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Autore: debbythebest    26/10/2013    0 recensioni
Questa storia è ambientata Dopo The Departed, in un AU dove Stefan è stato soggiogato da Rebekah, ed Elena è morta come nella fine della serie. Ma qualcuno si sentirà in debito nei suoi confronti. Qualcuno la aiuterà con i nuovi e improvvisi cambiamenti. L'amore si nasconde dietro ogni momento. Tutto ciò che dobbiamo fare, è capire se siamo pronti ad accogliere questa consapevolezza.
/Tratto Dal Primo Capitolo/
Prima che potessi rendermene conto, la mia vista si offuscò, ed un senso di smarrimento si fece strada in me. Sentii che provare a respirare sarebbe stato solo tentativo di rianimare un corpo ormai inghiottito dall'acqua. Era dunque questo, ciò che significava morire? Perdere semplicemente conoscenza, e non risvegliarsi più?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert, Elijah, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'After the Departed - Elena's diary <3'
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33-T,come Tradire...



Parigi 1787
 
L'atmosfera nella città romantica non era delle migliori in quel periodo. La rivoluzione si sentiva in ogni poro della pelle della povera gente, ma Maria Antonietta continuava comunque a mangiare tranquilla le sue brioche insieme all'alta società
 
-Lo giuro...non l'ho più vista.. -. Sibilò l'uomo con l'unica voce che gli usciva dalle corde vocali: un tono strozzato e soffocato.
Elijah invece strinse la presa fino a far uscire dalla gola del vampiro un urlo acuto.
 
-Dimmi dov'è! Te lo ripeto per l'ultima volta. Prendi la verbena, vero. Ma conosco tanti mezzucci per fartela uscire dal sangue piuttosto velocemente!-. Il suo tono era calmo, pacato. Non sembrava affatto che in lui giacesse un demone, ma piuttosto un uomo sereno dato il temperamento che dimostrava di avere. In realtà dentro di sé sentiva la rabbia crescere a mille. E per questo doveva ringraziare solo quella disgraziata.
 
-Io...-. Il vampiro più giovane esitò ancora, così l'originario strinse ancora di più la presa sul suo collo che iniziò lentamente a spezzarsi. Era un dolore assurdo ed efficace.
 
-Allora?-. Domandò Elijah sorridendo.
 
-È alla locanda De La Mer, l'ultima stanza, terzo piano!-. Tossì quando l'altro lo lasciò andare. Si toccò il collo sentendo il processo di guarigione iniziare lentamente.
 
-Non era così difficile no?-. Chiese ancora il vampiro più anziano pulendosi le mani con un fazzoletto di alta classe.
 
-No, signore...-. Sibilò Trevor con sguardo supplichevole.
 
-Sai ragazzo...ci sono quasi passato su, e sappi che se scopro che mi stai mentendo. ..la prima cosa che farò quando ci rivedremo sarà uccidere la tua Rose...- Esclamò vago. L'altro annuì con foga.
 
-Katerina Petrova...-. Mormorò ancora con tono stanco. -Suppongo che tu sia ancora innamorato di lei anche dopo quello che ti ha fatto...-. Trevor non rispose, si limitò ad abbassare la testa colpevole. Fu allora che il corpo di Elijah fu scosso da una risata giovale.
 
-Che patetico, patetico omuncolo sentimentale...-. Bisbigliò nell'orecchio del giovane vampiro prima di sparire.
Poco dopo una figura uscì cauta dall'ombra. I boccoli acconciati mettevano in risalto gli occhi scuri e grandi della donna che ne sapeva una più del diavolo.
 
-Come ha fatto a non sentire la tua presenza? ?-. Domandò ancora scosso il ragazzo.
 
-Un incantesimo! -. Rispose Katherine sorridente mantenendo lo sguardo distante.
 
-È la terza volta in duecento anni che gli sfuggi, non ti sei stancata??-. Lei negò e lo aiutò ad alzarsi.
 
-Sono disposta a qualunque cosa per salvarmi la vita Trevor...-. Disse quelle parole con tanta serietà che il vampiro si ritrovò a rabbrividire.
 
-Ora dimmi dove hai nascosto Rose!-. Lei prese una chiave nascosta con cura nel busto del vestito e gliela porse.
 
