Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Segui la storia  |       
Autore: Bei e Feng    03/11/2013    3 recensioni
Una raccolta di one-shot incentrate sul tema di Halloween e della paura, con una buona dose di demenzialità pariodica.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Essendo ormai diventata italiana anche la festa di Halloween, abbiamo deciso di aprire questa raccolta di scempiaggini (forse un po'in ritardo) che, per motivi logistici e di calendario, verrà aggiornata una volta all'anno (preferibilmente il 31 ottobre, ci auguriamo di essere puntuali).
Ovviamente speriamo di poter mettere qualche altra fic di tutt'altro genere e di più rapido aggiornamento nei prossimi due mesi.
Grazie ad un fraintendimento con una delle nostre lettrici, abbiamo ideato la storia che verrà raccontata in questa prima one-shot, ambientata in una catapecchia, e i cui protagonisti sono il terribile duo di 'Mela Caramellata' e le sue due vittime.
Ammettendo che le storie dell'orrore non sono il nostro forte e sperando che questa fic possa essere di vostro gradimento, vi auguriamo una buona lettura. :)
 


 31 ottobre, ore 10:00 del mattino. Come ogni domenica, Gokudera Hayato camminava lungo la strada verso casa Sawada per svolgere il suo compito di dare il buongiorno al Decimo, che, se avesse seguito correttamente il suo orologio biologico, si sarebbe svegliato almeno cinque ore dopo.
Quando raggiunse la porta di Tsuna, si accorse che questa era aperta, ma non sentiva alcuna voce provenire dall'interno della casa. Dopo aver chiamato a lungo senza ottenere risposta, Gokudera si decise ad entrare.
- Decimo? E' permesso? - chiese, levandosi prima di tutto le scarpe e avanzando poi nell'ingresso con cautela e con lo stesso contegno di un fedele che entra in chiesa. - Decimo, sono io, il vostro braccio destro, Gokudera Hayato. Siete in casa? -
Ma nessuno si fece sentire. Mentre Hayato si avvicinava con cautela alla cucina, udì finalmente delle voci.
- No, Haru, non se ne parla. -
Quella era la voce del Decimo, Gokudera l'avrebbe riconosciuta ovunque.
- E perché? -
E quella era Miura, la rompiscatole onnipresente. Un'altra voce inconfondibile, per il bombarolo.
- Perché io ho altro da fare, ecco perché. -
- Potresti mandare qualcun altro al posto tuo. -
Tsuna sospirò, e Gokudera iniziò ad origliare.
- Haru, questo non è un compito che si può affidare a chiunque: ci vuole responsabilità, serietà,... e anche un certo carisma. -
- Potresti mandare Sasagawa-san. -
- Cosa? Ryohei non è proprio il tipo migliore per un lavoro del genere. -
"State pensando a me, Decimo?" si chiese tra sé e sé il bombarolo, speranzoso.
- Credo che la persona migliore - concluse Sawada. - sia Yamamoto. -
- LO SCEMO DEL BASEBALL??? - sbraitò Gokudera, uscendo dal suo nascondiglio e facendo il suo brusco ingresso in cucina, sconvolto. - DECIMO! NON LO FATE, VI PREGO! - e si gettò ai piedi di Tsuna. - Scegliete me! Sono l'unico che soddisfa tutte quelle qualità, non trovate? -
- Gokudera, non penso che questo lavoro sia adatto a te... -
- Non dite così, Decimo! Io sono pronto a fare qualsiasi cosa per Voi! -
Tsuna esitò e lanciò un'occhiata ad Haru, come per chiederle che fare, ma la ragazza non sembrava affatto dell'idea di dare un incarico al bombarolo, indistintamente che si trattasse di consegnare dei documenti segretissimi o di andare a fare la spesa nel negozio della strada parallela.
- Sei pronto a fare qualsiasi cosa? - chiese Tsuna al suo compagno, ignorando la disapprovazione di Miura.
- Potete starne certo. - rispose Hayato, con gli stessi occhi di un cagnolino sottomesso e desideroso di andare a recuperare il bastoncino che il padrone sta per lanciare.
Sawada sospirò, porgendo un biglietto al suo braccio destro. Gokudera lo ricevette come un dono prezioso, poi lo lesse.
Grande Festa di Halloween  per tutti i bambini di Namimori!
31 Ottobre alle ore 20:00
presso la vicina città di Miranomi**
Balli in maschera, cena e... sorpresa di mezzanotte!
Il costume più spaventoso vincerà un invidiabile premio!
Vi aspettiamo numerosi!

