I tredici problemi che affligono un adolescente fuori dal comune
Problema 6
--->Un'amicA che
desiderava diventare un maschio e ora ti confessa che sei il
suo sogno proibito<---
Quella
giornata stava diventando sempre più assurda, persino
più assurda del giorno in
cui Demyx
organizzò il picnic di
pasquetta allo zoo nella gabbie delle scimmie, il tutto a base di
insalata
russa di gelatine di frutta e banane (che non è la cosa
più divertente da fare
soprattutto se un grosso, peloso e maleodorante scimmione comincia a
farti la
corte regalandoti la sua pupù e le sue banane) e Axel
litigò con una scimmietta
per una banana rotonda.
Già…
Axel. Proprio quel idiota mangia banane di Axel.
In
quei momenti era proprio a lui che stavo pensando
Era
una cosa davvero strana, dopo tanto tempo era la prima volta che non mi
trattava (o meglio usava) come la sua bambolina personale, cosa
alquanto bizzarra
… soprattutto considerando il fatto che avevamo la casa
completamente vuota (perchè
Zexion davanti alla TV diventava tutt’uno con essa, cercando
di anticipare le
battute dei personaggi dei vari programmi e suggerendo a Dora
l’Esploratrice
che la fontana era quella immane struttura dietro di lei dalla quale
sgorgavano
litri e litri di rumorosa acqua) e che quindi avrebbe potuto farmi
qualunque
cosa il suo cervellino malato gli avesse suggerito di fare.
E
invece no …
Mi
abbracciava da dietro mentre mescolavo l’impasto dei
biscotti, intrecciando le
sue mani nelle mie aiutandomi a mescolare;
mi
stampava piccoli e fugaci baci sulle guance e sul collo e mi mormorava
nelle
orecchie che non voleva mai più vedermi piangere
perché le lacrime rovinavano
il mio meraviglioso viso d’angelo.
Nessuno
mi aveva mai detto delle cose così … dolci; erano
attenzioni piuttosto melense,
ma paragonate a quelle passate, erano molto più piacevoli e
mi facevano
sciogliere come il burro che Zexion aveva lasciato nel microonde a
cinquecento
gradi.
Qualcosa
dentro di me mi faceva sentire strano. Non avevo mai provato sensazioni
così …
nuove.
Mi
capitò di rimanere a fissarlo un paio di volte mentre
sfornava le roventi
teglie con i biscotti, e lui, appena si accorgeva delle mie attenzioni,
mi
rivolgeva un piccolo sorriso e mi faceva
l’occhiolino… e io come uno stupido
arrossivo senza puntualmente capirne il motivo. Quando finalmente anche
l’ultima infornata fu pronta, avevamo centocinquanta biscotti
che aspettavano
di essere strafogati dai miei famelici amici che stavano per arrivare
… oh
cazz… cavolo … se stavano arrivando i miei amici
voleva dire che … significava
… che … anche … lei … NO!
Appena
quel pensiero sfiorò la mia mente, impallidii ed ebbi un
mancamento.
Fortunatamente Axel ha dei riflessi molto pronti e riuscì a
prendermi prima che
io e il pavimento ci unissimo in un caloroso abbraccio.
Zexion, anche lui molto preoccupato per il mio
improvviso svenimento, suggerì di rovesciarmi una secchiata
d’acqua gelida
addosso o di mettermi sotto il naso uno dei calzini sporchi di Sora
(famosi per
la loro puzza mortale) per farmi rinvenire, ma Axel fortunatamente, non
tenne
in considerazione le malsane idee dell’altro e si
limitò a lanciargli
un’occhiataccia e a schiaffeggiarmi leggermente sul viso.
-Hey
pulcino, che ti succede oggi? Mi stai facendo preoccupare seriamente.-
Quelle
sue parole avevano una punta di preoccupazione mischiata a tanta
premura
(ricordate quella storia degli animali? Bhe, ora io non sono
più la tigre
bianca ma, almeno per Axel, sono diventato il piccolo e tenero pulcino
pio pio,
mentre lui è diventato la mia mamma chioccia)…
era strano non sentire il suo
tono canzonatorio e saccente per una volta … e in quel
momento sentii
nuovamente quella strana sensazione dentro di me, più
precisamente alla bocca
dello stomaco.
