a salvarsi, visto il dolore – e capisce che Dalton è caduto nel tentativo di non farlo finire a terra.

Nei film questo è di solito un bellissimo momento in cui sono l'uno sopra l'altro e si guardano negli occhi e scatta quel qualcosa che li fa quasi baciare.

Quindi Blaine alza gli occhi per trovare quelli di Dalton, ma la prima cosa che vede è la sua smorfia di dolore e successivamente del sangue sull'asfalto.

Oddio.

Il tempo di realizzare di aver ucciso il ragazzo per cui ha una cotta pazzesca e tutto si fa scuro.

 

 

*

*

*

 

 

Blaine apre gli occhi lentamente, svegliato da un persistente dolore al braccio.

Nonostante la testa che gira riesce a mettersi a sedere sul letto su cui stava sdraiato, accorgendosi solo una volta messo bene a fuoco la stanza di trovarsi dentro al pronto soccorso dell'ospedale di Lima.

Oh, cazzo.

Improvvisamente gli torna in mente tutto ciò che era accaduto poco prima che svenisse, compreso quel sangue che, diavolo, avrebbe preferito non vedere mai nella sua vita. Non causato da lui, almeno.

C'è qualcuno?” dice, preso dal panico.

Nessuno gli risponde così riprova, con voce più alta stavolta.

Finalmente qualcuno sembra averlo sentito, perché la porta si apre e un'infermiera con il camice color verde acqua entra con un sorriso a trentadue denti.

Finalmente ti sei svegliato,” gli dice, con tono dolce. “Lo spavento ti ha fatto perdere i sensi, ma non preoccuparti, stai bene e non hai niente di rotto.”

E il ragazzo che era con me? Lui stava male, lui-”

Sta bene, anche lui, tranquillo. Una bella botta l'ha presa, ma niente che una fasciatura non possa rimediare.”

Il tono dell'infermiera è così dolce che Blaine sente i muscoli sciogliersi immediatamente per il sollievo.

Dalton sta bene. Dio, non lo ha ucciso allora!

Sebastian voleva vederti. Te lo mando qui dentro, con un bel succo di frutta per farti riprendere del tutto magari.”

Sebastian. Si chiama Sebastian.

 

 

Quando Sebastian entra nella stanza, Blaine sente distintamente il suo respiro farsi pesante: il ragazzo ha una benda che gli ricopre in parte la fronte, probabilmente lì dove ha dato la botta e ha un aspetto un po' malandato.

E mentre avanza verso di lui, il senso di colpa di Blaine peggiora di passo in passo. Sebastian è serio e Blaine davvero non riesce a capire cosa gli stia passando per la testa. Probabilmente lo odia per avergli fatto del male e sta pensando che sia un incapace che non sa neanche stare in equilibro su una bicicletta; forse gli fa anche pena.

Non può credere di avergli fatto del male per davvero, ma si può essere più scemi?

Non era per niente così che avevo immaginato il nostro primo incontro vero e proprio.”

Eh?

Il nostro... Primo incontro?” gli risponde Blaine. Lo sa che rispondere a una domanda con un'altra domanda è maleducazione, ma è dieci minuti che si immagina cosa mai gli avrebbe detto Sebastian nel vederlo, e si aspettava di tutto tranne quello.

Sì, beh, sai, pensavo che quando tu ti fossi deciso a venire a parlarmi avremmo preso un caffè insieme o al massimo che mi avresti invitato a casa tua,” il tono di Sebastian è quasi cantilenante e Blaine frena un brivido al suo suono della sua voce. Finalmente sa com'è. “Di certo non mi aspettavo che l'unica cosa che avremmo condiviso sarebbero stati un paio di punti in un ospedale.”

Okay.

Quindi Sebastian sa dello suo essere uno staker pazzo e vuole anche conoscerlo da chissà quanto tempo.

Sebastian. Il ragazzo con il sorriso più bello di tutta Lima che vuole conoscere proprio lui.

Da quanto... Insomma, da quanto tempo mi hai notato?”

Sebastian amplia il suo sorriso.

Da quando mi sentivo osservato in ogni cosa che facevo, ma soprattutto da quando ti sei alzato, una volta, per andare a prenderti un caffè e mi hai concesso il piacere di vedere il tuo lato migliore.”

Blaine si reputa un ragazzo abbastanza intelligente e con una mente sveglia e pensante. Non certo con una mente che va a farsi fottere con una semplice frase, che per l'altro sembra anche buttata lì per caso. Come se fare complimenti al didietro di un semisconosciuto sia una cosa del tutto naturalissima.

Grazie,” dice, un misto tra l'imbarazzato e il lusingato, il cervello leggermente in tilt. “E scusami... Scusami davvero per la tua testa. Non volevo...”

Non pensarci, sto bene, ed è stato un piacere averti sopra di me, anche se per poco tempo e in un contesto doloroso,” gli risponde, con una nonchalance pazzesca. “E grazie per cosa? Per il complimento... o per essermi accorto di te?”

Blaine sorride, stringendo la stoffa del lettino sotto di lui e sentendo le guance scottare leggermente.

Per entrambi.”

 

 

 

Sebastian si è offerto gentilmente di riaccompagnare a casa lui e la sua bicicletta e Blaine ne ha approfittato per studiarlo un pochino.

Per esempio, ha scoperto che quella ruga in mezza alla fronte non gli viene quando è concentrato, ma piuttosto quando non approva qualcosa.

Ha scoperto che il suo sorriso - che a volte ha visto essere rivolto alle cameriere -, è in realtà falso; quello vero è invece divertito o malizioso o furbo.

Ha scoperto che quando si morde il labbro non è perché sente il peso dello stress addosso come ha pensato fino a poco tempo prima, ma piuttosto perché sta facendo qualche pensiero sconcio.

