Strana
(parecchio!!) convivenza …
Tra 2
ragazze, i Muse e i Placebo (immaginatevi
quanti scleri!!)
Capitolo
1 (parla Federica[ovvero: la Maledizione dei Ragazzi Nudi])
-MEMEEEEEE!!!!!
Forza che è tardi!!!!!!
Urlai
con tutta la voce che avevo in corpo per svegliare Marianna, la
mia coinquilina modenese (anche se in realtà io sto da lei).
Aveva l’esame di
guida e la ‘ stunata ’ aveva, come sempre, passato
la notte a disegni. Mi
guardai allo specchio, rinunciando per un attimo a svegliare Sua
Maestà Sono
Brava A Disegnare Il Bells e cercando di sistemare le bretelle rosse
sulla camicetta
azzurra comprata ieri perfettamente intonata ai pantaloni bianchi.
Lancio uno
sguardo al mio riflesso, soddisfatta. Dio, quanto adoro questo
abbigliamento!!!
Però un ombra riflessa dietro l’angolo delle scale
mi fece smettere di
fantasticare.
-
Ben svegliata, mia cara Quasi Neopatentata. – dissi lanciando
uno
sguardo alla ragazza sopra la rampa di scale della casa. Come sempre,
indossava
quella giacchetta bianca a righe nere con un paio di jeans neri a
sigaretta. Le
converse argentate, ormai rovinate dal tempo, erano presenti. Spostai
lo
sguardo sull’orologio.
-
Andiamo? – le indicai la porta, impaziente. Dopo avevo
inglese e,
sinceramente, non mi andava di perdere tempo con il nervosismo, e lo
sguardo di
Marianna la diceva lunga.
–
Tranquilla, te la caverai benissimo, è una cazzata, non
… -
-
Lo so … lo so … non me lo ripetere, per favore
… - mi interruppe lei
mentre salivamo sulla mia (so guidareeeeeeee!!!!!
Nbfe see, sogna
bella Nb me) macchina e,
d’istinto, accesi subito il lettore CD che fece sentire
immediatamente New Born
dei Muse al massimo volume. E io non seppi resistere: dovevo
CAN-TAR-LAAAAAA!!!!!!
Neanche
ebbi il tempo di iniziare che Marianna mi tappò la bocca con
una pezza gialla.
Gialla?!?
Oddio!!!!!!! Io odio il giallo!! La sputai alla velocità
della luce.
-
MEMEEEEEEEEEEEEEEE!!!! Io odio il giallo, lo sai, e te che fai? Mi
tappi la bocca con la pezza gialla!!! Mettiamo in chiaro una cosa: io
l’esame
nun te lo faccio fare se continui così!!!
-
Non l’ho fatto apposta!! Era la prima cosa che avevo tra le
mani!!! E
poi tu lo sai, io la song me la devo sentire in silenzio
sennò non imparerò mai
a suonare la batteria come
…
-
Sisisisisisisi … ci siamo capite, cara, e io canto per
imitare lui.
Sai, ancora la brutta figura della sottoscritta che imitava il Molko
sulla
cattedra l’ultimo giorno di scuola non l’ho
dimenticata … - soffocai una
risata.
-
Beh, non resta che sperare che il dio Molko sia con me, e con te, per
evitare la tua eventuale fuga dal mio esame –
sghignazzò lei. Ma suscitò in me
solo un maggiore desiderio di tornare alla mia fatidica lezione
d’inglese.
Arrivate
alla scuola guida (che poi era grande quanto la pista di
Imola), mi sistemai sugli spalti, da brava ragazza che sono (si, la
brava
ragazza che architetta la fuga dal mio esame U.U nb me) incrociando le
dita per
l’amica e non tralasciando smorfie di dolore quando era
strettamente
necessario.
Dopo
due ore, la rividi spuntare dall’auto con un sorriso stile Ho
Appena Ingerito Quei Funghetti Malefici e mi corse incontro tutta
contenta.