Ad
un certo punto … suonò il campanello …
e io presi a tremare. Cosa avrei fatto
appena fosse arrivata, ma soprattutto cosa avrebbe fatto lei, e Axel??
Cominciò
a girarmi la testa e la mia mamma chioccia, notando il mio viso sempre
più
pallido, mi caricò su una sua spalla e mi sistemò
delicatamente sul divano
mentre lui andava ad aprire e Zexion (che sarà la zanzara
ZeZe, ma non perché
sia fastidioso, anzi … solo che mi piaceva la consonanza
zzzzzzZZZZ!) finiva di
preparare le ultime cose in cucina.
Fortunatamente
era ancora presto e alla porta non era nessuno di preoccupante, solo
Riku con
un enorme mazzo di rose rosse (presumibilmente per Sora) e vestito di
tutto
punto come se dovesse andare a chissà quale grande festa.
Così, constatato che
per il momento il pericolo era scampato, tirai un sospiro di sollievo
… che mi
morì in gola … il campanello era suonato di nuovo!
Quando
Sora sbucò dalla porta di ingresso e notò Riku,
fece per correrlo ad
abbracciarlo (anzi, ci si catapultò proprio sopra), ma il
suo adorato lo scansò,
facendolo cadere in terra e porgendo il maestoso mazzo di rose rosse a
mia zia.
Tipico di quel tizio. Doveva sempre a tutti i costi fare bella figura
(o il
lecchino, come dir si voglia) e dopo aver baciato la mano della mia
incantevole
parente, lei si congedò ringraziandolo di cuore per il
magnifico regalo
(borbottando qualcosa del tipo che dal suo Van, una cosa del genere
poteva solo
sognarsela nei suoi più reconditi sogni, durante i suoi
più profondi sonni …) e
dirigendosi verso la sua stanza per prepararsi per il suo appuntamento.
Di
nuovo calma piatta. Per un’altra decina di minuti il
campanello stette nel
silenziose più tombale.
Poi
di nuovo quel Din Dlon mi fece gelare il sangue. Erano le otto spaccate
ed era
risaputo che Xion, superstiziosa com’era, arrivava sempre
agli orari con minuti
00.
Ma uno strano starnazzo proveniente dal piano di
sopra mi fece sobbalzare …
-È
lui! È lui! Vado io, vado io!-
Mia
zia si fiondò su Zexion che stava per aprire la
porta, che impaurito dalla strana euforia della donna, si
spostò in un angolino
con gli occhi sbarrati pieni di stupore e terrore.
-Ciao
Van, sono felice di vederti!-
-Hey
gnoccona, cazzo sei davvero sexy questa sera!-
Quel
trionfo di finezza doveva essere il famoso Sbruffoni…
cioè Vanitas con cui
usciva mia zia.
Era un tipo davvero bizzarro e leggermente
inquietante a mio parere… assomigliava molto a Sora, ma
aveva qualcosa in più
rispetto al mio gemello … aveva fascino, ecco.
-Ragazzi
io esco, non so quando
ritorno, voi fate i bravi e non distruggete la casa intesi?-
-Intesi-
Rispondemmo
tutti e cinque all’unisono mentre vedevamo mia zia che si
allontanava con
quello strano tipo che molto castamente (si fa per dire) le aveva
palpato il
sedere (ma che razza di tipo maniaco si era messo al fianco una persona
meravigliosa come lei! Speravo che mia zia trovasse un uomo gentile,
galante,
serio … non una sottospecie di perito sessuale!).
Comunque in quei momenti avevo ben altro per la
testa, ovvero la mia incolumità e quella dei miei gemelli di
famiglia (e nel caso
non si capisse non sto parlando di gemelli come me e Sora ma
di… credo abbiate
inteso).
