Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Vanoystein    23/10/2013    2 recensioni
Jill tornò a guardare la strada qualche secondo dopo, non ebbè nemmeno il tempo di gridare che si trovò subito ferma, immobile, con la cintura che le stringeva sul petto. La macchina si era letteralmente capottata, i vetri si erano rotti in mille pezzi, vedeva sangue ovunque, lei sanguinava, sua madre aveva perso i sensi.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jill lanciò con forza il coltello contro al manichino, centrando perfettamente la testa.
Il suo sguardo era infuocato e il suo viso non esprimeva niente di buono.
La faccia era quasi rossa, le nocche delle dita anch'esse dello stesso colore per la forza con cui aveva stretto il pugno attorno all’impugnatura del coltello.
Stava cercando di contenersi ma proprio non ce la faceva. Era arrabbiata. Furiosa.
Le altre persone che si trovavano nella stanza d’addestramento si erano fermate per osservarla così aggressiva e alterata mentalmente.
Ma lei non si fermava.
Continuava a lanciare coltelli contro ai manichini, uno per uno, centrava meticolosamente tutti i bersagli. Senza sbagliare neanche di un centimetro.
Sbuffò alzando gli occhi al cielo quando si accorse che la gente che la osservavano alle sue spalle continuava ad aumentare così si girò verso il gruppo rigirandosi tra le mani il coltello.
– Beh? Cosa avete da guardare? Se non ve ne andate tutti entro cinque secondi vi faccio ingoiare il cuore. Chiaro? – Alla fine della frase sorrise beffarda inclinando la testa di lato.
Nel giro di poco tutti se ne andarono, sparendo davanti a quella sua minaccia.
– Diamine. Fai paura. – Ridacchiò un ragazzo spuntando all’entrata della camera.
– Jamie, dico bene? – Gli chiese Jill voltandosi verso di lui. – Il biondino amico di quell’incazzato perenne di Noah. Quello che mi ha salvato da morte certa. – Aggiunse riconoscendolo subito.
Era lo stesso ragazzo che aveva visto un paio di giorni prima in infermeria, quando era stata ferita dalla lancia.
– Proprio io. – Rispose divertito da ciò che gli aveva appena detto. – Come mai tutta questa rabbia repressa? – Continuò scherzando.
– Secondo te? Quei bastardi hanno ammazzato la mia migliore amica. – Rispose voltandosi di nuovo contro ai manichini ricominciando a lanciare pugnali e coltelli.
– Gli Angeli sanno essere crudeli. Tutti pensano che non ci sia niente di più buono e puro sull’universo…quante cazzate. – Rispose Jamie avanzando.
– Perché non provi con questa? – Sogghignò estraendo dalla giacca nera una pistola d’argento.
Jill restò a guardarlo per poco, poi prese subito dalle sue mani l’arma puntandola contro al manichino.
– Devo dirlo, stare qui ad infilzare manichini non mi fa stare meglio. – Disse prima di premere il grilletto sparando un colpo.
Non era stato un proiettile quello che aveva colpito la gomma del manichino. Bensì una lama.
- Una lama? – Domandò Jill inarcando le sopracciglia rimettendogli nella mano l’arma.
- Di oro bianco puro. – Aggiunse lui riponendola nella giacca.
Jill sorrise maliziosamente mordendosi il labbro superiore. – Tu invece cosa sei? - Chiese cambiando discorso.
- Beh, un mutaforma. Però mi ritengo fortunato, ho ereditato il potere della guarigione da mia madre, proprio per questo sono riuscita a guarire le tue ferite. Solo noi guaritori possiamo curare ferite mortali. -
- Uhm. – Mugugnò Jill. – Mi piaci. – Continuò incrociando le braccia. – Quindi puoi assumere la forma di ciò che vuoi? -
- Posso trasformarmi in quello che voglio. – Disse lui per poi assumere subito dopo la forma di un lupo davanti a lei.
Il suo pelo fitto di colore nero e grigio, gli occhi enormi, profondi che assumono un colore dorato. Semplicemente fantastico.
- In chi voglio. – Riprese la forma umana, abbandonando la forma di quel fantastico animale.
In pochi secondi prese l’aspetto dell’amica. La sua rossa. La sua Dakota.
Jill si sentì stringere il cuore quando vide di nuovo il suo viso, un viso così innocente che però le fece ricordare come era pieno di sangue e di lividi l’ultima volta che lo vide.
– Quando voglio. – Concluse assumendo l’aspetto di Alec. – Allora, perché non ti sfoghi un po’ con me? Sarà divertente. – Sorrise lui riprendendo in mano il pugnale.
Jill non gli rispose, restò in silenzio osservandolo.
Le faceva quasi senso vedere come riuscisse ad assomigliare ad Alec così tanto.
Non c’era nemmeno la minima differenza. Era la sua fotocopia.
A strapparla dai sui pensieri fu proprio Jamie che le lanciò il pugnale addosso senza nemmeno pensarci due volte, fortunatamente lei riuscì a scansarsi in tempo, evitando l’arma che andò a conficcarsi nel muro.
– Sei fuori?! Avresti potuto colpirmi! – Gridò lei voltandosi verso il muro colpito dalla lama.
– Mmh, niente male i tuoi riflessi. – Rise lui divertito.
Jill si avvicinò velocemente alla parete, estraendo con forza il pugnale dal muro senza il minimo sforzo.
– Quindi, anche tu forza amplificata? Mi sembra di essere in Twilight. – Commentò Jamie ridacchiando.
Jill ripose il pugnale nella felpa, osservando il biondo per pochi secondi poiché subito dopo si avventò velocemente su di lui sferrandogli un pugno allo stomaco.
– Sei scarsa. – Disse lui, senza nemmeno essere scalfito. Subito dopo, un movimento veloce la prese alla sprovvista.
Jamie la afferrò per il braccio riuscendo immediatamente a ribaltarla a terra, facendola cadere sulla schiena.
Jill rimase distesa per dei secondi mentre vide lui sorridere in piedi davanti a lei.
Poi la mora si alzò di scatto; scaraventandosi nuovamente contro di lui spingendolo contro al muro puntandogli la lama del pugnale alla gola.
– Potrei ucciderti, lo sai? – Disse tenendolo inchiodato alla parete.
– Che divertente. Non lo faresti mai, né con me né con nessun altro. – Rispose abbandonando finalmente l’aspetto di Alec riappropriandosi del suo. - Non cercare di fare la cattiva della situazione, perché tutti sanno che non lo sei. – Ghignò.
A quella frase Jill abbassò l’arma tenendola però stretta in mano.
Subito dopo mise una mano dietro al collo del biondo, avvicinandolo ancora a sé, fino a quando i loro corpi non si sfiorarono. – Ritieniti fortunato a non trovarti con la gola tagliata. Oggi non è giornata, sappilo. -
Subito dopo Jill abbassò l’arma rigirandosela tra le dita, la avvicinò alla mano di Jamie puntandogliela sul palmo dove poi volontariamente aprì un taglio.
Lui si tirò subito indietro, stringendo i denti.
– Eddai, è solo un taglietto. – Disse lei mentre un ghignò si impossessò delle sue labbra.
Abbassò lo sguardo sulla mano sanguinante del ragazzo, lasciando cadere a terra il coltello sporco di sangue. – Ci si vede. – Jill si allontanò da lui facendo dei passi indietro, poi uscì dalla stanza sogghignando, senza aggiungere altro.
  
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