Quando
riaprì gli occhi
Leon sospirò,
fissando affranto il
quaderno di matematica e
rivolgendo uno
sguardo supplicante ad un impassibile Togami seduto di fronte a lui.
La biblioteca era silenziosa e l'unica eccezione parevano essere solo i
loro
respiri, accompagnati da quelli della bella Sayaka Maizono seduta ad un
tavolo
poco distante dal loro.
La ragazza era entrata da qualche minuto con un sorriso, scusandosi per
il
disturbo, ma dicendo che anche lei aveva bisogno di un posto tranquillo
dove
studiare, perché doveva recuperare decisamente troppi argomenti: essere
una idol
aveva i suoi inconvenienti e trascurare parte della propria vita
scolastica era
proprio uno di quelli.
E da quel momento Kuwata aveva mandato totalmente al diavolo la
concentrazione.
Non che prima fosse stato particolarmente produttivo, ma per lo meno
era
riuscito a seguire Togami per buona parte delle sue spiegazioni,
perdendosi a
metà strada fra la rappresentazione di una curva e la dimostrazione di
un
teorema.
Il giovane erede non era particolarmente entusiasta del suo ruolo
di tutor, ma essendo il migliore in
quella
materia ed essendo Kuwata l'ultima delle
capre —
gentile nomignolo che aveva
deciso di affibbiargli —, il preside aveva ben pensato di proporre — o
meglio
imporre — a Leon di chiedere aiuto proprio a Togami.
Quindi, l'aspirante musicista aveva deciso di mordersi le labbra, la
lingua e
l'interno della guancia, andando ad elemosinare ripetizioni a quel
dannato stron-...
Mise fine alla sua sequela di considerazioni quando Togami, iniziando a
raccattare
le proprie cose, parve del tutto intenzionato a mollarlo lì, fra i suoi
sospiri
e le sue fantasticherie su quanto sarebbe stato meraviglioso essere
seduti
vicino a Sayaka, sentire il suo profumo, causarle una dolce risata.
Si riscosse di colpo, allungandosi verso di lui e trattenendolo per un
braccio,
ricevendo in tutta risposta una delle occhiate più disgustate che
avesse mai
visto.
Ma quel suo gesto poteva essere spiegato anzi tutto perché era
disperato:
fallire anche quel compito di matematica avrebbe significato la sua
rovina; e
in secondo luogo non è che avesse poi
tutto quel fegato per riuscire a restare da solo nella
stessa stanza con
Maizono.
"Togami! Non puoi mollarmi ora!" gli disse in un sussurro concitato,
cercando di non attirare l'attenzione della ragazza.
"Ho davvero bisogno del tuo aiuto!" aggiunse in preda al panico,
perché, sul serio, non aveva alcuna
voglia di tornare alla sua vecchia scuola.
Togami spostò lo sguardo dalla presa sulla sua giacca al viso del
giovane
Kuwata e in quel breve viaggio la sua espressione si fece dapprima
fredda, poi
irritata ed infine indignata.
"Non ho la minima intenzione di continuare a sprecare il mio tempo
prezioso con te."
"Ma..."
"A differenza tua, dannata capra, io avrei da fare." aggiunse
velenoso, mentre su un foglio di carta scriveva quella che sembrava la
traccia
di un'equazione.
"Continua pure da solo o al limite va' a farti aiutare da Maizono:
dovreste riuscire a formare un cervello funzionante, insieme."
concluse,
lasciando sul tavolo l'appunto con un gesto sprezzante, per poi
mettersi la
borsa in spalla ed abbandonare la biblioteca.
In quegli attimi, il volto di Leon subì una quantità incredibile di
metamorfosi, dovute per lo più alle emozioni che si susseguirono una
dopo
l'altra con velocità disarmante:
incredulità, disperazione, supplica, rabbia e poi
sbigottimento lo
lasciarono lì seduto a fissare con le labbra schiuse il punto dove
Togami era
scomparso.
Dannato figlio di putta-...