** (Anagramma di Namimori)

- Cosa dovrei fare con questo biglietto? - chiese Hayato, perplesso.
- Devi accompagnare Lambo a quella festa. - spiegò Haru.
Gokudera sbiancò: si era praticamente dato la zappa sui piedi. Avrebbe voluto tanto scusarsi con il Decimo e inventarsi qualche scusa assurda per proporre a Takeshi quel lavoro, ma aveva dato la sua parola, e lui dava un'importanza immensa alle promesse.
"E poi," pensò il ragazzo. "Se io mi prendessi questo incarico e lo portassi a termine correttamente, il Decimo sarebbe orgoglioso di me, e avrei fatto un altro passo verso la carica di braccio destro!"
- Sei sicuro, Gokudera? - chiese Tsuna al suo Guardiano Della Tempesta.
- Certo. - affermò l'altro, con lo stesso tono di un soldato che parte per la guerra. - Avete qualche obiezione se lo accompagno con la mia moto? -

- GOOOKUUUSCEEEMOOO!!! RAAALLEEENTAAA!!! - urlava Lambo, nel suo costume da lupo mannaro, la bocca distorta dall'aria che gli schiaffeggiava la faccia, mentre tentava di tenersi stretto alla camicia del conducente della moto per non volare via, con il risultato di assumere l'aspetto di una banderuola agitata dal mistral.
- Il vento è troppo forte, non ti sento! - gli rispose Hayato, premendo ancora di più l'acceleratore, fischiettando e facendo finta di niente. - Dimmelo quando siamo arrivati a destinazione! -

- Maestro, voglio andare a comprare le figurine. -
Una voce atona raggiunse le orecchie di Mukuro, appisolato fino ad un momento prima sul divano scassato della palestra della scuola di Kokuyo. Rokudo borbottò qualcosa di incomprensibile, senza degnarlo di uno sguardo, girandosi su un fianco.
- Non c'è nessuno che mi accompagni. - si giustificò il bambino.
In effetti era vero: Ken, Chikusa, Chrome ed MM erano tutti usciti, lasciando il bamboccio a casa e l'illusionista a fargli compagnia.
- Vacci da solo. - mugugnò il maestro.
- E se mi accadesse qualcosa? -
Mukuro rise sguaiatamente.
- Non era una battuta. Mi accompagni? -
- Ti ho detto di no. - concluse Rokudo, sbrigativo. - E ora smamma. -
Per un attimo, Mukuro credette di aver zittito il suo allievo sul serio, e di averlo convinto ad andare da solo a fare quello che gli pareva, ma presto arrivò la controprova dallo stesso Fran:
- Non ne ho voglia. - disse.
Mukuro aprì gli occhi e si mise rapidamente a sedere, voltandosi verso il suo allievo e fissandolo con aria di sfida. Il bambino rispondeva con il suo sguardo apatico.
- Te la faccio venire io la voglia! - esclamò il maestro, afferrando il tridente appoggiato a terra accanto al divano e scagliandolo contro il suo allievo con tutta la forza e la rabbia che aveva in corpo.
Senza batter ciglio, Fran si chinò a terra, il forcone lo sorvolò e andò a conficcarsi nel clarinetto di MM, appoggiato su un comodino alle spalle del ragazzo apatico, creando altri tre buchi nello strumento musicale.
Fran e Mukuro guardarono la scena, poi si voltarono l'uno verso l'altro.
- MM non sarà affatto contenta. - commentò l'allievo.
- Ma lei non lo saprà, - affermò il maestro, minaccioso. Poi aggiunse, con tono preoccupato. - Vero? -
Fran annuì lentamente. C'era una certa vena di bastardaggine in quel gesto e nello sguardo divertito del ragazzino; l'illusionista se ne accorse subito, e digrignò i denti, irritato per quel ricatto.
- Brutto, sudicio,... - ringhiò, facendo per afferrare il suo tridente, e ricordandosi solo allora di averlo scagliato pochi attimi prima verso il mobile.
- Però se andiamo a comprare le figurine... - disse Fran, con un sogghigno compiaciuto, raccogliendo il tridente e iniziando a giocherellarci.

Due ore dopo...
- Fran, non potremmo andare in una qualsiasi edicola di Namimori? Bisogna proprio andare a Raimnomi? - chiese Mukuro, scocciato, continuando a seguire le indicazioni del ragazzino seduto accanto a lui in quel catorcio che era la sua minicar. - E perché ti sei vestito completamente di arancione e hai un cappello a forma di zucca in testa? -
- Si chiama Miranomi, e comunque non tutte le edicole hanno le carte da gioco di Hoig Uy, e dei Nomekop. - spiegò Fran, atono, al suo maestro. - Scommetto che tu non li hai neanche mai sentiti nominare. -
- Infatti. -
- E poi mi sono travestito da zucca perché è Halloween. -
- Credi forse di poter comprare quelle carte con i tuoi quattrini? - sbuffò l'illusionista, lasciando perdere la storia del costume. - Non hai mica tutti i verdoni di quella tirchia di MM che non mi permette neanche di rottamare questa ferraglia arrugginita!... -
Allora Fran mostrò al maestro un bel mucchietto di banconote.
- Dove li hai presi? - chiese Mukuro, sorpreso.
Fran, con un'occhiata maliziosa, estrasse una chiave dalla tasca del costume da zucca. Era la chiave della camera di MM.
Rokudo ricambiò quello sguardo con un sorriso e un'espressione complice, ridacchiando, compiaciuto. In quel momento il suo pensiero andò improvvisamente ai Nomekop che Fran aveva nominato. Per un qualche astruso motivo li aveva già sentiti. Mentre cercava di ricordare cosa fossero, il suo sguardo cadde sul riflesso di un numero di Noia*** di MM, abbandonato sul cruscotto, che si rispecchiava sul finestrino frontale dell'auto. Senza un preciso motivo, il ragazzo lesse il titolo della rivista al contrario.
E allora realizzò l'origine dei Nomekop.
- I Nomekop, vero? - chiese, con aria minacciosa al suo allievo.
- Sì, maestro. -
- E le carte di Hoig Uy, eh? -
- Sì. - rispose il ragazzino, dopo un breve periodo di pausa.
- Te li do io i Pokémon e le carte di Yu-Gi-Oh!!! -
- Oh, oh!... -
Nell'abitacolo del catorcio si scatenò l'inferno: il guidatore, dimentico del volante, tentava invano di strangolare il suo allievo, che cercava, allo stesso tempo e con pochi risultati, di guidare e di respirare.
In poche parole, l'auto era fuori controllo.