-Sai, una volta mi amava penso...e amava Tatiana Petrova. Immagina che lui si annamori della prossima doppelganger...-. Una risata glaciale ne seguì.
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-Sono qui!-. Rispondo dal mio letto. Non riesco a prendere sonno, non ci proprio riesco. E per finire,  quando stavo per divenire leggermente assonnata ho sentito la sua voce dal piano di sotto che mi chiamava. Sento la porta aprirsi,  poi lui entrare cauto e sdraiarsi vicino a me delicatamente. Mi giro stizzita solo per incontrare il suo sguardo.
 
-Ciao...-. Sussurra dolce, e mi stringe la vita. Alzo gli occhi al cielo ma lo lascio fare.
 
-Lunatico,  ecco l'aggettivo giusto! -. Dico ironica. Lui ride e mi bacia la fronte. Decisamente lunatico...
 
-Mi dispiace averti svegliata. Vedi, stai migliorando,  non hai ucciso...-. Lo zittisco mettendogli un dito sulle labbra.
 
-Si, perché tu e quella streghetta mi avete sigillata dentro casa con un incantesimo! -. Ecco, adesso il mio umore è peggiorato di gran lunga. No, ma che dico, io non ho un umore.
 
-È per il tuo bene!-. Dice cauto. Sono realmente tentata di dargli un pugno, ma rimango calma. Forse la sua strategia è quella di vedere come reagisco ai suoi continui sbalzi di umore.
 
-Ed è proprio questo il punto. Perché non volete capire che sono sempre io? Che è proprio perché sono io che non voglio più soffrire? ?-. Lo ammetto, sembra che adesso la mia umanità sia tornata. -La vita non mi ha portato che dolore Elijah...io, non posso,  non voglio riavere indietro la mia umanità! -. Sento qualcosa di caldo contro la mia guancia. Non so cosa sia, ma è bagnato. Prima che possa rendermene conto mi giro dall'altra parte per impedire che lui la veda, la lacrima. No. Ricaccio tutto dentro e fremo alla sensazione delle lacrime sulla mia pelle.
 
-Tornerai. Ti farò tornare...-. Sussurra lentamente nel mio orecchio prima che io cada nel baratro del sonno.
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La mattina si era oramai inoltrata su Mystic Falls. Tutto sembrava essere normale,  privo di qualsiasi stranezza. Da secoli era così. Niente era mai stato normale,  eppure gli abitanti avevano sempre continuato a vivere la loro vita piuttosto tranquilli. Solo alcuni avevano aperto gli occhi ed avevano capito che in realtà niente lì era come sembrava. Per quelle strade, per quelle viuzze di campagna che costeggiavano la città,  c'era sempre qualcosa di strano. Elijah aveva subito notato come quella cittadina della Virginia fosse speciale. Ora camminava tranquillo per il viale che portava alla casa del fratello,  e tutto quello che aveva in mente era solo il piano. Sarebbe andato bene, se lo sentiva.
 
-Così a cosa vi servo??-. Domandò una voce piuttosto arrabbiata all'originale. Non aveva fatto in tempo ad entrare che gli si era quasi buttata addosso dalla rabbia.
 
-Ci servi e basta!-. La voce di Klaus si sovrappose a tutto un attimo prima che ella fosse bruscamente tirata indietro.
 
-No!-. Urlò acida Katherine. L'ibrido alzò un sopracciglio. C'era qualcosa di strano in lei, non aveva osato ribellarsi con la forza,  ma solo con le parole. Come se avesse perso tutti i suoi poteri da vampiro. Pensare che per un secondo gli era pure sembrato di non sentire la sua aura da non morto...
 
-Non credo che tu in questo momento sia in grado di ribellarti. O ci aiuti,  o ti finisco adesso Katerina!!-. Sibilò minaccioso.
 
-Quindi sei riuscito a rintracciarla?-. Domandò curioso il vampiro. Klaus annuì e la indicò con una mano. -Avanti! Ora dimmi qual è il piano: fare leva sull'odio della doppelganger? -. Elijah rise e negò. L'altra invece rimase interdetta. Ritrovarseli davanti tutti e due era una cosa che non credeva possibile.
 
