Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: Laylath    04/11/2013    3 recensioni
Se c’era una cosa che il sergente maggiore desiderava era che nella sua squadra ci fosse totale armonia… e dato che Hayate era il cane del tenente (e… forse, un pochino anche suo), lo considerava come parte integrante di essa.
Ma poi… come si faceva ad odiare i cani?
Perché Fury aveva appena preso la decisione di guarire Breda dalla sua paura per i cani.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kain Fury, Team Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 7.
Missione cinofobia parte quart... decisamente fallita.

 

La mattina successiva, la squadra del colonnello Mustang si svegliò con un senso di catastrofe incombente.
Tutti meno il maresciallo Falman che, beatamente ignaro dei clamorosi equivoci che avevano coinvolto i suoi compagni negli ultimi due giorni, si apprestava a tornare a lavoro in ufficio dopo una giornata di trasferta per alcune ricerche.
Nel frattempo, nella sua stanza del dormitorio, il sergente maggiore Fury si svegliava con gli occhi ancora arrossati per il grande pianto della sera precedente. Si vergognava profondamente di aver ceduto alle lacrime come un bambino, ma la sfortunata serie di eventi che si erano succeduti negli ultimi giorni aveva messo a dura prova il suo nervosismo: non gli capitava mai di esporsi così con i suoi compagni e la reazione di Breda l’aveva sconvolto più del previsto.
“Ma insomma, – mormorò sedendosi nel letto – io… io vorrei solo che lui andasse d’accordo con Hayate”
Con un sospiro si alzò e andò alla scrivania, dove giaceva il libro sulla cinofobia che avrebbe dovuto restituire a Falman. Sfogliando le pagine per levare i segnalibri che aveva messo, pensò con rammarico che molto probabilmente non era un granché bravo come dottore… era molto meglio come esperto di comunicazione.
Eppure lui la buona volontà ce l’aveva messa tutta…
Ma forse ha ragione il sottotenente Breda quando dice che ci sono davvero delle cose che non posso ottenere.
Levando l’ultimo segnalibro, arrivò alla pagina della terapia che non aveva ancora provato.
Considerata la reazione di Breda il giorno prima sarebbe stato meglio lasciar perdere, chiudere il libro e riportarlo a Falman. Però la parte testarda di lui continuava a fissare quella pagina: del resto non si era ripromesso di ricorrere a quell’ultima carta in caso di fallimento?
Beh, insomma… tanto peggio di così.
Chiudendo il libro con violenza decise di tentare il tutto per tutto.
“Andiamo, Kain Fury! – si disse con nuova determinazione – Per Hayate questo e altro! A noi due sottotenente Breda!”
 
Mentre si avviavano all’interno del Quartier Generale, la storica coppia di amici appariva per la prima volta prossima a scoppiare.
Breda sapeva benissimo il motivo dell’aria profondamente arrabbiata di Havoc e sapeva altrettanto bene che non era una cosa che sarebbe passata in fretta: una cosa che il biondo detestava era vedere le persone a cui voleva bene soffrire… e ieri era successo. Nonostante Havoc fosse il primo a bistrattare Fury, lo faceva sempre con intento giocoso ed era altresì il primo a scattare se il ragazzo veniva in qualche modo minacciato.
Solo che questa volta la “minaccia” era all’interno della squadra ed era costituita dallo stesso Breda… ossia il miglior amico di Havoc.
Il rosso non voleva ancora credere a tutto quello che gli avevano raccontato la sera prima: se non ci fosse stata anche il tenente a confermare il tutto, lui avrebbe archiviato la cosa come un altro volo pindarico della fantasia sfrenata del biondo…
"A me sono sembrati tutti tentativi per cercare di farmi fare amicizia con quel cane…"
"Sei il solito insensibile e pensi solo a te stesso… tu non hai visto come quel ragazzo si struggeva per te! Dovevi essere più delicato… nessuno ti chiedeva di accettare il suo amore, ma un minimo di tatto!"
Havoc che dava lezioni su come rifiutare un amore con garbo era davvero surreale.
Sospirando Breda rifletté sul da farsi: forse la cosa migliore era prendere Fury da parte e chiarire una volta per tutte la questione.
Innamorato di me… ancora non riesco a pensare che…
No, decisamente vedere il ragazzo, che considerava come un fratellino molto più giovane, nell’atto di fargli una dichiarazione gli dava una pessima sensazione allo stomaco. Non che Heymans Breda avesse qualcosa contro chi era di quell’altra sponda… però… scoprire che si trattava proprio di Fury.
“Mi auguro che sarai gentile con lui, stamattina” disse Havoc, parlando per la prima volta da quando si erano incontrati.
“Scusa tanto, - non poté fare a meno di rispondere Breda – ma sono ancora molto scettico sulla cosa e…”
“Quello che ti abbiamo detto ieri non ti è bastato?”
“Hmpf! E’ solo perché l’ha detto anche il tenente che mi sto lasciando il beneficio del dubbio. Conoscendo te, il colonnello e le vostre follie in questioni amorose, vi avrei semplicemente mandato al diavolo con una risata”
“E se Fury conferma la cosa, come ti comporterai?”
Breda si fermò e incrociò le braccia sul petto.
“Se è davvero come dite voi, allora chiariremo la cosa… gli chiederò scusa per il fraintendimento e farò pace con lui. Spero che tu non pretenda che accetti di mettermi con lui”
“Dipendesse da me, dopo quello che gli hai fatto passare, almeno un bacetto glielo conced…”
“Vaffanculo, Havoc! Tappati la bocca o ti ammazzo!”
 