*** (Parodia di 'Gioia')

- QUUUAAANDOOO LAAA FIIINIIISCIII??? - urlava Lambo a Gokudera, sentendo che ormai non riusciva più a tenersi aggrappato alla camicia del ragazzo, che ancora si ostentava a non rallentare la velocità della moto.
- Scusa, ma non ti sento! - ripeté per la centesima volta Hayato, ridacchiando.
- NOOON CIII CREEEDOOO!!! TUUU MIII SEEENTIII CHIIIAAARAAAMEEENTEEE!!! -
- Bla bla bla!... - gli fece il verso Gokudera, voltandosi.
- FREEENAAA!!! -
- Non ti sento! -
- GUUUAAARDAAA AAAVAAANTIII, IIIDIIIOOOTAAA!!! -
Hayato si voltò appena in tempo per vedere la minicar che gli stava venendo incontro. Con una mossa azzardata e rapida, il ragazzo sterzò a destra per levarsi dalla traiettoria della vettura, e frenò. Mentre lui riuscì a restare in sella alla moto, Lambo volò tre o quattro metri più in là, restando impigliato con i capelli nei rami di un albero. Intanto la macchina aveva bruscamente sterzato a sinistra per evitare la moto che veniva in senso opposto e aveva proseguito senza neanche fermarsi. Inutile dire che Gokudera la tempestò di improperi fino a quando non la perse di vista dietro un folto di alberi, poi, dopo aver combattuto a lungo la tentazione di lasciare Lambo a fare compagnia agli scoiattoli, lo aiutò, suo malgrado, a scendere, e lo fece nuovamente salire sulla moto.
- Ok, dove devo andare per raggiungere questa Miranomi? - sospirò Hayato, pronto a partire.
- Sempre dritto! - esclamò Lambo, indicando davanti a sé.
Mentre il bombarolo accendeva il motore della moto, aveva la bruttissima sensazione che ci fosse qualcosa che non andava.

