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Autore: Ambros    26/10/2013    3 recensioni
Blaine è un normale adolescente, finché due misteriose figure incappucciate non tenteranno di ucciderlo, svelandogli una parte di sé che non conosceva e cambiandogli irrimediabilmente la vita.
Dal I capitolo:
-Solo in quel momento Blaine alzò gli occhi sul ragazzo che l’aveva salvato, e poté osservarlo meglio: [...] c’era qualcosa di strano.
Erano le orecchie, che terminavano con una punta appena accennata, ma ben visibile. E i canini, che si intravedevano tra le labbra dischiuse, anche quelli leggermente a punta. E infine, c’erano gli occhi: verdi attorno alla pupilla e color ghiaccio nella parte più esterna dell’iride, ma per quanto fossero straordinari, era ancora qualcos’altro che fece rabbrividire Blaine: le pupille; erano sottili e verticali, proprio come quelle dei gatti.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Nick/Jeff, Santana/Sebastian
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco il secondo capitolo!
Pubblico oggi perché 1) è corto in maniera imbarazzante e 2) ho deciso che d'ora in poi aggiornerò di Sabato ;) (Più, eventualmente, di mercoledì in caso di capitolo corto)
Enjoy!




Erano passate due settimane.
Due settimane da quando le figure incappucciate lo avevano fermato mentre stava tornando a casa.
Due settimane da quando avevano tentato di ucciderlo.
Due settimane da quando aveva ringhiato a qualcuno.
Due settimane da quando Kurt l’aveva salvato, solo per farlo precipitare ancora più a fondo.
Due settimane, e Blaine aveva vissuto ogni singolo momento nella paura; di rivedere altre figure incappucciate, di provare di nuovo quella furia, quel desiderio di uccidere, di essere completamente impazzito.
Aveva avuto paura di andare a scuola, e di tornare a casa; aveva avuto persino paura di non svegliarsi la mattina, e di chiudere gli occhi la sera.
Vedeva solo il baluginio dei pugnali, il colore del sangue, il volto contratto di quell’essere che Kurt aveva ucciso.
Ucciso.
Si dovette fermare un attimo, nel bel mezzo della strada che lo avrebbe riportato a casa; si sedette sul marciapiede, prendendosi la testa tra le mani, cercando di calmarsi, di trovare un senso a tutto quello, senza riuscirci.
Alzò il volto di scatto; c’era uno strano odore nell’aria, come di erba bruciata, ed era stranamente familiare.
Si mise in piedi con circospezione, mentre il suo istinto lo metteva in guardia, di nuovo: pericolo.
Avrebbe voluto urlare, correre, andare via, qualsiasi cosa, pur di non vedere quella figura ammantata dirigersi verso di lui inesorabile e terribile.
La riconobbe subito. Era lei. La donna che aveva provato ad ucciderlo due settimane prima. Ma stavolta aveva uno sguardo diverso, un portamento diverso; era divorata dalla rabbia, dall’odio, dal dolore. Glielo si leggeva in faccia, nei lineamenti duri, nelle labbra contratte sui denti.
Stavolta Blaine non si mosse, non voleva scappare.
Perché aveva di nuovo quella furia nel petto, che gli fece salire alla labbra un ringhio gutturale e violento.
Cosa mi sta succedendo?
Sentiva una voce disperata dentro di sé che cercava di riportarlo alla ragione, senza riuscirci.
La rabbia era tutto ciò che riusciva a percepire.
Ormai erano uno di fronte all’altra; lei estrasse lentamente il pugnale corto “La faremo finita, bastardo. Occhio per occhio.” Sputò, avventandosi contro di lui.
Blaine riuscì a scostarsi all’ultimo secondo, guidato dall’istinto, mentre il suo sguardo si tingeva di rosso; le si avventò contro con le mani chiuse ad artiglio senza nemmeno rendersene conto, e cercò di raggiungerle la gola, proprio come aveva fatto lei giorni prima. Ma lui era inesperto, e perse la presa; lei ne approfittò per ferirlo di striscio ad un fianco; Blaine gemette di dolore –quasi guaì- quando la lama sfiorò la carne, facendogli avvertire un pulsare sordo e bruciante sotto le costole.