“Allora, Hayate, tu fai il bravo e resta qui” disse Riza, legando il guinzaglio del cagnolino a un palo nel cortile, proprio davanti alla finestra del loro ufficio.
“Perché lo lasci fuori?” chiese il colonnello
“Perché non voglio innervosire ulteriormente Breda fino a quando non avrà chiarito la questione con Fury – spiegò la donna mentre accarezzava il cucciolo per tranquillizzarlo – Se vedesse Hayate magari entrerebbe troppo nel panico e renderebbe le cose ancora più difficili. Allora, piccolo, io sono in quell’ufficio lì… la finestra tanto è aperta così mi vedi sempre. Se tutto va bene tra qualche ora ti faccio entrare. Ora seduto.”
Obbedendo all’ordine il cagnolino si sedette sull’erba e fissò fiducioso la sua padrona: si sentiva particolarmente eccitato… non solo era finalmente uscito di casa, ma aveva anche la netta impressione che oggi avrebbe fatto tanti incontri e vissuto esperienze nuove. Sperava tanto di incontrare anche il suo compagno di giochi!
“Andiamo ora, - disse Mustang, sospirando – ho proprio bisogno di una tazza di caffè: mi serve tutta l’energia possibile per affrontare questa giornata campale…”
“Per una volta non posso che essere d’accordo con lei, signore”
 
“Maresciallo Falman! – chiamò Fury, vedendo l’uomo camminare nel corridoio – Aspetti!”
“Oh, sergente, buongiorno – salutò l’uomo, fermandosi per attendere il sergente – Tutto bene?”
“Volevo restituirle il libro che mi ha prestato – disse il giovane, porgendogli il volume – la ringrazio ancora tantissimo”
“Di nulla… ehi, ma che sono quegli occhi arrossati?” chiese Falman con preoccupazione.
“Che? Oh, niente di particolare – arrossì il sergente, abbassando il viso come a nascondere il misfatto – sul serio, non si preoccupi. Piuttosto, ha visto il tenente Hawkeye?”
“Mi è sembrato di vederla poco fa in cortile: credo che oggi abbia portato il cane con sé”
“Ottimo, grazie mille per l’informazione! Adesso devo proprio andare… a dopo!”
E prima che Falman potesse ribattere qualcosa, Fury iniziò a correre in direzione opposta rispetto a quella da dove era arrivato.
Con perplessità il maresciallo osservò la figura del giovane che scompariva e poi abbassò lo sguardo sul libro che Fury gli aveva restituito.
Aveva la netta impressione che il sergente stesse preparando qualcosa: nel suo sguardo c’era qualcosa di pericolosamente febbrile. Cercando di fare mente locale, il maresciallo rifletté che forse la cosa aveva a che fare con la cinofobia di Breda.
Oh, andiamo… Fury che prova simili cose? No, non può essere. Sicuramente mi ha chiesto del tenente solo perché voleva rivedere il suo amico peloso.
E con passo tranquillo riprese la sua strada verso la mensa per fare colazione: avrebbe voluto chiedere a Fury di accompagnarlo, ma sembrava proprio che il giovane avesse ben altro per la testa.
 