- Idiodera, - chiese Lambo, sbadigliando. - Dove siamo? -
Era quasi notte. Non appena Gokudera udì quella voce, inchiodò, ma stavolta il bambino non venne catapultato via.
- COME 'DOVE SIAMO'??? - urlò, furioso, trapanando le orecchie del marmocchio. - TU mi hai detto dove andare! - e afferrò il collo del bambino, agitandolo come una coppia di maracas. - Scommetto che non avevi la minima idea di dove mi stessi mandando, VERO? -
Mentre Lambo gemeva e Gokudera era sull'orlo di ammazzarlo, cominciò a piovere, prima quasi impercettibilmente e poi, dopo neanche due secondi, in modo più consistente. Anzi, forse facciamo prima a dire che iniziò a diluviare. Esasperato, Hayato lasciò cadere a terra il Bovino, che si nascose dietro un cespuglio scoppiando in lacrime, mentre lui sedette a cavallo della sua moto, cercando inutilmente, per un paio di volte, di accendere una sigaretta, ignorando completamente il pianto isterico dell'altro.
- Cretidera! - lo chiamò Lambo, tirando su con il naso, la voce ancora interrotta dal pianto.
- Che vuoi? - chiese il ragazzo, scocciato.
- Il Grande Lambo deve andare in bagno. -
- Sei nascosto dietro un cespuglio, idiota. Fa'quello che devi fare lì! -
- Ma il piccolo Lambo non ci riesce!... -
Gokudera non rispose, tamburellando sul manubrio con ira a stento contenuta, contando lentamente e sottovoce fino a dieci, nel vano tentativo di trattenere la sua pazienza ormai andata. Stava per arrivare al numero dieci, quando la voce di Lambo fece andare a farsi benedire la sua bella conta.
- Gokuscemo, là c'è una casa. - disse il bambino, allegro. - Lambo-san chiederà ai proprietari di usare il bagno. -
Hayato si voltò verso la direzione che Lambo gli stava indicando, e vide, in fondo ad una discesa di terra e ghiaia alla loro destra, una casetta di campagna semidiroccata.
Per la terza volta, Gokudera fece salire il bambino sulla moto, e fece per accenderla, senza riuscirci. Ci provò una seconda e una terza volta prima di rendersi conto che era a corto di benzina.
- Bravo idiota! Le tue indicazioni farlocche ci hanno pure fatto finire la benzina! Vediamo se ne hanno un po'. - esclamò Hayato, facendo scendere Lambo dal mezzo di trasporto e avviandosi a piedi verso la catapecchia, portando la moto con sé, seguito dal Bovino, che salterellava allegramente dietro di lui.
Sfortunatamente per Gokudera, la casa era disabitata, e non c'era neanche la minima traccia di taniche di qualsiasi genere. L'edificio e il suo interno però, pur essendo spogli e cadenti, conservavano tutti gli aspetti di una casa di tale nome. Così Lambo poté avere un bagno tutto per sé.
Dopo aver messo la sua moto sotto la veranda per ripararla dalla pioggia battente, Gokudera si era messo sotto l'arco della porta di ingresso, cercando di trovare un modo per andarsene di lì il prima possibile ed evitare che il Decimo venisse a sapere dell'accaduto. Secondo il bombarolo, infatti, se Tsuna avesse scoperto ciò che era successo, lo avrebbe considerato un sottoposto incapace di compiere qualsiasi genere di compito affidatogli.
Ma Hayato non trovò soluzioni. Inoltre lì non c'era campo, e il ragazzo non poteva contattare nessuno per chiedere aiuto.
- Mi sa che dovremo passare la notte qui. - disse Gokudera, accendendosi una sigaretta, mentre Lambo faceva il suo ingresso nella veranda.
- Cosa vuol dire che dovremo passare la notte qui? - strillò il bambino. - Ma dobbiamo arrivare a Miranomi!!! Io voglio le mie caramelle per il miglior costume!!! -
- Per prima cosa, il premio non è in caramelle; secondo, il premio non è il tuo; e terzo, se vuoi andare dove ti pare, sarei ben contento di levarmiti dai piedi. - rispose Hayato, contando le tre precisazioni con le dita. - E ora, con permesso, io vado a vedere se c'è qualcosa di commestibile in questa casa. - e così detto si alzò e andò in quella che doveva essere stata la cucina e che ora era semplicemente una stanza grande, piena di ragnatele.
Non trovò altro che un barattolo di latta contenente dei biscotti integrali, incredibilmente sigillato, in ottimo stato e con data di scadenza nel mese successivo a quello. Cosa strana, in una casa disabitata e malridotta, ma che non interessò affatto i due, i quali non ci pensarono due volte a divorare il contenuto del barattolo con la voracità di un lupo. Poi si avviarono verso il piano superiore, dove, a detta di Lambo, c'era una camera con due letti. Trovate un paio di coperte bucate dai tarli, i due si misero nei letti.
- Gokudiota. -
- Che vuoi? - mugolò Gokudera, che stava sull'orlo del mondo dei sogni.
- Racconti una favola a Lambo-san? -
- Dormi e zitto. -
- Ma il piccolo Lambo non può dormire se qualcuno non gli racconta la favola! -
Hayato imprecò e si mise a sedere sul letto scricchiolante e cigolante, gli occhi semisocchiusi per la stanchezza, accendendo il cellulare per illuminare la stanza priva di una lampada o di un lampadario. Lambo lo fissava, gli occhi sbarrati come quelli di un lemure spiritato, il pollice della mano sinistra in bocca e l'altra mano serrata attorno alla coperta del letto. Sembrava una parodia animalesca di Linus.
"Se questo è l'effetto che ti causa l'astinenza da favole sarà bene trovarne una subito..." disse il bombarolo tra sé e sé, pensando ad una delle favole che aveva sentito durante la sua infanzia.
- Allora, - iniziò a raccontare, dopo un lungo sbadiglio, appoggiando il mento su una mano. - C'era una volta, tanto tempo fa, una... -
Un improvviso russare dal letto del bambino lo interruppe. E lo fece imbestialire.
- Stupida mucca deforme...! - bofonchiò, rimettendosi lungo nel letto e addormentandosi poco dopo.

