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Autore: cerconicknamesugoogle    30/10/2013    3 recensioni
- Stronzate. Ti voglio fuori dalla mia testa, ora. -
Non posso se non mi lasci andare.
- Come vuoi che faccia? -
Dimenticami.
Oh, non sai più cosa dire?
- Zitto -
Eppure sono qui, vuoi negarmi?
- No, non voglio. Voglio vivere senza di te. -
Non puoi. Siamo troppo uguali. Vivere senza uno come me equivale a vivere senza uno come te.
- Non è vero. Io ho vinto, ti ho ucciso. Tu hai perso. -
Torna all’inferno, Kogami. L’hai già visto, sei sceso lì per venire da me.
- E poi? -
Poi non dimenticare. Non permettere che nessuno dimentichi.
Grazie a chiunque passi e legga :)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Shinya Kogami, Shogo Makishima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è un che di sbagliato in quelle dita che conducono la sigaretta alle labbra. C'è un che di sbagliato nel gesto, secco, di fumatore incallito. Qualcosa stona, stride, prende a calci il momento. Qualcosa urla e strepita e inveisce, per sottolineare la propria presenza, la presenza dello sbaglio. Non è abbastanza per farsi sentire, comunque. Rimane solo una macchia indistinta, un piccolo velo sottile. Elemento trascurabile.

La nicotina entra nei polmoni e Kogami s'inebria del sentore di fumo. è un vizio crudele, quello del fumatore. Ti piscia addosso e non si prende il disturbo di dirti che è pioggia. Tutto della sigaretta ti dice che stai sbagliando, che è una cazzata. è forse decorata con fiorellini rosa ed orsacchiotti che fanno l'occhiolino? No. è morbida al tatto e piacevole da tastare? No. Perfino per l'odore, quel filo invisibile che penetra sotto la pelle, bisogna abituarsi.

<< Mi chiedo come sia possibile che tu non sia in ospedale, Kogami >>
Bar. Gin versato con ghiaccio, odore di tabacco che padroneggia l'aria. I rumori del biliardo, il brusio dei clienti ed una tv di sottofondo che manda qualche nuova giovane scoperta del pop. Sasayama lo guarda e ride, appoggiato al banco del bar. Così, senza un motivo apparente.
<< E perchè mai dovrei esserlo? Sono scrupoloso, io >>
<< Tu scrupoloso? Kogami, oggi ti sei praticamente buttato sotto ad un camion in corsa. Pensi sul serio di essere, anche un poco, scrupoloso? >>
<< Però sono bravo >>
Sasayama ride ancora.
<< Si, sei bravo. Però fumi tanto, troppo. E fai poco sesso. Dovresti concederti a qualche deliziosa signorina, di tanto in tanto >>
A questo punto, Shinya ordina un bicchiere di Whiskey. << Se devo stare qui a sentire le tue stronzate >> Dice, al collega << Sarà meglio che mi prenda qualcosa da bere. >> Sasayama sogghigna. << Come vuoi tu, capo. Meglio l'alcol che il fumo >>

Ha mal di testa. Scavalcando il cumolo di panni sporchi a terra, riesce a raggiungere l'anta dove tiene i medicinali. Ingoia una pillola, con l'acqua comprata al mini-market sull'angolo, e per un'ora, forse due, riuscirà a respingere l'emicrania.
Il suo appartamento è tutto sommato ordinato. Shinya Kogami non è mai stato una persona che getta tutto all'aria e lascia le cose sporche lì dove sono. Sistema sempre la sua piccola casa, con una metodologia innata che rende quel bilocale angusto pieno di una sottointesa dignità.

