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Autore: foschi    10/11/2013    3 recensioni
Due mesi erano già passati dalla morte di Donatello. Casa Hamato era nel lutto totale ed il dolore era troppo grande per essere facilmente imbottigliato. Soprattutto per Raphael, il quale non si rassegnava lontanamente ad accettare la perdita del suo Donnie.
Il piccolo David, frutto dell'amore del genio e della testacalda era momentaneamente accudito dal distrutto sensei, il quale cercava ugualmente di essere una spalla forte per i suoi tre figli rimanenti. Qualche volta, però, nel cuore della notte, le lacrime cadevano, tanto era il dolore paterno per la perdita di un figlio tanto speciale.
Raph non era in grado di occuparsi di David, anche perché, la sua mente annebbiata dal dolore, cominciava a nutrire un solo sentimento per il bambino di otto settimane.
L'odio.
-E' colpa tua se Donnie non c'è più...- aveva sussurrato, in una notte, accanto alla culla: -Nemmeno ti avrei voluto!-.
Avrebbe voluto fargli del male, tanto quanto ne provava, ma ogni volta che alzava il Sai verso l'anima innocente, qualcosa lo fermava. Era un lampo istantaneo che raffigurava il dolce volto di Donnie, sfumato dalla terribile mano della morte. Quello stanco sorriso. David era tutto quello che gli rimaneva del genio.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una nueva razòn de vida...

 

 

 

Saaalve bella gente! :D

Dite la verità vi sono, mancata? xD Scusate la mia assenza, ma la scuola mi sta lettereralmente uccidendo -_-

Comunque, ho trovato un buco per pubblicare questa storia. Questa storia vuole presentarsi come seguito di "Estoy siempre junto a ti" solo che descrive il rapporto di Leo e Mikey e la nascita di Auguste! ^_^

Come sempre, vorrei ringraziare mikeychan, ladyzaphira e ka93 per il loro sostegno! *^*

Ed ora buonba lettura! :D

 

 

 

Due mesi erano già passati dalla morte di Donatello. Casa Hamato era nel lutto totale ed il dolore era troppo grande per essere facilmente imbottigliato. Soprattutto per Raphael, il quale non si rassegnava lontanamente ad accettare la perdita del suo Donnie.
Il piccolo David, frutto dell'amore del genio e della testacalda era momentaneamente accudito dal distrutto sensei, il quale cercava ugualmente di essere una spalla forte per i suoi tre figli rimanenti. Qualche volta, però, nel cuore della notte, le lacrime cadevano, tanto era il dolore paterno per la perdita di un figlio tanto speciale.
Raph non era in grado di occuparsi di David, anche perché, la sua mente annebbiata dal dolore, cominciava a nutrire un solo sentimento per il bambino di otto settimane.
L'odio.
-E' colpa tua se Donnie non c'è più...- aveva sussurrato, in una notte, accanto alla culla: -Nemmeno ti avrei voluto!-.
Avrebbe voluto fargli del male, tanto quanto ne provava, ma ogni volta che alzava il Sai verso l'anima innocente, qualcosa lo fermava. Era un lampo istantaneo che raffigurava il dolce volto di Donnie, sfumato dalla terribile mano della morte. Quello stanco sorriso. David era tutto quello che gli rimaneva del genio.
Lo sguardo nocciola del cuccioletto era identico a suo padre defunto e proprio per questo motivo, Raph non aveva mai il coraggio di ucciderlo o fargli del male...
Ma il destino aveva in serbo qualcosa per alleviare almeno in parte il dolore della famiglia Hamato...