Deglutendo e sfiorandolo appena, quasi fosse un'arma
biologica, Leon attirò
a sé il foglio che Togami gli aveva messo di fronte, dove era stata
lasciata la
traccia di un'equazione da rappresentare.
E lui odiava i grafici.
Da fiero disordinato e caotico provetto, non faceva altro che disegnare
linee
storte ed imprecise, per enorme gioia del professore che, ovviamente, non mancava mai di azzerare
il punteggio dei suoi
compiti proprio a causa di quella sua incapacità.
Sospirò, grattandosi una tempia con il tappo della penna e tentando
davvero di
provare a trovare una soluzione a quell'equazione, ma dopo aver letto
per la
terza volta la traccia — senza metterci il minimo impegno, ad essere
onesti —,
si passò le mani tra i capelli in un gesto frustrato, sbuffando
rumorosamente.
Sayaka aveva notato quei movimenti, ma preferì restare in silenzio e al
proprio
posto, perché non avrebbe voluto offendere Kuwata provando ad offrire
il suo
aiuto; e si sorprese non poco quando il giovane, sorriso tronfio alle
labbra a
mascherare l'imbarazzo — peccato che le punte delle orecchie rosse
dicessero
tutto sul suo stato d'animo —, le si rivolse con un'esitazione appena
accennata.
"Maizono! Ecco, so che anche tu sei piuttosto impegnata, ma... dopo
domani entrambi
abbiamo il compito di matematica, no? Ti andrebbe di aiutarmi
con questa
equazione? Ci... esercitiamo insieme! Quell'idiota di Togami mi ha
mollato di
punto in bianco."
Aveva parlato con quella che, probabilmente, secondo i suoi standard
poteva
dirsi "virile sicurezza", ma a dire il vero la sua voce a tratti era
suonata come una sorta di supplichevole squittio.
Però Sayaka non disse nulla al riguardo: si limitò a spostare la
propria sedia
e fargli spazio al suo fianco con un sorriso.
"Certo, non ci sono problemi."
E l'entusiasmo fanciullesco che si dipinse sul viso di Leon a quella
risposta
la fece ridere appena, perché l'espressione di quegli occhi azzurri
s'era fatta
d'un tratto così bella da intenerirla.
(x²
+ y²
-1) ³ - x²y³ = 0
Riscrissero più volte la traccia dell'equazione ed infine fra
un'imprecazione
di Leon e la titubanza di Sayaka, riuscirono ad arrivare alla soluzione
e,
quindi, al grafico.
Leon tracciò subito la prima curva, ma venne corretto quasi
immediatamente
dalla ragazza che, con una lieve risata, ne sistemò la forma.
Allora, Kuwata disegnò la seconda parte della rappresentazione — la
punta della
lingua gli sporgeva dalle labbra per la troppa
concentrazione —; e sbatté le palpebre un paio
di volte, incredulo di fronte al risultato finale.
È un cuore..?
Si voltò verso Sayaka con fare interrogativo, ma la ragazza
teneva lo
sguardo basso su un punto imprecisato del tavolo, mentre le guance le
si tingevano
teneramente di un rosa intenso.
Maizono era una idol, sapeva come usare il proprio sex appeal, era
consapevole
del proprio corpo e della propria bellezza, ma a causa di quel ruolo le
era
anche vietato un qualche tipo di rapporto più profondo con un ragazzo.
Di conseguenza, non che fosse inesperta, ma sicuramente non aveva mai
avuto un
particolare approccio romantico con l'altro sesso.
Ed ora Kuwata le si presentava con una
cosa del genere...
Da parte sua, Leon era praticamente diventato tinta unita coi propri
capelli,
un po' a causa dello sforzo per capire se quel bastardo di Togami lo
avesse
fatto di proposito o meno, un po' perché la situazione era decisamente
imbarazzante.
Stava per aprir bocca, scusandosi
per
quell'inconveniente, che non intendeva fare nulla di strano, sul serio; ma quella sorta di felicità
che vide tingersi nell'espressione di Sayaka quando si voltò a
guardarla per
parlare, lo fece desistere.