Un paio di ore più tardi un rumore proveniente dal piano inferiore svegliò Lambo di soprassalto.
- Sei stato tu, non è vero? - chiese, con voce tremante, al suo compagno di stanza.
Ma Hayato dormiva troppo profondamente per sentirlo, e l'unica risposta che Lambo ottenne fu quella della pioggia che batteva di fuori. In fondo quella era la notte di Halloween, e lui non si sentiva affatto sicuro a dormire in una casa come quella e con una compagnia del genere.
Nuovamente udì quel rumore. Il suono sordo di qualcosa di metallico che cade a terra... la lama di un coltello?
Il bambino sbiancò e sbarrò gli occhi, spaventato da quell'ipotesi agghiacciante. Con un balzo saltò fuori dal letto e corse in corridoio. Ma era completamente buio... e se fosse spuntato fuori un fantasma? Uno di quelli con il volto scarno, in una perenne espressione di sadismo o di terrore?
Mentre un brivido lo attraversava da capo a piedi, Lambo si precipitò al piano inferiore e si nascose sotto le scale di legno dalle quali era appena sceso.
- Per favore, fantasma! Il Piccolo Lambo non ha fatto niente! - piagnucolò, disperato e terrorizzato. - Porta via Gokuscemo: lui è cattivo! Il Piccolo Lambo è sempre stato buono, educato e rispettoso... -
(Insomma, se Gokudera lo avesse sentito, Lambo avrebbe avuto più paura di Hayato che non del fantasma)
Un improvviso rumore di passi proveniente dalla cucina fece tacere Lambo. Si stava avvicinando.
- E va bene! Va bene! Il Piccolo Lambo ha detto una bugia! Non gli far male! Non gli far male! - mugolò, bianco cadaverico.
I passi continuavano a farsi sempre più vicini. Passi rapidi incessanti.
- Lambo-san ti promette che non farà più i dispetti a Testa a Salsiccia! -
Niente da fare.
- E neanche a Gokuscemo! -
Sembrava non bastare per chetare il fantasma.
- Scusa!!! -
In quel momento un topo passò davanti a lui, seguito da quei passi. Si fermò per un attimo, poi se ne andò. Era più che ovvio che quei passetti fossero i suoi.
Lambo, un po'più tranquillizzato e quasi indispettito, si rimise in piedi.
- Se è così, il Grande Lambo ritira tutto quello che ha detto e torna a fare la nanna! - annunciò, facendo per ritornare al piano superiore.
Un altro rumore di passi, più forte e più lento, proveniente dalla cucina, attirò l'attenzione del bambino, poi comparve la sagoma di un demone mostruoso, con la testa gigantesca e il corpo scheletrico. Questi si avvicinò lentamente a Lambo, che si affrettò a nascondersi di nuovo sotto le scale, tremando come una foglia.
- Il Piccolo Lambo ritira tutto quello che ha detto di ritirare! - ritrattò, la voce agitata, coprendosi la testa con le braccia.
Non accadde nulla. I passi continuarono ad avvicinarsi. Ormai Lambo non sapeva più cosa fare per evitare quel mostruoso demone sproporzionato. La creatura si fermò di fronte al bambino che, spiritato, alzò gli occhi verso l'essere, gemendo. Il grande testone del mostro lo sovrastava, immobile. Poi, lentamente, si chinò su Lambo, porgendogli qualcosa che aveva tutta l'aria di essere un barattolo.
- Li hai mangiati tu, folletto dei biscotti integrali? - chiese una spettrale voce atona.
- No! Li ha finiti tutti Idiodera! Per favore, non mangiare il Piccolo Lambo!!! - implorò il bambino piagnucolone. - Se vuoi Lambo-san ti dà una caramella! - ed estrasse un dolcetto da una tasca del costume.
Il demone prese la caramella e la mangiò. E solo allora Lambo realizzò di essere un idiota e capì chi aveva davanti.
- Ehi! Tu sei quello con la mela in testa! - esclamò Lambo, additandolo.
- Senti chi parla! L'idiota con le corna! - rispose Fran, atono.
- Che scemo! Mi avevi scambiato per un folletto!!! Ahahah!!! -
- Be', almeno io non mi sono messo ad implorare 'Per favore, non mangiare il Piccolo Lambo!!!'. - ribatté il ragazzino, facendo l'imitazione del bambino.
- Smettila!!! - strepitò Lambo, spingendo Fran e facendolo cadere a terra.
Il rumore del barattolo che sfuggiva dalla mano del ragazzino, rotolando sul pavimento, svegliò Gokudera.
- Piantala di fare confusione, stupido cornuto! - borbottò il Guardiano Della Tempesta.
Ma Lambo non rispose. C'era qualcosa che non andava, e il bombarolo se ne accorse subito. Accesa nuovamente la luce del cellulare, la puntò sul letto del bambino. Il Guardiano Del Fulmine era sparito.
La prima emozione che Hayato provò, nel vedere quel letto vuoto, fu un'immensa sensazione di gioia e liberazione, alla quale però subentrò rapidamente una paura fortissima per ciò che il Decimo avrebbe potuto pensare di lui una volta tornato a casa senza il Bovino. Sempre se ci sarebbe tornato mai a casa, senza benzina, con una peste scomparsa e...
Un ululato lo fece rabbrividire da capo a piedi. Ora c'era anche un mostro in quella casa. E non a caso era la notte di Halloween, la notte degli spiriti.
E se il mostro si fosse mangiato Lambo?
"Avrà una bella indigestione!" ridacchiò tra sé e sé Gokudera, prima che un nuovo ululato cancellasse ogni sua battuta scherzosa.
Basta! Doveva trovare quel bamboccio ad ogni costo! Ne valeva della sua reputazione di braccio destro del Decimo!
Con questo obiettivo in testa, Gokudera saltò fuori dal letto e, armato della luce del cellulare in una mano e della dinamite nell'altra, uscì lentamente e con cautela dalla stanza.

- Quindi siete stati tu e quello là ad investirci. - concluse Lambo. - E a portare quei biscotti. -
Fran annuì. - Non funzionando i freni abbiamo preferito restare in questa casa. Abbiamo trovato quei biscotti in macchina e li abbiamo messi qui nel caso avessimo fame. -
- Ma perché stavate andando a Miranomi? - chiese il bambino pezzato, guardandolo, perplesso.
- Come 'perché'? Anche io volevo andare alla festa! -
- Ah, è vero. Ma il premio l'avrei vinto io! -
- Comunque non possiamo più partecipare. -
Per un attimo tacquero entrambi, ripensando alla festa di Halloween che ormai avevano perso. Poi Fran ebbe un'idea.
- Perché non ricreiamo una nostra festa di Halloween qui, in questa casa? L'atmosfera è perfetta, e abbiamo anche due polli da spaventare. - propose.
Lambo sgranò gli occhi, sorpreso, e guardò il ragazzino con uno sguardo complice, mentre un lampo attraversava il cielo alle sue spalle e illuminava la sua espressione quasi sadica di un'inquietante luce azzurro-biancastra.