Xion
era diventata il mio incubo peggiore, altro che uomo nero o mostro
dell’armadio, solo il suo pensiero mi faceva diventare le
mutande e i pantaloni
gialli e umidicci…
Quella
sera il campanello suonò trecentomiliardi di
volte… e ogni singola volta
rischiavo di morire di arresto cardiaco.
La
prima volta era Hayner che arrivò con il fiatone e sporco di
marmellata di
ciliegie.
Lui
e Pence abitavano infondo alla mia stessa strada per questo arrivarono
presto.
Il
grassone trippone (voglio molto bene a Pence e lui sarà il
nostro panda
grassone trippone) aveva preparato delle ciambelline alla marmellata
per la nostra
serata ma Hayner (la nostra volpe senza cervello) per fargli uno
scherzo aveva
sostituito la confettura di ciliegie con del sangue di maiale e quando
il panda
provò ad assaggiare uno dei suoi dolcetti, naturalmente si
incaz.. arrabbiò
moltissimo perché … bhe potete
immaginarlo… ciliegie e sangue di maiale non hanno
proprio lo stesso sapore…
E
Pence, che è l’essere più buono del
mondo (ammesso che tu non lo faccia
arrabbiare… se no altro che panda coccoloso, diventava
peggio di un T-Rex che
non mangia da settimane a cui hai appena sottratto la sua meravigliosa
e
succulenta preda) si era arrabbiato così tanto che aveva
cominciato a
lanciargli sassi ricoperti di marmellata.
Dopo
di loro arrivarono Marluxia (l’orsetto paffutello che profuma
di fragole) e
Luxord (il tricheco scommettitore che ogni settimana perdeva non so
quanti
soldi a strip poker… non so perché tricheco ma
… quando guardavo la sua strana
barbetta mi venivano in mente i baffi dei trichechi… bho, si
vede che ho tanta
fantasia).
Sono entrambi miei amici e frequentano entrambi
l’ultimo anno nella mia scuola (anche se sono bocciati
pluridecorati … credo
che quando io prenderò la pensione loro saranno ancora
lì a tentare di essere
ammessi all’esame finale) ma sono sempre stati due tipi
emm… voglio essere
carino quindi dirò semplicemente fuori dalle righe.
In seguito arrivò il nostro istrice ballerino che
sorprese tutti i presenti.
Demyx
si presentò (non posso ancora crederci) con una
fig… gnoc… bellissima ragazza,
tutte curve avvinghiata al suo braccio.
Io
e Axel, completamente increduli, lo afferrammo e ci appartammo in
cucina per
chiedergli che cosa fosse successo, o quanto avesse pagato quello
splendore per
fingersi così pazza di lui.
Ma lui non ci
disse niente e con aria da sostenuto e prezioso, si liberò
dalla nostra presa,
andò nell’altra stanza dove c’erano
tutti e tenne il suo discorso…
-Amici,
conoscenti, fan, seguaci, io il meraviglioso, eccezionale Demyx ho il
piacere
di presentarvi la mia splendida fidanza Aerith-
Come,
come?? Fidanzata?? Ma come era possibile???
Decidemmo allora di parlare con la presunta
fidanzata per chiederle cosa ci trovasse in.. insomma in Demyx!
-Bhe
non so… forse i suoi meravigliosi capelli biondi, o i suoi
occhioni blu da
cucciolone, o forse il suo coraggio…-
Già,
il suo coraggio.
Artrite
… cioè Aerith si era invaghita del porcospino
perché era l’unico ragazzo che da
quando faceva l’istruttrice di danza avesse mai avuto il
coraggio di iscriversi
al suo corso. Lo riteneva audace e in più diceva che i
ragazzi in tutù erano
dannatamente intriganti e accattivanti…
Bene,
credo che anche io mi inscriverò ad un corso di danza
classica… comincio a
pensare che l’idea che noi abbiamo di Demyx non sia poi
così giusta… per noi è
un povero imbecille che non capisce un caz…
niente… ma in realtà mi sa che lui
è il più furbo tra tutti noi..