-
YEEEEEE!!!! Sono passata!!!!- mi urlò
nell’orecchio destro. Credo
fermamente di averne perso la sensibilità per una settimana
buona.
-
Sono contenta, ma ora andiamo a casa.
Marianna
mi guardò male.
-
Non dovevi andare a fare inglese te? -
-
E come ci andavo, volando? Non ci sono andata perché quando
era
iniziata la lezione tu eri ancora bloccata all’inversione a
U, e perciò mi
toccherà fare la giustificazione alla prof. Cancemi, come se
lei già non mi
odiasse con tutta se stessa.
Dopo
una buona ora passata a fare shopping, decisi di farle guidare per
il tragitto di ritorno la mia Fiat Uno, giusto per vedere come guidava
e anche perché
sennò lei dava di matto di nuovo, e io ci tengo ancora alla
mia sanità mentale.
Arrivammo
a casa con l’auto miracolosamente tutta intera e entrambe le
mani piene di borse con tutte le marche di abbigliamento esistenti nel
mondo
del market.
-
Devo posare queste, - dissi alzando, come potevo le borsette. Ma come
potevo fare a meno di quelle magliette della Emily The Strange? Non
credo
proprio!!!– Sto salendo, ok? -
-
Aspetta, sono dietro di te!
Trafficai
un pochino con le chiavi – non le trovavo nelle tasche, ed
erano nella borsa – e dopo 3 lunghissimi minuti di giramenti
di serrature varie
riuscii ad aprire la porta della stanza.
NON
LO AVESSI MAI FATTO!!!!!! Forse neanche mi sono accorta di aver
mangiato quei funghetti? No, perché forse li vedo solo io,
nonostante in camera
mia ci fosse solo la luce soffusa proveniente dalla finestra.
-
Ossantissimo…
-
Che succ… - anche Marianna restò imbambolata alla
visione di quello
che c’era dentro la stanza.
Può
essere che tutte a me succedono?
Beh,
di sicuro nessuno sano di mente si ritroverebbe nella propria
stanza 3, e ripeto 3 ragazzi, completamente belli come madre
natura li ha
fatti, sul pavimento, e soprattutto notai con chiarezza (ma
che
ho?!?!?!?nbfe i funghetti, fede, i funghetti nb me) che quello al
centro aveva
i capelli blu.(ok, io sto male e non lo so
-___-‘’nbfe eheh ^-^’’nb me)
- Meme, li vedi pure tu,
vero? –
le domandai. Avevo la voce ormai ridotta ad un filo di lamento isterico.
- Si … vedo anche
io 3 uomini
nudi dentro la tua stanza, e sinceramente ho paura di quello che sta
succedendo.
La
guardai per un attimo, per poi risposare lo sguardo verso i ragazzi.
E per mia fortuna dormivano tutti e tre come angioletti.
- Io direi di uscire piano
piano, e di controllare se in camera tua è successa qualche
stramberia sennò
chiameremo un esorcista: sento che sono io che faccio succedere queste
cose,
altro che funghetti malefici!!!
Meme
mi diede una pacca sulla spalla, mentre indietreggiammo lentamente
verso la porta.
- Dai su, esistono gente che
di
esorcismi veri e propri ne hanno veramente bisogno, come tuo fratello,
non
credo che ti servirà a qualcosa farti esorcizzare.
Arrivammo
in camera sua – sempre al 2° piano – e, con
fare insicuro, la
Meme infilò la testa dentro la camera e notò con
sommo orrore che anche lei si
era beccata in qualche maniera la Maledizione Dei 3 Ragazzi Nudi.
-
Dio santissimo!!!!!!!!! – urlò Meme
-
Che c’è? – dissi ormai rassegnata al
destino di essere esorcizzata –
la tua stanza è linda come l’hai lasciata? -
Meme
sogghignò.
