- Mamma, fammi uscire, ti prego…- piagnucolò una bambina.
- No, lo sai che è pericoloso.- ribatté la genitrice.- Già tuo padre è morto: non ti basta?-
La bambina aveva lunghi capelli corvini, occhi dorati e carnagione chiara e indossava una tuta da ginnastica verde, mentre la madre aveva capelli castani, occhi azzurri e carnagione chiara e indossava uno yukata con motivi floreali. Nel salotto nel quale si trovavano, una semplice stanza con solo un tavolo e delle cassepanche, entrò una ragazza diciassettenne dai fluenti capelli castani e dagli occhi di un azzurro profondo, che indossava una tuta mimetica e aveva un grande libro sottobraccio. In quel momento la ragazza sorrideva tranquillamente, ripetendosi mentalmente una canzone che aveva sentito poco tempo prima e che voleva trascrivere.
- Aki… ti prego…- piagnucolò la bimba.
La ragazza si riscosse come da un sogno e osservò la piccola.
- Fammi indovinare, vuoi uscire e la mamma non te ne dà il permesso, vero?- chiese la ragazza sorridendo.
La bambina annuì, abbattuta.
- Non ci sono stati attacchi da parte dei demoni, in questi ultimi tempi. Se per voi va bene, l'accompagnerò personalmente, madre.- e ammiccando piano alla bimba.- Anche a me manca un po' l'aria esterna.-
- E va bene, Aki…- sospirò la genitrice.- tornate almeno per cena e se vedete qualcuno di pericoloso tornate subito a casa, capito?-
- Sì, madre.- rispose Aki, prendendo per mano la sorellina e allontanandosi con il libro sottobraccio.
- Sanzo! Ho fame!- piagnucolò un diciottenne.
- Sta' zitto.- ribatté brusco un ventiquattrenne.
- Su, Goku, tra poco raggiungeremo una città.- rispose un altro uomo.
- WAAA! Che bello!- esclamò, stupita, la bambina.- Aki, come conosci questo bel prato?-
- Vedi quelle figure?- rispose la ragazza.- Sono altri ragazzi e bambini che si allenano.-
- Possiamo giocare con loro?-
- Solo quando finiranno il loro turno, sorellina, tra un'ora.-
- E tu?-
- Sei fortunata che oggi sia il mio giorno di riposo, altrimenti non saresti mai venuta qui.-
- Questo è il prato dove si allenano quelli che appartengono a una società segreta che controlla l'evolversi del rapporto uomo/demone, vero?-
- Sì, ed è qui che si addestrano le reclute di questa parte di mondo che non è né Togenkyo né Tenjiku. Sai che non devi parlare a nessuno di questa società?-
- Sì, perché basterebbe una bomba per eliminare molti agenti.-
- Hai studiato.- rise Aki.
Un ragazzo si avvicinò di corsa a Aki e le diede un foglio.
- KAMI-SAMA!- esclamò una volta letto.- Rimani qui, Ayame.-
La ragazza corse via, dopo aver riferito a un altro l'ordine di badare alla sorellina.
- Dacci tua figlia minore!- ordinò un demone, sbattendo a terra la madre di Aki e Ayame.
Il demone aveva corti capelli neri e rossi, con un'acconciatura simile al dorso di un riccio. Indossava pantaloni lunghi neri e maglietta aderente nera con un teschio bianco. Con lui c'erano altri tre demoni, simili per aspetto.
- Ho un'unica figlia, Aki!- pianse la donna.
- Sento la presenza di molti demoni!- esclamò Goku.
- Andiamo a vedere.- rispose Hakkai.
"Mamma, perdonami, è tutta colpa mia… non volevo fare del male né a te né a Ayame, tantomeno a papà… i demoni si sono intestarditi sul fatto che Ayame abbia dei poteri e la vogliono… non volevo… dovevo proteggerla e per questo non ho pensato anche a te… sono stupida! STUPIDA!" pensò Aki, correndo con le lacrime agli occhi. "Non ho pensato anche a te e ora, se non arrivo in tempo, morirai anche tu… come sono stata stupida! Dovevo portare via anche a te! Non solo Ayame, dovevo pensare a salvare anche chi mi aveva donato la vita…"
- Sappiamo che hai una seconda figlia! Daccela e ti lasceremo vivere!-
- Io ho solo Aki…-
Goku saltò giù dalla jeep che si stava fermando e corse all'interno della casa, vedendo un demone che teneva sollevata per il collo una donna e altri che stavano a osservare.
- Dacci tua figlia.-
Aki raggiunse il villaggio e entrò in casa sua.
- MADRE!- esclamò, vedendola e estraendo due pistole dalle fondine appese alla cintura.- Lasciatela andare.-
- Dacci tua sorella e non accadrà nulla di male a questa donna.- rispose il demone.
- Aki… scappa…-
- No, madre.- rispose la ragazza, decisa.- Ayame vivrà.-
Aki cominciò a sparare e Goku si diede da fare con il Nyoibo, eliminando così in breve tempo i demoni, prima ancora che Sanzo, Gojyo e Hakkai avessero il tempo di entrare. Dopo Aki raggiunse la madre e la sollevò, tenendole con le braccia il tronco e la testa appoggiata sulla spalla.
- Scusami, madre, sarei dovuta venire prima…-
- Non preoccuparti, Aki… sei in tempo… A… Ayame non è la tua vera sorellina… è una bimba eretica… sei la mia unica figlia…-
- A me non hanno mai interessato le origini di Ayame, per me è mia sorella, punto e basta.-
- Addio, bimbe mie, perdonatemi se non ho potuto darvi di più…-
- Ci hai dato una vita, madre… madre…-
La donna spirò tra le sue braccia con un sorriso sulle labbra.
- Continuerò a difendere Ayame con tutte le mie forze e sarai orgogliosa di noi.-
Goku si accucciò accanto a Aki e le circondò le spalle con un braccio. In quel momento entrò il resto del gruppo che aveva accompagnato Goku e che si stava dirigendo a ovest.
- La società le darà le meritate onoranze funebri, Aki del cielo blu, siamo dello stesso gruppo e ci siamo allenati assieme per molto tempo, so quanto tenevi a tua madre e a tua sorella. Vieni con noi? Andiamo a fermare gli esperimenti della rinascita di Gyumao.-
- Goku dei due mondi, lo sai che devo ricevere prima gli ordini, dopo si vedrà…- rispose Aki.- ma in cuore mio spero che io e Ayame possiamo venire…-
- Sarete le benvenute.- disse lui, baciandola in seguito.- Erano secoli che volevo farlo, Aki, ti amo.-
- Anch'io, Goku, ma ora ho del lavoro da fare.-
La mano destra di Aki prese la sinistra di Goku e intrecciò le dita con le sue. Se fosse stato possibile, sarebbe stata con lui fino alla fine della sua vita… se gli ordini di entrambi erano quelli…