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Autore: LadyMarauders    07/11/2013    2 recensioni
- Come ti chiami?- fu la prima cosa che le venne in mente di chiedergli, infondo è la prima cosa che si fa quando ci si conosce.
- Ho tanti nomi, ma non me ne piace nessuno, dammi un nuovo nome tu, secondo te come potrei chiamarmi?-
Adorava dare i nomi alle persone a seconda del loro viso, lo faceva sempre, come faceva a saperlo? Ah già, era nel suo sogno.
- James, secondo me ti chiami James-
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era seduta su un dondolo, di quelli di legno che si trovano nelle case in campagna.

Non sapeva bene dove fosse, ma non gli importava, neanche si era accorta di essere seduta all'aperto. Non era poi così importante.
C'era un silenzio disarmante, non credeva di aver mai sentito, tanto silenzio. Non c'erano i versi di insetti, o traffico in lontananza, c'era solo il silenzio.
Si spinse un po con i piedi per dondolarsi e si accorse di avere ai piedi le sue converse blu, era strano vedersele ai piedi, non le indossava da molto, ma non era importante in quel momento, ma l'idea di indossarle la faceva sentire, stranamente, bene.
Non sapeva da quanto tempo fosse li, un ora, dieci ore, un giorno, non se lo ricordava, ma non aveva ne fame ne sete, non era stanca e non si stava annoiando, anche se era seduta li da sola.
Il silenzio fu spezzato da un rumore, “ finalmente” pensò, era un rumore di passi, qualcuno stava camminando verso di lei. Era da sola ma non aveva paura, chi potrebbe mai andare li per farle del male?
Dopo poco, come aveva predetto, spuntò un uomo, o forse era un ragazzo, non riusciva a capirlo, sembrava giovanissimo e vecchissimo allo stesso tempo, ma chi era lei per giudicarlo? L'uomo-ragazzo si avvicinò al suo dondolo.
- Posso sedermi?- chiese. Aveva una voce che la confuse ancora di più, era come per il suo aspetto, sembrava la voce di un ragazzino, ma nello stesso tempo era pesante come quella di un anziano. Davvero strano.
- Certo, prego-

Si sedette accanto a lei e rimase in silenzio. Guardava dritto a se, seguì il suo sguardo ma non vide nulla. Osservò l'uomo-ragazzo accanto a lei e si accorse che forse era stata troppo dura con lui, pensando che fosse vecchio,ma si sbagliava, no era proprio un ragazzo, non avrà avuto più di trent'anni, ma continuava a trovare, sul viso del ragazzo, qualcosa di antico.
Era bello, era stranamente bello, non perché non sarebbe dovuto esserlo, ma era bello in modo particolare. Le piacevano molto i ragazzi particolari.
Prima di tutto era vestito completamente di nero, jeans neri, camicia nera e delle scarpe laccate nere,aveva i capelli molto lunghi, quasi più lunghi dei suoi, ed erano di un colore strano, erano grigi, quasi bianchi. Forse erano i capelli che le avevano fatto credere che fosse un vecchio, ecco, ora capì il suo errore.
- Belle scarpe- disse lei, era una cosa stupida da dire, per iniziare una conversazione, ma non poteva parlare di niente, neanche del tempo, li non c'era tempo.
- Grazie mille, anche le tue non sono male, bel punto di blu-
- Già, non ricordavo neanche di indossarle, ti capita mai di non ricordare cosa porti addosso e devi controllare? -

Il ragazzo scosse la testa – no, non mi è mai capitato-
Che maleducato” pensò “ così mi fa sembrare una stupida”, ma infondo non era importante quello che lo strano ragazzo pensasse di lei, lei era li per rilassarsi, almeno quella era l'idea che si era fatta, doveva far finta che lui non ci fosse, ma non era facile, anche se era seduto abbastanza lontano da lei, sentiva la sua presenza, come se fosse alto tre metri. Ma non era alto tre metri, quindi non doveva farci caso.
Tossì leggermente,era quasi ora ti andare via, chiuse gli occhi e fece un lungo respiro, non c'erano odori li, neanche uno, ne buono ne cattivo, tossì di nuovo.
- Devo proprio andare – disse e il ragazzo le sorrise
- Ci vediamo dopo allora-

Lei scrollò le spalle – ok-

Aprì piano gli occhi, le faceva male la testa, come sempre d'altronde, si girò per mettersi a pancia in su e sentì i fili delle flebo tirarle il braccio.
- ehi tesoro, sei sveglia, buongiorno-

Era sua madre, seduta accanto al suo letto, da quando si era ammalata, sua madre era invecchiata sempre di più, intorno agli occhi aveva sempre delle occhiaie scure, era stanca, dormiva sempre in ospedale con lei, anche se le aveva spesso detto di tornare a casa, che farla dormire male su quelle poltrone, non l'avrebbero di certo fatta guarire.
Ma lei lo sapeva perché sua madre non andava via, aveva paura che la sua bambina sarebbe morta da sola, che non avrebbe potuto dirle addio, infondo non aveva tutti i torti.
- Come ti senti?-
- Meglio direi- non era una bugia, si sentiva meglio davvero, aveva dormito bene quella notte, non succedeva mai, tentò di ricordare il sogno che aveva fatto, ma ricordava solo che aveva fatto un errore, che aveva sbagliato qualcosa.
- Ti va di mangiare qualcosa? Tuo padre è riuscito a convincere le infermiere a farti mangiare qualcosa di buono sta mattina, è andato da Sturbucks e ti ha portato un cappuccino e un muffin al cioccolato, sono entrambi ancora caldi-

Ultimamente non amava molto mangiare, tutto aveva un sapore strano, ma visto che suo padre aveva sfidato le arpie del piano, non poteva sminuire la sua impresa, così, cercando di non pensare al sapore fastidioso, bevve il suo cappuccino e mangiò il suo muffin, c'erano qualcosa di noto in quei cibi, li aveva mangiati milioni di volte ma in quel momento non avevano il sapore di sempre, aveva un lieve ricordo del sapore della schiuma del cappuccino, ma non ricordava quasi più il sapore del cioccolato.
- Hanno deciso i dottoroni, che cosa fare di me? Quella nuova tecnica, hanno capito se possono tentare?-

Vide sua madre sbiancare di colpo e tentare di sorriderle, non era un buon segno.
- Non pensare a questo, tesoro, la dottoressa Franklin, dopo ti verrà a trovare e vedremo se ha saputo qualcosa, non ci pensare adesso, vuoi ancora dormire un po o vuoi fare qualcosa?-

Ci pensò un po su, anche se aveva dormito tanto, si sentiva ancora stanca, ovviamente erano le chemio che la buttavano così giù, non sapeva neanche più perché continuavano ad obbligarla a farle.
- credo che proverò a dormire ancora un po, puoi chiudere la finestra? Sento un po freddo-

Vide sua madre alzarsi e chiudere la finestra, sentiva gli occhi pesanti, li chiuse e non ci mise molto prima di addormentarsi.

 

   
 
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