-No: su quanto lei ci tenga a me!-.
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Sento qualcosa che mi impedisce di creare il buio totale nei miei ricordi,  che mi intima di aprire gli occhi e guardare,  ma io rimango ferma.
 
-Come glielo dirai?-. Quella voce, è quella a farmi scattare in piedi. Mi avvicino alla finestra e li vedo, lì fermi a parlare.
 
-Non glielo dirò neanche quando la sua umanità sarà tornata. Ci serve, i suoi poteri ci servono. Magari quando sarà finita, allora potrò farle un accenno!-. Stringo il davanzale della finestra e rimango indietro nell'ombra,  così che anche alzando lo sguardo non possano vedermi. Cosa ci fa Katherine qui? Che cosa vuole? Perché sta parlando di qualcosa che riguarda me con Elijah?
Lui ride, un sorriso luminoso e intenso che ben poche volte gli ho visto sulla faccia. Non sarebbe capace di fingerlo così bene, nel caso in cui stesse cercando di ottenere qualche informazione dalla vampira. Ed è questo che fa male, che quel sorriso possa essere rivolto ad un'altra.
 
-Non posso aspettare! -. Dice Katerina mettendo il broncio. L'originale nega un po' serio e le porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Rabbrividisco.
 
-Pazienta, Katerina. Abbiamo aspettato settimane!-. Ancora quel sorriso, e uno sguardo che ha sempre dedicato solo a me. Quello sguardo intenso che mi ha fatto innamorare. Ed ora...
 
 
-Elena crede ancora che io sia tornato ad essere lo smidollato cotto di lei che ero prima della mia seconda transizione...-. Poi le sue labbra si piegano in una smorfia di divertimento, e avvicina la donna  a sé.
 
-Non sarà sveglia?-. Domanda quest'ultima guardando dritta verso la mia finestra. Come se sapesse che sono lì ad osservarli.
 
-No, dorme profondamente fino alle dieci!-. Ribadisce lui, e un attimo dopo sono abbracciati l'uno all'altra e si stanno baciando. Non so se sia un sogno o sia realtà, ma sento qualcosa in me spezzarsi. È così allora? Avevo ragione, Elijah era tornato diverso?  Lentamente indietreggiò e mi lascio cadere sul letto sconvolta. Non può essere stato tutto un piano per far tornare la mia umanità?  Suppongo di si, e allora perché non riesco a dirlo a me stessa? Elijah non avrebbe mai baciato Katherine amando me, neanche per estorcerle delle informazioni. E se inveve mi avesse ingannato sin da dopo la sua trasformazione?
 
-Ne è valsa la pena? -. Domanda ormai in lontananza l'uomo che amavo. Katherine sorride civettuola e annuisce.
 
-Sai un po' mi dispiace per lei...molto in fondo...-. È ufficiale,  sono spezzata,  come una bambola rotta.
 
-Non deve dispiacerti almeno per ora. Non ha la sua umanità,  anche se ci vedesse ne resterebbe del tutto indifferente...-.
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Erano alcuni dei momenti più difficili di tutta la sua lunga vita. Sapeva che li stava osservando,  sentiva anche da quella distanza i suoi grandi occhi marroni guardarli. Non sapeva cosa provava certo, e sapeva benissimo che quello stava facendo più male a lui che a lei, ma doveva tentare. Tutto si basava su un fattore:se lei lo avesse mai amato abbastanza. Pregava iddio che fosse così,  che lei ne stesse soffrendo,  o perlomeno che non fosse rimasta  indifferente a ciò che era successo tra lui e Katerina, perché se così non fosse successo,  lui sarebbe morto dentro.
 
--Beh allora possiamo...-. Sorrise dolcemente all'apparenza,  mentre ad ogni secondo che passava mille spine velenose si insinuavano mortali nel suo cuore.
 
-Non c'è solo lei amore. Potrebbero vederci gli altri, e riferirglielo. Dobbiamo contare sull'amore di Elena per la stirpe dei vampiri,  o aiuterà gli dei a distruggerci, e noi non vogliamo questo!-. Katherine annuì sconsolata e mise una mano sulla spalla. Niklaus gli aveva parlato di quanto fosse strana la vampira da quando l'aveva catturata. Era stato fin troppo facile scoprire dove si nascondesse,  tanto da far pensare che fosse lei a volere che la trovassero. Da quanto diceva suo fratello non si era neppure ribellata se non verbalmente.
 