Fatto
sta che i due piccioncini rimasero per mezz’ora attaccati
alle labbra l’uno
dell’altra, e mentre io osservavo attentamente come facessero
a lim… baciarsi
in continuazione senza prendere mai fiato, arrivò anche
Xigbar.
Lui
non frequenta la nostra scuola, almeno non come alunno. Infatti lui
è il nostro
bidello.
Era un amicizia preziosa la sua e ci aiutava in
molti modi diversi: aveva tutte le chiavi degli armadietti dei
professori e
perciò poteva dirci in anticipo i voti che avevamo preso
nelle verifiche, e
qualche volta, li cambiava aggiungendo un più o un sei che
non guastavano mai.
Inoltre lui era quello che sapeva tutti i caz… gli scoop di
tutta la scuola.
Era l’esatto opposto di quel barbone di Ansem che invece non
faceva altro che
urlarci dietro tutto il giorno.
Quando arrivò l’attenzione fu tutta per
lui perché
aveva un nuovo scoop da raccontarci.
Qualche mattina fa, la professoressa di latino
Larxeen Slut era stata beccata nel bagno dei professori mentre
faceva… diciamo
cose sconce, con il professore di ginnastica Xaldin Gim.
Appena finì di raccontare tutti i dettagli (che
non
vi sto a dire perché io non ho dormito per due notti e non
vorrei essere la causa
di vostri disturbi di sonno. Ci tengo alla salute dei miei lettori) mi
venne
spontaneo guardare Axel. Sapevo che in passato aveva avuto una mezza
cosa con
la professoressa di latino e magari un po’ gli sarebbe potuto
dispiacere… in
realtà … non gliene fregava niente. Per
l’intera durata della storia di Xigbar,
non aveva fatto altro che fissare i miei capelli per poi uscirne con
una cosa
tipo –ma
ti sei fatto dei colpi di
luce?-.
Credo
che prima o poi dei colpi pesanti glieli avrei dati io. Mi preoccupavo
tanto
per lui ma non ce ne era per niente bisogno. Dimenticavo sempre che lui
era pur
sempre Axel, il grande Axel!
E
io chi ero? Quando sentii il capannello suonare realizzando che tutti
gli
invitati erano presenti e che mancava solo l’avvoltoio moro,
capii che io ero
il piccolo, sfigato e fottuto Roxas.
Inizialmente
nessuno sembrava aver sentito quel terribile suono che proveniva dalla
porta,
ma poi vidi Axel che si dirigeva verso l’entrata per andare
ad aprire.
Ora,
premetto che io non so mai stato una persona che può
definirsi… atletica, ma a
quanto pare il terrore ha la capacità di spingerci a fare
cose che non crediamo
alla nostra portata.
Non
ho ben capito cosa e come ho fatto ma so solo che in due secondi e
mezzo dal
divano su cui ero seduto, mi sono ritrovato sopra al mio amico.
Tutti mi guardavano atterriti e sorpresi. Ero
schizzato alla velocità della luce ed ero riuscito ad
atterrare Axel grande e
grosso, alto e palestrato.
-Roxas,
per quanto questa posizione mi piaccia, hai intenzione di restarci
ancora per
molto?-
Che
bella figura di me.. diciamo semplicemente che figuraccia.
La
mamma chioccia era distesa sul pavimento e io ci ero sopra a cavalcioni!
Credo
che in quel momento la mia faccia divenne su per giù dello
stesso colore di
quei bei pomodori maturi che si vedono nelle pubblicità e
che poi quando li vai
a comprare sono malaticci e grinzosi che ti fanno così pena
che li acquisti non
per mangiarli ma per curarli.
Con un altro scatto atletico mi spostai e mi rifugia
in un piccolo angolino… forse se mi fossi schiacciato contro
il muro sarei
diventato tutt’uno con esso e nessuno mi avrebbe
più trovato… ma l’importante
era che non mi trovasse lei.
-Ciao
Xion ben arrivata, sono già tutti qui stavamo aspettando te.-
E
con quelle parole, la speranza che fosse il vicino indiano che non
spiccica una
parola comprensibile e che ogni volta scambia la nostra dispensa per il
suo
supermercato personale (dato che ci viene sempre a chiedere zucchero,
sale,
pasta, pane, arance, limoni, banane… come facciamo a capirlo
se non spicca
mezza parola della nostra lingua? Semplice. Giochiamo al gioco dei mimi)
Questa volta era lei.