******************************

Leonardo continuava a fendere l'aria con le sue katana, cercando di provare a cancellare dalla mente l'immagine della morte di suo fratello. Eppure, a niente valevano i suoi allenamenti intensivi. Lui non poteva fare a meno di sentirsi in colpa per Donnie.
Un piccolo pianto infantile risuonò dalla sua camera da letto condivisa con il giovane Michelangelo.
-Strano- mormorò Leo, rinfoderando le katana: -David non lascia mai la stanza del sensei-.
Accigliato, il leader preferì andare a controllare di persona.
Varcando la zona diurna, attraverò il breve corridoio buio, fermandosi quando gli parve di sentire dei dolci sussurri, dostorti da singhiozzi soffocati. Leonardo divenne serio e strizzando gli occhi, riconobbe la figura di Mikey seduto sul loro letto matrimoniale, con David fra le braccia.
"Adesso ho capito" pensò l'azzurro: "Mikey è sempre troppo carino... e vederlo stringere il piccolo...".
Non continuò il suo pensiero quando entrò nella buia camera, il più lentamente possibile. I suoi occhi ramati intravidero quelli azzurri della sua dolce metà, mentre David stringeva la coda della maschera di Mikey, addormentandosi.
-Era spaventato perché il sensei è andato momentaneamente da Daymio- spiegò l'arancione, accarezzando il piccolo: -Mi sembra di avere un piccolo Don in braccio-.
Leo sorrise e si sedette accanto al suo amore, avvolgendogli un braccio intorno alle spalle. Guardò David... in quel momento, sembravano proprio una bella famigliola...
-Mi manca...- mormorò Mikey, baciando la fronte del bambino addormentato.
-Manca molto anche a me...-.
Leonardo corrucciò la fronte al ricordo della morte di Donatello ma strinse Mikey al petto, accarezzando la piccola copertina gialla che avvolgeva David. L'arancione appoggiò la guancia sull'incavo del collo del suo compagno, sospirando. Il silenzio in quella casa era molto fastidioso...
Ma non sarebbe durato a lungo...
-Leo... ecco... dovrei dirti qualcosa...- mormorò l'arancione, cullando David.
L'azzurro non fece neppure in tempo ad ascoltare che un rumore provenne dal salone...

******************************

La porta d'entrata sbatté con violenza, seguita da un borbottio indecifrabile. Passi indecisi si stavano trascinando verso il divano. La sua maschera rossa era inconfondibile.
Raphael, completamente ubriaco fradicio, cadde pesantemente seduto sul divano, incurante he la tv fosse spenta e che l'intera tana era al buio. Il suo fiato era carico di litri e litri di un mix diverso di alcool, ma le lacrime calde cadevano continue sulle sue guance smorte. Il suo Sai sinistro era grondante di sangue e una profonda ferita capeggiava sul fianco sinistro.
Che cosa gli era accaduto?
Un battito di mani. Le luci più soft del soggiorno si accesero, secondo il vecchio sistema d'illuminazione del genio. Raphie strizzò gli occhi, ringhiando appena.
-Che cosa hai fatto?-.
La voce di Leonardo era carica di preoccupazione allo stato di Raph, il quale distinse Mikey con in braccio David, affiancato dall'azzurro. In quello stato nebbioso di ebbrezza, il focoso si alzò barcollante dal divano, avvicinandosi minacciosamente al minore della famiglia.
-Che...- mormorò, stringendo i pugni: -Che cazzo di fai con mio figlio in braccio? Non devi toccarlo!-.
Mikey sbatté le palpebre, incredulo, ma David frignò teneramente. L'aria si era pericolosamente appesantita. Leonardo osservava il volto spento di suo fratello secondogenito: era incredibilmente infuriato.
-David aveva fame e così gli ho dato da mangiare. Sono pur sempre suo zio- si difese Mikey, calmo.
Raph guardò suo figlio che sonnecchiava e ruggì: -Questo è il figlio mio e di Donnie... tu non puoi prendertene cura!-.
Era evidente che il dolore cominciava a venir fuori con tutto l'alcool in corpo... Michelangelo era consapevole di questo e rimase in ascolto, stringendo, però, David maggiormente.
-E'... colpa sua se Donnie non c'è più...- sussurrò il focoso, indicando il piccolo, prima di urlare: -DONNIE E' MORTO PER CAUSA SUA!-.
Le lacrime caddero ancora, per l'ennesima volta. Furioso più che mai, Raphael afferrò il Sai grondante di misterioso sangue, puntandolo dritto verso il piccolo David, il quale aprì gli occhi e fissò suo padre...
Lo stesso che avrebbe messo fine alla sua vita.
Leonardo urlò, implorando di non compiere quell'atto ignobile, ma il focoso era completamente perso nella sua rabbia. Il Sai viaggiò a velocità sovrumana, percorrendo la traiettoria che aveva come meta il cuore di David come centro. Ma Mikey non l'avrebbe permesso... non se sapeva con quanta gioia Donnie lo aveva atteso...
-NO!- urlò, mostrando tutto il suo coraggio.
Fu questione di un attimo: un disgustoso odore di carne lacerata precedette un fiume scarlatto vivo e caldo. La lama del Sai non aveva trovato ostacoli, nemmeno contro la durezza dei pettorali fraterni. Il volto di Michelangelo era pallido, lo sguardo ampio e spento, ma David protetto con le braccia. Leonardo non riusciva a dire neppure una parola: completamente gelato, se ne stava lì a fissare l'orrore.
-N... non puoi uccidere David...- mormorò Mikey, con occhi pesanti: -Non uccidere il nostro Donnie... non portarcelo via...-.
Raphael ansimò: perle di sudore caddero lungo la sua fronte, scurendo appositamente la maschera. Indietreggiando, i suoi occhi cancellarono il telo rosso della pazzia, mostrando chiaramente ciò che era riuscito a compiere.
Il Sai era sprofondato nel petto di Michelangelo... forse vicino al cuore...
Forse lo aveva ucciso...