Sempre armato di dinamite e luce del cellulare, Gokudera era sceso dal piano superiore, passo passo a velocità lumaca, e aveva attraversato l'ingresso, per poi svoltare a destra finendo nel soggiorno. Era uno stanzone squallido e inquietante, completamente immerso nell'oscurità, nell'umidità e nelle ragnatele. Dalla parte opposta della stanza c'era un camino, dal quale, ad intervalli regolari, cadeva della cenere.
- Sono sicuro che sia il marmocchio. - sussurrò Gokudera, avvicinandosi con passo sicuro al grande camino e dando un'occhiata nella canna fumaria per qualche secondo, prima che un grosso mattone lo colpisse in testa, facendogli lanciare un'imprecazione e facendolo cadere lungo per terra.
Si rialzò pochi attimi dopo, scuotendosi la cenere di dosso e massaggiandosi la nuca dolorante, sulla quale stava lentamente nascendo un bernoccolo.
- Questa la Mucca me la paga! - borbottò, uscendo lentamente dal salotto e ritrovandosi nuovamente nell'ingresso. - Mi crede così stupido da essere convinto dell'esistenza dei fantasmi? -
Accorgendosi di una parte della casa che non aveva esplorato, Gokudera decise di andarvi a dare un'occhiata e svoltò a destra.
Udì improvvisamente una strana melodia, inquietante, simile a quella di un carillon, ma più lugubre e solenne, accompagnata da una strana voce che sembrava chiamarlo per nome.
'Hayato! Hayato!'
Gokudera rabbrividì. Veniva dalla sua sinistra.
'Hayato! Haya...'
- AAAHHH!!! - urlò, scagliando un candelotto di dinamite contro la fonte di quell'orrenda voce.
Un botto e una folta nube di polvere, poi, quando questa si dissolse, Hayato poté vedere una povera finestra cigolante completamente disintegrata dalla sua dinamite.
Qulla voce e quella melodia erano stati solamente frutto della sua immaginazione. Ma questo non cancellava la paura che stava lentamente entrando in Gokudera.
Ora camminava lentamente. Ogni passo che faceva era un continuo dispendio di attenzione e un tuffo al cuore.
Ma non era ancora successo niente, e questo era il fattore più inquietante di tutti...
Improvvisamente udì un rumore. Lo stesso rumore che fanno le travi di legno quando sono spezzate da un peso notevole e cedono. Dinamite alla mano, il bombarolo si affrettò a raggiungere le scale, da cui proveniva il rumore. Non appena entrò nell'ingresso, fu investito da una nube di polvere che aveva lo stesso odore di una stanza chiusa da secoli. Udì degli zampettii frenetici di topi, e poi si decise ad accendere la luce del cellulare.
E trasalì.
In fondo alle scale, oltre lo spesso velo di polvere che si era alzato, qualcosa stava venendo fuori dal pavimento, aiutandosi con le braccia, esili e innaturali. Sgraziato, contorto e deforme, un inquietante essere stava apparendo, emettendo inquietanti lamenti, di fronte agli occhi stravolti di un Gokudera terrorizzato, che quasi per miracolo riuscì a lanciare un grido:
- UNO ZOMBIE!!! -
Hayato si affrettò a fare una croce con le dita, nella speranza che l'essere ne fosse intimorito, ma non sembrava funzionare. Anzi, lo zombie si voltò verso di lui, uscì lentamente dal pavimento e si avvicinò, zoppicando e ciondolando a destra e a sinistra, verso di lui.
- Non sono uno zombie... - disse la creatura con voce aspra e in un sussurro.
Gokudera tacque per un attimo, confuso.
- AAAHHH!!! - urlò nuovamente, indietreggiando con un balzo. - UN MORTO VIVENTE!!! -
L'altro si schiarì la voce, che risultò più umana e meno demoniaca. - E' la stessa cosa, idiota! -
Ora che la polvere iniziava a depositarsi nuovamente a terra, il bombarolo vide più distintamente la sagoma che gli veniva incontro. Ripensando alle sue parole, si accorse che quella voce aveva qualcosa di familiare. E anche il ciuffo da ananas che la creatura aveva in testa.
- COOOSA??? - disse allora, un po'deluso e un po'sollevato. - Rokudo Mukuro??? Che ci facevi nel pavimento? -
- Ho sentito un rumore e sono sceso, peccato che queste scale di legno marcio non abbiano retto! - rispose l'illusionista, levandosi la polvere dai vestiti.
- Ma come mai sei qui? -
- Perché un deficiente in moto guidava contromano e per evitarlo ho provato a frenare, ma i freni erano rotti! Per fortuna quell'idiota è stato abbastanza sveglio da sterzare appena in tempo! Ma la mia macchina non ha fatto una bella fine! -
- Tu quel catorcio lo chiami 'macchina'? -
- Allora eri tu il motociclista scemo! Voglio proprio sapere chi ti ha dato la patente! -
- Ehi, guarda che quello che andava contromano eri tu! -
Un ululato più forte dei precedenti troncò la loro sempre più accesa conversazione, e fece tornare in mente a Gokudera tutte le sue paure sui demoni della casa.