Si tirò leggermente indietro, zoppicando, con le labbra arricciate sui denti in un ringhio muto.
La voce dentro di lui cercava sempre di svegliarlo, di fargli prendere realmente coscienza di ciò che stava facendo, ancora una volta senza riuscirci.
La donna lo stavo guardando con un odio puro, senza il ghigno che la volta precedente non l’aveva abbandonata nemmeno un attimo; lo raggiunse con un balzo, e prese a colpirlo di striscio in più punti, facendolo a pezzi lentamente: su un polpaccio, sull’altro fianco, su un braccio.
E Blaine continuava ad arretrare, sempre più disperato, sempre più furioso, sempre più in gabbia.
Avvertiva i suoni con maggiore chiarezza, i colori erano più vividi, gli odori erano dappertutto, e gli davano informazioni sull’ambiente circostante che prima non aveva potuto cogliere.
L’ennesimo ringhio gli sfuggì dalle labbra, ma stavolta era basso e prolungato, come un avvertimento e una minaccia insieme.
La donna non accennava a fermarsi, lo stava torturando lentamente.
Occhio per occhio, aveva detto.
Finalmente il terrore si fece largo tra la furia, riportandogli un po’ di lucidità: l’avrebbe ucciso.
Sarebbe morto lì, quel pomeriggio.
Un sorriso sinistro gli salì alle labbra; si sarebbe perso molte cose. Forse troppe. Ma in quel momento riusciva a pensare solo a quanto fosse stato sciocco a non accettare l’aiuto di Kurt.
Cambiò qualcosa, nell’aria.
C’era un odore nuovo, un po’ pungente, ma gradevole; come di erba tagliata, di fiori, di aria fresca.
Si fece improvvisamente attento, irrigidendosi istintivamente; ma una pugnalata lo colpì ad un ginocchio, facendolo cadere rovinosamente a terra.
Fu in quel momento che l’odore si intensificò.
“Blaine!” Aveva pregato con tutto se stesso di sentire quella voce cristallina, quel pomeriggio; forse era un ipocrita, ma non gli importava.
Si alzò, facendo leva sui palmi delle mani, mentre tutte le ferite cominciavano ad esigere il loro prezzo, facendogli girare la testa.
“K-Kurt …” riuscì a mormorare, alzando lo sguardo; e lo vide.
Era sempre vestito di nero, e stava correndo verso di loro ad una velocità sovrumana, mulinando i suoi pugnali;  la donna si girò verso di lui, con un ghigno inquietante e un lampo di comprensione nello sguardo.
“Ah, quindi tu saresti Kurt Hummel, non è vero?”
Il ragazzo si irrigidì, fermandosi di colpo, e così fece anche Blaine.
“Non sei forse lo scherzo della natura, Kurt?” Sputò il suo nome come se fosse un insulto, e Anderson vide il ragazzo castano ammutolire, e un lampo di dolore attraversargli lo sguardo.
“Non sono uno scherzo della natura” sibilò, furioso e ferito.
“Oh, sì che lo sei; sai perfettamente che quelli come te non dovrebbero essere Halfbeing … Pare che rallentiate la specie, non so se mi spiego.”
Blaine non stava capendo niente, ma rimase pietrificato nel vedere Kurt che tremava. Non credeva che fosse capace di provare paura o dolore.
“Sta’ zitta” la voce di Hummel tremava persino più delle sue mani, ed era terrificante.
La donna rise, e fu una risata senza gioia.
“Sai cosa ti dico, Kurt? Che mi hai appena reso il compito di uccidere questa nullità molto più divertente! D’altra parte, tu hai ucciso Lythion …  In un certo senso ti ripagherò con la tua stessa moneta … Non trovi ironica tutta questa situazione?”
