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Autore: Sakio    21/10/2013    3 recensioni
E se Wendy non si fosse innmorata di un bambino? Se Wendy la ragazza che amava i pirati si fosse innamorata proprio di uno di essi? Cosa sarebbe successo?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wendy
Da quando ricordo ho sempre saputo che c'era qualcos'altro oltre alla realtà in cui vivevo, un altra terra dove il tempo si fermava e si potevano vivere avventure magnifiche. Tutti i dottori da cui mi avevano mandato i miei genitori hanno sempre detto che un posto così non esiste, è solo frutto della mia fantasia e questa doveva essere tenuta a bada. Anche se i miei non volevano, continuai a fare voli di fantasia, andavo in posti ma visti e che nessuno potrà mai visitare senza il mio aiuto. Da bambina mi chiudevo a riccio in quel mondo e vivevo lì quando la realtà mi sembrava troppo oppressiva. Tutte le mie storie le raccontavo di nascosto ai miei fratelli, sempre più voglioso anche loro di discostarsi dalla realtà anche per pochi attimi.
Sono cresciuta tra dottori, mura di ospedali dove mi facevano tantissimi test spaventosi; sono cresciuta tra tutti quelli che credevano di avere il diritto di farmi pensare ciò che volevano loro. Come i miei genitori che credevano di poter avere la mia vita nelle loro mani. Ho odiato i miei genitori per tutta la vita, per tutto quello che mi avevano fatto. Avevano permesso che dei sadici mettessero le mani su una bambina,che la usassero come cavia per i loro terribili esperimenti. Ancora quando ci penso tremo; nessuno, né bambino né adulto dovrebbe mai provare esperienze del genere.
All'età di diciassette anni arrivò la goccia che fece traboccare il vaso. Cercarono di farmi sposare. Io volevo lavorare, non rimanere in casa ad accudire i bambini. Volevo diventare qualcuno di importante, non far perdere le mie traccia nel tempo. Allora mi rifiutai e mio padre, dopo una terribile discussione, mi cacciò di casa.
Ho ventidue anni e sono una fallita; ho capito a duro prezzo che non tutti i sogni si avverano. In questo momento non ho soldi, ho mollato il mio ultimo ragazzo e ho perso il lavoro. Non è la prima volta nella mia vita che sono caduta così in basso dal dover vendere il mio corpo. Sono quasi due settimane che mi prostituisco per continuare a vivere in una camera che sono riuscita ad affittare con i pochi soldi che avevo. Ma so di non poter continuare così. Non posso. Gli uomini sono delle bestie e mi trattano come carne da macello. Per la prima volta dopo quattro anni dovrò tornare nella mia casa paterna e accettare qualsiasi cosa egli vorrà da me.

"Toc toc" bussai alla grande porta di legno di un appartamento al centro di Londra. Attesi per una buona manciata di minuti sotto alla pioggia. Mi aprì una donna che non avevo mai visto, bella, con la tenuta da cameriera, sulla quarantina. Mi squadrò da capo a piedi. Avevo messo il vestito buono, ma anche con quello sembravo sempre una povera mendicante.
"Desidera?" Mi chiese con sufficienza. Ritrovai il contegno che fino a quattro anni prima tenevo con grazia.
"Sono Wendy Moira Angela Darwin" dissi accentuando il mio nome completo che tanto mi dava disprezzo. Odiavo il fatto che essere di una famiglia di banchieri mi mettesse più in alto di molti altri e che, saputo il mio nome, le classi sociali di ceto inferiore non mi avrebbero più trattato allo stesso modo. Infatti la donna sgranò gli occhi e mi riguardò da capo a piedi.
"Prego entrate. Scusatemi, sono nuova e..." Non l'ascoltai scusarsi, ero troppo interessata a rivedere la casa della mia giovinezza. Erano successe tante cose dall'ultima volta che l'avevo vista e perlopiù cose spiacevoli.
"Puoi chiamarmi mio padre e mia madre?" Le chiesi mentre mi prendeva il vecchio cappotto bagnato che avevo indosso. Le fece un inchino e corse a chiamare i miei genitori. Non ero più abituata a tutta questa formalità. Dopo quattro anni vissuti per strada, le dimenticavi presto certe cose.
La prima ad arrivare fu mia madre, con passo veloce. Appena mi vide notai che rimase sbalordita, poi corse ad abbracciarmi. Io ricambiai; Mi era mancata tantissimo. Mio padre arrivo un attimo dopo. Rimase sulla soglia della porta con sguardo arrabbiato. Mia madre si staccò da me e diede un'occhiata al marito allontanandosi.
"Cosa ci fai tu in casa mia" disse con disprezzo. Mi morsi la lingua. Non potevo tornare per strada.
" sono tornata"
"In questa casa non si può fare come si pare. Ci sono delle regole. Non penserai che ti riaccetterò qui, vero?" Mia madre lo guardò allibita. Lui continuò a tenere lo sguardo deciso verso di me. 
"Padre" iniziai "sono tornata per chiederti scusa. Sbagliai quattro anni fa e pur di tornare in questa famiglia farò quello che vorrai" rimase per un attimo interdetto, come se non si aspettasse tutta questa mansuetudine da parte mia.
"Qualunque cosa?" Mi chiese.
"Qualunque"


Spazio dell'autore
Allora, avrei un paio di punti di cui discutere con voi pochi lettori che siete arrivati fino a qui.
1) punteggiatura. Io vi giuro che ci ho provato con tutta me stessa. Ormai potrei recitarvi a memoria questo testo per quanto l'ho letto. Ho cercato di ascoltare tutti i vostri consigli e mettere la punteggiatura che molti hanno detto inesistente. Ci saranno sparsi qualche punto e virgola e spero di averci azzeccato nel metterli ( se non ci sono riuscita vi prego di farmelo notare, almeno così capirò bene bene dove vanno messi quei cavolo di cosi)

2) Ringraziamenti. Grazie a tutti quelli che hanno recensito e hanno cercato di farmi migliorare, ve ne sono grata. Grazie alle 144 persone che hanno letto il primo capitolo e alle 15 che per ora sono arrivate al  sesto capitolo. Vi ringrazio di tutto cuore

Ciaooooooo
Sakio
   
 
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