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Autore: Rota    07/11/2013    1 recensioni
Piega il braccio in modo da alzare la mano a livello del petto e con un gesto rapido e deciso picchiettò le nocche delle dita contro la superficie dura della porta.
-Kiyoudai, è ora!

[Ishimaru Kiyotaka + Mondo Oowada - Pre Slash]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kiyotaka Ishimaru, Mondo Oowada
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: Rota
*Titolo: Questione di capelli
*Fandom: Dangan Ronpa
*Personaggi: Ishimaru Kiyotaka, Mondo Oowada,
*Genere: Fluff
*Rating: Verde
*Avvertimenti: Slice of life, What if...?, (Pre) Shonen ai
*Dedica: Al MIO fandom di Dangan Ronpa, quelle altre tre cosette che mi rallegrano il mercoledì sera e fanno la mia gioia (L)
*Note dell'Autore: Cosetta senza alcuna pretesa, davvero, e fatta solo per divertire. Io AMO questi due (L)
Buona lettura (L)

 

 

 

 

 

Piega il braccio in modo da alzare la mano a livello del petto e con un gesto rapido e deciso picchiettò le nocche delle dita contro la superficie dura della porta.
-Kiyoudai, è ora!
Si mette in posa d’attesa, piedi l’uno contro l’altro e figura ritta e tesa, aspettando una risposta che però non arriva; lindo e candido come la divisa che indossa, Ishimaru resta nella propria posizione per altri venti secondi esatti, poi si convince sia il caso di ripetersi.
-Kiyoudai, devi uscire dalla tua stanza.
Altri trentacinque secondi, e ancora niente. Qualcosa incomincia a insinuarsi nella mente di Ishimaru, come il sospetto che il suo kiyoudai sia così sproporzionatamente in ritardo da non avere neanche il coraggio di rispondergli - o che stia ancora dormendo, o che si sia fatto male e si ritrovi incapace a rispondergli. Volge uno sguardo appena al corridoio, lungo le porte ancora chiuse che deve ispezionare: se Kuwata-kun, dietro di lui, fa lo sforzo di arrancare in avanti, verso le sale comuni, trattenendo a stento uno sbadiglio, non è così certo che Hagakure-kun sia animato dalle stesse buone intenzioni, e lui ha il compito specifico di provvedere a questo inconveniente. Sta per accennare un passo, ma qualcosa lo ferma e gli fa alzare di nuovo lo sguardo sulla porta di Oowada. Più a lungo la fissa, più il dubbio diventa certezza, e quando finalmente apre la porta del compagno - accantonando per un secondo il senso di malcreanza nel violare così spudoratamente uno spazio intimo che non è il proprio - lo fa con la reale paura di ritrovarlo rivoltato in giù nella vasca da bagno o con la testa incastrata sotto le assi del letto, e se non si ritrova a pensare peggio è solo perché non ne ha effettivamente tempo.
Il tanfo di uomo trasandato non è così intenso come se lo ricorda, però trova più disordine sporco, sotto il letto un paio di calzini e quella che riconosce essere biancheria intima usata, un cuscino sul tappeto e un paio di scarpe appese per i lacci al bracciolo di una sedia. Mentre è intento a decidere se le lenzuola sfatte sul letto e raccolte tutte in un punto possano contenere il cadavere ormai sfatto di Oowada, gli giungono alle orecchie dei distinti gemiti, provenienti dal piccolo bagno della stanza. Scavalca i cumuli di immondizia come un vero atleta e giunge alla meta, spalanca la porta con impeto sovrannaturale e grida - non che di solito non lo facesse, ma questa volta si impegna particolarmente.
-Kiyoudai, sono qui per te!
Se il pettine di Mondo non cade, è solo perché è ancora incastrato tra i suoi capelli biondi, come da venti minuti a quella parte; in compenso, il ragazzo è così tanto preso alla sprovvista che fa un balzo e picchia il vetro davanti a sé con la testa. Si ritrova a gemere piano a terra qualche secondo dopo, con il capo stretto tra le mani.
-Kiyoudai, perché urli a quel modo?
Ishimaru soccorre il ferito e cerca sulla sua persona traumi o tagli particolari.
-Stai bene? Non sei infortunato, vero?
Mondo lo guarda male quando finalmente riesce a rimettersi in piedi, ma gli risparmia una cattiveria facile.
-No, sto bene.
-Non mentire, non puoi stare bene! Sei in ritardo! Dimmi che ti succede!
Mondo lo guarda male per la seconda volta: non che gli dia la colpa di qualcosa, ma ogni tanto si dimentica come Ishimaru possa essere irritante e molesto - come se se potesse prendersi il lusso di ignorare, anche solo un giorno della sua vita da allievo della Academy of Hope, l’assoluta devozione alla perfezione comportamentale del compagno.
Si libera della sua presa con un gesto più brusco del dovuto e indica i propri capelli sciolti e liberi, come bagnati e distesi lungo tutto il suo volto. L'altro sbatte solo un paio di volte le palpebre, prima di riprendersi.
-Lega i tuoi capelli e finisci di prepararti. Non possiamo arrivare in ritardo!
La sua replica fa infuriare ancora di più Mondo, colto dalla pochezza solita di tatto dell’altro.
-Come potrei presentarmi in classe conciato a questa maniera?
-Non credo sia importante, rimani sempre il mio kiyoudai.
Se questo placa Mondo per qualche istante, ha però la capacità di raffreddarlo solo in parte.
-Finché non ho finito, non mi muovo da qui!
E prima che Ishimaru possa replicare in qualche modo, gli volta le spalle e torna a guardarsi allo specchio, iniziando di nuovo a litigare con pettine e capelli.
La soluzione più ovvia, per l’altro ragazzo, sarebbe trascinarlo di peso alle lezioni, anche se ancora mezzo nudo e persino senza scarpe ai piedi, ma considera le loro diverse stazze e deduce che non gli sarebbe possibile. Pensa anche di tramortirlo per il proprio scopo, ma è quasi sicuro che da qualche parte sul regolamento siano vietate le risse fra compagni di classe, quindi desiste. Pensa persino di iniziare un lungo discorso sulla morale e sul dovere, ma teme di perdere altro tempo prezioso e quindi scarta anche questa opzione.
Torna all’improvviso sul volto di Mondo e lo trova così concentrato e teso come poche altre volte l’ha davvero visto; comprende, in un’epifania, come tutto quello sia per lui davvero importante - come se lui fosse impossibilitato a indossare la sua preziosa divisa e si dovesse presentare un giorno in classe con gli altri. Non si sentirebbe per niente a proprio agio. Per questo esce dalla stanza e recupera una sedia, velocemente.