******************************

-Mikey, posso parlarti un attimo?-.
Donnie era sulla soglia della cucina, dove l'arancione stava preparando una torta per festeggiare, a modo suo, il quinto mese di gestazione del genio. Mikey aveva sorriso, adocchiando la pancia grossa ma non abbastanza dell'altro, il quale aveva chiuso la porta alle spalle.
Mikey aveva la netta sensazione che qualcosa turbava Donatello e così, posta la scodella con la crema sul top della cucina, si era seduto accanto al fratello.
-Donnie, che c'é?- aveva chiesto, afferrandogli una mano.
Il genio teneva lo sguardo basso, con un sorriso triste: -M... Mikey... sono così orgoglioso di questo bambino... ma ho paura...-.
-Che paura? Ci siamo noi con te, ricordatelo sempre!-.
-Ho paura di non riuscire a vedere la nascita di questo fascio di gioia... ho paura perché sento che un pericolo è vicino a noi...- aveva continuato il genio.
Michelangelo aveva spalancato gli occhi e lo aveva abbracciato dolcemente: -Donnie, non possiamo sapere il futuro... ma possiamo prevenire sul presente-.
-S... sì, è... è vero- aveva risposto l'altro, accarezzandosi la spessa pancia sprovvista di cintura: -Non ho detto nulla a Raph-.
-Lui è orgoglioso del bambino, vero?- sorrise Mikey, cercando di cancellare le lacrime del fratello.
-Sì, ci ama di più- rispose l'altro, sorridente: -Questo mi aiuta in questa mia nuova fase di vita-.
-Lo sai, anche a me piacerebbe essere un papà!- aveva confessato Mikey, arrossendo: - Magari con Leo... ma, non adesso!-.
Donnie aveva stretto il fratellino al petto, respirando dolcemente: -Tutto per tutto, tempo al tempo-.
Mikey capì il vecchio proverbio del sensei e annuì. La felicità era l'arcobaleno dopo la pioggia...

