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Autore: Miriel_93    30/10/2013    2 recensioni
Per poter andare avanti, bisogna riuscire prima a far pace con il proprio passato.
Solo allora il futuro si snoderà davanti ai nostri piedi.
Nota (su consiglio di Solandia -> thank you very very very much): la mia ff si basa principalmente su quanto accade nell'anime dato che, purtroppo, ancora non sono riuscita a leggere tutto il manga per mancanza di tempo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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capitolo uno.

Kenshin

Il canto di grilli mi graffia i timpani.
Il caldo non li infastidisce. I grilli hanno altri problemi, non si lasciano certo toccare da questioni di poco conto come l’afa di agosto o i ricordi. Le loro vite semplici ruotano intorno alla sopravvivenza, siamo solo noi, miseri esseri umani, a crucciarci inutilmente.
Osservando il giardino immerso nella penombra delle lanterne, lascio che una goccia di sudore mi scivoli lungo la schiena per un breve tratto, prima di essere assorbita dal tessuto del mio gi.
Un profumo familiare mi solletica il naso e io mi giro verso la sua fonte.
«Ti ho portato una fetta d’anguria prima che Sanosuke e Yahiko la divorino», dice Kaoru, porgendomi una mezzaluna scarlatta.
«Grazie», rispondo, sorridendole. Accetto la fetta di anguria mentre Kaoru prende posto di fianco a me, sedendosi sul legno del portico, faccia a faccia col giardino buio.
«Questo caldo è terribile, come fai a resistere qui fuori?» Domanda, passandosi una manica del kimono sulla fronte.
«Non è così terribile, a volte arriva qualche ventata fresca», Le assicuro, studiando il suo profilo familiare.
«Beh, non che dentro si stia meglio, ma almeno ci distraiamo a vicenda, anche se vedere Sano e Yahiko ingozzarsi come maiali mi fa sudare ancora di più», ammette, con una smorfia.
Ridacchio, staccando qualche seme dalla polpa rossa dell’anguria, lasciandolo cadere nel piatto di ceramica. «Quei due non cambieranno mai», sentenzio, scuotendo appena il capo.
«Purtroppo!» Sospira Kaoru. Un momento di silenzio s’insinua nel buio afoso. «A breve comincerà la Festa delle Lanterne», nota Kaoru, per scacciare lo spettro di quel pesante vuoto.
«Già». Di colpo mi faccio pensoso. Sono passati quasi undici anni, ormai, da quando mi sono lasciato alle spalle il mio ruolo di assassino, eppure ogni volta che le lanterne si accendono per guidare gli spiriti dei propri cari verso casa non posso fare a meno di avvertire un peso sul cuore. Quante vite ho reciso con la mia spada, quante lanterne in più sono state accese a causa mia. E quella lanterna, quanto brucia quell’unica lanterna, nel mio cuore arido.
«Kenshin?» La voce di Kaoru mi riporta sotto il portico del Dojo Kamiya.
«Sì?» Rispondo, tendendo le labbra in un sorriso, mentre gli spiriti del mio passato fanno un passo indietro.
«Niente, ti eri incantato a fissare il vuoto», dice Kaoru, stringendosi nelle spalle. Già, fissavo il vuoto. Il vuoto che mi sono lasciato dietro, un vuoto ritagliato dalla lama della mia spada.
«Dev’essere il caldo» Mi giustifico, con una mezza risata, passandomi una mano sulla nuca sudata.
«Mangia l’anguria, vedrai che ti sentirai meglio», mi suggerisce, con un sorriso.
«D’accordo, grazie», rispondo, sorridendo a mia volta.
Kaoru esita un momento, poi si alza. Avrei preferito che rimanesse un altro po’, mi piace la sua compagnia.
«Torno dentro prima che Yahiko e Sanosuke mangino anche le pareti», mi informa, alzando gli occhi al cielo. Annuisco, sorridendole e la seguo con lo sguardo mentre percorre i pochi passi che la separano dall’entrata, oltre la quale sparisce poco dopo.
Torno a guardare il buio del giardino, invaso dall’aria calda increspata dal canto dei grilli, e addento l’anguria. Un po’ di succo mi cola lungo il mento. Lo asciugo con la punta delle dita mentre mastico. Kaoru aveva ragione. L’anguria è fresca e mi dà sollievo quasi subito.
I grilli continuano a cantare mentre assaporo quella dolce mezzaluna color sangue, sputando i semi nel piatto di ceramica bianca.
Devo andare a Kyoto.
Quella consapevolezza mi colpisce come un pugno in piena faccia.