Bene…
non avevo scampo, il mio destino era segnato.. Ma un attimo!
Un’idea!
Se fossi riuscito a strisciare lungo tutto il perimetro
del muro della casa, ed ad arrivare all’uscita di servizio
della cucina, sarei
potuto uscire. Dopo avrei raggiunto un aeroporto e avrei preso un aereo
per il Perù;
lì avrei cambiato il mio nome in qualcosa tipo Fernando
Martinez e avrei
allevato capre fino alla mia morte nell’immenso deserto (ma
in Perù c’è il
deserto?).
Si
era un ottimo piano dovevo solo…
Troppo tardi. Ero talmente preso dai miei piani
strategici che non mi ero accorto che Xion mi stava fissando con quei
suoi
occhioni grossi e malefici da quasi dieci minuti.
-Ciao
mio dolce sogno proibito.-
Mi
sussurrò queste parole e mi stampò un viscido
bacio sul naso per poi dirigersi
nell’altra stanza per salutare il resto della combriccola.
Rimasi
fermo impietrito contro il muro per almeno altri cinque minuti prima di
notare
che Axel aveva assistito a tutta la scena e ora mi guardava con una
faccia un
po’… quasi indefinibile… un misto tra
rabbia, gelosia, sconcerto e delusione.
Mi squadrò un po’ e poi raggiunse anche lui tutti
gli altri.
Perché
mi aveva guardato in quel modo? Cosa avevo fatto di male? Che colpa ne
avevo io
se quella ragazzina era impazzita tutto di un colpo e ora mi voleva
tutto per
sé?! Purtroppo se è questo l’effetto
che faccio alle donne non posso farci
nulla.
Sta di fatto che in quel momento stavo malissimo.
Avevo paura che Axel avrebbe nuovamente cambiato il suo atteggiamento
nei miei
confronti ma … perché, perché mi
interessava tanto non perdere quello strano
rapporto che stava nascendo? (Ok, sto diventando troppo profondo e
filosofico…
inoltre io odio la filosofia… e anche la
profondità dato che non so nuotare!).
-Hey
Roxas se hai finito di scaldare il muro noi vorremmo iniziare la festa
.. che
ne dici amico?-
Era
Hayner e aveva raggione… basta pensare, avevo
voglia di Divertimento con la D maiuscola!
Mentre
nessuno mi vedeva nascosi la mazza da baseball di mio fratello dietro
il divano
così se Xion avesse provato ad avvicinarsi la avrei potuta
tenere a distanza
(sarei stato anche capace di picchiarla… non mi faccio tanti
scrupoli io).
Prima
di mangiare i biscotti che con tanta fatica io e i miei compagni
avevamo
preparato, cominciammo la nostra tipica sessione di giochi che era
composta da
partite a tombola, ad “un due tre stella”,
nascondino, carte uno e tanti altri
(sì, so a cosa state pensando e vi do ragione …
noi siamo tutta gente
sofisticata e matura che esercita passatempi costruttivi e di cultura).
Dopo
che Sora con il suo cul… con la sua fortuna esagerata vinse
tutti i nostri
soldi a tombola e Hayner si picchiò con Xigbar
perché gli aveva fatto stellone
troppo presto, Marluxia (in accordo con la strega corvina) propose di
giocare
ad un gioco che definirei strano… il gioco della bottiglia.
Se
devo essere sincero in realtà in passato ci avevamo
già giocato ma dopo che
Pence infilò (contrò le regole) la lingua in
bocca a Zexion non giocammo mai più.
Ora però volevano farlo e siccome erano tutti
d’accordo non potevo tirarmi in
dietro.