-Elena, elena elena....-. Disse come in una cantilena.  -Colei che brilla della sua stesse luce, la dea, il pezzo grosso...-. Con una risata glaciale si tenne in equilibrio per qualche secondo su una gamba sola giocherellando.  -Però le manca qualcosa trovo...la capacità di avere uomini che la amino per quello che è: i Salvatore l'hanno avvicinata solo perché pensavano che fosse me all'inizio, tu hai amato un po' tutte le doppelganger...c'è qualcosa che non va in quella mocciosetta...-. Prima che continuasse oltre Elijah l'afferrò per un braccio e le intimò di smetterla. Stava decisamente esagerando adesso...
 
-Non facciamoci sentire...-. Ripeté calmo prima di andarsene per la sua strada. La bomba era stata sganciata, lui era stato così bravo che si era fatto del male da solo, ma ne sarebbe valsa la pena?
Un dolore insopportabile giaceva nel suo spirito ultimamente. La consapevolezza di averla forse persa per sempre lo distruggeva. Solo una cosa gli permetteva di andare avanti:la speranza.
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Mi lascio scivolare lentamente nel letto quando lo sento salire le scale. Apre la porta e mi fissa per qualche secondo, poi la richiude canticchiando. È venuto per assicurarsi che stessi ancora dormendo, ecco cosa. Non riesco a pensare ad altro. È dunque questo il suo piano? Farmi restare affezionata ai vampiri così che non mi allei agli altri per ucciderli? Non riesco quasi più a respirare. La mia umanità è tornata,  e non ricordo più come si faccia a spegnere l'interruttore,  non lo trovo neanche più. So solo che tutto ciò che c'è in me è dolore, nient'altro. E fa male, profondamente. Sapere che ha baciato "quella". Cerco di non pensarci, ma è inevitabile in un certo senso.
Poco dopo mi alzo, e come se non fosse successo nulla scendo le scale. So che scoppierò prima o poi, magari oggi. Ma che altro posso fare se non fingere che non abbia ancora riacquistato la mia umanità? Non gli darò la soddisfazione di vedermi cadere, di guardarmi cedere. Lascerò che tutto accada lentamente,  e quando sulla sua faccia si tingerá un'espressione di stupore,  io sarò lì a chiudergli la porta. Arrivo in cucina e me lo trovo davanti, che come se non fosse successo niente legge il giornale. Ha un'aria strana. I suoi occhi sono segnati da qualcosa,  forse da quelle che la gente normale definirebbe occhiaie. Prima non le aveva però. È come se avesse pianto o qualcosa di simile...
 
-Quella faccia da morto adesso cos'è?-. Chiedo leggermente divertita. Mi scocca un'occhiata laconica, poi torna alla sua lettura.
 
-Sai mi stupisco di come tu sia lunatico ultimamente! Di giorno severo, di notte incredibilmente comprensivo...-. Mi avvicino a lui e gli accarezzo la testa. Riesco a guadagnarmi il suo sguardo.
 
-Ora ho capito tesoro. Di notte è buio, e io da mezza addormentata posso sembrare quasi la tua adorata Katherine! -. Marco su quel nome e lo vedo sussultare. Fa per alzarsi e lascia il giornale,  ma io lo fermo e lo faccio tornare a sedersi.
 
-Elena...-. Inizia. Io alzo le spalle.
 
-Non mi interessa quello che fai...non mi è mai interessato da quando ho represso i miei sentimenti! -. Gli sorrido quasi dolce e lo vedo pietrificato.
 
-La cosa che mi...-. Cerco la parola giusta. -secca, odio ammetterlo,  è che tu abbia creduto che sia una stupida! -. Lo vedo alzarsi prima che possa controbattere. Si avvicina a me e mi fissa coi suoi occhi scuri come la notte. Non c'è emozione dietro, nemmeno una piccola scintilla.
 