“Io ho una fame da lupo, - dichiarò Havoc, mentre passavano accanto alla mensa – andiamo a fare colazione?”
“No…” rispose Breda
“Eh? Una cosa simile detta da te non me la sarei mai aspettata”
Breda annuì distrattamente, ma al momento aveva cose più importanti a cui pensare, rispetto alla schifosa colazione offerta dalla mensa dell’esercito.
“Io vado avanti in ufficio e vedo se Fury è già arrivato”
Havoc  a quelle parole sorrise e mise una mano sulla spalla di Breda, felice nel vedere che il suo miglior amico finalmente stava mostrando la parte migliore di se stesso: dal suo tono di voce e dalla sua espressione si capiva che voleva risolvere quel pessimo malinteso col sergente.
“Vuoi che venga pure io?”
“No, anzi… meglio se io ed il ragazzino siamo soli.”
“Come preferisci – annuì Havoc con comprensione – allora se intercetto Falman in mensa lo tratterrò il tempo necessario. E se c’è anche il ragazzo, lo mando in ufficio da te.”
“Grazie mille” annuì Breda, dandogli un colpetto sulla spalla.
Poi con un sospiro si preparò mentalmente a svolgere quella delicata e particolarissima missione.
 
Mentre i due protagonisti di quel disgraziato equivoco si stavano preparando allo scontro finale, i restanti componenti della squadra si incontravano, quasi per destino, in mensa.
Havoc vide il colonnello ed il tenente seduti ad un tavolo e li raggiunse.
“Dov’è Breda?” chiese Mustang
“E’ andato in ufficio per vedere di chiarire con Fury – disse il biondo con una certa soddisfazione, prendendo la caraffa di caffè dal tavolo e versandosene una tazza – Il grassone sembrava aver finalmente fatto pace col cervello… anzi, era sinceramente dispiaciuto di aver capito fischi per fiaschi e di aver trattato in modo così sgarbato il nanetto. A proposito di Fury, l’avete visto? Nel caso lo devo dirottare in ufficio…”
“No, non l’abbiamo ancora visto – scosse il capo Riza – ma è anche vero che non siamo ancora passati in ufficio: ho prima legato Hayate in cortile e poi siamo venuti subito qui.”
“Capisco… Oh, ecco Falman! – esclamò Havoc, facendo ampi gesti al maresciallo per farlo unire a loro – Magari l’ha visto lui”
“Buongiorno a tutti” salutò l’uomo, mettendosi sull’attenti e poi sedendosi accanto ad Havoc
“Ehilà, Falman! – disse il sottotenente, versandogli una tazza di caffè – Hai visto il sergente?”
“Oh sì, prima nei corridoi… penso che oggi non voglia fare colazione. Aveva una faccia: qualcuno di voi mi dice che è successo?”
“Oh, un brutto malinteso – dichiarò Mustang, scuotendo il capo – sono saltate fuori cose che non avrei mai immaginato di quel ragazzo…”
“Colonnello!” lo reguardì il tenente con un’occhiata minacciosa
“Niente di negativo, sia chiaro – corresse subito il tiro l’alchimista – Ma penso che nessuno di noi si aspettasse simili novità e… Ma che è quel libro?” chiese, notando il volume che il maresciallo aveva posato sul tavolo.
“Oh questo? E’ un libro sulla cinofobia che avevo prestato a Fury: me l’ha restituito poco fa in corridoio.”
“Cin che?” chiese Havoc grattandosi la testa, davanti a quel termine a lui sconosciuto
“Cino – fobia: paura dei cani. Me l’ha chiesto dopo che aveva scoperto che il sottotenente Breda ne soffriva…”
Riza posò la tazza sul tavolo con aria sorpresa e sgranò gli occhi castani.
“Falman… adesso ascolta attentamente tutto quello che è successo in questi ultimi giorni e per favore, dimmi se riesci a capirci qualcosa”
Falman fissò i suoi colleghi con perplessità: il tenente aveva lo sguardo allucinato, come se avesse scoperto qualcosa di estremamente sgradevole, Havoc continuava a non capire, e anche il colonnello aveva l’aria leggermente sconcertata dalla reazione della sua assistente.
“Beh, - iniziò Havoc, dato che il tenente aveva spostato lo sguardo su di lui, come ad ordinargli di iniziare – è iniziato tutto quando Breda mi ha offerto un biscotto… a forma di osso”
 