Le nostre regole erano semplici (si fa per dire). I
primi cinque erano baci sulla guancia, i seguenti dieci su una
qualunque parte
del corpo (per esempio naso, fronte, gomito, natiche … siamo
ragazzi fantasiosi
noi), dopo di che erano obbligatori i baci sulla bocca con il divieto
assoluto
di sfoggiare le lingue; il primo che si rifiutava di baciare
l’altro doveva
subire punizioni che spesso erano malevole e alquanto imbarazzanti.
Perciò
avevo il terrore, se mi fosse toccato baciare Xion lo avrei dovuto fare
obbligatoriamente, anche se rischiavo di essere stuprato in pubblico,
oppure
avrei dovuto sopportare le penitenze impartite da Luxord che andavano
dal
andare a chiedere all’anziana del quartiere il latte
completamente nudi al bere
15 bicchieri stracolmi di ketchup piccante (e anche se queste due
proposte
possano risultare meno spiacevoli del baciare una piovra sanguisuga
corvina,
non volevo fare brutta figura con i miei amici … ci tengo
alla mia dignità).
Ammetto
che inizialmente mi stavo divertendo, vedere Sora diventare viola dalla
gelosia
perché tre volte sì e un’altra ancora sì la
bottiglia indicava Riku che ormai
aveva baciato tutti era davvero spassoso. Io non avevo ancora toccato
nessuno
ed ero piuttosto sollevato fino a che quella odiosissima bottiglia non
indicò
me e … Axel.
Non
mi aveva rivolto una singola parola per tutta la serata, si limitava a
fissarmi
ogni tanto con quella sua faccia strana che mi faceva sentire piuttosto
a
disagio. Ormai i dieci giri di baci ovunque erano terminati ed ora
c’era
l’obbligo del bacio a stampo.
Il
cuore mi batteva all’impazzata, le gambe mi tremavano, era il
mio primo bacio e
avevo tanta paura di fare brutta figura e di essere deriso per
sempre da tutti…
ma ciò non accadde.
Axel
si rifiutò di baciarmi sottoponendosi alla punizione che gli
spettava per non
aver seguito le regole. Credevo che mi sarei sentito sollevato ma il
suo –non lo
faccio- mi aveva come spezzato
il cuore. Ma perché? Forse aveva vergogna di baciarmi
davanti ai nostri amici;
ma no, sono sicuro che non si sarebbe fatto problemi… lui
non si fa mai
problemi… si sarebbe fatto chiunque anche davanti a sua
nonna.. come mai ora
tutto questo pudore?
Preferì
bere l’acqua del water del mio bagno piuttosto che baciarmi e
dire che mi aveva
ferito era dire poco.
Feci
finta di niente, mostrando di essere sollevato da quella sua decisione
e
facendo lo stupido come sempre, forse ora che avevano avuto modo di
dare una
punizione avrebbero dato un taglio a quel gioco stupido e futile.. e
invece no.
Dopo quella grossa musata contro il muro avuta pochi
attimi prima ne ebbi una ancora più grossa qualche istante
dopo.
-Bene
Roxas, ti sei scampato Axel ma ora ti tocca … Xion-
Credo
di non aver odiato mai così tanto la voce di mio fratello
come in quel momento.
Non
potevo rifiutarmi, non volevo spezzare il suo cuore come poco prima il
mio
“migliore amico” (se ancora così posso
definirlo) aveva fatto con il mio. Però
non volevo neanche baciare quella sanguisuga!
Scappai e mi nascosi per tutta la casa: nella
lavatrice, tra i prodotti per la pulizia del bagno di mia madre, nel
cesto
della biancheria sporca (bhe, uno dei vantaggi di non essere
particolarmente
grossi come me è il fatto che in casa posso rifugiarmi
praticamente ovunque
cosa che può risultare molto utile specialmente quando ci
viene a trovare
quella vecchia megera della zia di mia madre e pretende che gli faccia
i
massaggi ai suoi piedi callosi e fetidi con olio di semi di girasole)
ma scovò
tutti i miei migliori nascondigli che mi facevano sempre vincere a
nascondino
con i miei amici. Infine mi rifugiai sotto il mio letto tenendo stretto
tra le
mie braccia il mio orsacchiotto Toby (me lo aveva regalato mia nonna
quando
avevo tre anni e ci sono molto affezionato... non gurdatemi
così male.. Toby non dorme con me... in realtà in
genere dormo con una copertina azzurra con delle macchinine rosse di no
me Bubulette ma era a lavare in lavanderia e io avevo bisogno di
conforto... perchè mi guardate così?? Siete tutti
ragazzi adulti e maturi voi? Non ci credo che non avete un oggetto da
coccolare a letto ... su ammettetelo ... vi renderà virili e
coraggiosi proprio come me) e pregando in tutte le lingue che
conosco (che sono molte … la nostra e … mi sembra
di avervi già parlato dei
miei problemi con le lingue straniere qualche tempo fa) ma mi
trovò anche lì.