******************************

Raphael era nella stanza di Donnie, seduto sul letto di quest'ultimo, con la testa nelle mani. Aveva ucciso il suo fratellino, che aveva protetto il piccolo David.
"Non uccidere il nostro Donnie... non portarcelo via..."
Quelle parole riecheggiavano turbolente nella mente. Lacrime enormi caddero sulle guance del rosso, il quale singhiozzò liberamente, incapace di credere a ciò che la sua mente, in preda alla morsa dell'alcool, era riuscito a compiere.
-Mi dispiace, Donnie...- pianse: -Non voglio farti del male... non voglio affatto uccidere il nostro bambino... Mikey aveva ragione... il nostro bambino... Quello che rimane di te!-.
Preso dall'angoscia più totale, si alzò silenziosamente, dirigendosi nella stanza di Leonardo. Quest'ultimo era andato, con Leadtheread a soccorrere il povero Mikey.
"Mi dispiace..." singhiozzò mentalmente, quando passò davanti alla porta chiusa del laboratorio. Cosa non avrebbe dato affinché fosse aperta...!
Raggiunse lentamente la camera scelta, individuando la culla di David. Il piccolo dormiva pacificamente, con una tutina gialla addosso ed un peluche a forma di tartaruga, con una maschera viola al collo. Raph si avvicinò al suo bambino, poggiando una mano sulla sbarra nera del piccolo nido.
"David... che razza di padre che sono..." mormorò mentalmente, accarezzando il volto del neonato con affetto.
-Non volevo arrivare a tanto...- proseguì a voce: -Non ci sono scuse per ciò che ho fatto... il dolore mi ha reso pazzo-.
Scoppiando in silenziose lacrime, non si accorse che due occhioni nocciola lo fissavano con tenerezza. Il piccolo David strusciò il viso contro la calda mano paterna, emettendo piccoli squittii di piacere. Il focoso se ne accorse e guardò il suo bambino. Fu in quell'istante che comprese davvero perché Donnie aveva sfidato il tempo pur di far nascere David. L'amore di un genitore era immenso.
-David...- soffocò il focoso, afferrando e stringendo al petto il bambino felice: -Perdonami, ti prego... non volevo! Non volevo! Guarda il mio Sai! Ho perfino ucciso un teppista solo perché aveva la ragazza!-.

Un'ombra guardava tutta la scena, appositamente nascosta dalle tenebre delle 01:20 del mattino. Occhi ramati precedentemente rabbiosi si erano ammorbiditi alla moltitudine di baci che il rosso stampava sul volto di quel piccolo Donnie...
"Finalmente hai capito..."

...

******************************

Leonardo era tornato da Michelangelo, dopo che Leadtheread era riuscito a impedire che il Sai ponesse fine alla vita del minore. La punta dell'arma, per fortuna, non aveva intaccato il muscolo cardiaco.
-Mikey...- sussurrò il leader, sedendosi accanto al suo amore: -Mikey, perché non me lo hai detto?-
Leo baciò la mano del suo amante, chiudendo gli stessi occhi acquosi che avevano fissato sbalorditi il volto di Leadtheread...

Leonardo attendeva impaziente che Leadtheread riuscisse a salvare la vita della sua dolce metà. Maledicendosi per non aver impedito un simile orrore da parte di Raphael, aveva affondato il volto nelle mani, incapace di pensare lucidamente.
Uno scatto: la porta che conduceva in un'altra zona del laboratorio si era aperta, mostrando Leadtheread con il volto stanco.
-Allora?- aveva chiesto l'azzurro, tremando.
-Sono riuscito a impedire che l'emorraggia intaccasse altre zone vitali di Michelangelo... e del suo bambino-.
L'azzurro ampliò gli occhi: -B... bambino?-.
Il coccodrillo aveva annuito, sorridendo: - Immagino che non te ne abbia parlato. Sì, Michelangelo è in attesa di una nuova vita-.
-C...che... io... insomma... Mikey...- borbottò Leonardo, mollandosi due schiaffi sulle guance: -Sarò padre?!-.
-Sì, Leonardo... ma questa volta faremo più attenzione quando sarà il momento della nascita...-.
-Per non ripetere l'errore...-

...