Fury era appena arrivato nell’ufficio e a malincuore non aveva trovato il tenente.
Oh dannazione!
Sentendo che anche il suo ultimo piano franava come un castello di carte, sospirò e si sedette alla sua scrivania. Effettivamente era stato uno stupido a pensare che quell’ultima terapia potesse essere applicata: era qualcosa che prevedeva una preparazione particolare e… soprattutto… aveva bisogno che…
Un abbaiare lo riscosse.
Alzandosi e andando verso la finestra sorrise nel vedere Hayate che tirava il guinzaglio per cercare di raggiungerlo.
“Ciao piccolino! – salutò Fury aprendo la finestra – Che gioia rivederti!”
Non tutto era perduto: aveva ancora una possibilità. Dato che erano al piano terra, non perse tempo a percorrere i corridoi fino all’uscita: scavalcò la finestra e si lasciò cadere a terra con un agile balzo.
“Hayate, eccomi! – disse con gioia prendendo il cane tra le braccia e affondando il viso nel pelo morbido – Piccolino, che bello rivederti!”
Il cucciolo era letteralmente impazzito dalla gioia: uggiolava felice leccando e annusando il suo amico umano.
“Adesso però, dobbiamo andare – dichiarò il giovane, slacciando il guinzaglio che lo teneva legato e tenendo sempre il cane tra le braccia – Abbiamo una missione da compiere”
E dato che rientrare dalla finestra era oggettivamente difficile, corse verso l’ingresso del quartier generale.
 
Breda entrò nell’ufficio proprio nell’istante in cui Fury scompariva dalla visuale delle finestre.
Il sottotenente si grattò la testa con rassegnazione nel notare che il sergente non era ancora arrivato; si chiese se era il caso di andarlo a cercare, ma poi si ricordò della promessa di Havoc di dirottarlo in ufficio nel caso l’avesse visto.
No, decisamente era meglio aspettarlo lì: c’erano già troppi equivoci di mezzo.
Non sapendo cosa fare, dato che comunque la situazione era imbarazzante e snervante, si mise a guardare con annoiata curiosità i titoli dei dossier che stavano nell’armadio della parete.
Non aveva la minima idea di quello che stava per succedere.
 
“Dimmi che non è vero…” sospirò il tenente premendosi la mano sulla fronte.
“Beh, signora – fece Falman – gli episodi che mi avete raccontato non sono altro che la messa in pratica di alcune terapie per la cinofobia… e non credo di sbagliarmi considerato che sono state fatte nell’ordine in cui le propone il libro: esposizione, desensibilizzazione sistematica, terapia cognitiva…”
“Vuoi dire che davvero Fury è stato così folle da improvvisarsi medico?” chiese Havoc incredulo.
“Pare proprio di sì, signore – annuì il maresciallo, ancora sconvolto da quanto gli avevano raccontato – del resto mi era sembrato molto strano quando mi aveva chiesto se avevo qualche libro sulla cinofobia… ma credevo volesse solo conoscere meglio il problema. Chi pensava volesse provare a guarire Breda? Sono terapie che comunque vanno calibrate sul paziente… e vanno fatte da esperti”
“E lui invece ha pensato bene di tentare da solo – sospirò Riza – Oh no, a volte quel soldato prende iniziative veramente assurde…”
Mustang che fino a quel momento era rimasto con la testa china in silenzio, batté il pugno sul tavolo.
Tutti si aspettarono una sfuriata dell’uomo contro il sergente, ma l’alchimista sorprese tutti.
“Non è un dannatissimo frocio! – esclamò con somma soddisfazione, scoppiando poi a ridere – Lo sapevo! Lo sapevo!”
“Colonnello! In primis si dice omos…” lo sgridò il tenente.
“E dai che siete sollevati anche tutti voi! – la bloccò Roy – E’ soltanto il solito, ingenuo, infantile, fuori di testa, sergente maggiore Kain Fury! Non ha la minima intenzione di dichiararsi a Breda… anche perché oggettivamente c’era qualcosa che non mi tornava in fatto di gusti estetici!”
“Idiota…” sibilò Riza, ma anche lei era in qualche modo sollevata di sapere che i turbamenti del suo soldatino erano di natura ben più tranquilla.
“Oh, beh, meno male! – sospirò Havoc – Breda ne sarà ben felice! Credo che fosse veramente turbato all’idea di aver frainteso… ed invece lui era quello che aveva davvero capito”
“Havoc la prossima volta lavora meno di fantasia! E’ tutta colpa tua!” lo rimproverò Mustang, lanciandogli un tovagliolo appallottolato che venne schivato con perizia.
“E’ stato tutto un malinteso e anche noi ci abbiamo creduto – scosse il capo Riza, ammettendo le sue responsabilità – In ogni caso, anche se Fury si fosse rivelato omosessuale, noi gli avremmo dovuto dare tutto il sostegno che…”
“Se se se se! – le fece il verso Mustang – Lasciamo stare che è meglio! Beh, direi che ci possiamo anche alzare da questo tavolo… o forse c’è qualche altra terapia che ci è sfuggita?”
“Beh, effettivamente da quello che mi avete raccontato le ha tentate tutte eccetto…” il maresciallo si irrigidì
“Falman?” lo guardò perplesso Havoc
“Tenente… oggi… oggi ha portato il cane, vero?”
“Sì e… – si alzò in piedi Riza, intuendo la catastrofe che si stava per consumare – Oh, santo cielo… oh santo cielo!”
“Non sarà così folle da…” capì Havoc
“Tutti in ufficio!” ordinò il colonnello.
E gli altri soldati che stavano in mensa osservarono sconcertati l’alchimista di fuoco e parte della sua squadra che si catapultava fuori dalla sala, come se stesse per esplodere una bomba.
 