- Hai visto quel marmocchio con le corna che risponde al nome di Lambo? - chiese a Mukuro.
L'illusionista scosse il capo, diniego. - Tu hai visto Fran? Lo sto cercando da almeno mezz'ora. -
- Non ho visto nessuno tranne te. Che ne dici di cercare quei bambocci insieme? L'unione fa la forza, no? -
- Che c'è? Hai paura dei fantasmi? Kufufufufu... -
- Non sottovalutare gli spiriti che infestano le case! - lo ammonì Hayato, con voce lenta e solenne, alzando l'indice con l'aria di chi parla alla luce di un'esperienza valida e cerca di dissuadere altri dal fare la sua stessa fine.
Per la terza volta, l'ululato spettrale li raggiunse. Veniva dal piano superiore della baracca.
- Probabilmente sono i bambini: amano fare i deficienti. - osservò Gokudera.
- Viene da di sopra. - aggiunse Mukuro. - Non è sicuro usare le scale: vediamo se c'è un altro modo per salire... -
Rokudo si bloccò, fissando con occhi confusi una luce giallognola che proveniva dalla finestra di fronte a lui e a Gokudera.
- Che hai, Testa ad Ananas? - chiese Hayato, perplesso.
- Che cosa sta facendo la tua moto? - rispose l'illusionista, senza neanche degnare di uno sguardo l'altro.
Gokudera si voltò di scatto. Mukuro non aveva tutti i torti ad essere perplesso, dato che la moto del bombarolo stava tranquillamente passeggiando in cerchio davanti alla catapecchia.
- EHI!!! FERMA! FERMA! - sbraitò Hayato, precipitandosi fuori sotto la pioggia battente nell'inutile tentativo di fermare la sua moto che, dopo essersi liberata di lui, sparì nella campagna.
Gokudera rientrò in casa con passo pesante, borbottando e imprecando come un bambino al quale è stato rubata una macchinina giocattolo. Sì, una macchinina giocattolo di 400.000 yen.
- Su, andiamo a prendere i marmocchi. Se vuoi ti darò un passaggio fino a casa. - sghignazzò Mukuro, cercando di nascondere la crisi di risa che l'inseguimento della moto di Gokudera gli aveva causato. - Ventimila yen dovrebbero bastare... -
- Idiota!... - borbottò l'altro, guardandolo, torvo. - Andiamo a cercare queste dannatissime scale! -
Ma altre scale (oltre a quelle dalle quali era passato Rokudo) non c'erano. Però loro non lo sapevano, ed erano così finiti, girando in quella casetta che ora stava assumendo lentamente l'aspetto di un labirinto, in una sorta di corridoio stretto, buio e apparentemente infinito. Precedendo Mukuro e illuminando la strada con la luce del cellulare, Gokudera avanzò lentamente e con cautela. Rokudo subito dietro di lui.
Per un inspiegabile motivo, in quello spazio strettissimo c'era uno specchio consumato dai segni del tempo e della totale assenza di cure. Hayato ci passò davanti e non accadde nulla, ma come Mukuro vi passò di fronte, il suo riflesso fece una smorfia. Esterrefatto, il ragazzo si fermò e si voltò a guardarsi nello specchio, lasciando che Gokudera andasse avanti senza di lui.
Il riflesso ridacchiò. Mukuro trasalì nel sentire che quello non faceva "kufufu".
- Cosa... ? - esclamò l'illusionista.
Il riflesso chinò lentamente il capo sulla spalla destra.
- Sei proprio divertente quando ti spaventi... - disse, mentre la testa continuava a piegarsi fino a fare un giro completo del collo e a ritornare al punto di partenza con un sorrisetto maligno. - Perché non imiti il tuo riflesso e non ruoti la testa? Vuoi una mano? -
- AAAHHH!!! -
Gokudera aveva appena svoltato, seguendo il corso del corridoio, quando, scosso da quell'urlo, sussultò, voltandosi di soprassalto, accorgendosi dell'assenza dell'illusionista e tornando indietro di corsa. Arrivato di fronte allo specchio, trovò Mukuro seduto a terra con la schiena appogiata alla parete. Aveva l'aria stravolta, il suo ciuffo d'ananas era diventato la costa di un sedano e il colore di questi era passato dal blu al verdognolo. In più aveva gli occhi sbarrati e batteva i denti come se fosse stato seppellito nella neve fino al collo.
- Cos'è successo? - gli chiese Gokudera, cercando di non mettersi a ridere per la scena che si era trovato di fronte.
Lentamente Mukuro alzò una mano tremante, additando lo specchio di fronte a sé.
- Non mi sarei mai aspettato che avessi paura del tuo riflesso. - disse scherzosamente Gokudera.
Ma Mukuro, lo sguardo fisso, continuava ad indicare di fronte a sé, ignorando l'ironia di Hayato.
- Si può sapere che ha di male questo specchio? - esclamò il bombarolo, mettendosi di fronte al suo riflesso ed esaminandolo attentamente.
Piano piano la bocca del riflesso s'increspò in un sorriso divertito, e cominciò a sghignazzare sotto lo sguardo di un Gokudera pallidissimo.
- Comincia pure a recitare litanie da esorcista. - disse il riflesso, con un ghigno. - Non servirà a nulla! -