Tornai in salotto per sfuggire alle sue grinfie
sperando che dato i troppi presenti mi sarei riuscito a salvare ma mi
incastrò
sul divano.
Eravamo entrambi in piedi, io ero appoggiato allo
schienale e lei era avvinghiata a me, si avvicinava sempre di
più e io mi
tiravo sempre più indietro, sempre più indietro,
sempre più…
Non ricordo precisamente cosa accadde, so solo che
mi svegliai e mi ritrovai nel mio letto con un forte dolore alla testa.
Lì
vicino a me c’era Axel che stava sciacquando un fazzoletto di
stoffa in una
bacinella con dell’acqua.
-Cosa
cavolo..?-
-Oh
buongiorno bel addormentato.. non credevo ti saresti risvegliato presto
dopo la
brutta caduta che hai esibito alla festa …
c’è poco da fare, rimarrai per
sempre il solito maldestro Roxy caro.-
Maldestro?
Cosa cavolo voleva dire quel idiota? E
ora perché aveva ripreso a parlarmi senza problemi come
aveva fatto per tutta
la durata della giornata fino a quella sera? E perché
… Ok. Stop. Ci do un
taglio. Vi ho inondato di domande stupide tutto il tempo ed ora
è giusto
mettere le cose in chiaro.
-Punto
uno: che cosa è successo e
perché ho questo pazzesco dolore alla testa
Punto
due: chiamami di nuovo Roxy e
ti raso capelli e sopracciglia mentre dormi
Punto
tre: maldestro lo sarò tuo nonno che non è in
grado di tenere in mano una scopa
senza rompersi un piede.
-Nanananana
ti sembra questo il modo di trattare un dolce amico che invece di
festeggiare
tutta la notte ti ha assistito come una perfetta infermiera?-
Tutta
la notte? Voleva dire che avevo dormito tutta
la notte? Cosa cavolo mi aveva fatto quella pazza per farmi dormire
durante la
mia festa?! E in più Axel era davvero stato con me per tutto
il tempo.. mi
sembrava arrabbiato.. forse me lo ero immaginato?
-Ho
un’idea diversa di infermiera caro amico.-
Gli
risposi io girando il volto dall’altra parte per
non guardarlo.
-Vuoi
dire che io … non ti vado bene?-
Disse
lui facendo il finto imbronciato.
Ora, le sorprese che può fare Axel riescono
sempre
alla perfezione. Ma quello che combinò a me quella mattina
non era esattamente
una sorpresa.. anche quello fu indefinibile.. tutto quello che fece lui
quel
giorno era indefinibile... forse lo si può definire uno
scherzo, una burla, o
forse un gesto con il cuore.
Dopo quel suo commento mi afferrò per il mento e
mi
tirò a sé.
Era troppo vicino, dannatamente vicino, talmente
vicino che i nostri nasi si potevano sfiorare…
E ora cosa sarebbe successo? Mi avrebbe tirato in
terra e si sarebbe seduto su di me, mi avrebbe fatto il solletico, mi
avrebbe sputato
nell’orecchio (sono cose del tutto normalissime per lui..
quando la mattina lo
incontro a scuola e lo saluto con un “buongiorno
Axel” lui mi afferra per un
braccio e mi sputa in un orecchio e mi congeda con un “Salve
anche a te amico”
e una pacca sul sedere.. vi prego ditemi che lo fanno anche i vostri
amici,
ditemi che in realtà gli sputi nelle orecchie servono a
prevenire le carie o le
malattie veneree… qualunque cosa… ok, credo che
mi taglierò le orecchie… potrei
diventare anche il soggetto di un famoso quadro … magari
qualcosa tipo “L’urlo
di Roxas per l’orecchio mozzato” potrei diventare
ricco e farmi ricostruire
delle nuove orecchie, magari a punta come quelle degli elfi,
oppure… d’accordo
ci do un taglio.)