-Mi dispiace! -. Dice inespressivo. Fa per toccarmi una guancia,  ma la sua mano resta ferma a mezz'aria. Io piego la testa di lato, però non oso mostrare il dolore che provo. Annuisco  e mi giro verso il frigo dove afferro una sacca di sangue dal congelatore e la addento senza ritegno. Quando mi volto di nuovo lui non c'è, suppongo sia tornato dalla sua Katerina. Rimango sola, neanche Jeremy vuole più stare in casa con me. Tutti oramai hanno paura del mostro che sono diventata,  persino mio fratello che ultimamente si è trasferito dai Salvatore. Ora ho un po' di tempo per me, e in men che non si dica scivolo a terra in lacrime. Non sono durata così tanto...
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Mentre le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi scuri tutto ciò che sentì fu odio verso tutto, verso tutti. Persino verso sé stesso. Era meglio non metter il piano in atto, almeno avrebbe continuato a vivere nel l'illusione di essere stato importante per lei. Niente dura per sempre. Continuava a ripetersi questo. E allora perché l'Elena senza sentimenti non sembrava avere fine? Non riuscì a trattenersi,  entrò in macchina sbattendo lo sportello e scivolò in silenziosi singhiozzi sul volante. Accese la radio.
 
 
This waking nightmare lingers
when will the mirror stop telling lies
I don't know where i've been
or where i'm going
But I can't do it alone
I'm reaching out
 
Quella canzone in particolare lo colpì. Ricordava di averla sentita una volta, sull'i pod di Elena. Era una delle sue preferite, e si chiese che cosa ne sarebbe stato adesso della ragazza che voleva cambiare il finale delle storie a tutti i costi per farle finire bene. Perché non cambiava il finale della loro storia? Perché non lasciava che lui la salvasse?
 
 
Rescue me
Show me who I am
'Cause I can't believe
This is how the story ends
Fight for me
If it's not too late
Help me breathe again
No, this can't be how the story ends
 
Perché non lasciava che lui le mostrasse chi era in realtà,  che le facesse capire che cambiare il finale della loro storia era possibile? L'avrebbe aiutata a respirare di nuovo, a comprendere come fosse bello sentirsi vivi quando si sta con la persona che si ama.
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I'm wrapped up and waiting for you
I've lost so much more then i'll ever know
The past, the truth forgotten
find me now
Before I lose it all
I'm cryng out...
 
Le note della canzone mi fanno pensare a ciò che provo anche di più. Perché? L'ascoltavo ogni santo giorno prima che tutto succedesse. Quando conobbi Elijah per la prima volta non so perché ma mi ritrovai a pensare a lui. Al fatto che forse la sua storia sarebbe potuta finire in modo diverso se lui non fosse stato trasformato in vampiro. Era una cosa ridicola, lo so questo. Eppure ero così,  amavo pensare che chiunque potesse essere redento e avere altre possibilità.
Continuo a versare lacrime come se fosse la più brutta delle pene, sentire una canzone che mi colpisce dritta al cuore.
 
Rescue me
Show me who i am
'Cause i can't believe
This is how the story ends
fight for me
if it's not too late
help me breathe again
no, this can't be how the story ends
 