- AAAHHH!!! -
In una stanza al piano di sopra, Lambo e Fran trasalirono, scambiandosi sguardi perplessi.
- Non mi aspettavo che i nostri trucchetti potessero essere così spaventosi. - commentò Lambo, sorpreso.
- Se è così vuol dire che quei due polli sono anche degli scemi creduloni. - rispose Fran, porgendo a Lambo un lenzuolo. - Ora mettiti questo in testa e vai a spaventarli. Viste le loro reazioni agli altri scherzi, questo li stenderà. -

I due polli in questione stavano ancora tremando, abbracciati l'uno all'altro, quando, dall'altro capo del corridoio, cominciò lentamente ad avvicinarsi un chiarore giallognolo, che aveva tutta l'aria di essere quello di una candela o di una lampada ad olio. Sempre più spiritati, i due ragazzi continuarono ad osservare il chiarore che si stava avvicinando loro dondolando come un pendolo ad intervalli lenti e cadenzati, proiettando sul muro dello stretto corridoio un'inquietante sagoma piccola e deforme. Quando finalmente essa apparve, Gokudera e Mukuro lanciarono un urlo senza precedenti:
- UN FANTASMAAA!!! -
Dopo un lunghissimo attimo di esitazione, dove i loro muscoli facevano opposizione alla loro paura, implorandoli di andarsene a gambe levate, l'illusionista e il bombarolo indietreggiarono rapidamente verso la parte opposta a quella da dove veniva, a passo di marcia funebre, il fantasma. Ma un improvviso ululato fece gelare il sangue nelle loro vene già messe a dura prova da tutto ciò che avevano visto fino a quel momento.
Si voltarono per lo spavento, incontrando due occhi verde fluorescente che li fissavano, avvicinandosi con lo stesso passo del fantasma. L'ululato veniva da quell'essere con gli occhi verdi.
- AAAHHH!!! - strillarono i due ragazzi, afferrando l'uno il suo forcone e l'altro la sua dinamite, pronti a difendersi con ciò che potevano contro quelle orrende forze del male.
- Uuuhhh... - riprese ad ululare la creatura misteriosa, prima di essere colpita da un forte attacco di tosse.
- AAAHHH!!! STA TOSSENDO!!! - urlarono i due ragazzi, spiritati, prima di rendersi conto della loro stessa gaffe e di scambiarsi uno sguardo sorpreso. - Un mostro che tossisce? -
- MA SEI STUPIDO???!!! - strillò il fantasma, cominciando a saltellare con aria isterica.
Gokudera sgranò gli occhi, additando il lenzuolo bianco.
- Brutto diavolo! Se ti prendo ti ammazzo e ti faccio diventare un fantasma sul serio! - urlò, avventandosi sul bambino.
- Scusa, Sbambo, mi è entrato un moscerino in bocca. - disse una voce atona, che Mukuro riconobbe all'istante.
- FRAAAN!!! SEI MORTO! - urlò Rokudo, agguantando il collo del mostro dagli occhi verdi, il suo allievo.
L'ennesimo ululato attirò la loro attenzione. Si accorsero tutti che non era possibile che si trattasse di Fran, che stava venendo soffocato da Mukuro.
- Fran, c'è qualcun altro qui? - chiese l'illusionista al suo allievo.
Il ragazzino scosse il capo, gli occhi stravolti. - Noi abbiamo solo fatto cadere il mattone e ci siamo travestiti da fantasma e da mostro... e basta... -
Mukuro e Gokudera si scambiarono degli sguardi spiritati.
- E allora chi è stato? -
- La domanda migliore è: cosa è stato. - disse una voce metallica e d'oltretomba, proveniente da sopra lo specchio.
Nello stesso momento in cui i quattro alzarono gli occhi, una sagoma azzurrina apparve dalla parete. Aveva lo sguardo vitreo e le labbra increspate in un sogghigno diabolico.
- CORRETEEE!!! UN FANTASMA VEROOO!!! - strillarono i quattro, in coro, precipitandosi lungo il corridoio mentre, alle loro spalle, il fantasma li seguiva ululando.
Uscirono di corsa dalla catapecchia e si fiondarono nella macchina di Mukuro.
- Ma sei pazzo??? I freni non funzionano! - esclamò Hayato, cercando di fermare Rokudo.
- Fidati: non avremo bisogno dei freni! - rispose Mukuro, schiacciando l'acceleratore con quanta forza aveva in corpo.
Con una sgommata, l'auto partì a tutta velocità verso Namimori.
Inseguita dalla moto indemoniata di Gokudera.

Inutile dire che non avrebbero dimenticato quella notte di Halloween.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: Bei e Feng