Invece no. Fece la cosa più ovvia ma che a me non
mi
passò neanche per l’anticamera del
cervello…
Mi propose una vantaggiosa offerta telefonica …
internet, messaggi e telefonate alla modica cifra di …
Ok no
scherzavo… volevo un po’ di suspense.
Eravamo
entrambi seduti sul mio letto uno davanti all’altro, ad un
soffio di distanza
tra i volti.
Probabilmente la botta che presi mi fece veramente
male perché in condizioni fisiche e psicologiche ottimali
non sarei rimasto lì
per più di tre secondi. Invece rimasi imbambolato a fissare
i suoi meravigliosi
occhi verde moccio finchè … bhe
finchè… non azzerò completamente la
distanza
che ci separava e … mi baciò.
Nd_KHProminence_
questa volta:D
HIIII
PEOPLE!!
Tornano
a grande richiesta (l’importante è crederci lol) i
tredici problemi del nostro
sciagurato Roxas!:D
Questa
volta sono stata io a chiuderlo in uno sgabuzzino e mi sono assicurata
che la
porta fosse ben chiusa e apribile solo con una bomba atomica
così nessuno potrà
disturbarci ^-^.
A proposito di Roxas, gioiamo per lui perché dopo
tanti cas.. volevo dire peripezie, è riuscito ad avere il
suo primo bacio *-*
A l’amour … che grande cosa
l’amour…
Inglese,
francese, bene oggi mi sento particolarmente internazionale :D
Bene
ormai questa storia è in cantiere da più di un
anno (caspita come passa il
tempo O.O) e siamo appena alla metà … ottimo
direi!
Forse
per il 2054 riusciremo a portarla a termine se riesco ad ottenere un
Roxas
collaborativo.
Perfetto. Ora vi saluto prima che Roxas capisca che
in realtà per aprire la porta dello sgabuzzino basta
semplicemente dire “Open
the Door”.. ma lui non può saperlo visto che crede
che i Door siano dei
biscotti particolarmente schifosi e senza grassi, ma meglio non
rischia….
R-Troppo
tardi..
K - :O come hai fatto ad uscire
R- E' un segreto
K- Emm… ok amico. Senza rancore?
R- Senza rancore.
K- E alloraaa… cosa vuoi farci con
quell’enorme,
enormissima ascia con il mio nome inciso sopra?
R- Niente sta tranquilla voglio solo … TAGLIARTI
LA
TESTA muhahahahahahah
K- :O
R- Un ringraziamento speciale alla mia amica La
Regina di cuori che mi ha fornito l’ascia ^-^
K- Non preoccupatevi gente riuscirò a scappare ;)
R- Staremo a vedere muhahahahahah
Narratoreesternocheèpassatopercasodalìevuolenarrarequalcosaperchènonhanientedimegliodafare-
Riuscirà la nostra _KHProminence_ a sfuggire alla luccicante
ascia di Roxas? E
quest’ultimo è davvero biondo o si tinge? Questo e
molto altro nel prossimo
capitolo da non perdere! Prossimamente sui vostri schermi!
R- Guarda che ce ne è anche per te!
N- Nooo T.T e io che centro?
K- Mentre Roxas rincorre il povero malcapitato io vi
saluto.. a presto ragazzi, ringrazio sempre tutti coloro che leggono,
seguono e
recensisco, siete fantastici :D
A
presto (se sopravvive)
_KHProminence_
N-
Qualcuno mi
aiutiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
R-Muhahahahahahahahahah nessuno fermerà la mia
furia
K-^^’’