“Non hai capito niente” la voce di Kurt sembrava un ringhio basso che gli covava in petto “Lascialo stare e basta. Sai benissimo quali sono i patti!”
“Certo che lo so” ghignò lei “è proprio per questo che mi piace infrangerli.” Non fece in tempo a concludere la frase, che scattò di nuovo contro Blaine, il pugnale ben teso; l’avrebbe colpito dritto al cuore, se un’elsa incurvata su una lama piuttosto lunga non l’avesse bloccato.
La donna non fece nemmeno in tempo ad assumere un’espressione sorpresa: un pugnale le si piantò nella schiena, poco prima che Kurt la spingesse con violenza, allontanandola da Anderson; un ultimo colpo, dritto al cuore, e scomparve.
Blaine rimase intontito per qualche secondo a fissare il punto in cui, fino a qualche attimo prima, c’era stato un cadavere, finché non ebbe la forza per alzare lo sguardo: Hummel non lo stava guardando, aveva le labbra contratte e il respiro affannoso, le pupille verticali persino più sottili del solito.
Scosse la testa di scatto, come a liberarsi di un pensiero fastidioso, e rimise i pugnali nei foderi che gli pendevano dai fianchi, con un gesto meccanico; solo allora incrociò gli occhi ambrati, e piano piano le sue pupille si dilatarono, tornando normali, il respiro gli si regolarizzò e i suoi muscoli sembrarono rilassarsi, facendogli distendere la schiena, dolorosamente contratta.
Blaine sembrava a disagio “Io … M-Mi dispiace per l’altra volta …”
“Non ti scusare” la voce di Kurt lo interruppe, fredda, distante “Capisco perché non ti fidi di me, non mi devi nessuna spiegazione.” Si voltò, e fece come per andarsene.
“No, aspetta!”
Si bloccò, girandosi lentamente “Cosa c’è?”
Blaine gli si avvicinò lentamente, con le ferite che bruciavano dolorosamente, fino a che non si trovarono a poco più di mezzo metro di distanza; non riusciva a sostenere quegli occhi di ghiaccio, così puntò lo sguardo sulla strada “Mi dispiace davvero; avrei dovuto ascoltarti, non fare l’idiota e …”
“Blaine” la voce di Kurt si era addolcita “Non importa, va bene? Lo so che è difficile, e che ci sono parecchie cose che non capisci … Ma io posso aiutarti. Noi possiamo aiutarti.”
“V-Voi?”
“Sì, ehm … Non ci sono solo io.” Hummel arrossì leggermente “Stiamo … Stiamo tutti al Castello e …”
“Il Castello?”
“Sì, è la casa di Sebastian. Cioè, casa è riduttivo. C’è un motivo, se la chiamiamo il Castello …”
“Sebastian?”
“Sì, è uno di noi. Lui … è come me. Come te.”
“Che vuol dire, ‘come me’?”
Kurt lo guardò negli occhi, combattuto “Non è semplice …”
Blaine si passò una mano sul viso stanco e pallido, mentre dei brividi di freddo gli correvano lungo la schiena. Stava perdendo troppo sangue; la testa prese a girargli all’improvviso, e sentì che le ginocchia gli cedevano. L’ultima cosa che avvertì furono due braccia forti che lo afferravano al volo, impedendogli di cadere.
Merda!” borbottò la familiare voce cristallina.
“Déjà vu” soffiò Blaine, con un sorriso, prima di abbandonarsi all’incoscienza.





Mi dispiace che sia un po' ripetitivo :\
Prometto che dal prossimo si capiranno più cose (spero)!
Un mega ringraziamento alle fantastiche persone che hanno messo la storia fra le seguite/preferite, che l'hanno recensita e, soprattutto, un enorme grazie a 
Joan Douglas e elisav82.
Alla prossima! 
Fatemi sapere come sempre!
                
  
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