******************************

-Mmh...-.
Leonardo scattò dalla sua trance di pensieri, alzandosi dalla sedia sulla quale si era seduto: -Mikey?-.
Il bip cardiaco era un sottofondo piacevole; il respiro della tartaruga arancione risuonava sotto la maschera d'ossigeno sulle labbra. Il petto era cucito e bendato ed una flebo era collocata nel braccio sinistro.
Gli occhi azzurri di Michelangelo si aprirono, finalmente, vagando alla ricerca di un volto familiare in quel buio, sfumato di blu da vari led di macchinari medici.
-Leo?- gracchiò stancamente.
-Sì, amore mio...- sorrise l'azzurro, cercando di non lasciar cadere altre lacrime: -Come ti senti?-.
-Stanco-.
La mano destra dell'arancione si posò sulla sua pancia, dove l'esserino viveva: -Leo... devo dirti qualcosa-.
-Saremo genitori- anticipò felicemente l'azzurro: -Leadtheread l'ha scoperto quando ti ha operato...-.
L'altro annuì, voltando il capo altrove: -Mi dispiace. Volevo dirtelo... ma non trovavo il coraggio... e poi non era un buon momento, a causa della perdita di Donnie...-.
-Mikey... lo so, ma...- ribatté morbido Leo, baciandogli la fronte: -Ma io voglio questo bambino... e lo voglio con te-.
L'arancione sorrise imbarazzato, chiudendo gli occhi per ricordare il suo piacevole momento hot con l'azzurro...

Mikey singhiozzava con una foto di Donnie stretta al petto. Faceva troppo male sapere che il genio non sarebbe stato più tra loro, d'ora in poi. Le lacrime fluivano dai bei occhi azzurri, bagnando la maschera e le guance. Ora, tutto non avrebbe avuto più senso...
Due braccia muscolose avevano avvolto il corpo piccolo dell'arancione, il quale aveva aperto gli occhi, riconoscendo un secondo volto bagnato.
-L... Leo?-.
L'azzurro lo aveva stretto a sé, baciandolo sulla fronte. Il suo dolore si era unito a quello del fratellino, i cui singhiozzi sembravano calmarsi un po'.
-Mikey- aveva mormorato il leader, avvicinando le sue labbra all'altro per donargli un bacio puro e dolce, come sollievo momentaneo.
L'arancione non aveva opposto resistenza ed aveva ricambiato, incurante che la sua coda si dibatteva feroce sul piumone. In quell'istante, aveva bisogno di essere consolato. Leonardo lo guardava, prendendogli il viso nelle mani. I loro occhi si specchiavano, mostrando dolore ed amore. Senza altre parole, l'azzurro aveva disteso Mikey dolcemente sul letto, mettendosi a ginocchioni su di lui. Aveva bisogno di quello in un momento simile?
-Leo, io ti amo- aveva detto l'arancione, allargando le gambe.
-Anche io, Michelangelo. E molto-.
Leonardo aveva massaggiato l'interno delle cosce dell'arancione, muovendosi sapiente, fino a raggiungere le zone intime. L'indice destro aveva percorso dolcemente il lieve rigonfiamento che premeva contro i piastroni dell'inguine. Un piccolo sorriso si era formato sulle labbra del leader, mentre infilava pollice ed indice in quella fessura intima per toccare ed estrapolare il membro.
Mikey gemeva piacevolmente. Non poteva nascondere il piacere che provava quando il calore della bocca di Leo aveva inghiottito il suo pene. Le mani dell'azzurro giocavano con la coda dell'altro, mentre il membro della tartaruga più grande cadeva e veniva spinto dolcemente nell'ano del giovane.
Lacrime di piacere si erano unite a quelle di dolore, dando un tocco più dolce e sensibile a Michelangelo. Rilasciato il seme che macchiò i piastroni superiori di Leonardo, un bacio era necessario per confidare un amore che non si sarebbe certamente fermato lì...

Leonardo accarezzò la pancia piatta del suo compagno, mentre lo guardava con puro amore.
-Mikey... sebbene sia un momento triste, non potevi darmi una notizia migliore...-.
L'arancione sorrise e si accoccolò meglio sul cuscino, solo per trarre sostegno dalle labbra di Leo sulle sue...

******************************

Il tempo passava. Oramai, Raphael aveva sviluppato un amore sviscerato per il piccolo David che aveva un bel caratterino! Inoltre, sia lui sia Splinter erano stati messi al corrente della gravidanza di Michelangelo. Il rosso cercava sempre di rendersi utile, perché temeva che qualcosa di grave sarebbe potuta accadere, come a Donnie. Ma anche per scusarsi della cicatrice che capeggiava sul petto del giovane Hamato...