-
Al contrario, anche in camera mia ci sono 3 bei ragassuoli sul
pavimento… almeno penso siano tutti e 3 maschi
perché a me questo qui – indicò
il ragazzo alla sinistra – sinceramente pare una femmina!
Decisi
di entrare pure io. Ormai la situazione non poteva che peggiorare.
Lo
osservai attentamente. Sorrisi e mi voltai verso la mia cara amica.
-
Anche a me questo lascia seri dubbi … - dissi
- … femmina a
chi?
Ci
voltammo lentamente, stile “chi cazzo ha parlato?”,
verso i 3
ragazzi e notammo che quello che Meme mi aveva indicato prima
– il mezzo-donna
- era sveglio, seduto a gambe incrociate, che ci studiava con lo
sguardo.
-
Allora? – continuò impassibile – Chi
sarebbe la femmina? –
Avvampai
di colpo. Caspita, la prossima volta mi devo censurare quando
parlo!!
-
Io! Stavamo discutendo sulle parti di uno spettacolo teatrale che
l’università ci sta facendo fare, - disse Meme
imbarazzata. - ed io ho avuto la
parte femminile mentre lei – mi indica – deve fare
la suggeritrice. -
-
Già, destino ingrato … sarò la
suggeritrice di questa primadonna …
Hey!!
Per
tutta risposta, ricevetti uno schiaffo sulla nuca da parte di
quest’ultima, evidentemente non aveva apprezzato il sottile
umorismo della mia
frase.
-
Scherzavo, scherzavo! - dissi
-
E meno male, sennò potevi dire addio a quel CD della malora.
-
NO!!! Tutti ma Black Market Music no!!
Stranamente,
il ragazzo sembrò interessato
alla strana conversazione che stavamo
facendo.
-
Ti piace quel CD? – mi domandò il ragazzo
incuriosito.
Lo
guardai, un tantino scioccata.
-
Si – dissi – è il mio disco preferito
dei Placebo, ed è uno dei più
belli dopo Without You I’m Nothing. -
Gli
brillarono gli occhi, come se avesse visto un miracolo.
-
Modestamente, BMM e
WYIM sono
i lavori più ben riusciti in tutta la carriera della mia
band, anche se reputo
un ulteriore passo da gigante fatto con il nuovo album, che
nell’insieme
soddisfa me e il pubblico. Il mio motto: chissenefrega della critica,
la musica
che fai deve piacere a te e a chi la ascolta, giusto?
-
Esatto, proprio come la penso io …
Però,
osservandolo bene, mi assomiglia troppo a qualcuno. Lo osservai
per un attimo, notai quei capelli nero corvo, il fisico magro e
pallido, e poi
quegli occhi verdi mi diedero lo schiaffo finale.
-
Aspetta, ma tu sei Brian Molko?
Annuì
tranquillo.
-
Quel Brian Molko? Il frontman dei Placebo? Quello dello spettacolo di
Sanremo?
-
Possibile che mi ricordate tutti per quel cazzosissimo spettacolo?
–
chiese seccato
-
Era in Eurovisione, Bri, chi non lo ha visto? E poi, a me è
piaciuto.
Hai dato brio a quello spettacolo per nonni, a mio avviso.
-
Anche io la penso così!! – disse saltandomi quasi
addosso e dandomi
un forte abbraccio. – penso che noi due andremo molto
d’accordo, sai? -
-
Si, Brian, lo penso anche io, ma ora mollami e sveglia i tuoi amici, mentre vado a
vedere se trovo qualcosa
da mettervi addosso.
Uscii
velocemente dalla stanza.
Ok,
devo fare qualche calcolo: se nella camera di Meme ci sono i
Placebo, allora quelli in camera mia chi diamine sono? Allora, i System
non
sono di certo, non hanno le mega-barbe, i Linkin neanche, ormai il
periodo
“capelli blu” il rapper già lo ha
passato da un pezzo, perciò
chi sono questi? Attimo di buio …
perché non ci ho pensato prima?
