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Autore: reve99    06/11/2013    1 recensioni
Augusto è il freddo e cinico proprietario del circo "da Augusto". egli organizza provini per reclutare nuovi artisti. il povero Antoine, attratto dall'idea di redimere la sua vita partecipa e viene ammesso al circo. tuttavia una piccola imperfezione spingerà Augusto a cancellarlo da circo e ad abbandonarlo. un buon uomo, proprietario di un altro circo, vedendo Antoine sulla strada gli fa fare un provino e lo recluta nella sua compagnia. sir Mcborn, il proprietario del circo "delle luci" diventerà una guida per Antoine, che riuscirà a ritrovare speranza e senso nella sulla vita, facendo uscire fuori anche il suo curioso talento.
dal testo
ecco cos'è la povertà. la mano che soffoca la libertà e impregna il mondo di tenebre.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualche tempo fa, in una cittadina sperduta tra la Francia e il Belgio, era diffuso molto il fenomeno del circo. In particolare, il più rinomato tra questi avvenimenti era un certo circo “da Augusto” Augusto Levrac era il proprietario di questo tendone nel quale si svolgevano gli spettacoli, egli amministrava tutto il lavoro e controllava la troupe secondo i suoi ordini. C’era Angelique, la donna cannone, v’era Jerry, l’uomo volante, così veniva chiamato, poiché specializzato nei salti a grandi altezze con delle travi. C’era Francois, l’uomo che dominava le bestie feroci, poi c’erano i giocolieri, i clown, i fenomeni da baraccone, noti per qualche difetto fisico o per qualche abilità particolare. Insomma una troupe numerosa, che dopo tanti sacrifici era riuscita a riscattarsi dalla strada trovando rifugio in questa grande tenda. Il circo era allora occasione di riscatto, attori non qualificati si esibivano in numeri eccezionali, ancor prima a nome del senso artistico, per accaparrare qualche spicciolo, o almeno essere mantenuti dal padrone del circo. Tuttavia non poteva chiamarsi meravigliosa la situazione in quel luogo. Quel palco che aveva tante volte fatto ridere o meravigliare il pubblico avido d’intrattenimento, nascondeva una realtà ben diversa da come appariva. All’interno Agustiene, trattava tutti con ripugnante freddezza, se i numeri mancavano di un qualsiasi dettaglio, non esitava a punirli, con grida e percosse fisiche, spesso costringendo altri collaboratori della troupe per aiutarlo. Grande solitudine e degrado, rapporti umani e sentimenti completamente cancellati da una malvagità che utilizzava i poveri figli della strada come marionette per il personale successo, gente spinta alla disperazione o alla follia che era obbligata a stamparsi un sorriso in faccia. Il mondo non appare così innocente come vuole far credere. Ora, qualche tempo dopo che quegli uomini con il loro tendone recitavano in tutta Europa, prepararono dei provini, per poter installare nel programma nuovi fenomeni. In realtà non parteciparono in molti a quel concorso e il capo, prendendosela duramente con i suoi collaboratori, giurò solennemente che avrebbe accettato il primo che fosse giunto a quelle selezioni. Il primo a presentarsi fu un povero mendicante, che pur essendo molto giovane, giaceva in mezzo alla strada senza poter assaporare la vita.  Ecco cos’è la povertà, la mano che soffoca la libertà e impregna il mondo di tenebre. Il ragazzo iunse in umili stracci, con alcuni suoi familiari, stremati dalla fame e dal gelido freddo che aleggia sulle strade nell’inizio di novembre. Tuttavia una caratteristica comune li rendeva più ricchi di tutti gli altri, sorridevano, trovavano gioia nella loro vita nonostante la mancanza di cose materiali e il muro grigio che nascondeva tutte le speranze. Loro sorridevano, in faccia alla vita, per fare della vita un dono grande e indimenticabile. Questo segnò molto contrasto con lo sguardo fisso e freddo di Augusto e dei suoi collaboratori, che non conoscevano la grande ricchezza che si cela dietro l’affetto. Questo personaggio elegantemente vestito lo chiamò con voce cinica e disse: “Benvenuto tra noi, caro amico.” Quel pover’uomo si chiamava Antoine, ma poco importava ad Augusto. Antoine, un po’ sbalordito disse: “Ma come? Non mi chiedete qualche provino?” “No, no” disse Augusto, poi con un ghigno sommesso: “Riconosciamo dalla faccia l’artista dotato. Ora saluta i tuoi amici e vieni con noi, cominceremo domani, avrai tutto il tempo finché non cali il sole, per conoscere quella che diventerà la tua nuova famiglia.” Antoine riprese, sempre più sconcertato: “Ma… ma come? La mia famiglia non viene con me?” “Oh, no” disse quello “Non ci servono così tanti attori.” A quel punto Antoine tentò di rifiutare, allontanando la mano di Augusto che gli s’era avvicinata in segno di cortesia. Tuttavia al vedere questo, intervenne la madre che disse: “Antoine, ehi figlio mio, che ti succede, non era il tuo sogno unirti a questo circo? Avanti, noi ce la caveremo. Ci scriveremo. Non ti preoccupare per noi, amore mio. Tu non potrai fare niente con noi e quando la vita ti chiama, tu devi rispondere, avanti figlio mio. Quando avrai finito la tournée e passerai da questi parti, potrai ricordarti di noi ed intrattenerci con i tuoi prodigiosi trucchi o con le tue acrobazie.” A questo punto la madre fu soffocata da un pianto silenzioso che gli impedì di continuare. Tutti i familiari che lo circondavano annuivano e sorridevano, stropicciandosi gli occhi. A questo punto Antoine porse la mano ad Augusto e disse: “Sono pronto.” Salì in quella carrozza giocosa e con ampie gesta e lacrime copiose salutò la famiglia, gridando, mentre i cavalli trainavano il veicolo: “Addio, addio vite mie, prometto che ogni singolo gesto lo farò per voi e nulla mi farà dimenticare uno solo dei momenti passati insieme a voi.” Partì la carrozza mescolandosi tra le nebbie grigie che salivano dall’orizzonte, mentre il sole tramontava e il crepuscolo diffondeva nel cielo i suoi raggi dorati e scarlatti che s’infrangevano sul torrente che scorreva e gorgogliava lì vicino.
  
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