La porta dell’ufficio si aprì e Breda vide entrare il sergente.
Il giovane gli apparve molto provato da quello che era successo il giorno prima: aveva il viso pallido e gli occhi cerchiati di rosso, una cosa che fece sentire profondamente in colpa il sottotenente. Teneva le mani dietro la schiena, una posa tipica di quando era profondamente turbato.
“Ehi, Fury – salutò il rosso, con voce pacata – come va?”
“Signore, io… io credo che sia arrivato il momento di… di sistemare la questione una volta per tutte!”
C’era una strana determinazione nella voce di Fury, e anche la sua espressione si era fatta febbrile… come se il giovane si stesse facendo forza per affrontare quanto stava accadendo. Breda in cuor suo approvò un simile coraggio da parte di quel soldato in genere così timido…
Va bene, Heymans, stai tranquillo e aiutalo a sfogarsi… Per il bene del ragazzo!
Fury si portò davanti a lui, chiudendolo strategicamente tra la sua persona e l’armadio davanti a cui l’aveva trovato.
“Sottotenente… - iniziò con voce sommessa – io… le chiedo scusa…”
“Non devi chied…” iniziò Breda, ma poi il suo istinto lo avvertì della presenza del suo mortale nemico all’interno dell’ufficio.
Nell’arco di un millesimo di secondo la sua mente da stratega si accorse che le braccia di Fury dietro la schiena non erano nella solita posizione… il ragazzo stava tenendo qualcosa tra le mani… quella cosa!
Il corpo umano è composto da miliardi di atomi, così tanti che sono impossibili da quantificare… e nel caso di una persona grande come Heymans Breda il numero di atomi è ancora più elevato.
Un unico atomo di Breda collegò tutto quanto e capì che aveva avuto ragione lui e che il ragazzo si era sempre riferito al cane: non c’era alcuna infatuazione nei suoi confronti. Quell’atomo odiò profondamente Havoc che, con la sua fantasia, aveva coinvolto anche il tenente ed il colonnello… e fu anche estremamente sollevato nel sapere che non aveva ferito i sentimenti del sergente in quel modo.
Ma i restanti infiniti atomi meno uno avevano appena rimesso Fury nella lista dei nemici più pericolosi e gridavano di terrore perché avevano perfettamente capito quanto stava per succedere.
“Non… non…” balbettò facendo un passo indietro e sentendo una scossa in tutto il corpo.
“… le chiedo scusa per questo!!” esclamò Fury, portando di scatto il cane davanti alla faccia di Breda.
“Non os…IIIIIIAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!”
Il balzo all’indietro fece sbattere pesantemente Breda contro l’armadio. Proprio in cima c’era una grossa scatola di cartone con numerosi e pesanti dossier che dovevano essere consegnati all’archivio la settimana prossima.
I quasi cento chili del sottotenente fecero tremare l’armadio e la scatola, già in bilico sul bordo, perse quel poco di equilibrio che aveva... e l’angolo di caduta era proprio sulla testa fulva.
 
Quando qualche secondo dopo, il colonnello arrivò in ufficio assieme agli altri la catastrofe si era già consumata.
L’unico beatamente ignaro di tutto era il piccolo Hayate che, miracolosamente illeso, saltellava per cercare di azzannare uno dei tanti fogli che ancora volavano a mezz’aria.
 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Laylath