Dopo
un paio di avanti e indietro, corsi alla velocità della luce
in
camera mia, e trovai, come avevo pensato, la Meme che se la stava
vedendo con
il più irrequieto del trio, il biondo per la precisione,
brandendo quelle che
dovevano essere un paio di boxer.
-
Te li devi mettere, ok? Già mi basta la coinquilina che
parla coi
nudi senza schifarsi, io non sono lei perciò se mi vuoi
parlare, almeno mettiti
questi addosso!!
Tossii
forte, giusto per farle rendere conto che io ero lì a
sentire il
discorso.
-
Ci tengo a precisarti, cara, che io sono più schifata di te,
solo che
io mi controllo, tu, beh, parti in quarta con lo sclero. - dissi
Silenzio
di tomba. Sempre così quando azzecco una teoria.
-
Non ti avevo vista, scusa. - disse mortificata
-
Su, su. Se è chi penso io, alla mia offerta non
potrà rinunciare.
Meme
si spostò, lasciandomi campo libero per agire e i boxer in
mano.
-
Dom? – dissi, nella speranza di aver indovinato chi fosse il
biondino. – Dominic Howard? -
Il
biondino si rizzò in piedi, e mi fissò con i suoi
occhi azzurri con
un espressione per la serie “shi, caVa?”.
Iniziai
a sventolare davanti ai suoi occhi un paio di jeans a sigaretta
color giallo banana. (trattieniti,trattieniti nbfe)
-
Li vuoi? – dissi addolcendo più che potevo la
voce, anche se la
situazione faceva ridere a più non posso.
Dom
annuì lentamente, come ipnotizzato dai pantaloni.
-
Allora, mettiti questi, che io ti darò i pantaloni.
Mi
levò dalle mani i boxer, e neanche cinque secondi dopo era
lì,
davanti a me, a reclamare i tanto agoniati pantaloni, che gli lanciai
disgustata.
Il
biondino sorrise.
-
Grazie!
Sorrisi
anche io. La situazione lo esigeva.
-
Di nulla, Dom.
Dom
si girò verso i due amici, ancora addormentati. Poi rivolse
lo
sguardo di nuovo verso di me.
-
Non è che hai altri di questi – indicò
i boxer – per loro? – indicò i
due sdraiati.
-
Penso di si, - disse Meme – aspetta che andiamo a
controllare. -
Meme
mi prese per il braccio e mi trascinò in camera del fratello.
-
Ma si può sapere come hai fatto? – mi
domandò isterica.
-
A fare che? – dissi tirando fuori altri 5 paia di boxer dal
cassettone.
-
A calmare quell’uragano umano, ecco che. E poi come lo hai
chiamato?
Dominic? Dicevi di non voler avere più che fare con quei
nomi per tutta la
vita.
La
guardai, divertita.
-
E mi hai creduto?
-
Certo! Quando lo hai detto parevi una che si voleva tagliare le vene,
te lo giuro.
-
Era per fare una battuta. Dopo che avevo imitato il Molko a scuola e
dopo il prof. che faceva Stef, ero in vena di battutine amare.
-
Me lo potevi dire almeno?
-
La prossima volta ti avverto quando sto per improvvisare una ricaduta
in depressione!
Presi
i boxer, uscimmo fuori, cercando di lasciare meno tracce della
nostra presenza nella camera del fratello di Meme.
-
Beh, tieni questi e dalli a Dom. – le lanciai 2 paia di boxer
– io
sono in cucina se ci sono difficoltà. Se non succede niente.
Ci vediamo tra 10
minuti esatti lì, ok? -
Meme
annuì.
-
Vedrai che ce la faremo a sistemare la situazione, ci vuole solo
…
-
La pazienza che io non ho! Ok, allora, 10 minuti, cucina se non ci
sono problemi. Ci saremo.
-
Bene!