Una sera, Mikey sedeva solitario sul divano, con una coperta avvolta addosso e sullo stomaco voluminoso. Era nel suo quinto mese e guardando distrattamente la tv con il volume azzerato, la sua mente ritornò indietro nel tempo. Si ricordò di quando Donnie gli confessò il pericolo che avvertiva con il suo bambino... le sue paure, le sue gioie e la speranza che il piccolo sarebbe stato in ottima salute.
"Donnie... vorrei tu fossi qui con me" pensò l'arancione, accarezzandosi la pancia, quando sentì un movimento e un calcio: -Tu sai come tirarmi su il morale-.
Sospirando, appoggiò la testa meglio sullo schienale del divano, rabbrividendo un po' all'aria fresca della tana. Leo era momentaneamente uscito per comprare qualcosa da mangiare, mentre Raph, il sensei e David erano andati da Leadtheread per piccole visite al piccolo.
Mikey si raddrizzò e fu in quel momento che sentì un rumore alla porta d'entrata. Un po' perplesso di poggiò una mano sulla pancia, ricordandosi di fare profondi respiri. Lo stress non era una cosa buona per lui. Ringhiò appena perché le sue armi erano nella sua camera, proprio perché non poteva mettere la cintura.
-Mikey- chiamò una voce familiare, seguita dallo scricchiolio di una moltitudine di buste della spesa.
L'arancione sorrise sapendo a chi appartenesse quella voce dolce. Leonardo era rincasato in fretta e questo non poté che fargli piacere.
-Sono qui-.
Leo si tolse la giacca nera, mostrando un jeans aderente e scarpe da ginnastica. Abbracciò Michelangelo, dando una carezza anche allo stomaco grande.
-Come state?- chiese, con il suo solito fare apprensivo.
-Niente di che- sorrise l'altro: -Io e Junior qui, stavamo vedendo un film d'avventura-.
Leonardo ridacchiò: -Hai fame?-.
-Tu che dici?- rispose l'altro, lasciandosi avvolgere un braccio intorno alle spalle: -Sto morendo di fame!-...

******************************

Più Michelangelo avanzava con i mesi, più la sua pancia era grande. Difficili erano le piccole seratine hot, ma entrambi i non-ancora-genitori sapevano che ne valeva la pena. Splinter era così orgoglioso di diventare nonno per la seconda volta e come Raph, sperava che nulla sarebbe andato storto al momento del parto.
Michelangelo era molto attento, cercava di non lasciarsi andare sui cibi poco sani e praticava piccole passeggiatine all'interno della tana per tenersi in forma. Nel suo settimo mese, muoversi era piuttosto complicato...

David giocava con i suoi piedini nella culla, mentre Raph sferrava potenti pugni al suo sacco da box. Lui voleva tenersi in forma per proteggere al meglio la sua famiglia e questo sentimento era più che condiviso, soprattutto da Leonardo.
Mikey era appoggiato alla culla di David. Guardava con affetto il nipotino. Lui adorava i bambini e non vedeva l'ora di stringere il suo tra le braccia! I suoi pensieri, però, vennero interrotti da un intenso dolore al basso ventre. L'arancione spalancò gli occhi e ansimando. Si piegò sulle ginocchia, stringendo la pancia.
-Oh... cavolo!- gemette, cercando di riprendere fiato: -Non può essere ora il momento!-.
Incapace di rialzarsi, Michelangelo lanciò un grido che catturò l'attenzione di Raph - che era il più vicino - e Leo - con il sensei in cucina - . David scoppiò a piangere per l'improvviso spavento ma fu presto calmato dall'arrivo del maestro Splinter.
-MIKEY!- urlò Leonardo, in preda al panico: -Amore, stai bene?-.
Mikey scosse il capo, respirando affannosamente: - Leo... non è il momento! Ma sto male! Aiutami!-.
Leonardo si assicurò che le acque dell'arancione fossero intatte: la pancia era dura e non era un buon segno. Raph, impallidito dal ricordo vivido di Donnie, rimase lì impalato, incapace di reagire.
Leadtheread, però, fu presto chiamato...