Ha scoperto che non è né buono, né dolce, né sincero, anzi, semmai il contrario.

Sebastian è un approfittatore, egoista e anche un po' maniaco.

E Blaine non può fare a meno di continuare a fissarlo comunque. È diversissimo da come se l'è aspettato – bello uguale, ma con un carattere assolutamente al contrario -, ma carpire ogni suo particolare ora è anche più interessante, se possibile, e non può fare a meno di studiarlo.

Ormai stanno camminando da venti minuti e Blaine comprende già ogni lato del suo carattere o ogni espressione del viso. Da qui si accorge della catastrofe: è assolutamente e inevitabilmente ancora più cotto.

 

 

Lo guarda ridere alla confessione di averlo chiamato Dalton fino a qualche ora prima e non può fare a meno di ridere a sua volta.

Ci ho messo un'ora su Google per capire da dove veniva la tua divisa, lascia stare,” dice Blaine, ridacchiando. “Ero un po' ossessionato.”

A sapere che mi bastava una mia parola per farti cadere ai miei piedi, ti avrei parlato molto prima,” risponde Sebastian. Lo guarda un attimo negli occhi. “Sarebbe un piacere per gli occhi vederti abbassato...”

Faccio finta di non averti sentito,” dice, ridacchiando. Ha capito che Sebastian abbaia, ma non morde.

Adoro questa tua aria da scolaretto... sei davvero interessante, Blaine.”

Oh.

Non sa se sono le farfalle nello stomaco, ma sente un formicolio dentro di sé che lo costringe a stringersi la maglietta. Forse è solo bisogno di sorridere o quello di alzarsi sulle punte e baciare Sebastian. Non lo sa, ma sente che deve fare qualcosa.

Gli va dietro da mesi, ormai, e ora che lo conoscere per davvero, sa che quello che sta provando è più reale di quello che pensa.

E davvero, Blaine non sa stare zitto su suoi sentimenti.

Sei di nuovo arrossito come una ragaz-”

Vuoi uscire con me?” lo interrompe, fermandolo per strada. “Come... ragazzo?”

Sebastian si fa serio improvvisamente; è quasi strano guardarlo così.

Blaine, ci conosciamo da qualche ora e vuoi già essere il mio ragazzo? Stai scherzando spero.”

No che non sta scherzando.

Sebastian ti conosco da poco, ma ho capito che sei il tipico ragazzo contro cui i genitori avvertono i figli, che sei una persona che pensa solo a se stessa e che sei anche viziato, oltre che un po' immaturo. Ma... mi piaci da morire,” sputa fuori, accorgendosi di sembrare anche un po' patetico. “E voglio stare con te. Per davvero.”

Forse è perché deve togliersi il vizio di imporre i propri sentimenti agli altri. Forse perché Sebastian è stronzo o semplicemente codardo, ma capisce di aver mandato di nuovo tutto a monte quando lo vede richiudere la bocca e voltarsi per andarsene.

Magari il terreno avrebbe risucchiato lui e la sua bicicletta, quello sì che è un bel lieto fine per lui.

 

 

 

 

*

*

*

 

 

 

 

Sente molta meno eccitazione, stavolta, quando sale su Christy.

Si sente stanco, svogliato, dolorante per il giorno prima e nervoso. Lo sa perché si sente così, ma preferisce non pensarci mentre si dirige verso il Lima Bean per la sua solita colazione.

Anche una bella giornata in bicicletta è rovinata dalla sua stupidità e quando entra e non trova Sebastian al suo solito posto, sente lo stomaco stretto in una morsa.

Ma a lui non importa niente. Lui è più forte.

Beve il suo latte e mangia le sue Brioche in modo quasi meccanico, e si costringe a non provare nulla neanche quando si accorge che Sebastian non sarebbe davvero arrivato quel giorno e che lo stava evitando come il più infantile dei ragazzini.

Esce dal locale con lo sguardo basso e con l'aria abbattuta e risale sulla sua bicicletta per tornare a casa. Ormai non gli va nemmeno più di andarci, in realtà.

Il suo stato semi catatonico finisce quando sente una bicicletta sfrecciargli di fianco e il suo cuore inizia a battere forte per lo spavento.

La situazione peggiora quando si accorge che è Sebastian e che sta ridendo anche, lo stronzo.

Certo che pedali proprio come una ragazzina,” gli sente dire, mentre pedala vicino a lui.

Blaine ci mette qualche minuto a rendersi conto che non solo Sebastian sta andando in bicicletta con lui, ma lo sta anche insultando.

Ma che diavolo vuoi?” dice, piuttosto innervosito.

Ouch,” Sebastian si mette una mano sul petto, facendo finta di esser stato colpito. “Perché mi tratti così?”

Posso trattarti come mi pare, ti devo ricordare che mi hai rifiutato?”

Sebastian accelera un attimo per mettersi al suo fianco

Sai, Blaine Anderson, sei molto fastidio, basso, stalker e per di più ieri hai attentato alla mia vita...” dice Sebastian, in una strana imitazione della sua confessione del giorno e con un sorriso stranissimo sulle labbra. “Ma qualcuno deve pur insegnarti ad andare in bicicletta per bene, no?”

Il cuore di Blaine si è probabilmente fermato per qualche secondo, eppure riesce comunque a non cadere sul pavimento – non di nuovo, almeno.

Stai dicendo che...”

Sì,” lo interrompe Sebastian.

Il cuore che batte all'impazzata e l'adrenalina fanno scattare Blaine, che accelera velocemente e si sposta per lasciare Sebastian dietro di sé stupito e colpito.

Vedi di starmi dietro, Smythe,” dice, il sorriso che raggiunge gli occhi.

È sempre un piacere stare dietro di lei, Anderson.”

 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: somochu