Perché non mi hai salvato Elijah? Perché mi hai ingannato così dopo tutto quello che abbiamo passato?  Non mi hai mostrato chi sono, no. Non siamo riusciti a cambiare il finale della nostra fiaba stavolta. E perché? Semplicemente perché non siamo in una fiaba, ma nella vita reale. Quella dove chi sogna non è preso sul serio,  ma è deriso. Gli dei ci hanno deriso, a tutti noi. Spengo la radio di colpo e mi rannicchio in un angioletto. Avrei solo bisogno di lui in questo momento.
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Stando attenta a quello che faceva Andromeda prese la pietra tra le mani e l'accarezzò delicatamente. Avevano fatto di tutto per arrivare a questo, ed ora che Elena aveva riacquistato la sua umanità-perché l'aveva sentito nel momento in cui era successo-niente sarebbe più andato storto. La cosa che la preoccupava però non erano gli dei, ma il loro gioco imprevedibile. Se c'era una cosa che sapevano fare era battere i loro nemici. Ed adesso come adesso le loro nemesi erano loro. Sospirò. Aveva dato tutta la sua vita  a quella causa, combattuto fino allo stremo mettendo tutto e tutti dopo la missione. Ma poi...beh poi era arrivato Kol. Con il suo lato spietato,  ma allo stesso tempo tenero. Con la sua anima ardente e testarda così come impulsiva. C'è chi li avrebbe definiti difetti, invece per lei che era sempre cresciuta tra rigide regole era stato il pretesto per disgredire un po'. Aveva amato solo due uomini nella sua vita. Uno era stato Apolinaris, l'altro il vampiro. Stava facendo tutto quello in suo potere per salvarli, lui e la sua stirpe. Ora ci mancava solo sua sorella. Sapeva che aveva cercato di convincere Elena che la colpa della sua morte fosse la sua, e aveva ragione in parte. Si sentiva colpevole,  una vera assassina. In un certo era stata colpa sua se tutto questo adesso stava succedendo. Se non l'avesse fatto però non avrebbe conosciuto neanche Kol. Quando era scappata quella notte aveva assorbito i poteri di sua sorella nella pietra che adesso toccava. Daina aveva cercato in tutti i modi di riprendersi il sasso, tanto che aveva profanato la statua di loro madre per rubare poi l'occhio sbagliato. Era stato così. In realtà all'inizio c' erano due occhi di Selene, intagliati in una pietra rara che si dicesse fossero le lacrime della dea stessa. Il tempio delle Selenadi era un santuario un tempo. Sperduto e invisibile agli occhi di chi non possedeva la "vista". Daina aveva preso uno degli occhi della statua ed era fuggita perché Apolinaris l'aveva respinta. Se Tatia non fosse scappata,  Elijah e Klaus non si sarebbero innamorati di lei; Esther non avrebbe fatto l'incantesimo con il suo sangue; I vampiri non sarebbero nati spezzando l'equilibrio della natura e Elena non sarebbe mai nata. Erano state le azioni di sua sorella a portarla alla morte, certo. Ma adesso lei aveva il pretesto per farla sembrare un mostro agli occhi della sua discendente. Mentendole con la realtà.
Sentì un sospiro, poi una voce .
 
-Quella è la pietra di luna...-. La sorprese il vampiro.
 
-Ah è così che la chiamavate?-. Kol si avvicinò lentamente e la abbracciò. Andromeda si lasciò cullare lentamente.
 
-È stata l'ossessione di Klaus per secoli, come potrei scordarla?-. Lei rise e la rimise  a posto.
 
-Questa è diversa: al suo interno ci sono i poteri di mia sorella!-. Lui strabuzzò gli occhi e fissò quelli verdi di lei. Limpidi come il più puro dei laghi.
 
-Come facciamo a impedire che lei torni? -. L'altra alzò le spalle.
 
-Non ne ho la più pallida idea, è questo il punto...-. Si portò una mano alla testa. -È come se potessi vedere solo piccole ombre di quello che accadrà! -. Si sedette sulla prima sedia che le capitò a tiro.
 
-Sarà solo una cosa temporanea,  vedrai...-. La consolò lui.
 
-E se non lo fosse? Se stessi perdendo i miei poteri proprio ora che ne abbiamo bisogno??-. Rimase scioccata con sé stessa a quell'eventualità. Non poteva, non doveva succedere.
 
-Non succederà  niente! -. In un attimo era di fronte a lei e la guardava severo.
 
Furono interrotti dalla porta che sbatteva. Il vampiro si affacciò e vide chiaramente suo fratello come se fosse stato un lenzuolo. "Elena...". Pensò solo.
 
-Quella faccia da Casper...-. Ma prima che potesse finire la voce acida di Elijah lo fece gelare.
 
-Risparmia le tue cretinate per te, Kol!-. E continuò a camminare spedito verso la camera di Niklaus. Ci mise alcuni momenti per riprendersi. Non lo vedeva così arrabbiato da tanto. Si vedeva che aveva pianto, dalle occhiaie sotto i suoi occhi.
"Ahia...".

 

-Elena starà peggio di lui...-. Disse la greca alle sue spalle.
 
-Cosa???-. Chiese ancora scioccato il vampiro originario.
 
-Ha recuperato i suoi sentimenti! -.



 
   
 
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