-Leadtheread... aiutalo! Ti prego! Non voglio perderli!- gridò Leo, con le lacrime agli occhi.
Il coccodrillo controllò il povero Mikey, disteso su una barella improvvisata: -E' un aborto spontaneo! Rischiano entrambi di morire se non agiamo!-.
-N... no...- gemette l'arancione, dando un nuovo urlo, prima che sprofondasse in un sonno indotto...

******************************

Leonardo ascoltava i ticchettii dell'orologio del soggiorno, con una mano sul viso e l'altra agganciata alla piegatura del braccio. In cuor suo, sperava davvero che non fosse nulla di grave. La mano di Raphie si poggiò sulla sua spalla, attirando la sua attenzione.
-Leo...- espirò in un sussurro, incapace di dire qualcos'altro.
L'azzurro gli sorrise amaramente, accettando David fra le sue braccia. Il bambino tubò felicemente, succhiando il suo pollice.
-Ho paura- gemette l'azzurro: - Non voglio perdere il mio bambino, Raph... non voglio perdere il mio Michelangelo...-.
Raph stava per dire qualcosa, ma Leadtheread uscì, con il volto cupo. Splinter e i suoi figli si misero immediatamente in ascolto.
-Stanno entrambi bene, ma la gravidanza è diventata instabile. C'è una piccola rottura nell'utero e questo è un male. Dobbiamo far nascere ora il bambino o... potrebbe realmente morire-.
Leonardo deglutì, guardando sia Raph sia Splinter, poi il coccodrillo stesso. Era un incubo tutto quello. Scuotendo lentamente il capo, sospirò.
-D'accordo, Leadtheread... ma... posso almeno vedere Michelangelo?-.
Il mutante grosso annuì, facendosi da parte.

-Mikey... so che puoi sentirmi... Leadtheread mi ha detto che... è il momento di far nascere il bambino-.
Leonardo appoggiò l'orecchio sul pancione del suo compagno, sospirando drammaticamente. Piccole lacrime caddero sulle sue guance.
-Non possiamo più aspettare. Sei stato vittima di un quasi aborto spontaneo, amore mio...-.
Mikey rimase immobile, nel suo sonno. Non sapeva che al suo risveglio, il bambino sarebbe stato fuori dal suo corpo...

******************************

Auguste Hamato, 1 chilo e 500 grammi era venuto, finalmente, al mondo, con un parto cesareo. Il piccolo aveva gli occhi azzurri, la pelle mista fra il verde bosco di Leo e quella verde mare di Mikey, una codina, tre dita per mano e due per piede. Un mini ninja.
Troppo piccolo rispetto alla norma, era stato messo in un'incubatrice, sorvegliato da Leadtheread.
Mikey e Leonardo guardavano con affetto la loro creaturina, la cui tutina era di colore bianco, come la luce alla fine di un buio. Il cuginetto di David.
Raphael era orgoglioso del suo nipotino, ma era anche dispiaciuto che Mikey avesse rischiato la morte per complicazioni, non avrebbe accettato una seconda volta la morte di una persona per lui importante!
-E' bellissimo... perfetto...- mormorò Mikey, il cui ventre era completamente fasciato: -Grazie, Leo...-.
L'azzurro lo baciò fortemente, accarezzandogli la nuca: -Perché, amore mio?-.
-Perché senza di te non avrei mai potuto avere un simile fascio di gioia puccioso...-.
Leonardo sorrise e guardò il piccolo che era nato da entrambi. Non poteva essere più orgoglioso in quel momento...
Raphael sorrise, voltandosi per fissare una foto di Donnie, incorniciata nel laboratorio. Egli sapeva che il suo amore stava guardando ogni cosa dal cielo.
"Te amo..." pensò la testacalda, con un accento spagnolo: "Mì corazon...".

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

 

Ebbene, ecco questa storia. Che ne pensate? A me piace! :3

Dunque, non credo ci sia molto da dire. Semplicemente, dopo il tragico "finale" della precedente storia, ho provato a scrivere qualcosa a "lieto fine".

Ho cercato di dare spazio a tutti i personaggi descrivendo ora le emozioni di quello, ora di questo.

Come sempre, i tratti in corsivo sono i flashback. =)

Mmm non credo ci sia altro da dire,

bacioni alla prossima! :D

   
 
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