"Kuwata, ti ringrazio davvero." gli disse, avvicinandosi di poco al
suo viso. "Nessuno aveva mai fatto una cosa simile per me." aggiunse,
poi, in un soffio delicato, posandogli un bacio su una guancia.
E mentre la gioia lo divorava, masticandolo per bene, ed il calore al
volto si
intensificava fino a poter bollire un uovo, Kuwata si sentì di colpo
davvero in
debito con Togami.
Giorni dopo, quando fra un balbettio confuso e sguardi che tentavano di
evitare
un contatto diretto, Leon riuscì a chiedere un appuntamento a Sayaka —
la
quale, in un modo o nell'altro, aveva rimandato alcuni impegni della
giornata —,
Kuwata si precipitò quasi d'impulso verso la camera di Togami e il
sorriso che
aveva stampato sul viso non scomparve neanche quando lo sguardo di
distaccata superiorità dell'altro giovane si posò lungo tutto il suo
profilo.
"Cosa vuoi, Kuwata?"
Leon gli prese una mano d'istinto, per poi stringerla e scuoterla
energicamente, sotto l'espressione sempre più contrariata di Byakuya.
"Grazie Togami! Quando diventerò una star, non mi dimenticherò di
te!" gli fece felice, prima di voltarsi tutto soddisfatto e tornare
canticchiando verso la propria stanza.
L'erede quasi gli gridò contro che, dannato
cretino, gli bastava passasse quel ridicolo compito di
matematica, ma Leon già
non lo ascoltava più: ad occhi chiusi, entrando in camera, immaginò quel primo
appuntamento con Sayaka; e
provando a guardare un po' più in là nel futuro, quasi si vedeva su un
palcoscenico
con una band a dedicare quel successo, la
propria vita, alla sua meravigliosa idol.
Però, quando riaprì gli occhi, non ci fu il disordine della sua stanza
ad
accoglierlo e nemmeno una folla urlante, estasiata di fronte alla sua
performance.
Non lo accolse Sayaka — l'aveva lasciata a terra, sanguinante, in preda
agli
spasmi della morte — e neanche Togami che gli sibilava contro che, ottusissima capra, il campo di esistenza
di una funzione non si determinava in quel modo.
C'era il dolore.
Così tanto da accecarlo.
Così intenso da rendere mute le sua grida ormai roche.
Così spaventoso da sottrargli la possibilità di piangere ancora una
volta —
come aveva fatto lavando dalle mani il sangue di Maizono, ma non
scivolava via,
non scompariva; grattava la pelle, eppure il rosso del crimine, della
colpevolezza, di un gesto a lui stesso incomprensibile era lì,
bruciante, e
neanche le lacrime del delirio cancellavano le macchie cremisi.
Un incubo.
Io non voglio morire.
Sentiva il corpo pesante come se fosse fatto di plastica,
come se fosse stato
una marionetta ormai rotta da rinchiudere in una teca.
L'ultima cosa che vide, spalancando gli occhi azzurri, fu il volto di
Sayaka
dormiente.
L'ultima cosa che sentì fu il profumo dei suoi capelli, mentre vi
giocherellava
alla luce di uno dei tanti tramonti che avevano bagnato d'arancione le
aule
della Hope's Peak.
Ah, probabilmente s'era appisolato anche lui assieme alla ragazza...
Nessuna disperazione, nessuna morte orribile.
"Prima
o
poi... mi sveglierò."
*Owari*
Salve!
Erano secoli che
desideravo scrivere qualcosa del genere, una SayaLeon, e
finalmente in un flash di ispirazione momentanea questo è quello che ne
è
uscito. XD
Togami non potevo non
renderlo partecipe, lo amo troppo <3, quindi mi scuso
se possa essere risultato OOC! °3°
Spero che nella sua
brevità questa one-shot possa essere piaciuta!
Un bacio, grazie per
aver letto!
Iria.