Dev'essere perchè gli manca una vena artistica. O meglio, è pieno d'arte, ma il suo cervello, le sue connessioni neuronali, sono ormai abituate a classificare il mondo come quando era ispettore del Sybil Sistem.
Kogami, Kogami, Kogami. Perchè sei tu, Kogami?
L'ora dev'essere ormai passata. Shinya, prima raccolto nella contemplazione di un libro, se ne accorge quando quella voce torna a fargli visita.
Guarda che non puoi cacciarmi ancora, quelle pillole vanno prese poco alla volta.
Il timbro vocale di Makishima Shogo è sempre suonato particolare, alle sue orecchie. è fine, privo di quella tonalità tipicamente virile. Basso d'ottava ma delicato come fosse una delle note più alte al pianoforte. Trasmette una potenza che va ben oltre la virilità d'un calcio, un pugno serrato. Trasmette una forza spirituale superiore a quella comune. Una sicurezza innata di sé stesso.
Come sei pensieroso, Kogami. Su, parla un po’ con me. Avanti Kogami, avanti.
Shinya pensa che la propria mente debba essere proprio contorta. Attribuisce a Shogo le vesti di un anarchico forte, carismatico, eppure allo stesso tempo lo rielabora come un bambino che fa i capricci. è un controsenso.
Anarchico? Oh, sono deliziato, Kogami.
In realtà non è la parola giusta. A Makishima si addicono - si addicevano- di più le parole ribelle, terrorista ed assassino. Ma per essere tutte e tre le cose bisogna seguire un ideale. E l'ideale di Shogo è -era- troppo grande per non sbandare sulla strada. Sulla strada del sangue.
Anarchia.
Molte persone hanno un'idea sbagliata di essa. Il senso comune l'attribuisce al caos, ad un concetto di società dove tutti possono fare tutto ed i più deboli sopperiscono. L'anarchia non è questo.
Anarchico è quello stato basato sull'autonomia e la libertà degli individui. Dove non ci sono forme di governo perchè la società stessa non ne ha bisogno. Non è così, Shinya?
Un sospiro pesante.
<< Non è la legge a proteggere noi. Siamo noi a proteggere la legge. >>
Le parole dell’ispettore Akane gli tornano alla mente, limpide come quando sono state pronunciate.
<< Non lo permetterò. Non ti lascerò sorpassare quella linea che divide i criminali comuni dagli assassini. Ti farò tornare al posto di lavoro, con noi – con me- e Makishima Shogo verrà punito per i suoi crimini, dopo una giusta sentenza. >>
Erano quasi sembrate belle, ricorda Kogami, quelle parole. Portatrici di una promessa, di una speranza, carica di sentimento. Così bella, limpida, sicura. Ma perda nel vento, con un proiettile volante. Con la mano di Shinya su una pistola. Con la testa di Shogo aperta sul terreno.
Oh, povera ispettrice. Così promettente, così carica di doveri. Emanava una certa forza, non è vero? Peccato che abbia fallito così miseramente.
 
<< Basta, vattene. Non ti voglio più sentire. >>
Andarmene dove?
<< Via dalla mia testa >>
Sei tu che mi tieni qui. Io sono morto, ricordi? Mi hai ucciso. Sei tu che mi tieni qui. Sei tu che mi tieni qui.
<< No, non lo farei mai >>
Si, lo stai facendo. Non mi lasci andare.
<< Stronzate, sei un fottuto bugiardo. Basta, adesso, lasciami stare >>
Ti mentirei mai, Kogami? Sei tu che devi lasciarmi andare.
<< Ci provo, non ce la faccio >>
Per farlo devi cedere, Orfeo.
<< Non so cosa tu stia dicendo >>
Raggiungi la luce senza guardarmi, trova la felicità ignorandomi, ed io resterò nella tua testa fino alla tua morte.
<< E se mi voltassi? >>
Allora tornerò all’inferno. Tu con me. In nessuno dei due casi puoi liberarti della mia presenza.
<< Perché? >>
Perché si, non ce la puoi fare. Hai paura di dimenticare. E se tu dimentichi, nessun altro saprà.
<< Cosa? Saprà che cosa? >>
Che io sono esistito, che ho quasi abbattuto un sistema malato, sbagliato. E non solo.
<< Cos’altro? >>
Nessuno saprà che tu hai vissuto. Nessuno si ricorderà di te. Questo sistema ti ha già censurato.
<< Stronzate. Ti voglio fuori dalla mia testa, ora. >>
Non posso se non mi lasci andare.
<< Come vuoi che faccia? >>
Dimenticami.
 
Oh, non sai più cosa dire?
<< Zitto >>
Eppure sono qui, vuoi negarmi?
<< No, non voglio. Voglio vivere senza di te. >>
Non puoi. Siamo troppo uguali. Vivere senza uno come me equivale a vivere senza uno come te.
<< Non è vero. Io ho vinto, ti ho ucciso. Tu hai perso. >>
Torna all’inferno, Kogami. L’hai già visto, sei sceso lì per venire da me.
<< E poi? >>
Poi non dimenticare. Non permettere che nessuno dimentichi.
<< E poi? >>
Poi avrai trovato qualcuno che mi sostituisca.
<< E poi? >>
Scoprirai che non ho perso, perché ho previsto.
<< Previsto cosa? >>
Che tu saresti stato il mio sostituto. Adesso vieni, torna all’inferno. Dopo, fallo conoscere al Sybil Sistem. Una volta per tutte.
 
 
Angolo Wani.
Beh, si, uffa, ciao!
Mi ero detta di fare una benedetta yaoi su quei due. Anche senza sesso, ma con una cavolo di trama amorosa. E… E niente. Non c’è, boh. Al posto che una storia drammatica con una frase finale ad effetto, me ne esco con un post-serie che parla di.. Di Kogami che si corrompe da solo. A volte non capisco cosa mi passi per la testa -.-‘’
Beh, comunque. Sono nuova di questo fandom, e spero che a qualcuno una fict così possa interessare. Gradirei moltissimo delle opinioni in merito, perché io davvero non so cosa pensarne.
Grazie mille anche solo a chi l’ha letta tutta ( perché quel qualcuno dev’essere molto coraggioso ). E niente. Grazie ancora J
Wani

 
  
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