È giusto così. È giusto che anche io, dopo tutti quegli anni, accenda la mia lanterna. Gli altri se la caveranno anche senza di me, per qualche giorno.
Mi alzo anche io, assicuro la sakabato al mio fianco, raccolgo il piatto con la buccia dell’anguria ed entro, seguendo i passi di Kaoru.
Dentro, seduti sul tatami, trovo Kaoru, Sanosuke, Yahiko e Megumi, immersi in un momento di relativa calma, probabilmente seguito all’ennesima lite tra Yahiko e Sano.
«Kenshin, alla fine ti sei deciso a raggiungerci», mi saluta Megumi, bevendo un sorso di tè.
«Eh, già, il canto dei grilli cominciava a farmi venire ancora più caldo», mento, prendendo posto sul tatami, incrociando le gambe. Kaoru mi versa una tazza di tè freddo al gelsomino e me la porge con un sorriso. La accetto, ringraziandola con un cenno del capo e ne bevo un sorso.
Sanosuke si alza, lanciando un’occhiataccia a Yahiko, che lo guarda storto a sua volta.
«Io levo le tende, ragazzi. Non vorrei che Yahiko mangiasse anche me», annuncia, prendendo in giro il ragazzino.
«Adesso che ti sei sbafato tutto te ne vai? Non potevi andartene prima?» Domanda Yahiko, incrociando le braccia sul petto.
«Non ricominciate!» Li rimprovera Kaoru.
«Penso che me ne andrò anche io. Sanosuke, renditi utile e accompagnami», dice Megumi, alzandosi con eleganza.
«Perché dovrei? Nessuno avrebbe il coraggio di avvicinarsi a una come te», protesta Sano.
«Perché altrimenti la prossima volta che ti farai pestare a sangue ti lascerò agonizzante, invece di curarti», lo ricatta la dottoressa. Con un mugugno, Sanosuke si arrende e, salutandoci con un gesto della mano, si avvia verso l’uscita, seguito da Megumi.
«Buonanotte, ragazzi», ci saluta lei. Le auguriamo una buonanotte a nostra volta e la osserviamo uscire dalla stanza.
Il silenzio calato nella stanza viene interrotto da un rumoroso sbadiglio di Yahiko, che si sfrega la pancia piena.
«Kaoru-dono, se dovessi andare a Kyoto per alcuni giorni non sarebbe un problema, vero?» Chiedo. Meglio battere il ferro finché è caldo.
«No, assolutamente. Ma perché questa decisione improvvisa?» Chiede Kaoru, prima di bere un sorso di tè. Sta cercando di nascondere la sorpresa, lo so.
«Ho una questione da sistemare», dico, restando sul vago.
«D’accordo. Possiamo approfittarne per passare a salutare Misao e tutti gli altri», propone Kaoru, con tono allegro.
«A dire il vero io preferirei restare qui», bofonchia Yahiko, fingendosi interessato a un filo che gli esce dall’orlo della manica.
«Non vuoi rivedere gli altri?» Domanda Kaoru, sorpresa.
«Al contrario, mi farebbe piacere…ma ecco, si avvicina la Festa delle Lanterne e io vorrei rendere omaggio ai miei genitori», confessa il ragazzino, arrossendo lievemente, come se fosse una vergogna.
«Beh, suppongo che Kenshin intendesse partire dopo la Festa», risponde Kaoru.
«In verità contavo di andare a Kyoto proprio per le celebrazioni», preciso.
«Capisco. Vorrà dire che Yahiko prenderà in custodia il Dojo, nel frattempo», stabilisce Kaoru, dopo una breve riflessione.
«Posso andare da solo, non è certo un problema», tento.
«Non se ne parla. L’ultima volta sei quasi morto», mi ricorda Kaoru. Con un sospiro mi arrendo.
«D’accordo», acconsento, bevendo un sorso di tè. Avrei di gran lunga preferito andare da solo, m non posso certo costringere Kaoru a restare. Non è così facile farle fare qualcosa contro la sua volontà. E poi, come darle torto? L’ultima volta che sono andato a Kyoto senza di loro mi sono quasi fatto uccidere. Le ho fatto prendere uno spavento terribile. Non c’è da meravigliarsi, se preferisce tenermi d’occhio.




***L'angolo di Miriel_93*** Salve a tutti ^^ Nonostante Kenshin sia un anime piuttosto "vecchiotto", ho avuto la possibilità di vedermi tutte le puntate solo di recente e devo confessare che mi è venuto il male di vivere. La fine dell'anime (il manga, purtroppo, non l'ho letto) mi ha lasciato l'amaro in bocca. Non che questo mi abbia delusa, intendiamoci. Semplicemente...è triste. Si tratta di una storia davvero tristissima, ed è per questo che, nel mio piccolo, ho voluto creare questa piccola parentesi. Detto ciò, spero che la storia sia di vostro gradimento ^^ Aspetto i vostri commenti! Baci baci, Miriel_93
  
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