 

Mondo chiude gli occhi quando i denti del pettine gli sfiorano la pelle sensibile della nuca - ha il mento sollevato e la testa all’indietro, quindi è sicuro che Ishimaru veda la sua espressione rilassata senza che lui aggiunga suoni di alcun genere. L’altra mano di lui è sulla spalla, adagiata placidamente, e quasi lo accarezza. Non ci sono più nodi, tra i suoi capelli, ma Mondo non ha proprio l’intenzione di farlo notare e di fermare quella meticolosità che, per una volta, gli fa davvero piacere.
-Kiyoudai, così va bene?
Mondo schiude appena gli occhi e può vedere nel riflesso dello specchio la figura di Ishimaru, dietro di lui, così attento ai suoi capelli - lo sente anche a dire il vero, proprio contro la sua schiena, e non può far altro che conservarlo nel suo stato di quiete. Non risponde e Ishimaru seguita nel proprio operato, passando e ripassando col pettine tra le mani su tutto il suo capo, lasciando fluire i ciuffi scuri fino alle spalle.
Arrischia a toccarli una sola volta, per verificare anche con mano di non aver lasciato nodi di qualche tipo - Mondo è caldo e i suoi capelli sono morbidi. Guarda anche la banana gialla, così lavorata e costruita, e non può che esserne orgoglioso; tocca anche quella con la punta delle dita, ed è quasi felice.
-Ora sei pronto, kiyoudai.
Alza lo sguardo allo specchio e può vedere come Mondo lo stia guardando - non può immaginare da quanto tempo né in realtà se lo domanda davvero. Sembra condividere con lui lo stesso grado di felicità, nel sorriso accennato sulle labbra e l’espressione di nuovo soddisfatta.
-Grazie a te, kiyoudai!
E Ishimaru non possiede tutta quella malizia per cominciare a chiedersi se certe parole siano davvero volute, o se certe affermazioni sottintendano un’importanza maggiore: Mondo non ha intenzione di spiegargli nulla, perché con una tale forzatura Ishimaru si sentirebbe in un qualche modo manipolato e tutta la bellezza del suo sentire genuino svanirebbe . Quindi Mondo si alza dalla sedia e va a recuperare i vestiti mancanti.
-Ora possiamo andare.
A questa affermazione, Ishimaru guarda l’orologio appeso alla parete della stanza- e se non muore anche fuori, oltre che dentro, è solo perché non vuole arrivare ancora più in ritardo.

   
 
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